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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile
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Più che dare risposte sensate ...
GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
giovedì 31 luglio 2025
mercoledì 30 luglio 2025
Il ritorno del protezionismo e la de-industrializzazione USA Guglielmo Forges Davanzati (Prof. Storia del Pensiero Economico - UNISALENTO)
Stephen Miran è il principale
teorico del protezionismo dell’aministrazione Trump. Nell’articolo User’s guide
to resttucturing the global trading system del 2024, Miran rileva due
principali benefici per l’economia USA derivanti dall’introduzione di dazi,
ovvero: l’aumento del gettito fiscale e la re-industrializzazione. Nel
dibattito italiano, queste tesi vengono spesso considerate con sufficienza e
prevale la convinzione che le misure protezionistiche USA siano destinate a
produrre danni per la stessa economia statunitense, trattandosi di una gestione
irrazionale della politica commerciale. Si tratta di quella che viene definita
la Madam theory o teoria dei pazzi al potere, secondo la quale l’irrazionalità
del comportamento del Presidente serve a disorientare gli avversari politici
per ottenere il massimo vantaggio nelle trattative.
Conviene, per contro, prendere
Miran sul serio e verificare se le sue tesi reggono alla prova della teoria e
dei fatti.
Miran parte dall’osservazione per
la quale, essendo il dollaro valuta di riserva internazionale, la sua continua rivalutazione, è
responsabile del declino industriale americano anche come conseguenza della concorrenza di Paesi con costi di
produzione più bassi e cambio deprezzato (Cina, in primis). Si stima, a
riguardo, che la quota degli occupati sul totale della forza-lavoro nella
manifattura americana si è ridotta dal 24% del 1960 all’8% del 2025. Il peso
del Pil USA su quello mondiale si è ridotto dal 40% del 1960 al 21% del 2012.
Secondo Miran, l’introduzione di dazi può servire ad arrestare questa tendenza
e, al tempo stesso, ad attrarre capitali negli USA. I dazi, infatti, proteggono
le imprese con sede negli USA dalla concorrenza internazionale. Il ritorno al
protezionismo – si aggiunge – non avrebbe effetti inflazionistici (si cita, a
riguardo, l’esperienza positiva del biennio 2018-2019) e, con un livello
“ottimo” dei dazi (stimato al 20%) si produrrebbe anche l’aumento del gettito
fiscale. Va da sé che questo effetto si produce solo se la domanda statunitense
di prodotti importati è molto rigida e, per conseguenza, mentre un basso
livello dei dazi (dunque, politicamente poco rilevante, se i dazi sono
concepiti come strumento di negoziazione politica) può generare un gettito
elevato, vale il contrario nel caso di dazi elevati.
Questa tesi è criticabile per due
ordini di ragioni:
1) Non sembra esistere correlazione
fra diffusione del dollaro come valuta di riserva internazionale e
de-industrializzazione USA. Dal 1944 e nei successivi decenni la domanda di
dollari su scala internazionale è continuamente cresciuta, salvo far registrare
un significativo decremento nell’ultimo triennio (raggiungendo oggi il minimo
storico del 57.54%, a fronte di un aumento della domanda, in particolare, di
euro, soprattutto per effetto della dollarizzazione promossa dai BRICS). Il
deficit commerciale americano è aumentato del 60%, al netto dell’inflazione,
tra il 2000 e il 2022. Si badi che questo aumento si è registrato proprio a
partire dalle prime msiure protezionistiche, volute, in particolare,
dall’amministrazione Biden. Come è noto, a partire dalla fine della seconda
guerra mondiale, con gli accordi di Bretton Woods, il dollaro diventa la valuta
di riserva internazionale. Il problema nasce dal fatto che gli USA sperimentato
da tempo un problema di “doppio deficit” (pubblico e della bilancia dei pagamenti)
che, negli ultimi anni, ha generato un processo di de-dollarizzazione, connesso
al tentativo dei BRICS di utilizzare una valuta diversa dal dollaro. Se il
protezionismo serve a regolare l’offerta di dollari, allora quella
dell’amministrazione Trump – nelle circostanze attuali - ha come finalità
essenziale la difesa dell’egemonia monetaria, che, a sua volta, è difesa di
quello che il Presidente francesce Valéry Giscard d’Estaing ebbe a definire
l’”esorbitante privilegio”. L’esistenza, in Europa, di regolamenti (e, dunque,
di barriere non tariffarie), in particolare su salute e ambiente, viene
percepita dall’industria statunitense e da Trump come ostacoli alle
esportazioni USA, pur essendo valide erga omnes e non configurandosi, a rigore,
come strumenti di protezione. Miran ritiene anche che l’aumento dei dazi generi
incrementi del gettito fiscale: va da sé che questo effetto si produce solo se
la domanda statunitense di prodotti importati è molto rigida e, per
conseguenza, mentre un basso livello dei dazi (dunque, politicamente poco
rilevante, se i dazi sono concepiti come strumento di negoziazione politica)
può generare un gettito elevato, vale il contrario nel caso di dazi elevati. Si
ha, quindi, un trade-off fra rilevanza del protezionismo per il conseguimento
di finalità di contrattazione con Paesi terzi e sua importanza per contribuire
al risanamento delle finanze pubbliche.
2) La de-industrializzazione appare
semmai connessa alla finanziarizzazione, non all’apprezzamento del dollaro e
ha, dunque, ha che vedere con il modello di sviluppo che l’economia USA si è
data soprattutto negli ultimi decenni e, in particolare, con la deregolamentazione
dei mercati finanziari voluta da Clinton e alle delocalizzazioni (causate da
molti fattori oltre al tasso di cambio, fra i quali: più bassi salari
all’estero, tassazione più favorevole, minori vincoli ambientali). Si calcola
che l’incidenza della sfera finanziaria (quantificata dallo stock complessivo
delle attività finanziare esistenti sul mercato) sul Pil USA è in continuo
aumento dal 1950 a oggi. La finanziarizzazione dell’economia e delle imprese
frena la produzione industriale soprattutto perché crea incentivi ad allocare
capitale monetario in attività più redditizie con utili conseguibili in tempi
più rapidi.
Letto in quest’ottica, la vera
novità del protezionismo USA consiste nel fatto che– probabilmente per la prima
volta nella Storia del capitalismo – le politiche di protezione delle industrie
nascenti (teorizzate e messe in atto nella Germania della prima rivoluzione
industriale, in particolare da F. List, alla metà dell’Ottocento e poi dai
Paesi in via di sviluppo nel secolo scorso) – sono realizzate nella prima
economia al mondo. Trump sta accelerando il processo, ma questo era in fieri da
decenni, perché è da tempo che gli USA sperimentano il paradosso di voler,
simultaneamente vivere al di sopra delle loro possibilità (creando, dunque,
elevati e crescenti debiti privati e pubblici) e salvaguardare l’equilibrio
della loro bilancia commerciale.
martedì 29 luglio 2025
Ancora su Francesca Albanese - Intervento di Leonardo Elia
Ieri sono stato al presidio in piazza a Lecce per Handala , l’imbarcazione di Freedom Flottilla, carica di aiuti umanitari destinati a Gaza. A bordo 21 civili, provenienti da vari paesi, io personalmente ho parlato con un giovane francese, prima della partenza , a Gallipoli. Le notizie arrivate erano che era seguita da droni israeliani, Un’altra imbarcazione ,qualche mese fa, era stata colpita da droni , rischiando di affondare.
Abbiamo appreso in diretta, che l’Egitto aveva negato le
acque territoriali, gli amici si vedono al momento del bisogno!
Nella notte tra sabato e domenica Handala è stata abbordata
dall’ IDF, e sono stati arrestati i
membri dell’equipaggio, il tutto avvenuto in acque internazionali, un atto di
pirateria bell’è buono.
Silenzio dei mass media, escluso poche eccezioni. Per la comunicazione main stream questi fatti
, gravissimi non esistono. Se l’avesse fatto Putin!
Quando si parla della
Palestina non si può non parlare di Francesca Albanese. Lei è la “Relatrice
speciale per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati”. Dal maggio
del 2022.
Gli è stato rinnovato l’incarico. Avendo da sempre parlato chiaramente di “genocidio” a
Gaza, e di occupazione militare
,violenta e omicida , in atto in cis giordania si è attirata tutte le accuse possibili di
antisemitismo, e udite udite , anche sanzioni proclamate da pochi giorni
dall’amministrazione americana.
Rubio sul suo account X ha scritto: "Oggi impongo
sanzioni alla relatrice speciale del Consiglio per i diritti umani delle
Nazioni Unite, Francesca Albanese, per i suoi illegittimi e vergognosi
tentativi di indurre la Corte penale internazionale ad agire contro funzionari,
aziende e dirigenti statunitensi e israeliani".
Tra l’altro la
Albanese si è superata,
citando tutte le società, che
avendo rapporti con lo stato sionista, che è bene ricordare non è sottoposto a
nessuna sanzione, di fatto non solo appoggiano, ma addirittura lucrano sulla
strage perpetrata da Israele, che ha un modus operandi degno di uno stato
coloniale della peggior specie.
Non commento sull’operato americano, sempre più da bullo, che
tra l’altro risulta controproducente , se visto in un’ottica
egemonica , perché espressione di un
doppio standard che nessuno al mondo accetta più.
Anche la macchina del fango che si è prontamente messa in
moto con l’attacco miserevole di Molinari contro la Albanese, non è degna di alcun commento. Faccio notare che lo stesso
Molinari è stato direttore fino a poco tempo fa del quotidiano Repubblica.
Quello che mi preme ,
da cittadino italiano, è l’atteggiamento istituzionale, e qui ci metto non solo
il governo, ma anche le opposizioni, la
sinistra o presunta tale.
Si sta rinnovando il
memorandum sulla difesa e la sicurezza tra Italia e Israele, in pratica tra il
nostro paese e uno stato canaglia,
genocida.
Non passa la mozione di sfiducia in Parlamento , di 5
stelle, Pd, AVS, ma la cosa che mi colpisce ‘ il silenzio assordante delle
istituzioni, mass media, atteggiamento comune anche all’attacco, di fatto a
Francesca Albanese, al suo operato, alla sua persona. Un Tajani che asserisce
che il nostro paese non ha niente a che
vedere con le sanzioni, vale meno del due di briscola. È il silenzio della
stampa, quella “accreditata “ nei salotti buoni della tv, che non fa nulla per
difendere la relatrice ONU, la cui unica colpa è di avere fatto , e bene, il
suo lavoro.
Quando si è voluto ,
tutte queste figure si sono messe in moto, praticamente all’unisono.
E si può facilmente
trovare un parallelismo con l’astensione di AVS, e di FI,
il Pd ha votato contro ,sulla mozione di sfiducia alla Von der Leyen, al
Parlamento europeo. Mozione che voleva
sfiduciare Ursula e i suoi accoliti, tutti , che non sono altro che
guerrafondai deliranti. La peggiore commissione europea di sempre.
Se al genocidio non ti opponi sei connivente.
Come colpisce il silenzio sulla disumanità perpetrata a Gaza
, degna del miglior Hans Frank, giustiziato a Norimberga, del nostro presidente
della repubblica, il nostro non essere intervenuto in difesa di Francesca
Albanese.
Mattarella quando ha voluto ha preso posizione, per esempio
con le dichiarazioni totalmente fuori luogo
su la Russia e sulla sicurezza europea, sul nostro riarmo.
E che dire della
copertina dedicata alla nostra Giorgia, dal magazine americano Time, di
proprietà del solito imprenditore sionista ben piazzato.
“dove Giorgia Meloni sta portando l’Europa”.
A me questa prospettiva con queste premesse inquieta, e non
dò tutta la responsabilità solo al governo.
Con queste opposizioni, e con questa Bruxelles, con questa
Europa c’è da essere preoccupati.
C’è da essere preoccupati ancora di più vista la
capitolazione a cui ci ha portato la Von der Leyen nel negoziato con Trump sui dazi. Se ne è
accorto anche Calenda!
Con gli irreali commenti del nostro presidente del
consiglio!
lunedì 28 luglio 2025
Fascinazione criminale. Autoetnografia di un ex camorrista di Romano Catello (Rubbettino)
La marginalità come condizione e non come alibi, la delinquenza come fascinazione e non come trappola, la scrittura come autoterapia e non come esercizio letterario: sono queste le tre strutture intorno alle quali Catello Romano ricostruisce, con il piglio del narratore e la precisione del chirurgo, la propria adesione alla malavita organizzata. Romano attraversa gli anni della propria infanzia e dell’adolescenza selezionando le vicende che hanno fatto contemporaneamente da sfondo e da detonatore alle scelte che lo hanno condotto all’adesione alla camorra e poi, appena diciottenne, a una rocambolesca latitanza e infine all’arresto. È sulla soglia del carcere che il racconto si sospende, dopo aver rivelato fatti e narrato persone che dalle pagine della cronaca nera del Napoletano entrano così a far parte della trama fitta e drammatica della storia personale dell’autore. Il testo non è un’autobiografia né un’apologia: adoperando l’autoetnografia – un metodo di scrittura codificato dalla Sociologia – Romano evoca traumi ed epifanie, incontri ed errori, delitti ancora inconfessati e rivolgimenti interiori. Una scrittura frutto di una palingenesi solitaria, irta di asperità e di possibili equivoci, generata dalla determinazione di un uomo che, dal silenzio della reclusione, invoca un riscatto culturale, morale, spirituale, sfidando chi legge a mantenere uno sguardo laico sul male che lo ha attraversato
domenica 27 luglio 2025
sabato 26 luglio 2025
L'intrigo di via Poma di Giacomo Galanti, Gian Paolo Pelizzaro (Baldini + Castoldi)
Via Poma. Due parole. E nella mente di tanti si materializza una foto degli anni Novanta. C’è una giovane in spiaggia in costume da bagno intero di colore bianco. Si chiama Simonetta Cesaroni. Il 7 agosto 1990 viene uccisa a Roma nell’ufficio dove si recava due volte a settimana, di pomeriggio, per registrare al computer la contabilità. Il suo caso è ancora irrisolto. Il 19 dicembre 2024, l’omicidio è tornato al centro delle cronache per la decisione della Gip di proseguire le indagini, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. I punti salienti del delitto che la giudice ha evidenziato nella sua ordinanza erano già stati puntualmente indicati in un libro del giornalista Gian Paolo Pelizzaro – dal titolo L’intrigo – pronto per la pubblicazione e acquisito agli atti dal magistrato di allora, il 31 ottobre 1996. Ma quell’inchiesta fu improvvisamente archiviata e i documenti al centro del libro di Pelizzaro furono fatti sparire. È stato un altro giornalista, Giacomo Galanti, a ritrovare il dattiloscritto di quel libro, mentre nel 2020 cercava i documenti per il podcast Le ombre di via Poma. Questo non è solo il racconto di uno degli omicidi più famosi della cronaca nera e giudiziaria del Dopoguerra, ma di un preciso momento storico che vede il crepuscolo della Prima Repubblica e alcuni dei suoi attori incrociare da vicino questa vicenda. È la storia di un retroscena mai raccontato prima, di documenti inediti e di un libro perduto. Una storia tornata prepotentemente attuale
venerdì 25 luglio 2025
giovedì 24 luglio 2025
mercoledì 23 luglio 2025
martedì 22 luglio 2025
Persuasione - Intervento di Leonardo Elia
Ho parlato del suicidio assistito, programmato delle aree
interne, soffocate da una mancanza di servizi resa cronica, dovuta a carenza di
infrastrutture. Ma per me c’è
dell’altro. L’economia di queste zone, oltre al turismo, e ad esso strettamente collegato , si basa
sull’agricoltura, di qualità, essendo queste aree non adatte a coltivazioni
intensive e industriali. Quindi coltivazioni biologiche, biodinamiche, varietà antiche tornate in auge per le loro
qualità agroalimentari e nutrizionali. Sono migliori . Le aree interne sono il
santuario della, enorme , biodiversità italiana. Ma all’orizzonte c’è un nuovo
pericolo. Gli Ogm NGT, nuove tecniche
genomiche, edulcorate nella definizione italiana , come TEA, tecniche di
evoluzione assistita.
Questa è una tecnica che permette di spostare tratti
cromosomici tra specie affini, per
migliorare alcune caratteristiche, come resistenza a malattie, diserbo,
siccità. Tecniche che permettono una finezza di approccio che i primi Ogm non hanno. Tecniche nuove
propagandate come perfette , mirate, ma che sono tutt’altro che tali. Il
vivente è spesso imprevedibile . Associazioni di categoria come Coldiretti,
Confagricoltura sono grandi sponsor di tutto questo, con la santificazione di
importanti organismi accademici.
Ma il diavolo è nei dettagli. Questa presunta sicurezza, con il principio di precauzione dimenticato ,sbandierata attraverso anche un
famoso divulgatore scientifico, con relativo manuale che spiega come articolare la narrazione per
risultare più rassicuranti possibile , come PERSUADERE le persone , mira alla non obbligatorietà
della tracciabilità, dal campo al supermercato, quindi nulla in etichetta,
perché la gente quando legge Ogm si agita. In più il cromosoma modificato si
definisce normativamente , come proprietà intellettuale, quindi brevettato, sempre da una grande multinazionale, sono sempre loro.
In pratica se la mia coltivazione subisce l’impollinazione di un’altra, non
tracciata , che ha piante TEA, e i pezzi
di cromosoma brevettati si trovano nella mia ,biologica, per esempio con varietà antiche, io posso essere esposto ad un contenzioso, per contraffazione , come
sta succedendo negli Usa, che perderei
sicuramente , perché avrei di fronte dei giganti. E sarei obbligato , se non
posso pagare le spese, a rifornirmi
dalla multinazionale querelante, quindi
di fatto passare al transgenico. Con costi molto più elevati.
Così si perderebbero le caratteristiche che rendono unica
l’agricoltura delle aree marginali. Unica e insostituibile.
Chi mi ha formato, il grande genetista agrario prof
Ceccarelli di Perugia è assolutamente
avverso agli Ogm.
Il padre del Miglioramento genetico partecipativo, in
campagna con i contadini non nei
laboratori.
Prima la politica, avendo l’obbiettivo del bene comune,
molto teorico, ma presente , mediava con l’economia, ora subisce le multinazionali, è solo un mezzo per il raggiungimento dei loro fini.
L’agricoltura tradizionale è comunità, fa comunità, e
limitarla, ostacolarla , vuol dire , oltre perdere un patrimonio genico
importante, anche perdere rapporti che
sono alla base delle società rurali.
Potere cosa vuol
dire? Determinare i limiti del pensabile( degli altri)
Persuadere rassicurando è niente altro che una delle forme
in cui si esprime il potere.
Il termine persuasione (dal latino persuadere,
"consigliare, convincere") indica l'atto di indurre qualcuno a
riconoscere la realtà di un fatto, la fondatezza di un'idea, o a comportarsi in
un determinato modo.
Gli Ogm, sono tecnologia, quindi applicazione di ricerca
scientifica, indirizzata all’ottenimento di un risultato, nello specifico una
maggiore produttività dei campi.
La persuasione è esercizio di potere, e una delle forme in
cui si esprime è rassicurando l’opinione pubblica attraverso una gestione dell’opinione pubblica, subdola , minuziosa e
orientata attraverso media allineati al volere del padrone.
E per rassicurare servono gli esperti, gli scienziati, i
cui pareri non vengono mai sottoposti a
verifica da loro “pari” , che però hanno sull’argomento idee differenti. Il
consenso ha bisogno di certezze, e le si costruisce con un’attenta gestione della verità ,
evitando accuratamente il confronto con chi la pensa differente.
Capire perché si muove tutto questo apparato, ci fa arrivare alle figure che ne traggono
beneficio, beneficio che quasi sempre, non coincide con quello della società.
E la società ha bisogno del nostro impegno.
lunedì 21 luglio 2025
Realismo capitalista Mark Fisher (Produzioni Nero)
È davvero più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo? E perché ci siamo ormai assuefatti all'idea che, per dirla con Margaret Thatcher, "non c'è alternativa" al sistema in cui viviamo? Da queste domande, prende spunto uno dei più incisivi e influenti saggi critici degli ultimi quindici anni: il manifesto politico ed estetico del filosofo inglese Mark Fisher.
domenica 20 luglio 2025
sabato 19 luglio 2025
venerdì 18 luglio 2025
giovedì 17 luglio 2025
mercoledì 16 luglio 2025
martedì 15 luglio 2025
lunedì 14 luglio 2025
Aree interne - Intervento di Leonardo Elia
Qualche giorno fa ho letto qualcosa sul PSNAI, il piano strategico nazionale aree interne.
Approvato a marzo di quest’anno, ma circolato all’inizio di
luglio. Basato su studi del Cnel e del
Censis, che dividono l’Italia i quattro aree, di cui una, quella della provincia profonda, il 60% del territorio nazionale, dove abita poco meno
di un quarto della popolazione italiana.
Sono le aree che più
subiscono il calo demografico e
l’invecchiamento della popolazione che ci contraddistingue come nazione.
A parte dei passi di questo documento, che sono “da brivido”, in
cui si disegna , e si accetta, una tendenza, l’abbandono di territori come destino ineluttabile, la maggioranza e l’opposizione, si scontrano
polemizzando sui “soldi”, sugli
stanziamenti di fondi, non su come vanno spesi.
Praticamente , le regioni devono incentivare i comuni delle aree interne, meglio se
riuniti in consorzi, ad una progettualità che coinvolga la solita non meglio identificata “ società civile”, fondazioni, terzo settore, e
chi più ne ha più ne metta, in pratica gli enti locali se la devono sbrigare da
soli senza un disegno articolato , e le risorse, che per essere efficaci devono
essere nazionali .
Questi interventi spezzettati sanzionano la fine della
politica, perché così non si può rispondere
alle vere esigenze che queste aree esprimono, interpretabili solo con uno sguardo strategico. Cosa che chi
conosce questi luoghi sa bene.
Mia moglie è molisana, di un paesello a una decina di km da
Campobasso. Il Molise esiste! Mille abitanti circa. In rapido depopolamento, come tutta la regione. Lì addirittura volevano chiudere il locale ufficio postale,
nel paese non c’è uno sportello bancario, con una stazione ferma da anni , che
sembra essere ripartita con solo due treni al giorno che collegano il capoluogo a Termoli. Se io dalla mia città, volessi andare lì, con le ferrovie,
qualcuno dovrebbe venire a prendermi o a Foggia o a Termoli.
In pratica se si
elegge la sostenibilità economica a
stella polare, e manca una visione
politica di ampio respiro, risulta naturale chiudere i servizi essenziali , come anche gli ospedali, si penalizza il
trasporto pubblico, aggiungendo che spesso anche la copertura internet non è adeguata.
Cosi si condanna all’isolamento gran
parte del territorio nazionale, e quindi lo si condanna all’abbandono.
Alla fine sia il governo , sia l’opposizione, scontrandosi
su banalità, non pensano che mancando una strategia inclusiva nei confronti dei
cittadini tutti, anche quelli che vivono nelle aree interne, li si condanna ,
per sfinimento all’emigrazione.
Visione strategica
che aveva chi governava tra la
fine dell’800 e gli inizi del ‘900, che dotarono tutto il nostro paese di una rete ferroviaria
che doveva collegare , e lo ha fatto, le
periferie, che sono una ricchezza , alle aree più centrali del paese. Pensate
in Salento alle ferrovie che da Brindisi arrivano al capo di Leuca.
Allora si pensò giustamente che le infrastrutture portano sviluppo, come oggi bisognerebbe capire che le
stesse infrastrutture potrebbero combattere il declino. Ma chi di competenza a
quanto pare pensa ad altro, al riarmo per esempio.
Con destra e sinistra che appaiono, ancora una volta, facce
, neanche tanto differenti, di una stessa cultura priva di un qualsivoglia
respiro strategico. Solo visione economico finanziaria, bassa ragioneria , senza futuro.
Si accetta, mettendolo nero su bianco il suicidio assistito
di intere aree del paese, nel migliore dei casi trasformandole in grandi
ludoteche e in genere in location di eventi.
Distraendo l’attenzione , il tempo, il denaro verso la
creazione di un possibile invasore, un nemico, e relativo illusorio riarmo.
Sentitevi il governatore della Campania, che per quanto
naif, è uno dei pochi politici lucidi e diretti!
Lo stato del potere. Politica e diritto ai tempi della post-libertà di Carlo Iannello (Meltemi)
Il neoliberalismo ha liquidato il liberalismo. Le politiche neoliberali hanno introdotto ovunque la concorrenza, dai servizi pubblici all’università, dalla sanità all’istruzione, fino a estenderla all’intera società. Si è così abbandonato ogni fine sociale e conservato il solo apparato autoritario, essenziale al mercato. Asservito lo Stato all’economia, neutralizzata la politica, scardinati i principi liberal-democratici e la prescrittività delle costituzioni, il neoliberalismo ha condannato la democrazia e il diritto pubblico a una prolungata agonia. Le nuove forme del potere stanno ora pregiudicando, dopo quelle politiche e sociali, anche le libertà economiche, che decenni di politiche neoliberali hanno finito, paradossalmente, per mettere in discussione. Alla sempre maggiore concentrazione dei capitali corrisponde un’inedita centralizzazione delle decisioni, ormai slegate dalle sedi della rappresentanza democratica, ancora formalmente esistenti. Sono ora gli stessi attori del capitalismo transnazionale a governare di fatto l’economia e la società, secondo modalità che rimandano alle pianificazioni dello Stato interventista. Carlo Iannello ricostruisce i contorni di questo “post-liberalismo” oligarchico e illiberale, che può essere contrastato solo ridando forza al progetto profondamente umano contenuto nella Costituzione repubblicana, costruito sul primato della persona rispetto allo Stato e alla tecno-economia
domenica 13 luglio 2025
sabato 12 luglio 2025
Me la sono andata a cercare. Diari di una reporter di guerra di Giuliana Sgrena (Editori Laterza)
venerdì 11 luglio 2025
giovedì 10 luglio 2025
mercoledì 9 luglio 2025
Perchè Cipro? Intervento di Leonardo Elia
Il pericolo percepito, e reale, dai cittadini israeliani durante la guerra dei 12 giorni con l’Iran , come la ha definita Trump, ha prodotto una “fuga “ da Israele, uno spostamento che ha interessato alcune migliaia di persone. Tra l’altro la fascia sociale più alta. Intellettualmente ed economicamente.
Cosa comprensibile, per una nazione che è stata colpita per la prima volta sul
proprio territorio durante un conflitto.
Comprensibile per una società non abituata a qualcosa che infligge
agli altri.
Perché Cipro?
Prima di tutto perché è vicina, distante solo circa 400 km , poi perché il premier Nikos Christodoulides, ostenta un appoggio
incondizionato alle politiche israeliane.
Già molti tecnici israeliani lavorano smart da lì. Ma la cosa che preoccupa
i ciprioti, è che questi arrivi in pochi giorni , si parla di 15000 persone,
gestiti da un’organizzazione efficientissima, che si chiama
Chabad, è accompagnata da acquisti
consistenti di terreni e
immobili, con progetti di istituzione di scuole e università rabbiniche.
Come se si volessero costruire dei “ghetti”, delle exclave ,
monoetniche e separate dal contesto in cui si trovano.
La cosa inquieta molti cittadini ciprioti, con il segretario
del partito dei Lavoratori Akel Stefanou, che si fa portavoce di questo sentire , tacciato di antisemitismo, e
complottismo , come al solito, dall’ambasciatore israeliano. Perché ,
sembrerà un paragone ardito, ai ciprioti assomiglia all’arrivo scaglionato dei
coloni ebrei in Palestina che ha creato
il nucleo fondante dello stato
d’Israele.
Bene, perché Cipro? Prima di tutto perché è vicino, lo ho
già detto. E perché è vicino può offrire profondità strategica al piccolo stato
con capitale Tel Aviv. Caratteristica di cui ha bisogno quando tra le infinite guerre che fa , gli
capita un avversario grosso , ben armato, che la obbliga ad un conflitto di
lunga durata.
Poi Cipro è divisa in due parti, la Repubblica di Cipro, e la Cipro Turca, riconosciuta solo da
Ankara, con la capitale di tutte e due,
Nicosia, divisa in due settori da un
muro.
C’è poi la base inglese Akrotiri, base aerea, che ha già
ospitato i jets con la stella di Davide per metterli al riparo dagli attacchi
missilistici iraniani, un esempio de facto di cosa vuol dire profondità strategica.
Poi , sempre inglesi, centri di intelligence. Francamente credo che quelli del Mossad
vadano a farsi le vacanze lì.
Quindi per concludere, arrivo di cittadini israeliani , che
forse tendono a creare comunità chiuse. La repubblica di Cipro, che è in ottimi
rapporti con Israele, e con la Grecia, che in
politica internazionale è filo Israeliana, la repubblica turco cipriota,
supportata dalla Turchia, che a parte prese di posizione di facciata,
fornisce Tel Aviv di tutto quello di cui
ha Bisogno. Ankara membro Nato di prima grandezza e di prima forza.
Basi inglesi, e non aggiungo nulla. Per accompagnare un
riassestamento di questo tipo, colonie israeliane, presenti sul
territorio, darebbero una presenza,
protettiva, agli interessi della
madrepatria nell’area.
Cosa già vista altre volte nella storia, anche recente, vedi
gli interessi inglesi in Sicilia occidentale, consolidati nei secoli , area che domina lo stretto di Sicilia di
grande importanza strategica per il
controllo del Mediterraneo , per il Regno Unito.
Quindi Grecia, Turchia, Gran Bretagna, quindi Nato.
Dimenticavo una cosa che ci deve interessare, Cipro è
nell’Unione Europea, ci troveremmo in Europa, una piattaforma strategica
israeliana.
Vista la classe politica che ci ritroviamo in Europa, sia a
Bruxelles, sia nei singoli stati, tra cui il nostro, e le sue politiche
guerrafondaie, eventualità assolutamente inquietante. Rischiamo di trovarci
invischiati in altri conflitti infiniti
e cosa ancora peggiore, in prima
persona. Oltre a quello in Ucraina.
Tertium datur. Filosofie dell'originario di Giovanni Sessa (Inschibboleth)
In questo libro, al centro della discussione, è il lógos physikós. Una forma di pensiero che si manifestò nella filosofia museale dei pensatori aurorali della Grecia, centrato sulla hyle, materia animata. Dopo l’affermazione della filosofia classica e del pensiero medievale, il lógos physikós è riemerso in un filone sotterraneo e carsico, a muovere dalla Rinascenza. Sessa accompagna il lettore nelle vive cose di tali esperienze speculative ed esistenziali, prendendo le mosse dall’esegesi dell’opera di Augusto Del Noce, Il problema dell’ateismo. Per l’autore, oltre le due vie teoretiche individuate dal pensatore cattolico a partire dal Seicento, ve ne è una terza, tertium datur, presente e vivace nell’Italian Thought, maturata oltre le distinzioni logo-centriche. Essa si è incarnata nelle filosofie di Cusano, Bruno, nella teosofia di Böhme e von Baader, prima di ri-affacciarsi nell’idealismo tedesco. Nel Novecento italiano dei cosiddetti minori, in particolare nelle filosofie ultrattualiste di Evola, Emo, Diano, la “terza via” ha trovato il proprio luogo d’elezione. Colli e Donà ne sono interpreti di grande rilievo: nel loro pensiero la singolarità è tornata a dire in uno essenza ed esistenza
martedì 8 luglio 2025
Anni di sogni e di piombo di Alessandro Stella (Milieu)
lunedì 7 luglio 2025
domenica 6 luglio 2025
La Palestina spiegata a chi non vuol guardare di Naji Al-Ali (Marotta e Cafiero)
sabato 5 luglio 2025
venerdì 4 luglio 2025
Fate presto. L'emergenzialismo come fase estrema del neoliberismo di Salvatore Bianco (Rogas)
giovedì 3 luglio 2025
Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina di Francesca Albanese (Rizzoli)
Dieci storie che si legano alle vite di molte altre, ponendoci le domande a cui è doveroso dare risposta: quali sono le conseguenze dell'occupazione? Dov'è la casa di una persona rifugiata? In che condizioni vive il popolo palestinese? Fino a che punto può arrivare la crudeltà di un genocidio? Domande a cui non possiamo sottrarci, legate a personaggi e luoghi che ci permettono di capire cosa è stata la Palestina fino al 7 ottobre 2023 e cosa è adesso.
«È quando il mondo dorme che si generano i mostri. Di mostri ne abbiamo già parecchi, tra noi. Prima di tutto, la nostra indifferenza.»
Compagno Camilleri. Poesie incivili e altri scritti militanti di Andrea Camilleri (MicroMega)
Nel centenario della nascita MicroMega rende il proprio omaggio ad Andrea Camilleri offrendo ai lettori i testi, i discorsi, gli appelli da ...

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Unicredit si ritira da Banco Bpm, Roma ha fermato Milano