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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

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Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

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Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

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mercoledì 9 luglio 2025

Perchè Cipro? Intervento di Leonardo Elia

Il pericolo percepito, e reale, dai cittadini israeliani durante la guerra dei 12 giorni con l’Iran , come la ha definita  Trump,  ha prodotto una “fuga “ da Israele, uno spostamento che ha interessato  alcune migliaia di persone. Tra l’altro la fascia sociale più alta. Intellettualmente ed economicamente.

Cosa comprensibile, per una nazione  che è stata colpita per la prima volta sul proprio territorio  durante un conflitto. Comprensibile  per una società  non abituata a qualcosa che  infligge  agli altri.

Perché Cipro?

Prima di tutto perché è vicina, distante solo  circa 400 km , poi perché  il premier  Nikos Christodoulides, ostenta un appoggio incondizionato alle politiche israeliane.

Già molti tecnici israeliani  lavorano smart da lì. Ma la cosa che preoccupa i ciprioti, è che questi arrivi in pochi giorni , si parla di 15000 persone, gestiti da un’organizzazione efficientissima, che  si chiama  Chabad, è accompagnata da acquisti  consistenti di terreni  e immobili,  con  progetti di istituzione di scuole  e università rabbiniche.

Come se si volessero costruire dei “ghetti”, delle exclave , monoetniche e separate dal contesto in cui si trovano.

La cosa inquieta molti cittadini ciprioti, con il segretario del partito dei Lavoratori Akel  Stefanou, che si fa portavoce di  questo sentire , tacciato di antisemitismo, e complottismo , come al solito,  dall’ambasciatore israeliano. Perché , sembrerà un paragone ardito, ai ciprioti assomiglia all’arrivo scaglionato dei coloni ebrei in Palestina  che ha creato il nucleo fondante  dello stato d’Israele.

Bene, perché Cipro? Prima di tutto perché è vicino, lo ho già detto. E perché è vicino può offrire profondità strategica al piccolo stato con capitale Tel Aviv. Caratteristica di cui ha bisogno  quando tra le infinite guerre che fa , gli capita un avversario grosso , ben armato, che la obbliga ad un conflitto di lunga durata.

Poi Cipro è divisa in due parti, la Repubblica di Cipro,  e la Cipro Turca, riconosciuta solo da Ankara,  con la capitale di tutte e due, Nicosia, divisa in due settori  da un muro.

C’è poi la base inglese Akrotiri, base aerea, che ha già ospitato i jets con la stella di Davide per metterli al riparo  dagli attacchi  missilistici iraniani, un esempio de facto  di cosa vuol dire profondità strategica.

Poi , sempre inglesi, centri di intelligence.  Francamente credo che quelli del Mossad vadano a farsi le vacanze lì.

Quindi per concludere, arrivo di cittadini israeliani , che forse tendono a creare comunità chiuse. La repubblica di Cipro, che è in ottimi rapporti con Israele, e con la Grecia, che in  politica internazionale è filo Israeliana, la repubblica turco cipriota, supportata dalla Turchia, che a parte prese di posizione di facciata, fornisce  Tel Aviv di tutto quello di cui ha Bisogno. Ankara membro Nato di prima grandezza e di prima forza.

Basi inglesi, e non aggiungo nulla. Per accompagnare un riassestamento di questo tipo, colonie israeliane, presenti sul territorio,  darebbero una presenza, protettiva, agli interessi  della madrepatria  nell’area.

Cosa già vista altre volte nella storia, anche recente, vedi gli interessi inglesi in Sicilia occidentale, consolidati nei secoli ,  area che domina lo stretto di Sicilia di grande importanza strategica  per il controllo del Mediterraneo , per il Regno Unito.

Quindi Grecia, Turchia, Gran Bretagna, quindi Nato.

Dimenticavo una cosa che ci deve interessare, Cipro è nell’Unione Europea, ci troveremmo in Europa, una piattaforma strategica israeliana.

Vista la classe politica che ci ritroviamo in Europa, sia a Bruxelles, sia nei singoli stati, tra cui il nostro, e le sue politiche guerrafondaie, eventualità assolutamente inquietante. Rischiamo di trovarci invischiati in altri conflitti infiniti  e cosa  ancora peggiore, in prima persona. Oltre a quello in Ucraina.

 



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