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Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio
GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
martedì 30 aprile 2024
Dizionario politico minimo di Luciano Canfora (Fazi)
Un lessico essenziale in cinquanta voci per comprendere le grandi questioni politiche del nostro tempo.
«C’erano una volta i partiti politici. Costituivano – come fu detto – “la democrazia che si organizza”. L’articolo 49 della nostra Carta ne scolpisce il ruolo vitale. Ora ne è rimasta soltanto l’ombra, e il discredito della politica dilaga. Dunque la conoscenza critica e storica della realtà politica si impone come esigenza ineludibile. Questo piccolo libro vorrebbe dare una mano». - Luciano Canfora
lunedì 29 aprile 2024
domenica 28 aprile 2024
C'è del marcio in Occidente di Piergiorgio Odifreddi (Raffaello Cortina Editore)
In questo libro l'autore riflette sull’arroganza dell’Occidente, anche attraverso i grandi pensatori del passato, e ci invita a non farci alleviare la coscienza dall’illusione che, forse, gli altri possono persino essere peggio di noi.
sabato 27 aprile 2024
venerdì 26 aprile 2024
giovedì 25 aprile 2024
mercoledì 24 aprile 2024
martedì 23 aprile 2024
lunedì 22 aprile 2024
domenica 21 aprile 2024
sabato 20 aprile 2024
venerdì 19 aprile 2024
giovedì 18 aprile 2024
Noi vogliamo tutto. Cronache da una società indifferente di Flavia Carlini (Feltrinelli)
Non c’è cambiamento senza verità e non c’è futuro senza memoria.
«In Noi vogliamo tutto la voce di Carlini, che scrive a riparo dal passato, decide di narrare gli episodi che l’hanno riguardata in prima persona, perché così la memoria – come lei stessa afferma - diventa filo rosso che la conduce alla scoperta del mondo.» - Martina Renna per Maremosso
mercoledì 17 aprile 2024
La verità sulla Moschea di “Al Aqsa”*
E’ straordinario come
tutto nella storia si ripeta a ciclicità quasi rituali, come il cambiamento climatico,
la assurdità delle guerre e le scomode realtà per alcuni poi sostituite con
finzioni ideologiche. E’ sotto gli occhi e le coscienze di tutti i popoli
l’inasprirsi oltre ogni misura di inutili guerre in Europa e in Medio Oriente,
languenti ormai in una normalità paranoica. Dal 7 ottobre però, data che segna
infanticidi, terrorismo e ogni tipo di crimine su civili israeliani indifesi, è
andato a riaccendersi un focolare di un antico odio etnico che ha da sempre
alimentato guerre dettate da esclusivo pregiudizio politico. Parlo di quella
guerra che già Winston Churchill nel 1947, leader di opposizione nella Camera
dei Comuni, definiva, riferendosi alle crudeltà che il popolo ebraico aveva
subito e che continuava a subire sotto il mandato britannico, aveva definito “squallida
guerra”, è immeritatamente entrata nell’immaginario collettivo non-informato terzomondista
occidentale come quella provocata da uno Stato colonialista, imperialista e
sionista che ruba il territorio al popolo palestinese. La “fiction” della
propaganda delle guide palestinesi, è un macchinoso congegno affabulatorio per
il quale la Storia è solo un puzzle privo di consequenzialità causale da
comporre e scomporre a seconda delle circostanze. In questa sede per ora
prenderò in esame solo alcuni segmenti di questa narrazione. Abramo, il
capostipite indiscusso delle religioni monoteiste, testimone in ordine
cronologico della presenza di Dio prima nella Torah ebraica, poi nella Bibbia
cristiana e infine nel Corano islamico, improvvisamente, con tutta la genìa dei
profeti a lui posteriori da Mosè al Cristo, diventa musulmano. Aronne, fratello
di Mosè, nel puzzle islamico, diventa invece fratello di Maria di Nazaret. E
tutti i profeti entrano quindi nel segmento temporale di Maometto nato circa
sei secoli dopo il Gesù cristiano. Persino l’arcangelo Gabriele, ravvedendosi
dal primo annuncio, si converte alla giovane fede annuciando così il nuovo
Verbo. Un tema ricorrente della propaganda anti-storica è la assoluta
giurisdizione araba sulla Moschea di al-Aqsa. La centralità di Gerusalemme e la
seguente moschea di al-Aqsa “da salvare dagli sporchi piedi degli ebrei”(Abu
Mazen 16 settembre 2015), erano già stati pezzi di propaganda del precursore
del fondamentalismo islamico, Amin al-Husseini, che nel 1930 affermava che “i sionisti”
volevano impadronirsene e distruggerla solo perché alcuni rabbini si erano
tranquillamente accomodati sulle sedie per pregare. Temi questi ripresi da
tutti i leaders politici fino ad Abu Mazen, a seguito dei quali sarebbe
iniziata la sanguinosa stagione degli accoltellamenti, dall’ottobre 2015 all’aprile
2016. Gerusalemme era stata deputata ad essere la 3° città santa dopo Mecca e
Medina. Khomeini in Iran nel 1980 istituisce la Giornata di Gerusalemme
inserendola come festività nel calendario islamico. Il riferimento a
Gerusalemme si basa sulla Sura 17,1 inerente al viaggio notturno di Maometto
dalla moschea della Mecca a una moschea “più lontana”,tradotto al-aqsa, non
meglio identificata. Nessun riferimento nella Sura né al nome, né al Tempio
dell’ ebreo re Davide e poi Salomone, né a nessun’altra moschea semplicemente
perché non esisteva alcuna moschea tantomeno con il nome di al-Aqsa. La moschea
verrà costruita circa un secolo dopo, nel 715 sotto il califfato degli
Omayyiadi, discendenti da Maometto. Muhammad ibn al-Hanafiyyia ( 638-700),
imparentato con il Profeta, sosteneva che Maometto non aveva mai messo piede
sulla rocca di Gerusalemme, dove oggi sorgono le due moschee, della Roccia e di
al Aqsa, cioè la moschea più lontana dalla Mecca. Sicuramente Gerusalemme è
stata sempre ambita come luogo sacro, diventando però un triste feticcio
ideologico di una perenne rivendicazione terroristica politica di chi amando
finction, non riesce più a trovare altri validi motivi per provocare inutile
martirologio palestinese e per lanciare periodicamente, a scadenza fissa,
centinaia di razzi su Israele.
Grazia Piscopo –
Presidente associazione Horah - Lecce
martedì 16 aprile 2024
La biblioteca di Raskolnikov. Libri e idee per un'identità democratica a cura di Simonetta Fiori (Einaudi)
La democrazia è sempre a rischio. E in tempi di populismi cresce il pericolo di una involuzione autoritaria. Per arrestarlo occorre una robusta coscienza democratica. Ma che cosa vuol dire? E attraverso quali libri si forma una identità civile capace di fronteggiare le tempeste del presente? Intellettuali di diverso orientamento – progressisti e non – indicano la loro biblioteca ideale, libri e proposte per orientarsi nella grande confusione di oggi. «Come si costruisce una mentalità democratica? Ci sono saggi e romanzi che più di altri abbiano la forza di trasmettere l’idea di democrazia nel suo significato di resistenza? Abbiamo chiesto a otto intellettuali di indicarci le bussole della loro navigazione, scegliendo le opere sopravvissute alle catastrofi della storia. E di affiancare allo scaffale dei classici quei titoli che possano orientare un giovane lettore di oggi tra guerre, rivoluzioni tecnologiche e apocalissi climatiche. Ne è scaturita una biblioteca democratica di straordinaria varietà, dove la letteratura non è ancillare rispetto alla storia e all’economia. Perché nessuno più di Dostoevskij è capace di inoltrarsi nei recessi bui della coscienza, nessuno più di Calvino ha saputo dare forma narrativa alla distanza storica tra partigiani e ragazzi di Salò. E solo con Primo Levi usciamo dalla notte oscura del Novecento con l’attrezzatura morale attraverso la quale leggere il mondo» (Dalla prefazione di Simonetta Fiori).
lunedì 15 aprile 2024
domenica 14 aprile 2024
Diario in pubblico. Lettere agli amici de «La carbonara» di Antonello Trombadori
Il nucleo centrale di questo libro è costituito da articoli di Antonello Trombadori per "l'Unità" e mai pubblicati dal quotidiano del partito, da lettere senza risposta ad autorevoli compagni e carissimi amici, e da uno scambio epistolare con Norberto Bobbio. Tutti gli scritti testimoniano di una progressiva e sempre più lucida presa di distanza da quel togliattismo che era stato il filo conduttore di un'intera esistenza per giungere all'approdo socialdemocratico che egli considerava ormai l'unico possibile, ma che tuttora la sinistra italiana di matrice comunista fatica a guadagnare.
Introduzione alla Guerra Civile (GOG) - Tiqqun
sabato 13 aprile 2024
venerdì 12 aprile 2024
giovedì 11 aprile 2024
Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi di Concetto Vecchio (UTET)
Nel suo paese natale, Fratta Polesine, Giacomo Matteotti, ucciso dal fascismo, è stato per oltre sessant'anni ricordato con una iscrizione censurata. Nel 1950, con Mario Scelba ministro dell'Interno, non fu permesso di scrivere che «senza pace attende il giorno della giustizia riparatrice». Solo da un decennio la frase è riapparsa in piazza, ma quel desiderio di giustizia resta in attesa, perché nell'Italia repubblicana Matteotti è ancora solo il nome di una via. E invece la sua vita, per noi oggi, è più importante della sua morte. Per questo Concetto Vecchio si è messo sulle sue tracce, leggendo le carte degli interventi parlamentari e le lettere d'amore alla moglie Velia, ma anche viaggiando attraverso l'Italia, dalla casa natale nel Polesine alla tomba, dal palazzo del quartiere Flaminio da cui uscì per l'ultima volta alle aule del parlamento in cui viene discussa la proposta di Liliana Segre per le celebrazioni del centenario della morte. In questa vera e propria inchiesta giornalistica emerge il ritratto psicologico di un uomo intransigente, risoluto, ma anche inquieto, modernissimo, dalla parte degli ultimi, che affronta Benito Mussolini a viso aperto. Con l'occhio al presente e il cuore rivolto alle giovani generazioni, Vecchio ripercorre non solo la biografia di Matteotti, ma anche la lotta di coloro che, a volte difficoltosamente, hanno cercato di salvaguardare la sua memoria: dalla coppia romana che senza chiedere niente a nessuno ha deciso di ricordarlo con una targa commemorativa, agli studiosi che hanno curato i suoi scritti, da Franco Nero che lo interpretò al cinema fino al toccante incontro con la nipote Laura Matteotti nella Roma di oggi. Io vi accuso è uno scavo nella ferita pubblica e privata del più grave delitto politico del Ventennio: una storia che ci interpella anche adesso.
mercoledì 10 aprile 2024
martedì 9 aprile 2024
In nome della libertà. La forza delle idee di Silvio Berlusconi di Paolo Del Debbio (Piemme)
In nome della libertà analizza i valori che hanno determinato la discesa in campo e, successivamente, la lunga stagione berlusconiana, segnando in modo così deciso, comunque la si pensi, il recente passato, il presente e il futuro della politica italiana.
lunedì 8 aprile 2024
«Speranza eseguiva gli ordini». Scaricabarile di Stato sui danneggiati
domenica 7 aprile 2024
Guerre di confine. I conflitti che determineranno il nostro futuro di Klaus Dodds (Einaudi)
Un quadro che tiene conto da un lato dell’estrema complessità di una materia che è un vero e proprio microcosmo della geopolitica nazionale e internazionale. E dall’altro della necessità sempre più urgente di sfatare il pericoloso mito della sovranità esclusiva e dell’immutabilità delle frontiere: la necessità di coltivare una visione radicalmente diversa, che tenga conto dei rapidi cambiamenti della Terra e delle migrazioni di massa che si profilano all’orizzonte.
sabato 6 aprile 2024
venerdì 5 aprile 2024
L'anatra zoppa potrebbe sedersi ancora una volta nel Consiglio Comunale di Lecce. Intervento di Francesco Buja
Animali
puntualmente in transito sulle vie delle elezioni comunali leccesi. Le
puntuali, insopprimibili pecore richiamate dal pifferaio di turno e due tipi di
altri quadrupedi, questi altri rievocati dall’abbondanza di carneadi in bella
mostra nelle liste dei candidati. Su cotanta fauna si addensa, ancora
timidamente, l’ombra dell’anatra zoppa, simpatico essere morente già amaramente
noto sia ai sinistri che ai fintidestri. Accadde infatti che nel
2018, in forza della decisione del Consiglio di Stato, il sindaco Carlo
Salvemini, esponente del centrosinistra, trovò, nell’assemblea consiliare, una
maggioranza di centrodestra. L’anatra zoppa, appunto. Oggi il simpatico uccello
potrebbe sedersi nuovamente nel
Consiglio comunale leccese. Ma lo scenario si mostrerebbe a parti invertite. La
candidata del centrodestra, infatti, Adriana Poli Bortone, potrebbe sedurre
l’elettorato come ai bei tempi della vittoria su Salvemini senior e di quella
quasi plebiscitaria del 2002 e quindi ottenere più voti personali rispetto al
rivale, ma le liste dell’attuale primo cittadino potrebbero rivelarsi più
redditizie di quelle che portano acqua alla senatrice. Sicché la storica
missina si ritroverebbe a dover guidare il capoluogo salentino davanti a una
maggioranza di consiglieri a lei avversi. Alla chiamata alle urne infatti il
fronte salveminiano sarà sorretto ancora dal trasformista Delli Noci, già
decisivo untore di consenso. Dunque il fascino di Lady Adriana contro le liste
pro Salvemini, del menzionato untore già unto da Emiliano, e contro il
Movimento 5 stelle, che non sapendo più stupire ha scelto il ruolo di ancella
del sindaco uscente. Chissà se, zoppicando l’anatra, poi Delli Noci sarà
nuovamente folgorato sulla via del potere e, ci sia consentito un po’ di colore
in questa valle di buoni propositi, deciderà di tornare all’ovile del
centrodestra per salvare l’amica e a suo tempo mentore Adriana.
giovedì 4 aprile 2024
Dentro il Palazzo. Cosa accade davvero nelle stanze del potere di Carlo Cottarelli (Mondadori)
In Dentro il Palazzo, Cottarelli restituisce una sincera fotografia delle nostre istituzioni e immagina come potranno evolversi la politica e l'economia italiana ed europea se proseguono le tendenze attuali, compresa la riforma costituzionale sul premierato.
mercoledì 3 aprile 2024
Il fascismo non è mai morto Il fascismo non è mai morto di Luciano Canfora (Dedalo)
Ciclicamente rispunta una teoria autoconsolatoria che sentenzia: il fascismo è finito in un preciso giorno di 79 anni fa. Per chi abbia familiarità con i tempi lunghi della storia, questa appare però, senza eccessivo sforzo mentale, come una sciocchezza. E basterebbe del resto la cronaca del settantennio che abbiamo alle spalle per convincersi della vacuità di una tale teoria. Lo riprova inoltre quotidianamente la cronaca, che certo non ci rallegra: tanto più che – come un secolo fa – non si tratta di una questione solo italiana. Del resto, tutte le principali forze politiche del Novecento, dai cattolici ai neoliberali, passando per i socialisti, vivono, uguali e diverse, e variamente denominate, nel nuovo secolo. La partita, a quanto pare, è ancora aperta.
martedì 2 aprile 2024
Antonio Albanese a Propaganda Live su La7 su ... "quale sinistra?" - intervento di Leonardo Elia
Ho riportato i pochi
minuti di Antonio Albanese nella trasmissione Propaganda Live su La7, di
qualche giorno fa. Su quella corrente di pensiero che oggi si fa chiamare “
Sinistra”. Non interagisce più con le persone , con la società, con i
territori, e quindi non si fa carico delle loro esigenze. La sinistra si
nasconde, o forse neanche si nasconde, non avendo coscienza delle sue carenze.
Antonio Albanese parla di una lobby, autoreferenziale, aggiungo io, che non
vive il nostro tempo. Con le dovute differenze, ascrivibili al ruolo sociale e
al luogo di provenienza, queste critiche si trovano anche nell’intervista
pubblicata nel Corriere a Sahra Wagenknecht.
Che tristezza però !!!
Machiavelliana. Immagini, percorsi, interpretazioni di Alessandro Campi (Rubbettino)
Sappiamo apparentemente tutto di Niccolò Machiavelli, sul quale esiste da secoli una bibliografia a dir poco sterminata. In realtà, ci sono ancora aspetti della sua vita e della sua opera che meritano di essere indagati. È quel che ha cercato di fare in questo libro Alessandro Campi, membro del Comitato direttivo dell’Enciclopedia machiavelliana, curatore delle mostre organizzate in Italia e all’estero in occasione del cinquecentenario del Principe e autore di saggi e volumi su Machiavelli tradotti in molti Paesi (dagli Stati Uniti alla Germania, dal Brasile alla Polonia, dall’Argentina alla Francia). Un tema sinora poco battuto dalla critica, ad esempio, è quello relativo all’iconografia machiavelliana. Conosciamo diversi ritratti del Fiorentino, ma quanto sono fedeli e attendibili, essendo stati realizzati tutti dopo la sua morte? Con l’ausilio di un ricco apparato di immagini, l’Autore mostra come questi ritratti – quadri, busti, incisioni, stampe – siano in gran parte rappresentazioni distorte, deformanti, caricaturali al limite del grottesco, di Machiavelli. Sue raffigurazioni nel segno dell’antimachiavellismo. Ma nel volume Campi ha indagato anche altri aspetti, più legati al pensiero e alla produzione politico-letteraria di Machiavelli: ad esempio l’interpretazione molto originale che egli ha dato del fenomeno delle congiure. Una forma di lotta per il potere pericolosa e violenta, ma ricorrente nella storia e dotata, secondo l’autore dei Discorsi, di caratteristiche peculiari dal punto di vista politico e tecnico-operativo. Altri temi affrontati nel libro, che raccoglie le ricerche condotte dall’Autore nell’ultimo quinquennio, sono la ricezione e la fortuna dell’opera di Machiavelli nel corso dei secoli, con particolare riferimento alle interpretazioni che ne sono state date nel Novecento; il rapporto di Machiavelli con l’Umbria, da dove veniva la gran parte di quei capitani di ventura e mercenari che egli considerava tra le cause della debolezza politico-militare degli stati italiani del suo tempo; infine, la riflessione del Fiorentino sul rapporto politica-guerra, talmente originale e innovativa da farne un anticipatore delle elaborazioni sullo stesso tema sviluppate, tre secoli dopo, da Karl von Clausewitz.
lunedì 1 aprile 2024
-
“Il capo comunicazione del Monte dei Paschi muore dopo essere precipitato da una finestra di Rocca Salimbeni a Siena la sera del 6 marzo 2...