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Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

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Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

giovedì 16 novembre 2023

Oppio - Intervento di Leonardo Elia

Notiziona, i Talebani, al potere in Afghanistan hanno deciso di eradicare la coltivazione del papavero da oppio , facendone  diminuire del 95% la produzione.

L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) ha affermato che la coltivazione di oppio è scesa in tutto il paese a soli 10.800 ettari nel 2023 rispetto ai 233.000 ettari nell’anno precedente.

Praticamente azzerandone l’offerta.

Bisogna aggiungere che  questo paese è stato fino ad oggi il più grande produttore al mondo di questa droga.

Non solo, con luoghi di lavorazione, e di raffinazione gestiti dai potentati locali.

Aveva  superato di gran lunga la produzione del Triangolo D’Oro, Myammar(Birmania)

 , Thailandia, e Laos, vicino al Vietnam per intenderci.

  Parliamo della  voce più importante delle esportazioni dell’ Afghanistan, paese sottoposto a sanzioni, poverissimo, con inevitabilmente problemi di tossicomania al suo interno importanti, come nei confinanti Pakistan e Iran. Quest’ultimo non può combattere il narcotraffico che passa attraverso il suo territorio perché ,perché  sottoposto anch’esso a sanzioni , non possiede la tecnologia, visori notturni etc , di cui avrebbe bisogno.

Andiamo a ritroso e capiamo perché si è venuta a creare questa situazione.

Nel 1979 l’Unione Sovietica invade  l’Afghanistan.  A questo punto scendono  in campo i Mujhaidin,  combattenti islamici. La prima forma di finanziamento è  la gestione della coltivazione e della esportazione del papavero da oppio, e la sua lavorazione, oltre ai dollari che gli arrivano  tramite i potentissimi servizi segreti pakistani.

Vanno via i Russi , breve guerra civile, arrivano i talebani, studenti coranici, che vietano la coltivazione del papavero.

Mi sono dimenticato di dire che nel frattempo in Europa c’erano banche che avevano la funzione di riciclare i proventi del narcotraffico ,delle quali  si era interessato anche il pool antimafia di Palermo.

A questo punto Torri Gemelle, guerra al terrore , invasione del povero Afghanistan,  eserciti  occidentali che si trincerano in poche città, la maggior parte del territorio in mano ai signori della guerra, con la coltivazione della pianta in questione che riparte alla grande.

Io ti bombardo la mattina, la sera acquisto da te l’oppio e lo mando in occidente.

Governo  di Karzai, messo li da noi colluso, corrottissimo, il fratello del presidente e un candidato alla sua successione praticamente narcotrafficanti.

Qualche zuzzerellone dice che, non senza i proventi derivanti dall’ oppio, gli afgani, rischiano di soffrire la fame.

La fame la soffrono per le sanzioni inflitte da noi.

 Il fratello di un  mio amico afgano, non rivelerò mai il nome, che lavorava in un’ambasciata occidentale a Kabul , dice  che ogni giorno partiva un cargo che trasportava oppio.

In più il papavero era coltivato nelle province controllate da americani e inglesi.

Il traffico di droga è sempre collegato a quello di armi, alle guerre.

Hanno applicato il programma utilizzato in Colombia , distruggendo i campi, ma come in Colombia non ha sortito nessun effetto, solo azioni di facciata.

Quest’abbondanza può aver  facilitato , la creazione di protocolli antidolorifici legalissimi,  basati su oppioidi

 semisintetici,  sostanze  che derivano dall’oppio, il cui utilizzo, sottolineo legale, ma fortemente voluto da Big Pharma,perché molto remunerativo, è , negli USA, tracimato nell’illegalità, producendo un’enormità di decessi per overdose.

  I Talebani ,hanno sempre dialogato con gli USA , come anche Hamas, attraverso il Qatar.

La storia inoltre ci dà importanti spunti di riflessione.

Nella prima metà del 1800, ci furono due guerre chiamate  dell’oppio tra gli inglesi e l’ Impero Cinese, che cercava di regolamentare l’importazione dell’oppio, prodotto dagli inglesi in India.

Il suo consumo preoccupava l’ imperatore del Celeste Impero, per le conseguenze negative sulla popolazione cinese. La tossicodipendenza dilagava e quindi la corruzione.

In conclusione gli inglesi vinsero le guerre, la Compagnia delle Indie Orientali continuò a produrlo in India, che si impoverì e non ci furono limiti all’importazione in Cina che cessò di essere una potenza mondiale.

Collego a questo post tre interessantissimi contributi esterni

1)      Un interessantissimo articolo di Piccole Note

2)      Un approfondimento  sull’esperienza di  Alfredo Bosco, fotoreporter, sulla coltivazione del papavero e la lavorazione dell’oppio nello stato di Guerrero in Messico

3)      Intervista   a Franco Fracassi un grande giornalista d’inchiesta.

 


 

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