David Sassoli è scomparso l’11 gennaio 2022. Oggi possiamo ereditare le parole e le intuizioni, l’esperienza e lo sguardo di un grande politico italiano.
David Sassoli aveva un’idea chiara dell’Italia e dell’Europa: aperte al futuro e consapevoli delle proprie imperfezioni.
«Uomini come David Sassoli conoscevano bene la responsabilità che ha l’Europa e che hanno i singoli individui di preservare i nostri diritti. E questo libro è un po’ la consapevolezza che ci lascia in eredità, e che è un bene che oggi possiamo leggerne e rileggerne.» - Alessandro Tacchino per Maremosso
“La pandemia non arretra, l’uscita dal tunnel
continua ad allontanarsi e stiamo tardando a vedere i progressi di cui
l’Unione ha bisogno, il progetto europeo di speranza che tutti i nostri
concittadini europei stanno aspettando. Naturalmente abbiamo progetti
ambiziosi per la nostra Europa, sono sul tappeto fin dall’inizio della
legislatura, e li stiamo perseguendo caparbiamente, cambiando le cose,
trovando un consenso tra di noi, insomma, avanzando e superando le
nostre differenze. Certo, il Green Deal, la transizione digitale,
un’Europa più forte e democratica, una maggiore giustizia sociale, sono
progetti forti e indispensabili che l’Europa sta portando avanti, e
dobbiamo riuscirci per lealtà verso i nostri concittadini. Ma l’Europa
ha anche e soprattutto bisogno di un nuovo progetto di speranza, un
progetto che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra
Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto che sia ovvio
per tutti gli europei e che ci permetta di unirci. Penso che questo
progetto possa essere costruito intorno a tre assi forti, a un triplice
desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei:
quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di
un’Europa che sia faro.” Esistono tante idee di Europa. La raccolta dei
discorsi di David Sassoli, dentro e fuori dalle istituzioni, ci indica
una via: abbiamo bisogno di innovazione non solo nella tecnologia, ma
nelle istituzioni, nelle politiche, nei nostri modi di agire e nei
nostri stili di vita. Lo chiede la transizione ecologica. Dobbiamo
ripristinare l’idea che l’Europa ci protegge: protegge i suoi confini, i
suoi cittadini, agisce per la loro sicurezza, per il bene comune e per
la sovranità di ciascuno dei suoi Stati membri. Ma l’Europa deve anche
ritrovare l’orgoglio del suo modello democratico. Dobbiamo desiderare
che questo modello di democrazia, di libertà e di prosperità si
diffonda, che attiri, che faccia sognare e non solo i nostri stessi
concittadini europei, ma anche al di là delle nostre frontiere. Perché i
cittadini europei sentiranno di appartenere all’Europa soltanto se il
suo modello politico funge da esempio e attrae.
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