Notizia di qualche giorno fa, dopo le (solite) minacce all'Iran, reo di posizioni anti israeliane, antioccidentali, Trump blocca tutto, e inizia colloqui con diplomatici iraniani, in Oman prima e poi a Roma, presente il presidente della Repubblica Islamica.
Agitando il governo di Netanyahu, che preme per un azione
militare, aerea, congiunta israelo americana per rallentare e rimandare, a suo
dire, il processo di arricchimento di
uranio a scopi civili e militari.
Perché Teheran non vuole la bomba atomica, questa è solo nei
sogni malati dei governi estremisti israeliani.
Ma questo stop che significa?
Per me si evidenzia una spaccatura, una delle spaccature,
dell'amministrazione americana, strapiena di iper sionisti, ma anche con
qualcuno che ragiona come la Gabbard.
Principalmente perché a Whaschington , c'è la consapevolezza
che l'Iran ,ammesso e non concesso che voglia la bomba, sarebbe un boccone
troppo grosso, molto più grosso degli obbiettivi perseguiti senza successo da
americani, inglesi e israeliani nello Yemen, dove questa "allegra "
compagnia di bombardieri, oltre a uccidere civili, cosa di cui purtroppo non si
interessano, e distruggere infrastrutture, non è riuscita a limitare gli
attacchi missilistici a naviglio nel mar
rosso. L'Iran è molto più potente, enormemente più grande, e qualcuno sa
oltreoceano , che un tassello, così
grosso così importante, di quella che il compianto e preveggente Papa Francesco
ha chiamato molti anni fa la "guerra mondiale a pezzi", metterebbe in
seria difficoltà gli Usa, coinvolgendoli in una guerra di grande portata, solo
per assecondare la parte della politica israeliana più estremista.
Questo stop and go,
go con cambio di direzione , nasce direttamente
dalla crisi economica e sociale americana, con le forze armate che non
riescono più a reclutare un numero sufficiente di giovani. Questo spiega il non
voler, poter, soddisfare la follia delle lobbies sioniste e proto evangeliche
finanziatrici delle campagne elettorali
di tutti i presidenti Usa, che
per esempio spingono nell'appoggio al genocidio dei palestinesi
perpetrato dagli israeliani.
Ma c'è anche di più, perché oltre a essere militarmente
autolesionista, passare dalle parole ai fatti, attaccare con Israele l'Iran, porterebbe direttamente
gli americani a essere responsabili del blocco del Golfo Persico, con relativo
schizzare del prezzo del petrolio. E questo creerebbe grossi problemi economici
a Trump, acuirebbe quelli che già ha e gli toglierebbe consenso interno, ma
anche gli alienerebbe simpatie di tutti gli alleati.
Cercare di capire come va il mondo, non è disquisire sul
sesso degli angeli, ma serve per comprendere le ripercussioni di scelte che ci
possono sembrare lontane, possono sembrare lontane a noi soffocati da un mare
di stimoli che non servono a nulla, servono solo a distrarci, ma che invece
hanno ripercussioni nel nostro quotidiano, oltre a stimolarci a considerare i
costi umani che comportano, a risvegliarci un'umanità dormiente , ricordandoci le
parole sulla guerra e la sopraffazione sempre ripetute da Papa Francesco, unica
voce lucida in un'epoca di barbarie.
Per inciso al messaggio di cordoglio per la morte del papa
del presidente israeliano, si contrappone il gelo di Netanyahu, e le prese di
posizione non unitarie dei rappresentanti delle comunità israelitiche italiane.
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