Droni
Si stanno moltiplicando episodi inquietanti , o almeno
definiti tali dalla maggior parte della stampa, nei cieli d’Europa, o meglio
nei cieli della Nato.
Le danze si sono aperte con la , presunta, interferenza
negli apparati di navigazione dell’aereo che portava la commissaria Von der
Leyen in Bulgaria, problema chiaramente addebitato ad una intromissione
elettronica degli orchi russi, cosa
quasi subito smentita dal controllo aereo del paese balcanico.
Tanto rumore per nulla, tanto rumore riproposto dopo l’ingresso nello spazio aereo polacco di
droni , presunti russi, che hanno fatto alzare in volo i caccia Nato di stanza
in zona.
Per poi vedere che la Polonia era stata allertata del
passaggio di questi droni, dalla fedelissima , di Putin, Bielorussia che ne aveva abbattuto più di uno, quando
attraversavano i suoi cieli.
Per poi vedere che questi droni non erano armati, non
avevano telecamere, erano dei droni, che per modello sembravano essere stati costruiti
utilizzando relitti . Dove? Chi lo sa. Con un’autonomia presunta, che rendeva
difficile un loro viaggio dal territorio della federazione russa in profondità
nel territorio polacco.
Per non parlare della possibilissima interferenza
elettronica, guerra elettronica, che può averne deviato la rotta.
Tant’è vero che l’unico danno registrato in Polonia c’è
stato per un missile che si è guastato ,lanciato da un F 16 polacco, che è
andato a finire su una casa.
Come i droni che sorvolano la Danimarca, sconosciuti, quindi
russi, che fanno chiudere gli aeroporti danesi.
E qui arriviamo al top.
Mig 31 russi entrano nello spazio aereo di un paese
baltico per 11 minuti, addirittura come
diceva un quotidiano italiano ,puntando
una capitale, o una base aerea, prontamente come diceva lo stesso giornale, in
un primo tempo “abbattuti” poi corretto in intercettati da F35 italiani , di
stanza da quelle parti
A questo punto, quando troppo é troppo, la geografia ci dà
una mano.
Il Baltico è stretto, e il golfo di Finlandia ancora di più.
Gli spazi aerei dei paesi rivieraschi si sovrappongono, e il canale aereo, e
anche marino che collega San Pietroburgo a Kaliningrad, territorio
metropolitano russo è stretto, molto. D’altra parte per il diritto
internazionale queste due città non possono rimanere isolate tra loro. I Mig in
volo sono stati solo “accompagnati “ dai
nostri caccia. Un’operazione di routine.
Come i droni che stanno terrorizzando la Danimarca non
possono venire dalla Russia, perché sarebbero stati individuati molto prima,
essendo il Baltico praticamente un lago Nato, e assolutamente militarizzato.
Stessa cosa che si
deve pensare quando qualche frescone asseriva che il Nord Stream lo avevano
fatto saltare i russi.
Perché tutta questa esasperazione?
Per me si cerca di montare nell’opinione pubblica, l’idea di
una aggressione nei prossimi anni, di
Putin ai danni dell’Europa, di una aggressività russa nei nostri confronti,
idea completamente infondata.
Idea che è però alla base del Rearm Europe, della coalizione
dei volenterosi, e peggio della
richiesta ucraina di mettere su in Ucraina occidentale una No Fly zone,
affidata alla Nato, per proteggere industrie militari messe su lì dai paesi
“volenterosi”. Cosa che sarebbe una escalation
a tutti gli effetti, mai
accettabile dai russi.
Il problema che tutti parlano ma nessuno , giustamente e grazie a Dio , vuole prendere questa strada.
I governi che più si muovono in questa direzione sono quelli che stanno peggio come consenso
interno, mi riferisco ai governi di Gran Bretagna, Francia e Germania, che così
cercano di deviare l’attenzione dei propri cittadini.
Per non parlare dei baltici, che rischiano di aver chiusa la
Baltic Initiative, che è stato il meccanismo che gli ha permesso di armarsi con
i soldi degli Usa, Trump vuole chiudere i rubinetti.
Ma noi con questa follia dilagante, follia Nato, follia
della Von der Leyen, dell’Unione Europea, noi come italiani, che c’entriamo?
Considerando che questi
tutti questi accadimenti con il relativo invocare l’articolo 4 Nato,
udite udite anche dalla Danimarca per i droni sugli aeroporti, vuol significare
leggere questi avvenimenti come
intromissioni chiaramente ostili , quindi russe, sul proprio territorio.
Con la Von der Leyen che dice di abbattere gli aerei russi
che sconfinano, o che vengono accusati di aver sconfinato. Equivarrebbe ad un
atto di guerra vero e proprio. E i russi l’hanno detto.
In altri tempi la storia le avrebbe rubricate come ricerca
di un “casus belli”.
Speriamo che la folle irresponsabilità conosca un limite!
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