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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

mercoledì 18 giugno 2025

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, L'ULTIMA SCINTILLA con Piergiorgio Odifreddi

Radar | Dove va la sinistra: istruzioni per l'uso. Intervista a Marco Rizzo

Israele attacca l'Iran, Federico Rampini: "Nemmeno Trump ha capacità persuasiva su Netanyahu, ...

QUATTRO VOLTI DELL'IRAQ

Gaza rischia di essere dimenticata. Su WhatsApp arriva la pubblicità.

Emergenza Israele: il più grande attacco missilistico balistico dell'Iran scuote Tel Aviv e Haifa

Caracciolo a Otto e mezzo: La guerra Israele-Iran e la nuova corsa all'atomica

Der neue Chef a cura di Stefano Magnolo #5

martedì 17 giugno 2025

Cameras Capture Iranian Missiles Raining Down On Tel Aviv, Israel

Gli iraniani non sono pronti per una guerra. Le proteste contro Jeff Bezos a Venezia.

Marco d'Eramo: "Il neoliberismo ha cancellato il futuro. Chi proporrà un domani spazzerà via tutto"

L'Iran manda ONDE D'URTO in tutto il mondo | Dopo l'attacco israeliano alla TV di Stato!

Israele-Iran: la resa dei conti - Il podcast di Limes

Israele ha bombardato la tv di Stato iraniana

Al via in Canada il vertice del G7. Trump tra i più attesi

La legge cinese per la promozione dell'economia privata stimola l'innovazione tecnologica

Lucio Caracciolo: "Guerra totale tra due potenze. Obiettivo di Israele è far fuori il regime"

lunedì 16 giugno 2025

Deficit. Perché l'economia femminista cambierà il mondo di Emma Holten (La Tartaruga)

 Nel 2020 Emma Holten si imbatte in un articolo in cui si afferma che le donne rappresentano un deficit, una perdita netta per la società. Le donne infatti ricevono più di quanto danno, è scritto. Prendono più congedi di maternità, stanno di più a casa con i bambini, in genere svolgono lavori meno retribuiti, in molti casi anche part-time, e quindi pagano meno tasse. Partoriscono, e i parti sono costosi. Dunque, conclude il saggio, l’economia mondiale sarebbe più ricca se la vita delle donne assomigliasse a quella degli uomini, perché le donne dedicano troppo tempo a prendersi cura di altre persone. Come siamo arrivati a questo punto? In che modo il contributo decisivo delle donne al benessere collettivo è diventato una perdita secca? Emma Holten ripercorre con accuratezza – confutando i falsi miti consolidati nei secoli – il percorso con cui l’economia, dall’Illuminismo in avanti, ha di fatto negato il valore del lavoro di cura delle donne (e non solo). Perché quando tutto è definito da un prezzo, si crea una gerarchia dove ciò per cui è più difficile calcolare un esatto valore, come il lavoro di cura e accudimento, finisce in fondo alla lista. Ma questo non significa che queste cose non abbiano valore; solo che in politica e nel dibattito economico vengono trattate come se non ne avessero. Emma Holten – svelando l’enorme capitale nascosto che sfugge ai principali modelli economici – mostra quanto le decisioni politiche che ne derivano siano altrettanto imperfette, e causino profondi danni sociali: se non riusciamo a dare il giusto valore alle cose che contano, come possiamo costruire un futuro migliore?




Considerazioni Scomode #14 a cura di Leonardo Elia

La California sfida Trump: il reportage dentro gli scontri di Los Angeles

Nuovi missili dall'Iran su Bnei Brak, vicino Tel Aviv

Attacco USA-Israele contro l’Iran e il contesto mondiale | Analisi quotidiane

Calgary (Canada - Vertice G7 2025, l'arrivo del Presidente Meloni in Canada (16.06.25)

Netanyahu: «Israele si batte per la libertà contro il regime dell'Iran»

domenica 15 giugno 2025

Cambio di regime. Verso un futuro post-liberale di Patrick J. Deneen (Giubilei Regnani)

 Il liberalismo aveva promesso di rovesciare la vecchia aristocrazia creando un ordine in cui gli individui potessero definire la propria identità e il proprio futuro. In una certa misura ci è riuscito ma ha anche demolito le tradizioni e le istituzioni che sostenevano la gente comune e ha creato una nuova e oppressiva classe dirigente. In "Cambio di regime" Patrick Deneen propone un piano coraggioso per sostituire l'élite liberale e l'ideologia che l'ha creata e rafforzata. Gli sforzi populisti dal basso per distruggere completamente la classe dirigente sono inutili; ciò che serve è la formazione strategica di una nuova élite dedita a un "conservatorismo pre-postmoderno" e allineata con gli interessi dei "molti". I loro sforzi dall'alto verso il basso per creare una nuova filosofia di governo, un'etica e una classe dirigente potrebbero trasformare il nostro regime in crisi che serve solo i cosiddetti meritocrati




Ep. 19 🎙️ "Duemila Secondi": Israele-Iran è guerra

Live #467 ⁍ Il Programma Nucleare Iraniano: a che punto è? cerchiamo di capirlo - con: Luca Romano -

Vannacci sulla guerra Ucraina e il piano di riarmo europeo

GUERRA ISRAELE-IRAN, CITTADINI PREOCCUPATI. «PURTROPPO COMANDANO LE GRANDI POTENZE» | 14/06/2025

Blitz israeliano in Iran, la preparazione dei mezzi dell'Idf prima dell'attacco

Israele attacca l'Iran, card. Pizzaballa: "Temo reazione a lungo termine"

Il rebus di papa Leone, il video editoriale di Lucio Caracciolo

sabato 14 giugno 2025

Cosa sappiamo sul disastro aereo dell'Air India e sulle possibili cause dell'incidente al Boeing 787

Attacco all'Iran, cosa succede ora

Idf intercetta e colpisce drone lanciato da Iran verso Israele

Missili iraniani su Israele: esplosioni, morti e feriti a Tel Aviv e Gerusalemme

Israele attacca l’Iran: è la guerra!

SIAMO SICURI CHE ERA PER GAZA?

Guerra senza fine: un incontro sull’Ucraina con un giornalista appena rientrato dal Donbas

Guerra senza fine: un incontro sull’Ucraina con un giornalista appena rientrato dal Donbas

VERTICE RUTTE-MELONI: la NATO e l'UE vanno in GUERRA? I giovani si RIBELLANO

Israele attacca l'Iran - MappaMundi in diretta

In corso l'attacco iraniano di rappresaglia contro Israele: lanciati oltre 100 missili

In corso l'attacco iraniano di rappresaglia contro Israele: lanciati oltre 100 missili

venerdì 13 giugno 2025

Considerazioni Scomode #13 a cura di Leonardo Elia

Se la Russia attacca l'Occidente. Uno scenario possibile di Carlo Masala (Rizzoli)

L'attacco è iniziato e l'Europa paga il prezzo della sua indecisione. La Nato applicherà l'articolo 5? Cosa deciderà l'alleanza? Rischierà una guerra nucleare? Carlo Masala ipotizza un futuro scenario possibile e così ci mostra in modo tanto drastico quanto affascinante che cosa è in gioco oggi per la nostra democrazia.


Siamo abituati al lieto fine. È così in ogni film di Hollywood. È stato così nel mondo reale del 1945 e del 1989. Magari non subito, però all'ultimo tutto si risolve. Ma proviamo a immaginare che per una volta le cose vadano diversamente... Siamo nel 2028: la guerra tra Russia e Ucraina è finita da tre anni con un trattato di pace che ha sancito di fatto la vittoria dell'invasore, il Paese degli sconfitti è piombato nel caos e il proposito dell'Europa di riarmarsi per provvedere da sé alla propria difesa è rimasto tale. All'alba del 27 marzo le truppe russe invadono la piccola città estone di Narva e l'isola di Hiiumaa nel Mar Baltico




Il renminbi cinese può proteggere il mondo dal collasso del sistema del dollaro? | Warwick Powell

USA: Trump sta sfidando la democrazia?

FED SOTTO ATTACCO: Trump vuole abbassare i tassi, Powell resiste.

Comunicazione artificiale: come gli algoritmi producono intelligenza sociale di Elena Esposito

Il CEO di Air India visita il luogo del disastro aereo ad Ahmedabad

VANCE DISTRUGGE VON DER LEYEN IN DIRETTA

La DICHIARAZIONE di GUERRA di ISRAELE all'IRAN - video in italiano

Carmelo Bene: “Si uccide per poterlo raccontare”.#carmelobene

Carmelo Bene: “Si uccide per poterlo raccontare”.#carmelobene

L’importanza di non essere Eutifrone

2001: Space Odyssey Best Scenes - The Monolith At The Moon

giovedì 12 giugno 2025

Storie di sopravvivenza e resistenza nella Palestina occupata di Chris Hedges (Fazi)

Reportage nel solco del giornalismo di grandi reporter come Tiziano Terzani e John Pilger. Un genocidio annunciato è una denuncia senza compromessi dei crimini di Israele contro i palestinesi. Il premio Pulitzer Chris Hedges, ex corrispondente per «The New York Times» dal Medio Oriente, trasporta il lettore nelle strade devastate della Striscia di Gaza, dove bombardamenti incessanti, fame e angoscia dominano la quotidianità.

«Chris Hedges narra con compassione e maestria gli effetti concreti e devastanti di una guerra che dura ormai da quasi ottant’anni». - dalla prefazione di Piergiorgio Odifreddi

«Chris Hedges è un uomo che, in un clima di censura, inganno e intimidazione, cerca di dire la verità». - Oliver Stone


Attraverso testimonianze di prima mano, Hedges racconta la resistenza e le sofferenze del popolo palestinese, «le cui voci», scrive Piergiorgio Odifreddi nella prefazione, «questo libro mette in scena come in un coro da tragedia classica». L'autore risale poi alle radici storiche del conflitto, mettendo in discussione la narrazione dominante che presenta Israele come l'unica democrazia in Medio Oriente. Hedges evidenzia come il sionismo - l'ideologia fondante dello Stato ebraico - sia strettamente legato al colonialismo e alla supremazia etnica, e come il genocidio rappresenti l'epilogo estremo e prevedibile della politica espansionista di Israele, resa possibile da una sistematica impunità internazionale. In queste pagine, Hedges dedica un'attenzione particolare al sofisticato apparato di propaganda israeliano che, con la complicità dei media occidentali, distorce i fatti per legittimare l'oppressione e dipingere i palestinesi come terroristi, oscurando o minimizzando le atrocità commesse da Tel Aviv. Nell'orrore di una delle pagine più tragiche della storia recente, Un genocidio annunciato è un doloroso e necessario squarcio di verità e un appello accorato all'azione e alla solidarietà. Perché, come ci ricorda Hedges, il silenzio rende complici e la lotta per la giustizia in Palestina è una battaglia per la dignità e la libertà di tutti. In appendice il rapporto delle Nazioni Unite 'Il genocidio come cancellazione coloniale' di Francesca Albanese, relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967." Prefazione Piergiorgio Odifreddi.



Lucio Caracciolo: L’impero della menzogna: possiamo fidarci di noi stessi? Il podcast di ​Limes

2001 - Odissea nello spazio - La scena migliore del film

Neve letale e cannibali: quando fumetti e cinema ancora denunciavano l'orrore

La LIBERAZIONE dal NEOLIBERISMO - Gabriele Guzzi intervista l'economista Massimo Pivetti

Israel ready to launch operation into Iran, U.S. officials say

SVELATA LA MACCHINA MEDIATICA UE DA 80 MILIONI L'ANNO

SAUDITI e IRANIANI fanno la FESTA a ISRAELE con la complicità di TRUMP? - Ft. Antonello Sacchetti

mercoledì 11 giugno 2025

Questione di classe di Alessandro Sahebi (Mondadori)

Il pensiero dominante ci ha convinto che la felicità sia una conquista individuale, non collettiva. Ma è solo l'ennesimo inganno di un sistema ingiusto, che alimenta la competizione e l'egoismo per dividerci. Un'alternativa esiste ed è collaborare, condividere, immaginare una società in cui stare bene non sia un privilegio per pochi, ma un diritto di tutti. Realizzarla non è solo un desiderio, è un atto politico necessario.


Di fronte alla classica domanda «Cosa fai nella vita?», pochissimi risponderebbero con qualcosa di diverso dal proprio lavoro; nessuno direbbe «Sono un buon amico» o «Cerco di migliorarmi come padre». Perché nella nostra società è quanto produci - non le passioni, le relazioni o gli ideali - ciò che ci definisce, una lente totalizzante attraverso cui giudichiamo il valore nostro e di chi ci circonda. E che determina quanto siamo felici, o profondamente tristi. Ma qualcosa sta cambiando. Sempre più persone rifiutano il ricatto dell'identificazione totale con la carriera, diffidano dell'etica del sacrificio che spesso maschera lo sfruttamento, mettono in discussione il culto del rendimento come unica misura del valore umano. Emerge, ogni giorno più nitida, la consapevolezza che il sistema in cui viviamo ci stia privando di tutto: del tempo, dello spazio, persino del linguaggio con cui pensiamo e parliamo. Resta da capire come mai e, soprattutto, come uscirne. In questo saggio lucido e provocatorio Alessandro Sahebi smonta le narrazioni dominanti nella nostra società - il mito della meritocrazia, l'ossessione per la performance, l'equazione tra fallimento economico e colpa individuale - per restituirci un'immagine più onesta dei meccanismi sociali che ci governano e degli strumenti con cui possiamo iniziare a disinnescarli. Lo fa con rigore, ma anche con uno sguardo politico che non rinuncia all'utopia. Perché, se è vero che non riusciamo a immaginare una vita più felice e che l'automazione e l'intelligenza artificiale stanno riscrivendo le regole del mondo del lavoro, non ci restano che due alternative: continuare a soffrire o sforzarci, insieme, di costruire una società nuova. Una società in cui il lavoro non sia più l'asse portante dell'identità, ma una delle tante attività che rendono piena una vita. In cui «chi sei» conti più di «quanto vali».




Allarme sociale: il boom delle baby gang

War Room di Enrico Cisnetto con Mattia Feltri, Giovanna Reanda e Filippo Sensi

Usa nel caos, rivolta si allarga fuori dalla California

Los Angeles: prova di guerra civile?

Ucraina, Luciano Canfora: "Tajani ha dimenticato qual era la posizione di Berlusconi sulla guerra"

Travaglio: "Attacco di Kiev ai bombardieri russi? Ecco cosa significa la risposta militare di Putin"

Angelo D'Orsi, Davide Cadeddu, Chiara Daniele: "Vita e politica di Antonio Gramsci"

Una democrazia senza ostracismi e querele #gazagenocide #Segre #Tocci

Le violazioni del diritto internazionale a Gaza. La sinistra dopo i referendum.

Direi quasi la stessa cosa ... a cura di Stefano Magnolo

martedì 10 giugno 2025

Ucraina, Alessandro Orsini: "Nato ha ammesso di aver causato la guerra, la Russia voleva trattare"

Cosa succede a Los Angeles. Una conferenza dell'Onu per salvare gli oceani.

Roma, contestatore della comunità ebraica allontanato dal sit-in pro Palestina

Oltre Trump-Musk. Peter Thiel e America contro America. Come cambia il Deep State Usa

Marte, la scommessa di Trump e Musk. La corsa con la Cina. Il ruolo dell'Italia

il Popolo chiede Pace e Diritti. La Sinistra ZTL POLTRONE - ft G. Guzzi, G. Preterossi

"LA VITTORIA SI TRASFORMA IN SCONFITTA" - Giubbe Rosse News

"LA VITTORIA SI TRASFORMA IN SCONFITTA" - Giubbe Rosse News

Imbavagliato dalla RAI! Italia, il paese della censura. Asya Emeliyanova intervista Marc Innaro.

Philip K. Dick - Documentario ITA

lunedì 9 giugno 2025

Considerazioni scomode #12 a cura di Leonardo Elia - Speciale Referendum 8/9 giugno 2025

Elon Musk e la nuova oligarchia techno-populista: l’analisi di Nadia Urbinati

Referendum, Meloni non ritira schede. Li Gotti: "Gesto di propaganda, è reato quando c'è il ...

“Sì o no”: il racconto di Stefano Massini

La Bulgaria adotterà l’euro ma non tutti sono contenti. La battaglia di Taylor Swift per i diritt...

Los Angeles, schierati i soldati della Guardia Nazionale

Proteste a Los Angeles: «Le retate anti-immigrati sono ingiuste»

Moriremo di consumismo? - Alberto Gava Federico Brion

Roma è una cometa. L'opera di Laura Canali alla Biennale di Venezia

Gomez: "Governo iporcrita, continua a vedere armi a Israele aggirando il divieto"

Cacciari: "Russia non ha alcuna intenzione di attaccare l'Europa. Come si fa a dire tali putt*?"

Tutti pazzi per Gaza: il patetico riposizionamento dei liberali per salvare Sionismo e Capitalismo

Intercettata Freedom Flotilla, il messaggio preregistrato di Greta Thunberg

Crisi Musk-Trump, Sachs: “Il governo USA è nel caos più totale. Non ci sono politiche, è ...

Gaza, Annalisa Cuzzocrea: “Non abbiamo sentito la voce dell’Europa dalla parte dei ...

sabato 7 giugno 2025

Considerazioni scomode #11 a cura di Leonardo Elia

Elisabetta Canalis sposa la causa di Telerama a sostegno di Gregorio

De Luca: "Nessuna giustificazione per la barbarie di Gaza. Sabato in piazza a Roma"

Ucraina, le macerie dopo gli attacchi della scorsa notte su Kiev

Luciano Canfora: "Ecco le responsabilità della Nato nella guerra in Ucraina"

Trump e Musk: ecco perché non poteva durare

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Il Parlamento polacco ratifica il "genocidio" commesso dai nazisti ucraini - IN PRIMO PIANO - L'Antidiplomatico

Il Parlamento polacco ratifica il "genocidio" commesso dai nazisti ucraini - IN PRIMO PIANO - L'Antidiplomatico

REFERENDUM 8-9 GIUGNO: la parola agli italiani

Trump vs Musk: il collasso del capitalismo americano E’ UNO SPETTACOLO - ft Gabellini + Volpi

Pier Paolo Pasolini vs. Carmelo Bene

2001: A Space Odyssey "Star Gate" sequence

venerdì 6 giugno 2025

Obiettivi NATO nel mirino della RAPPRESAGLIA di Putin: il messaggio di Trump ft G. Gaiani

Loretta Napoleoni - Il paradosso saudita e i nuovi equilibri del Golfo - Deglibalizzazione - L'Antidiplomatico

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L'arte della doppia puntata: come ti salvo Israele - EXODUS - L'Antidiplomatico

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“Mio nipote è diventato mio figlio”: Damiano Rizzi racconta il dramma degli orfani di femminicidio  - InsideOver

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La strana famiglia - Giorgio Gaber

Perché è finito l’amore tra Musk e Trump? Arrivano le prime critiche

Perché gli OCCIDENTALI non CAPISCONO un CA**O di Cina, e verranno ASFALTATI - ft. Pino Arlacchi

Donald Trump tells White House press conference he's disappointed with Elon Musk

giovedì 5 giugno 2025

Un giorno tutti diranno di essere stati contro di Omar El Akkad (Gramma Feltrinelli)

 Il 25 ottobre 2023, dopo tre settimane di devastanti bombardamenti su Gaza, Omar El Akkad pubblica in rete queste parole: “Un giorno, quando sarà sicuro, quando non ci sarà alcun rischio personale nel chiamare le cose con il loro nome, quando sarà troppo tardi per ritenere qualcuno responsabile, tutti diranno di essere stati contro”. Il post viene visualizzato più di dieci milioni di volte. La sua veemente denuncia dell’ipocrisia dell’Occidente dinanzi al genocidio di Gaza, del tradimento della sua promessa di libertà e giustizia per tutti, suscita un’eco enorme. Un giorno tutti diranno di essere stati contro, il libro che El Akkad decide poi di scrivere dopo la morte di migliaia di donne e bambini nella Striscia, è la cronaca di quella promessa tradita, il resoconto della fine dell’idea che regole e principi, le “verità manifeste” della democrazia occidentale, servano davvero a combattere il male e non a preservare il potere. Se il male, infatti, non è semplicemente muovere guerra contro un nemico, ma annientare un popolo intero riducendolo a nuda vita priva di ogni dignità e pietà umane, Gaza è oggi uno dei nomi per designare il suo irrompere nel mondo, il nome di un genocidio imperdonabile sotto ogni riguardo. Disgusto o rabbia dinanzi a un simile evento non hanno senso in questo libro crudo, doloroso e vulnerabile, nutrito dalla certezza che vi saranno sempre esseri umani ritenuti non degni della promessa di libertà, non soltanto arabi o musulmani o immigrati, ma chiunque non rientri nella terra del privilegio chiamata Occidente. Nelle sue pagine, l’unica possibile risposta sta in una rottura totale con il credo dell’Occidente. La stessa rottura che risuona in ogni parte del pianeta, nelle strade delle grandi città, nei campus universitari, nelle scuole. E che, nella scrittura lucida di El Akkad, capace di mescolare racconti toccanti con spietate considerazioni sul linguaggio dei media, trova la sua più formidabile eco




La tragedia di Gaza. Gli obiettivi di Netanyahu e cosa possono fare europei e americani

DIEGO FUSARO: Michele Serra invita a votare al referendum con un argomento assurdo

War Room di Enrico Cisnetto con Franco Bruni, Innocenzo Cipolletta e Mario Deaglio

Putin accusa Kiev: "La tregua? Un trucco per riarmarsi e colpire la Russia"

Trump vieta i viaggi negli Usa da 12 Paesi

New Images Show Russian Air Base After Ukraine Drone Attack

mercoledì 4 giugno 2025

Cambiare la vita? Storia del socialismo europeo dal 1875 a oggi di Gilles Vergnon (Einaudi)

Ideale formalizzato in dottrina, attivismo movimentista e cultura politica al tempo stesso, il socialismo sembra oggi, a distanza di centocinquant’anni dalla sua nascita, avviato verso un inesorabile declino, facendo i conti in certi paesi con un’irreversibile crisi d’identità. Non di meno, continua a costituire un movimento politico onnipresente e una realtà significativa della scena politica e sociale europea.


Il movimento socialista affonda le proprie radici nelle idee rivoluzionarie di ispirazione marxista e internazionalista del XIX secolo, si diffonde in modo dirompente nei principali paesi industrializzati europei partecipando da protagonista a tutti i cruciali momenti che hanno costellato il corso del Novecento, e contribuendo, a differenza del suo fratello e antagonista per eccellenza, il comunismo, che si svilupperà invece nella stessa epoca su scala mondiale, a tracciare i lineamenti politici, sociali e culturali del Vecchio Continente. Gilles Vergnon offre in questo libro, che costituisce un unicum nel panorama editoriale italiano contemporaneo, una storia complessiva del movimento socialista a livello europeo, di cui racconta con competenza ed equilibrio le stagioni gloriose, i grandi ideali, le lotte e il profilo storico dei principali protagonisti. Ma di esso mette in luce anche le ambiguità, le controversie e i fallimenti, seguendone i progressivi orientamenti al compromesso e alle necessità imposte dall’esercizio del potere e le sue trasformazioni a contatto con i diversi principî di realtà




"DICA QUALCOSA CONTRO LAVROV": IL SURREALE TAFFERUGLIO TRA LA CONDUTTRICE RAI E CACCIARI

L'Europa dagli URALI all'Atlantico: né con Bruxelles né con Trump ft D'Orsi, Ferrero, Marescotti

DALLA "KILL CHAIN" ALLA "KILL WEB": COME LA CINA SI PREPARA ALLA GUERRA CON GLI STATI UNITI - Giubbe Rosse News

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Il lungo addio alla polio: tra focolai invisibili e diplomazia vaccinale

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Operazione Spiderweb: l’Ucraina colpisce la Russia | G. Gaiani; M. Boni

Stato di emergenza o stato di eccezione? - Festivaletteratura

Stato di emergenza o stato di eccezione? - Festivaletteratura

88lina anni fa scompariva il più grande intellettuale italiano di sempre...

martedì 3 giugno 2025

Scarpinato: "Lo Stato si è messo al servizio degli oligopoli che governano i mercati"

L'attacco ucraino in Russia e i negoziati di Istanbul

Casa Bianca: "Trump aperto a incontrare Putin e Zelensky in Turchia"

La Corea del Sud al voto dopo una crisi senza precedenti. Il tempo sottratto a ragazze e ragazzi ...

"Decima!", torna il grido degli incursori della Marina alla parata del 2 Giugno

Gratteri: "Procedimento disciplinare a chi critica? Lo aspetto... così poi posso dire altro"

Il mondo dorme per la Palestina - L’intervista a Francesca Albanese

Paola Caridi - Gaza, cosa ne pensa la gente di Israele?

Full Metal Jacket (1987)- Battle of Hue City

domenica 1 giugno 2025

La conversione di San Paolo con Dialoghi Scomodi ... cosa c'entra? Intervento di Leonardo Elia

La conversione di San Paolo, descritta negli Atti degli Apostoli, è un evento fondamentale nella storia del cristianesimo. Segna il passaggio da Saulo, persecutore dei cristiani, a Paolo, apostolo di Gesù. L'evento si verifica durante un viaggio da Gerusalemme a Damasco, quando Saulo è improvvisamente avvolto da una luce e ascolta la voce di Gesù.

Cosa c’entra  la conversione di San Paolo con Dialoghi scomodi e con considerazioni scomode?

E’ una metafora per arrivare al cambio di atteggiamento  nei confronti della  vicenda di Gaza, e in generale della politica di Israele.

Sembra che di colpo , governi  europei , politici europei e nostrani,  si siano accorti che  a Gaza   è in atto un genocidio. Si siano accorti della barbarie che Israele sta perpetrando.

Fino a poco tempo fa, di fronte all’appoggio incondizionato alle azioni criminali del governo Netanyahu, al massacro di civili innocenti  e relativo invio di armi, c’erano da una  parte esponenti  che sottolineavano il diritto di Israele a difendersi e i crimini di Hamas il 7 ottobre 2023, anche se i bombardamenti  uccidevano civili , donne vecchi e bambini, dall’altra specie a sinistra, sommessi “pigolii” che tra mille distinguo esprimevano un dubbio, a bassissima voce.

E  il presidente Mattarella  che accoglieva con tutti gli onori il presidente Israeliano, per non parlare della rimozione delle bandiere palestinesi esposte in Italia. La narrazione dominante , non solo in Italia , con varia intensità riconosceva  le ragioni del governo ultranazionalista e fondamentalista israeliano. Accusando  chiunque contestasse  la  sua cieca brutalità ,  di connivenza con i terroristi  di Hamas, di essere antisemita, anzi, peggio , di alimentare l’antisemitismo.

Dimenticando  di appoggiare la riconferma di Francesca  Albanese a relatrice ONU per la Palestina, anzi tacciando anche lei di antisemitismo, solo per aver accusato il governo di Tel Aviv di genocidio.

Il 22 maggio sono stati uccisi a Washington due membri dello staff dell’ambasciata israeliana al grido di “ free Palestine” dal solito pazzo , armato, americano.  I mass media hanno  dato grande risonanza, anche in Italia, al brutale atto, commentandolo come espressione di  dilagante antisemitismo . Dimenticando però di riportare che lo stesso giorno sono morti a Gaza  circa 70 palestinesi, per i bombardamenti e per fame. Morti di serie B, praticamente passati sotto silenzio. “ Distrazioni” di questo tipo se ne possono trovare tante.

A un certo punto alcuni governi europei, addirittura le istituzioni europee, cambiano regime iniziando ad alzare la voce , dicendo che Israele, ha superato ogni limite tollerabile. Interventi prima di tutto  tardivi.

Molto più incisivi e da ricordare sono l’atteggiamento di Trump, che si ritira dallo Yemen, manda suoi emissari per colloqui con il governo iraniano, rifiutandosi di unirsi ai paventati attacchi israeliani contro di loro e invece  molto probabilmente permettendo l’arricchimento dell’uranio a scopi civili, per costruire centrali nucleari. Cosa che fa venire l’orticaria agli israeliani, come fa venire l’orticaria agli israeliani, la stessa  cosa permessa ai sauditi.

Per capirci il presidente Usa non si è consultato con Tel Aviv, non  ci è neanche passato , in occasione del suo tour nelle monarchie del Golfo, cosa che non può essere taciuta, è un cambio di passo importante.

In Italia, il cambio di atteggiamento , sebbene tardivo  e incompleto c’è stato, con finalmente il maggior partito di opposizione, il PD per intenderci , che  indice una manifestazione a Roma il 7 giugno per fermare il massacro di Gaza. Con i soliti distinguo, che portano Francesca Albanese a invitare  di evitare di ostentare bandiere israeliane nel corteo..

Quindi conversione di Paolo di Tarso non completa, a metà.

Ma perché questo cambio di postura su fatti che da quasi due anni ci fanno inorridire?

Per me la ragione è una. Tutti si sono accorti che c’è il rischio , concreto, che lo stato di Israele collassi, intrappolato in un cul de sac  in cui si è cacciato da cui può uscire solo sconfitto. Guerre che sta perdendo, perché Hamas è ben presente,  come la resistenza in cis Giordania, Hezbollah che in Libano continua ad avere forte consenso.  Abbandonata dagli Usa  in Jemen e nella impossibile nonché pericolosa  operazione contro i siti nucleari iraniani.

E di questo si saranno accorti anche le  potentissime  e ricchissime  lobbies  sioniste americane che attraverso finanziamenti ne  indirizzano la politica estera.

Perché Israele è un tassello essenziale, in un’area essenziale, per l’occidente allargato, è un pezzo di Europa in Medio Oriente, è un guardiano che controlla e interviene per conto nostro (Usa).

Per questo , per salvare un’idea, un’idea di stato, sono  disposti a sacrificare Netanyahu e il suo governo di pazzi, per ripiegare su quell’Israele, stato coloniale, che brutalizzerà comunque i Palestinesi, in attesa dell’impossibile oltre che ingiusto obbiettivo  di due popoli in due stati. Quindi ripristinare la situazione ante  7 ottobre. Come se nulla fosse successo,  e  ha allontanato, ancora di più la fiducia del sud del mondo ,nell’Occidente dei Valori… quali?

 

Come si legge nel Levitico , per salvare il popolo occorre che qualcuno venga sacrificato, e il capro espiatorio lo hanno bell’è  pronto , nella figura del presidente israeliano e suoi sodali.

Si cambia tutto per non cambiare niente, credendo  che Gaza possa tornare ad essere, com’era prima un campo di concentramento a cielo aperto.

Se fossimo meno ipocriti , l’obbiettivo reale, pacificante, dovrebbe essere uno stato  per più popoli, e non uno stato etnico e confessionale come Israele è oggi.

Ma questo ora è pura fantasia.




IA e lavoro: meglio il Medioevo - Come Don Chisciotte

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GeoSummer. Le origini del conflitto israelo-palestinese, con Alessandro Trabucco.

Rula Jebreal: "Italia complice di genocidio. Le bombe di Israele prodotte qui, in Germania e Usa"

Gaza, Netanyahu e la guerra senza limiti

ISRAELE. LAPID ESORTA NETANYAHU AD ACCETTARE LA PROPOSTA DI WITKOFF - Giubbe Rosse News

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Un fantasma si aggira per l’Europa: una nuova teoria della razza - L’editoriale di Corrado ...

Alessandro Barbero - Dibattito sulle razze - YouTube

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