Cerca nel blog

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

sabato 5 ottobre 2024

04 OTTOBRE 2024 LECCE IN CONSIGLIO PIANO CASA VOTATO ALL’UNANIMITÀ

Salento penalizzato dai trasporti aerei, a Lecce si elabora una proposta

Fiori di Andrea Giannetti (I Quaderni del Bardo Edizioni)

Camelia, Anemone, Lilium, Peonia, Azalea: cinque fiori come espressione del pudore, dell’omaggio alla memoria e del riscatto. I protagonisti del romanzo Fiori partecipano a un programma terapeutico sperimentale della commissione Pegaso, impegnandosi a elaborare nei successivi trenta mesi una sorta di diario della loro vita quotidiana. Per tutelare la privacy del dolore che li accomuna, ai cinque partecipanti è lasciata la libertà di sostituire, o meno, il nome del proprio figlio deceduto con quello di un fiore. L’unica condizione è che ciascuno di loro includa nel testo una riflessione sul proprio futuro. Le storie s’intrecciano con continui richiami e allusioni.

Ogni personaggio arricchisce la narrazione con dettagli e riflessioni personali, contribuendo a una visione collettiva e, al contempo, individuale dell’esperienza del lutto. Luigi Benotti, dopo anni, riprende la sua attività di liutaio. Molti dei suoi clienti sono ragazzi che arrivano al laboratorio con le loro chitarrine da riparare e le loro inquietudini adolescenziali. Presto, Luigi diventa un mentore per questi giovani. Con un profondo senso di pentimento, Luigi cerca di colmare la distanza che lo separava da suo figlio, imparando a comunicare meglio con i ragazzi della stessa età che aveva Anemone quando è morto.  Una teoria sostiene che alcune antiche popolazioni inviassero i giovani in guerra per liberarsene.

Qualcosa di simile sembra permeare la mente di Marika Persio, a giudicare dalla sua morbosa passione per i diorami militari, che allestisce con tenacia ed emotiva partecipazione: raffigurazioni tridimensionali in miniatura di battaglie storiche. Marika sembra trarre piacere dal controllo spazio-temporale che può esercitare sugli schieramenti contrapposti, formati da soldatini dall’aspetto di giovani guerrieri, decidendo a suo piacimento il momento dello scontro.

Francesca Liverzani continua a evocare il suo mitico viaggio di nozze a Parigi, già raccontato nei minimi dettagli molti anni prima al suo Giglio.

Patrick Holmes, convinto di poter attenuare il terrore per l’oscurità di sua figlia defunta, ottiene il permesso di fare running quotidiano nel cimitero in cui è sepolta la sua Peonia.

Arturo Merzario affoga il proprio dolore nell’alcol e cerca di fuggire il più lontano possibile dai suoi ricordi.

Mentre la personalità di ciascun personaggio si delinea sempre più chiaramente attraverso dettagli e riflessioni, l’esperimento della commissione Pegaso rivela la sua ragion d’essere solo verso il finale, svelando una realtà sconvolgente che cambierà definitivamente la prospettiva e il giudizio del lettore.

“Corro per non pensare a chi sono. Corro per pensare esclusivamente a raggiungere con la mente. Non m’importa che appaia come una stravaganza. È qualcosa di cui non posso fare a meno, per non soccombere all’orrore: non una sensazione puntuale e fugace in me, ma un sottofondo permanente.  Raggiungo con la mente e con lo spirito mia figlia, ferma nel passato e nel mondo ultraterreno in cui si trova.  Finché sarò in grado di correre, le terrò compagnia a modo mio, per mitigare lo smarrimento, il terrore che starà provando da sola, là dove si trova! Finché vivrò, le starò vicino come posso, attraverso altri che si trovano nella sua stessa dimensione, integrandomi empaticamente nell’attivazione narrativa della loro vita passata.

L’azione, infatti, dev’essere mediata. Non potrei mai farlo io direttamente. Nathalie, si spaventerebbe ancora di più!  Dopodiché, quando la raggiungerò perché sarà arrivata la mia ora, il problema non si porrà più. (un estratto dal libro)

ANDREA GIANNETTI – Filologo e scrittore, vive a Roma e insegna Filologia romanza presso l’Università degli Studi Roma Tre. È autore di romanzi, Per farti venire alla finestra, Robin editore, Roma 2012; Phosphorus, Italic, Pequod, Ancona 2019; e di una raccolta di racconti, Miliadusso e altre storie di espiazione, Italic, Pequod, Ancona 2013. Per la rivista “Nuovi argomenti” ha pubblicato i seguenti racconti. A papà glielo dico domani, NA, n. 58, aprile-giugno 2012; Visita ai laghi, NA, n. 72, ottobre-dicembre 2015; Quel che so di lei, NA, n. 62, aprile-giugno 2013. Con Fiori, nel 2023, ha vinto il “Premio Europa in versi e in prosa”, per romanzi inediti. È inoltre autore di volumi e articoli di carattere scientifico; in particolare, di edizioni critiche di testi letterari medievali provenzali e italiani.

All’Italia manca la volontà politica di opporsi alla propaganda filorussa - Linkiesta.it

All’Italia manca la volontà politica di opporsi alla propaganda filorussa - Linkiesta.it

“Il caso Moro, tra politica e storia”: la presentazione del libro nella sala consiliare della Provincia – Provincia di Lecce

“Il caso Moro, tra politica e storia”: la presentazione del libro nella sala consiliare della Provincia – Provincia di Lecce

Sopravvivenza bellica. Una teologia politica | il manifesto

Sopravvivenza bellica. Una teologia politica | il manifesto

I paradossi della politica ambientale

I paradossi della politica ambientale

Chi vincerebbe il referendum sull'Autonomia differenziata se si votasse oggi

Chi vincerebbe il referendum sull'Autonomia differenziata se si votasse oggi

venerdì 4 ottobre 2024

The Doors - Paris Blues (Official Video)

La Guida SUPREMA Dell'IRAN

Giorgetti: "La manovra richiederà sacrifici a tutti"

Le radici nazi-fasciste di Netanyahu e Israele (secondo Einstein e Hannah Arendt)

Romanzo caporale di Annibale Gagliani

 La fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s’arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe è l’effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca. Annibale Gagliani nasce il 4 ottobre 1992 a Mesagne (BR). Professore di lettere, giornalista pubblicista, scrittore. Nel 2018 ha pubblicato i saggi Impegno e disincanto e Ground zero con IQdB Edizioni. Romanzo caporale è il suo terzo lavoro editoriale. Credits Prefazione di Fabrizio Peronaci / Postfazione di Raffaele Gorgoni

In copertina una fotografia di Massimo Bietti fotoreporter premiato dal National Geographic
 

INFO LINK

 

Agromafie e caporalato. Sesto rapporto a cura dell'Osservatorio Placido Rizzotto (Futura Editrice)

Il VI Rapporto Agromafie e caporalato, curato dall'Osservatorio Placido Rizzotto/Flai Cgil, si pone ancora una volta l'obiettivo di realizzare una fotografia dettagliata dei diversi fenomeni di sfruttamento che riguardano i lavoratori e le lavoratrici della filiera agro-alimentare. Negli ultimi due anni, il contesto generale del settore ha subito stravolgimenti epocali, che ci restituiscono una delle fasi più incerte dal dopoguerra a oggi, evocando dinamiche e scenari fino a non molto tempo fa del tutto imprevedibili. È indubbio che gli effetti della pandemia e, successivamente, della guerra in Ucraina abbiano prodotto, soprattutto tra i lavoratori meno tutelati, ulteriori difficoltà e disagi. Un trend che non può non preoccupare, se si considera il fatto che nelle nostre campagne l'esercito delle persone occupate irregolarmente è in continua crescita, con il relativo aumento dell'esposizione al caporalato e allo sfruttamento. Le analisi e gli approfondimenti contenuti nelle prime due sezioni del volume, oltre a contestualizzare la fase, provano a esaminare le norme di contrasto alle forme di sfruttamento, così come quelle di tutela e assistenza alle vittime. Una lettura fatta di chiaroscuri, in cui emergono purtroppo con maggiore evidenza gli elementi di debolezza rispetto a quelli di forza. La terza sezione rappresenta, come di consueto, la parte più innovativa del Rapporto, con l'attività di inchiesta sociale, centrata quest'anno su quattro casi di studio (in due regioni del Nord e due del Mezzogiorno), effettuata ascoltando – e riportando – la voce e le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. Prefazione di Maurizio Landini. Introduzione di Giovanni Mininni.



Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra capolarato e sfruttamento di Leonardo Palmisano, Yvan Sagnet (Fandango Libri)

 E mi domando cosa siamo, noi, se mangiando un mandarino a tavola, d’inverno, non sentiamo il sapore amaro della prigionia.Dalla Puglia al Piemonte, passando per la Lucania, il Lazio e la Campania, i braccianti immigrati sono sempre più spesso vittime di un caporalato feroce, che li rinchiude in veri e propri “ghetti a pagamento”, in cui tutto ha un prezzo e niente è dato per scontato, nemmeno un medico in caso di bisogno.Questa brutale realtà la conoscono in pochi, taciuta dalle istituzioni pubbliche locali, dal sistema agricolo italiano, dalla piccola e media distribuzione e dalle multinazionali dell’industria agroalimentare, che si servono di questa forma coatta di sfruttamento, imponendo un ribasso eccessivo dei prezzi dei prodotti. Si tratta di un complesso sistema criminale in cui a rimetterci sono solo i braccianti, costretti a pagare cifre impensabili per vivere stipati in baraccopoli insalubri, lontano da qualsiasi forma di civiltà.Un reportage fatto di storie raccontate da chi vive in questa situazione al limite della sopportazione fisica e psicologica, un incredibile viaggio nei nuovi ghetti disseminati per l’Italia da nord e sud. La mappa di un paese ridisegnato da razzismo, ingiustizia e indifferenza.Ghetto Italia è questo e molto altro ancora.



DDL Lavoro e "dimissioni in bianco": facciamo chiarezza

DDL Lavoro e "dimissioni in bianco": facciamo chiarezza

Tridico: Italia deferita su precari pensa a dimissioni in bianco - Quotidiano dei Contribuenti

Tridico: Italia deferita su precari pensa a dimissioni in bianco - Quotidiano dei Contribuenti

Ddl lavoro, reintrodotte le 'dimissioni in bianco': cosa cambia per i licenziamenti nel Jobs Act | Sky TG24

Ddl lavoro, reintrodotte le 'dimissioni in bianco': cosa cambia per i licenziamenti nel Jobs Act | Sky TG24

Ex politici italiani, da Bertinotti a Fini: cosa fanno oggi | Sky TG24

Ex politici italiani, da Bertinotti a Fini: cosa fanno oggi | Sky TG24

Opinioni | In politica dire no non basta | Corriere.it

Opinioni | In politica dire no non basta | Corriere.it

Auto, le ragioni di una crisi epocale: dal dieselgate alla politica green della Ue - Il Sole 24 ORE

Auto, le ragioni di una crisi epocale: dal dieselgate alla politica green della Ue - Il Sole 24 ORE

Il principio di Peter applicato alla politica: più sono incompetenti, più scalano la gerarchia - Il Fatto Quotidiano

Il principio di Peter applicato alla politica: più sono incompetenti, più scalano la gerarchia - Il Fatto Quotidiano

giovedì 3 ottobre 2024

Tom Petty And The Heartbreakers - Learning To Fly (Version 1)

Pensieri, Immagini e Parole a Viso Aperto

La strategia iraniana e il futuro del Medio Oriente - Alberto Bradanini ad "Egemonia" di Alessandro Bianchi

La reazione dell'Iran ai crimini di Israele si è manifestata con 200 missili nella sera di martedì 1 ottobre. Decine hanno colpito obiettivi israeliani con Teheran che ha dato al mondo una dimostrazione pratica di come sia in grado di aggirare i sistemi di difesa israeliana e di come possa infliggere danni enormi alle infrastrutture civili e militari del regime di Tel Aviv. Si è trattata di una risposta moderata, mirata e in pieno rispetto della normativa di ritorsione nell'ambito del diritto internazionale. Con il regime di Israele che ha minacciato risposte sul territorio iraniano e con il tentativo di invasione in corso in Libano, i rischi di una ulteriore escalation nella regione sono enormi.




LA SOTTILE LINEA ROSSA TRA CELODURISMO E GUERRA APERTA Di Enrico Tomaselli

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’attacco iraniano di ieri non apre una fase di guerra aperta tra Teheran e Tel Aviv. Nonostante tutto, siamo ancora nella fase della deterrenza – o, se si preferisce, del celodurismo.
Indiscutibilmente, e non poteva essere altrimenti, la rappresaglia iraniana è stata su una scala ben maggiore rispetto a quella dello scorso aprile, ed aveva chiaramente lo scopo – ancora una volta – di inviare un messaggio ad Israele ed agli USA; messaggio sia sulla determinazione iraniana a non farsi intimidire, sia sulla propria capacità di risposta militare.
Con l’attacco di ieri, assai spettacolare, l’Iran ha quindi spostato un po’ l’asticella. Non c’è stato il largo preavviso della volta precedente, non c’è stato uso di droni (molto più lenti), la quantità di missili (quasi tutti balistici) è stata significativamente maggiore.




Intervista a ILAN PAPPÉ - Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina

M5S uno scherzo ideato dalla finanza in cui gli analfabeti della politica han creduto [Carlo Galli]

Medio Oriente: è guerra totale?

Caos treni, tutta colpa di un chiodo