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Ipse dixit ...
Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha.
Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme.
Seneca - Il Tempo
Dubitando ....
Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone
Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio
Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio
GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
domenica 8 settembre 2024
sabato 7 settembre 2024
C'era una volta Gaza. Vita e morte del popolo palestinese di Valerio Nicolosi (Rizzoli)
La vita di chi, con le valigie sempre pronte, scappa dall’inferno di casa propria.
Tre visti e una motivazione che possa andare bene per i tre governi: Israele, Autorità Nazionale Palestinese e Hamas. Perché se vuoi andare a Gaza non hai molta scelta: o sei giornalista o sei cooperante. Autore del podcast di successo Racconti da Gaza, reporter, regista e attivista molto seguito sui social, Valerio Nicolosi fin dal 2014 ha tenuto dei corsi di videogiornalismo all’università di Gaza City, una città allora sotto assedio totale. Nicolosi ci fa conoscere un’altra Gaza e un’altra Palestina, mettendo al centro non la Storia, ma le storie di vita immerse in un contesto di guerra e resistenza, spesso nascoste dall’indifferenza o da una comunicazione strumentalizzata. Dai combattenti di Hamas nei tunnel di Rafah ai giovani parkouristi che sfidano le rovine, passando per i coltivatori di fragole, i pescatori, gli studenti, fino agli interminabili tragitti in un territorio frammentato e conteso come la Cisgiordania, le foto e le storie in queste pagine restituiscono un ritratto unico di uomini e donne, anziani e bambini per cui ogni gesto quotidiano è coraggiosa opposizione, azione di lotta e speranza e, soprattutto, ode alla libertà, perché «Gaza era vita, lo era nonostante la guerra, nonostante l’assedio, nonostante non avesse acqua potabile nei rubinetti o energia elettrica la sera». La vita in una città «che prende forme e direzioni diverse, spesso impreviste, come i fiori che emergono dal cemento, rompendo quello strato solido che vorrebbe imprigionarli e soffocarli, lo stesso di cui è fatto il muro attorno alla Striscia».
venerdì 6 settembre 2024
2100. Come sarà l'Asia, come saremo noi di Simone Pieranni (Mondadori)
Spaziando dall’ordinata Singapore al Myanmar dei militari e alla Malaysia, dal Vietnam in pieno boom alla Cambogia, dalla Cina all’India al Giappone, e ancora, tra gli altri paesi, alle Filippine, a Taiwan e alle due Coree, Pieranni offre dunque uno sguardo approfondito su un continente che, tra conflitti sociali, novità tecnologiche e tendenze culturali, ci aiuta a immaginare il futuro che ci aspetta. Per trarne esempi, spunti, soluzioni. O semplicemente evitare di ripeterne gli errori.
Carne coltivata e cocktail di meduse, Big Data e intelligenza artificiale, aziende milionarie e sorveglianza, chirurgia da remoto e chip neurali, leggi anti fake news e deepfake. L’Asia è ormai una potenza demografica, economica, culturale e militare, che cresce a un ritmo serrato e dove ciò che accade spesso è soltanto un’anticipazione di quel che accadrà nelle nostre società occidentali. D’altronde, osserva Simone Pieranni, oggi in Asia si stanno discutendo, affrontando, e in alcuni casi risolvendo, temi e problemi di cui da tempo si dibatte anche da noi. Cosa mangeremo in futuro? Come garantiremo sostenibilità e vivibilità alle nostre città? In che modo si evolvono i diritti e le idee sulla famiglia, o in che modo quei diritti svaniscono, vacillano o vengono eliminati? E ancora: in che direzione si muovono il lavoro, l’informazione, l’intelligenza artificiale? Sullo sfondo, poi, la questione del cambiamento climatico, all’ordine del giorno a livello mondiale ma che in Asia, in particolare, è una priorità. Non è detto che il futuro asiatico debba essere il nostro, anzi. Ma superare quella «visione ferma nel tempo» che l’Occidente ha nei confronti dell’Asia, e che spesso distingue poco tra paese e paese, è un passo necessario.
giovedì 5 settembre 2024
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