Cerca nel blog

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

mercoledì 13 dicembre 2023

Summa Technologiae. Scritti sul futuro di Stanislaw Lem con la traduzione di Luigi Marinelli (Luiss University Press)

"E così, le tecnologie m'interessano - come dire? - per forza di cose, giacché una determinata civiltà comprende sia tutto ciò che la collettività aveva desiderato, sia ciò che non era intenzione di nessuno." È il 1964 quando Stanislaw Lem, tra i maggiori scrittori di fantascienza e non solo del Novecento, e il più grande nella sua lingua, il polacco, scrive così nelle prime pagine della Summa Technologiae. Di cosa si trattava? Non di un altro romanzo, ma di una raccolta di riflessioni, saggi e scritti teorici nei quali l'autore di Solaris, coniugando la fantasia e l'eleganza del narratore con la finezza del filosofo e l'esattezza dell'ingegnere, andava a caccia dei segni che avrebbero consentito a lui e ai suoi lettori di decifrare il domani. Un domani che Lem preconizzava permeato dall'enorme sviluppo tecnologico, il cui impatto sull'umanità avrebbe mostrato e anticipato in queste pagine. Dalla "intellettronica" alla "fantomatica", quelle che oggi chiameremmo realtà virtuale e intelligenza artificiale, dal sovraccarico di informazioni alle microtecnologie, dalla relazione tra le macchine e la verità e fino alla possibilità di cercare o creare nuovi mondi, è difficile scorrere le pagine della Summa senza avere la strana sensazione di tenere tra le mani il rapporto scritto magnificamente da un misterioso viaggiatore del tempo, da un personaggio uscito direttamente dalla science fiction tanti anni fa e venuto a visitare la nostra era. E tuttavia il libro di Lem, arguto, profondo, ironico, visionario, non è soltanto una raccolta di profezie che in gran parte si sono avverate (le altre, supponiamo, si realizzeranno nei prossimi decenni). Non è nemmeno una storia fantastica, né uno studio particolarmente lungimirante sulla tecnologia, ma non è nemmeno un'allegoria sociale o una brillante analisi filosofica. È tutte queste cose insieme, e anche di più: è il racconto inesauribile della mente umana alle prese con la più grande risorsa a sua disposizione - il futuro. 

 


 

martedì 12 dicembre 2023

Blur - Beetlebum (Official Music Video)

Sapete che diceva Einstein? Intervento di Leonardo Elia

Sapete che diceva Einstein? Se ho capito una cosa la spiego alla nonna. Ivano non solo sa di cosa parla, il superintensivo in agricoltura,e conoscendo , sa spiegarci le conseguenze nefaste che questo cambio di paradigma in agricoltura quando applicato , ha portato , porta, porterà, ma , se nel podcast precedente indica le responsabilità politiche in questo individua nelle università,le facoltà di agraria, la traduzione, la messa in pratica di tali direttive, malsane. La qual cosa mi dà una tristezza infinita

 

 


 


#01 - SUPERINTENSIVO: A CHI CONVIENE? - RGR TERRA | Podcast on Spotify

#01 - SUPERINTENSIVO: A CHI CONVIENE? - RGR TERRA | Podcast on Spotify

lunedì 11 dicembre 2023

iPhone 1 - Steve Jobs MacWorld keynote in 2007 - Full Presentation, 80 mins

Intervista a Salvatore Ceccarelli: gli OGM - 1° parte

Ivano Gioffreda - 2003 PSR piano sviluppo rurale . Intervento di Leonardo Elia

Ho il piacere e l’onore di conoscere personalmente Ivano Gioffreda.

Niente da aggiungere a quello che  ha detto in maniera così chiara.

Sono totalmente d’accordo .

Alcune considerazioni aggiuntive  le faccio.

Le istituzioni  sovranazionali, Unione Europea, OMS,  entità assolutamente non trasparenti, influenzano, indirizzano, con i loro interventi, le traiettorie delle nostre comunità.

Ivano cita il ruolo di Coldiretti  , nell’applicazione della PAC….  rappresenta  la crisi dei corpi intermedi dello stato, partiti, sindacati ,associazioni di categoria, che cessano di rappresentare le istanze della loro base sociale, funzionando come cinghia di trasmissione di interessi, che non hanno niente a che fare con i territori, interessi di oligarchie economiche. Apparati autoreferenziali che gestiscono  potere .

Poi che dire dell’ università?

Da quando i finanziamenti pubblici si sono ridotti al lumicino, la ricerca si fa su progetti finanziati da privati, quasi sempre grandi imprese, e così si applicano le indicazioni emerse dalla Commissione Europea , noto pascolo di lobbisti legati  a doppio filo alle multinazionali.

Questo succede anche in campo sanitario , i protagonisti sono gli stessi, vedi la Bayer, colosso che si divide tra agroalimentare e farmaceutica.

Vedere l’università trasformata in un grande juke box, dove metti denaro e il meccanismo ti dice quello che vuoi, mi dà un’amarezza infinita.

 

 


Intervista a Salvatore Ceccarelli: gli OGM - 2° parte

sabato 9 dicembre 2023

The Lord of The Rings - Record Trailer [HD 1080p]

STRADE SICURE E MODERNE, ETERNE INCOMPIUTE DEL SALENTO: DIBATTITO A CONTROVENTO

La gogna. Hotel Champagne, la notte della giustizia italiana di Alessandro Barbano (Marsilio)

Dall'autore de L'inganno, come il regime delle intercettazioni distrugge vite e sovverte le regole del potere.


L’Italia è una Repubblica fondata sull’equivoco di parole captate male, trascritte e interpretate peggio. Una serrata indagine sulla più clamorosa violazione del segreto istruttorio rimette in discussione le versioni ufficiali sul caso Palamara, apre piste mai battute, racconta la ragnatela investigativa che soffoca il sistema della giustizia italiana. «La violazione delle regole processuali, le fughe di notizie, la discrezionalità tradotta in arbitrio mostrano come la dialettica interna al potere giudiziario del Paese stia slittando verso una guerra civile.»

 


 

Le intelligenze dell’intelligence. Guerra Grande e Gaza confermano l'importanza del fattore umano

Israele-Palestina, Travaglio: "Due popoli due Stati soluzione più lontana, servono nuove leadership"

Russia-Ucraina e Israele-Palestina: la natura di questi due conflitti nel dialogo tra Augias e ...

Kiev potenzia missile Nettuno - Notizie dall'Ucraina - Podcast

giovedì 7 dicembre 2023

X Festival di Limes - Roma, la capitale impossibile. Lucio Caracciolo dialoga con Luigi Capogrossi

Pulp - This Is Hardcore (Kids Version)

L'orso. Storia di un re decaduto di Michel Pastoureau (Mondadori)

Con stile brillante e profonda conoscenza dell'universo immaginifico medievale, Michel Pastoureau indaga tra le pieghe della storia e traccia in queste pagine una vicenda avventurosa, per ricostruire il plurimillenario rapporto tra l'uomo e l'orso, tra natura e cultura.


Ogni cultura, in un certo momento della sua evoluzione, elegge un «re degli animali», quello che non può essere sconfitto da nessuno, e ne fa il protagonista del suo bestiario simbolico. In Europa, il re degli animali è stato a lungo l'orso: ammirato, venerato, considerato come un progenitore o un antenato dell'uomo. Non per nulla la prima statua modellata – la statua di Montespan, risalente a 15-20.000 anni fa – raffigura un orso! Ancora in età carolingia, in gran parte dell'Europa non mediterranea, l'orso era visto come una figura divina, un dio ancestrale il cui culto rimaneva ben radicato. La Chiesa doveva dichiarargli guerra, combatterlo con tutti i mezzi. E ciò fece, finendo per identificarlo con il diavolo tout court . Oltre i confini del Medioevo che con tanta determinazione l'aveva detronizzato, ormai privato di ogni prestigio, l'orso era divenuto una bestia da circo, umiliato e ridicolizzato. Eppure continuava a occupare un posto di primo piano nell'immaginario occidentale. A poco a poco, riapparve come oggetto di sogni e fantasia, fino a prendersi la sua rivincita nel Novecento, quando si è trasformato in un vero e proprio feticcio: l'orsacchiotto di peluche. Il grandioso animale è tornato a essere quello di decine di migliaia di anni fa: un compagno dell'uomo, un suo nume tutelare. 


 

mercoledì 6 dicembre 2023

Lucio Caracciolo: L'apocalisse può attendere, noi no - X Festival di Limes a Genova

Social media e social network per come li conosco io. Vol. 2 - Whatsapp, wechat, Instagram e Tiktok

La banda dovunque. La storia di Ugo Ciappina e dei primi gangster di Milano di Nicola Erba (Milieu)

Italia 1949. Bande di rapinatori imperversano per buona parte della penisola. Una sola si distingue dalle altre. È la prima banda di gangster in grado di attuare rapine fulminee spostandosi da Milano in varie località d’Italia. Il loro stile ricorda il milieu francese. È la Banda Dovunque. Unica nel suo genere, la Banda è composta da diversi rapinatori professionisti fra cui il veterano Joe Zanotti e l’ex emigrante in Francia Giuseppe Seno, l’ambiguo ex fascista Alfredo Torta, l’ex studente di filosofia e partigiano, Ettore Bogni e un Ugo Ciappina ventenne agli esordi nella sua carriera di Rapinatore del Secolo, senza dimenticare le numerose donne con ruoli organizzativi. La banda è detta Dovunque per i suoi colpi effettuati in più parti del nord Italia: Milano, Imola e Bologna fra il 1948 e il 1949; è una delle prime a muoversi rapidamente con automobili veloci, come la Lancia Aprilia. Una Lancia viene rubata a Napoli da uno dei componenti della banda, Mario il napoletano, all’attore Eduardo De Filippo. I componenti furono tutti catturati alla fine del 1949. Si scopre che Ugo Ciappina ed Ettore Bogni avevano consegnato parte del bottino a un fantomatico rivoluzionario comunista armeno, Calust Megherian, che aveva promesso di donarli al Pci. La vicenda sfiora anche un giovane militante proveniente da una facoltosa famiglia di industriali, Giangiacomo Feltrinelli, e il futuro faccendiere più famoso d’Italia, Licio Gelli. Per la prima volta viene ricostruita la vicenda di un gruppo di uomini e donne pionieri del gangsterismo italiano.