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Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

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lunedì 6 maggio 2024

Il Fentanyl è arrivato ( ufficialmente ) in Italia. Intervento di Leonardo Elia

Il Fentanyl  è arrivato( ufficialmente ) in Italia e non è una bella notizia.

A Perugia, è stato trovato nella dose consegnata da un tossicomane, allarmato dagli effetti strani avvertiti dopo essersela iniettata.

Una cosa importante è che in Umbria è operativa il servizio di “ drug checking”, un monitoraggio di strada, di prossimità , del consumo di stupefacenti.

Cosa importantissima, perché avere il polso della situazione, delle droghe consumate, solo dalle analisi delle acque reflue, e dai sequestri delle forze dell’ordine è assolutamente tardivo e inadeguato.

Il “drug checking” è operativo , oltre che in Umbria, in Piemonte, e sperimentale in Lazio e Liguria.

Mi auguro che tutte le regioni si adeguino.

Torniamo al Fentanyl.

E’ un derivato semisintetico usato in terapia nel trattamento del dolore severo.

E’ potentissimo, decine di volte  di più della morfina, che è il punto di partenza della sua sintesi,  che si trova nell’ oppio.

E’ una delle cause, insieme a tante nuove droghe, dell’ epidemia in atto negli USA, di morti per overdose, prima causa di morte nella fascia da 20 a 40 anni.

Da 100000 a 200000 giovani vite stroncate, dopo un abbrutimento  che fa definire zombies  i malcapitati che sono dipendenti da questa droga.

Negli Stati Uniti si accusa la Cina di produrre le sostanze che servono per la produzione del  Fentanyl, una specie di vendetta per le Guerre dell’oppio, che nella prima  metà  dell’ ottocento, introdussero grandi quantità di questa droga nel Celeste  Impero, narcotizzandone di fatto la popolazione e aprendo la porta a ingerenze dei paesi occidentali in particolare dell’ Impero britannico.

Questa volontà di vendetta per me non esiste.

L’industria farmaceutica cinese, ma anche indiana, produce le sostanze che servono per la sintesi  dei farmaci, oltre a produrre i farmaci stessi.

Il consumo di stupefacenti, con le dipendenze ad esso collegate, e cosa ancora più drammatica  l’abbassamento dell’età di insorgenza di questo problema,  dobbiamo cercarla nelle nostre società, sempre più sfarinate.

Con adolescenti abbandonati a se stessi, sempre più smart, che nei giorni del lockdown , hanno passato, in solitudine, senza possibilità di contatti tra coetanei, senza frequentare la scuola, le ore al computer.

Le droghe ora si comprano nel Dark Web.

Le nuove droghe , prima di diventare illegali, hanno bisogno di studi, quindi per colpa di questa burocrazia,

di  queste attese , combinano disastri… nel cervello dei nostri ragazzi.

Federico Petroni, l’esperto di Limes di Nord America, parla della “ depressione americana” come una  delle cause delle overdose americane.

La nostra società neoliberista ,basata sulla competizione estrema, sul singolo sradicato dalla comunità, produce reietti, emarginati, e gli permette, di fatto, di evadere la propria frustrazione, il “vuoto” con la chimica, fornita dalla malavita organizzata che sa sfruttare i varchi lasciati aperti.

Corsi e ricorsi storici.

Mentre l’impero britannico inaugurava la politica delle cannoniere per obbligare la Cina a non bloccare il flusso di oppio, e quindi suicidarsi come stato, il papavero lo faceva coltivare in India, che intanto si impoveriva. La regina Vittoria a capo di un “narco impero”.

Ora oppio prodotto in Messico, ivi lavorato e  fino a poco tempo fa anche in Afganistan, prima che i talebani, ne vietassero la coltivazione.

Due aree instabili, di guerra più o meno civile. Guerra e droga un binomio inscindibile.

Tornando a noi, io auspico un controllo del territorio, non solo  demandato alle forze di polizia,che fanno quello che possono, ma potenziando l’intervento di prossimità, come il drug checking, la possibilità di cogliere fenomeni illegali nel più breve tempo possibile, per capirli , e cercare di arginarli in un ottica di riduzione del danno.

La famiglia ,altra istituzione in crisi, nel suo compito di addestramento alla vita dei giovani, dovrebbe affiancare le istituzioni nel monitoraggio di questi fenomeni.

Ci vuole una presenza maggiore e più intelligente, per capire il mondo, spesso facciamo finta di non accorgercene, che si agita intorno a noi.

Lo dobbiamo ai nostri ragazzi.




 

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