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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

venerdì 5 luglio 2024

Germania senza qualità, il video editoriale di Lucio Caracciolo

Arte e fascismo di Vittorio Sgarbi (La nave di Teseo)

Vittorio Sgarbi racconta come mai prima d'ora l'arte durante il Fascismo: vent'anni di grandi maestri e capolavori nascosti che Sgarbi recupera dall'oblio distinguendo gli artisti dalla tragica parabola politica che li ha accompagnati. Una lectio appassionata sull'arte che è più forte di qualsiasi regime, e che rappresenta da sempre la sfida più libera alle derive del potere.

«Il Fascismo è l’opposto dell’Arte, ma non c’è Arte che il Fascismo possa limitare. L’artista può fare qualunque cosa gli chieda il potere, ma la sua idea sarà più forte di quel potere.»


“Un ventennio. Vent’anni del Novecento, dalla marcia su Roma nell’ottobre 1922 al drammatico epilogo della seconda guerra mondiale nel 1945, che sono stati giudicati dalla storia come il momento più triste del secolo che abbiamo alle spalle. Gli stessi anni, nell’arte, sono il tempo di ‘Valori Plastici’, di ‘Novecento’, del gruppo di artisti che si raccoglie attorno a Margherita Sarfatti. Una tale ricchezza di esperienze, autori, circoli che ha fatto dire a una grande studiosa, Elena Pontiggia, che ‘gli anni trenta non sono un decennio, mi fanno pensare a un secolo’.” Vittorio Sgarbi segue il filo dell’arte in una storia che inizia prima del Fascismo, che dentro il ventennio cresce, e dopo il Fascismo viene spazzata via insieme alla naturale condanna del regime. Sgarbi distingue l’espressione artistica dal potere e per questo, a fianco di de Chirico, Morandi, Martini, salva dall’oblio Wildt, Guidi, la grande stagione dell’architettura e della grafica, ma anche Depero, il Futurismo e oltre, fino alla rivelazione di due scultori formidabili mai apparsi all’onore della critica, Biagio Poidimani e Domenico Ponzi. “Un crocevia di dimenticanze e di rimozioni ha reso difficile la ricostruzione dello stato dell’arte durante il Fascismo. Ci sono voluti decenni, ma alla fine la verità storica si impone. Per capire chi siamo stati, come siamo stati e a quale storia apparteniamo.” (Dalla prefazione di Pierluigi Battista)




giovedì 4 luglio 2024

Eclipse (Pink Floyd's The Dark Side Of The Moon 50th Ningaloo Eclipse Documentary) - Part Five

Il presunto ritiro di Biden, il commento di Pietro Senaldi

Elezioni in Francia, ora cosa succede? I risultati elettorali spiegati dall’inviata a Parigi

Perché la Corte Suprema ha dato un assist a Trump?

Neofascismo, la risposta cerchiobottista di Piantedosi che fa infuriare Fratoianni

Taranto, ex Ilva: sulla cig disponibilità a soluzioni condivise di Walter Baldacconi

Nuovo ospedale Maglie-Melpignano, 50 milioni in meno per un nuovo finanziamento

mercoledì 3 luglio 2024

Pink Floyd - Any Colour You Like (Animated Promo Video)

Sinistra, Antonio Albanese: "Non frequentano il nostro tempo e la gente"

Lecce ha il nuovo sindaco ... Intervento del Dott. Leonardo Elia

Elezioni amministrative

Lecce ha il nuovo sindaco, la senatrice Adriana Poli Bortone, e a breve si insedierà il nuovo consiglio comunale, e la nuova giunta.

Battuto di misurissima  Carlo Salvemini, dopo una campagna elettorale acre, nervosa, che a me personalmente non è piaciuta per nulla.

I toni sono stati grevi, con attacchi personali e quant’altro.

Una città spaccata a metà.

Auguro alla senatrice un sincero buon lavoro, attendiamo tutti noi cittadini di conoscere  qual è il progetto che la nuova amministrazione ha in serbo per la nostra città.

Con una preghiera però , di non buttare alle ortiche tutto quello fatto dalla precedente giunta .

Mi spiego meglio.

La visione di Carlo Salvemini della nostra città, è una visione alta, indubbiamente.

Non esiste in natura la perfezione, e questa visione sconta degli errori, specialmente se si applica ad una città difficile, stratificata, intimamente “periferica “ come Lecce.

Se di visioni si parla, e di metterle in pratica, io auspico una collaborazione,  un’apertura, da parte del nuovo sindaco, nei confronti dell’opposizione.

Francamente spero in un dialogo tra le due parti, non sono però  assolutamente  sicuro  che ciò avverrà.

Ma perché il centro sinistra, ha perso?

Perché si è creato tanto scontento, in città, da spostare il consenso verso le opposizioni che poi di fatto hanno vinto le amministrative del 2024?

La città è spaccata, con il sindaco in carica che ha la maggioranza nelle aree “urbane” in senso stretto, aree centrali e semi centrali , che riesce quindi  a raccogliere  il consenso della borghesia cittadina, ma perde il voto delle marine, e perde nelle sezioni del Grazia Deledda, quindi accusa il colpo anche nelle periferie.

Inoltre il dottor Ciucci e il dottor Siculella, banalizzati dai mezzi di informazione, come “outsiders” ,hanno  contribuito , spostando di poco ma spostando quel tanto che basta, alla vittoria del centro-destra.

Anche le loro liste , è bene saperlo , hanno rappresentato un voto di “ protesta”.

 Mi spiego meglio,  tornando a parlare di “geografia” del consenso, senza questi  flussi elettorali importanti ma definiti “ topograficamente” al centro destra, Carlo Salvemini avrebbe vinto ma di misura .

D’altra parte stiamo parlando di poche centinaia di voti,  e una conferma del sindaco in carica con uno scarto così esiguo, per me equivale, quasi ad una sconfitta.

 Comunque  la storia non si fa con i se e con i ma, e la politica idem.

 Per me molto semplicemente, la vecchia amministrazione, non è riuscita a comunicare, non è riuscita a comunicare la sua  visione della città, non è riuscita ha porsi in rapporto dialettico con la cittadinanza tutta , per arrivare ad una giusta sintesi.

Tale  rapporto con il corpo elettorale, è stato visto come verticalismo, come forzatura, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, i risultati elettorali parlano.

Ha peccato di autoreferenzialità.

Se la sinistra non comunica , non si confronta con le collettività che amministra, non spiega le ragioni del suo operare, i risultati elettorali sono e saranno fallimentari .

Questo, mi duole dirlo è un problema, è il problema fondamentale del centro sinistra, del centro sinistra “ liberal”.

A lecce, in Italia, in Europa, in tutto l’ Occidente.

Quindi vi invito ad ascoltare l’intervista di Diego Bianchi, ad Antonio Albanese,  in una puntata di Propaganda Live, di qualche mese fa.

Ascoltatela , forse può risultare ingenerosa , troppo estrema, se rapportata alla politica di Lecce, ma esprime  spunti di riflessione importanti.

Per concludere parlo di cultura.

Spero , anzi ne sono sicuro, che il nuovo sindaco, continui la politica culturale portata avanti dalla precedente amministrazione,  perché in un gioiello come Lecce, un contenitore così importante si  riempia di contenuti degni.

Non si parli solo di contenitori ma anche e principalmente  di contenuti.

Quando si toccano i contenuti si fa politica, si da una interpretazione della realtà, una lettura della realtà.




 

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lunedì 1 luglio 2024

Pink Floyd - Scott & Watts (Behind The Scenes Documentary Clip)

L'occhio del barracuda. Autobiografia di un comunista di Saverio Tutino (Terre di Mezzo)

 Saverio Tutino, prima di fondare l’Archivio Diaristico Nazionale, aveva già vissuto molte vite. Partigiano, comunista, giornalista militante, intellettuale, è testimone di eventi epocali che hanno cambiato il volto del Novecento. E li racconta con una scrittura avvincente e precisa. Dopo le intense pagine della Resistenza e i primi viaggi nella Cina di Mao e nella Russia di Stalin, inizia la carriera di inviato a Parigi durante la guerra di indipendenza algerina. All’indomani della rivoluzione castrista si trasferisce a Cuba, da dove segue le vicende che caratterizzano l’America Latina tra gli anni Sessanta e Ottanta. In questa memoria, che non fa sconti sulle proprie debolezze, Tutino mostra un mondo in rapida e profonda trasformazione, gettando luce su avvenimenti che ancora oggi sono appena accennati nei libri di storia. Prefazione di Marcello Flores.




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