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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

martedì 23 gennaio 2024

Coldplay - Fix You (Official Video)

Gli italiani e la soluzione finale. Chi si oppose ai nazisti? E come? di Christian Jennings (Longanesi)

 Attingendo a materiali d'archivio inediti in Italia, Germania, Vaticano, Svizzera, Regno Unito e Usa, questo libro racconta la storia di chi ha rischiato la propria vita per salvare quella di centinaia di persone.


Italia, Seconda guerra mondiale. Quando Hitler diede l'ordine ai suoi ufficiali di attuare la «soluzione finale della questione ebraica», furono molti gli italiani – spesso ingiustamente dimenticati – che con incredibili azioni di ingegno e di coraggio garantirono la salvezza a centinaia di persone. Christian Jennings si è messo sulle tracce di queste persone e ha scoperto i loro nomi e le loro storie: il primario del Fatebenefratelli di Roma, Giovanni Borromeo, che ha inventato un'inesistente malattia infettiva altamente contagiosa, la Sindrome K, per salvare centinaia di ebrei dalla deportazione; il ciclista Gino Bartali, che consegnava messaggi ai partigiani tenendoli nascosti nella canna della sua bicicletta; don Francesco Repetto, che ha offerto riparo a centinaia di ebrei nelle case, nelle chiese, nei conventi dei paesi liguri; l'adolescente Ernestina Madonini, che ha salvato dalla deportazione la coetanea Eugenia Cohen nascondendola nella soffitta della sua casa nel cremonese.

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lunedì 22 gennaio 2024

Orchestral Manoeuvres In The Dark - Walking On The Milky Way

Io Sud - I Dialoghi di Adriana il 31 gennaio 2024 alle ore 18,00 alla Fondazione Palmieri

 


Povera Lecce mia. Non ti riconosco più! Intervento della Senatrice Adriana Poli Bortone

Povera Lecce mia. Non ti riconosco più. Traffico impazzito, strade ristrette da invadenti (quanto attualmente inutili) piste ciclabili, paletti dappertutto, panettoni di plastica bianco e rossi a delimitare zone importanti della città, marciapiedi dissestati, basolato sconnesso, erbacce dappertutto. E tanto senso di tristezza in giro, una tristezza e una assenza di gusto accentuatasi in periodo natalizio, quando il confronto fra Lecce e Ostuni, Fasano, Locorotondo, Alberobello (per rimanere in Puglia) è stato impietoso. Ma io sono di parte! Ed essendo di parte noto solo i difetti. e peggio ancora, sono stata Sindaco.! E l’amarcord, per quanto tenti di scacciarlo, tende sempre ad occupare la mia mente. E  rivedo il  piano urban ( miracolosamente recuperato dopo l’esclusione dei finanziamenti ) con le sue 52 botteghe artigiane che animavano di cultura e tradizione il centro storico; a palazzo Torrisi dedicato agli immigrati col loro sportello informativo e la biblioteca multiculturale;  ai Teatini vocati alla valorizzazione dell’artigianato locale (ed oggi ridotti ad ufficio comunale!); Ad itinerario Rosa che partendo dal conservatorio di Sant’Anna occupava spazi fisici e temporali per mesi valorizzando la creatività femminile; alle tangenziali, oggetto di contenzioso per anni, che avevano tanto snellito il traffico in città ed oggi sono in parte ricettacolo di rifiuti;  alla rassegna “Mediterranea“ che occupava l’intera estate spettacoli per tutti i gusti e tutte le età; agli incontri culturali al castello (e non solo)  che videro la presenza di Luttwark, di Galli della Loggia, dei ministri dell’ambiente di tutto il mondo; ai dipinti generosamente donati da Ercole Pignatelli oggi “cacciato “dalle stanze del castello Carlo V; ai bambini “sceriffi ecologici “così preziosi nel rilevare comportamenti scorretti degli adulti; alla villa comunale restituita alla città nella sua dignitosa e preziosa fruizione, oggi priva di guardania e abbandonata all’inerzia, alla devastazione dei servizi ed  all’occupazione abusiva degli immobili.  E potrei andare avanti a ripercorrere quei nove anni così intensi  , ricchi  di emozioni, di contatti continui con la gente. Gli anni più belli della mia vita politica.  Mi sentivo utile alla città per la quale avevo anche fatto una legge speciale per il barocco leccese: 500.000 € annuali per 15 anni!  Ma dopo il recupero di Sant’ Irene, di Palazzo Vernazza, di San Cataldo, dell’attuale Must (già convento delle Clarisse ) la legge rimase inattiva con grave perdita per la città!. Già, ma io sono di parte! E per tentare di non esserlo ricordo anche il filobus, con i suoi fili, così devastante per l’estetica della città! Quel filobus che oggi si invita ad usare, perché il mezzo pubblico deve sostituire l’uso delle macchine  !. Ma guarda!!! Sono occorsi vent’anni per farlo capire! E poi   quei fili quanto ha carenza di estetica se la contendono molto con i panettoni e bianco e rossi di plastica, le piste ciclabili con i loro cordoli, l’erbacce  marciapiedi e strade dissestate! Eppure quella Lecce con i fili del filobus ebbe l’onore di avere la presenza di diversi ministri e personalità e di ben due Presidenti della Repubblica.! E adesso che sugli orribili fili non si potrà più fare polemica quale sarà il mantra della prossima campagna elettorale? Vedremo! Io sono di parte e della mia parte non mi allontano! (Sen. Adriana Poli Bortone)


 

 

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