Matteo Messina Denaro. Boss trapanese, arrestato il 16 gennaio 2023 dopo una
latitanza trentennale.
Ricordo l’intervista un sabato sera di qualche anno fa del
dottor Di Matteo a Giletti, in cui manifestava tutto il suo stupore, per
l’impossibilità delle forze dell’ordine di assicurarlo alla giustizia.
Per inciso queste esternazioni sono costate care al
magistrato.
Non era un capo mandamento qualsiasi. Perché nel territorio
da lui controllato , la fonte è Report se non erro, c’era un aeroporto di
Gladio. Questa organizzazione faceva riferimento a precisi interlocutori
internazionali, e lui sicuramente custodiva segreti importanti, che sono
costati la vita a Mauro Rostagno per esempio.
E se li è giocati bene
questi segreti, assicurandogli la latitanza.
Non posso non pensare all’agenda del dottor Borsellino, alle
menti raffinatissime del dottor Falcone, della presenza a Palermo al momento
delle stragi di personaggi del calibro, internazionale , di Stefano Delle
Chiaie, di quello che ha significato per
il nostro paese il 1992, da Mani Pulite
in poi.
Non sono un difensore del CAF, hanno un’enorme
responsabilità politica per quello che è avvenuto in quegli anni, ma con Mani Pulite è stata decapitata una classe dirigente che
riusciva a muoversi con un attimo di autonomia in campo internazionale. Poi in quegli anni è stata svenduta
l’industria di stato, l’ IRI, per
intenderci, peculiarità italiana, sono state poste le basi per quella Delega
esterna, la sudditanza, prona , e autolesionista, a poteri esterni. Perché da
soli “ non ce la facciamo” a diventare un paese moderno…..
Un’interiorizzazione di
sudditanza coloniale. Quello che avviene può essere capito attraverso la
sua temporalità e attraverso la collocazione geografica.
Per me questo è l’orizzonte all’interno del quale si muove
questa latitanza eccellente.
Quando l’hanno arrestato mi sono ricordato un fatto ,una
nota biografica che forse può far capire come procedono queste dinamiche.
Perugia 1983, credo febbraio , o marzo al massimo. Io
studente. Location “ Il Califfo” un
locale all’inizio di via Dei Priori.
Al tavolo a berci una birra , io due amici abruzzesi, una
nostra amica di Monaco di Baviera, e un cecoslovacco, un austriaco, e un
tedesco, studenti all’Università degli Stranieri.
Io incuriosito mi siedo accanto al cecoslovacco , attacco
bottone, aveva fatto il servizio militare nei carristi.
Tutto ok finchè non gli chiedo il suo indirizzo, a Praga, per
andarlo a salutare a luglio. Effettivamente sono stato in Ungheria e Cecoslovacchia quell’anno. Per avere un contatto in loco
Si irrigidì palesemente, cosa strana, tra giovani, non
voleva si agitò subito…..
Capì il giorno dopo quando incrociai l’austriaco su corso
Vannucci.
L’amico era figlio dell’addetto commerciale dell’ambasciata
Cecoslovacca a Berna , Svizzera.
Tutta la sua famiglia aveva chiesto asilo politico in
occidente.
Il padre a tutela della loro incolumità aveva depositato documenti
assolutamente confidenziali, in caveau di qualche banca svizzera.
Se fossi andato a cercarlo a quell’indirizzo di Praga, uno
strano indirizzo alfanumerico , forse falso, sicuramente avrei avuto problemi.
L’austriaco mi sconsigliò vivamente.
Molto probabilmente, la latitanza di Matteo Messina Denaro è stata garantita da
qualcosa , assolutamente importante e coinvolgente a livelli altissimi, tanto
da decretare la condanna a morte di Falcone e Borsellino,
per intenderci, la famosa agenda rossa.
Per concludere , quando leggo un post di Roberto Saviano ,
del 25/09/2023, in cui si asserisce che “ L’Italia continua a essere un Paese a
vocazione mafiosa” penso che Robertino si sia fumato il cervello.
Le mafie , il loro prosperare il loro permanere, il loro
amministrare territori, non si basano su una vocazione antropologica. Il loro
infiltrarsi nella società, corrompendola, trovano le basi e la ragion d’essere,
in quella
area di opacità di
cui parla Stefania Maurizi, quando racconta la storia di Julian Assange.
La corruzione si scopre e viene perseguita, gli esecutori condannati, i mandanti non si conoscono però
, perché forse testimoni di intrecci
indicibili.
Dalla strage di Portella della Ginestra ai giorni nostri,
passando per gli anni di piombo, stragi di mafia. Una scia di sangue di cui non
si conoscono i veri responsabili, quelli che sono a monte di tutto.