"“Il Tradizionalismo è la meno nota tra le maggiori filosofie di oggi. Obiettivo di questo libro è quello di farla conoscere più diffusamente e aiutare a comprendere meglio il suo progetto radicale di ripristino dell’ordine sacro. Il Tradizionalismo è stato usato per incoraggiare il rispetto dell’ambiente, comporre grande musica e ridurre l’ostilità tra i seguaci di religioni differenti. Ma è stato anche impiegato per sostenere cause molto diverse, dall’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti d’America a ciò che molti definirebbero fascismo e razzismo, per non parlare del terrorismo. C’è chi ha incolpato un tradizionalista russo, Aleksandr Dugin, per l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. Questa corrente di pensiero, quindi, deve essere trattata con grande attenzione. Non è sempre un bene diventare un tradizionalista. Sarebbe il caso, tuttavia, che coloro che si oppongono al fascismo, al razzismo e al terrorismo fossero in grado di riconoscere più facilmente il Tradizionalismo, quando esso gli si presenta davanti”. Il Tradizionalismo è una corrente filosofica ed esoterica che nasce come ribellione spirituale contro la modernità: al centro vi è l’idea di una sapienza primordiale, eterna e metafisica insieme, capace di riportare l’uomo a un perduto “ordine sacro”. Due le anime principali: quella contemplativa di René Guénon e Frithjof Schuon, più orientata verso la ricerca interiore, e quella militante di Julius Evola, che ha lasciato tracce profonde nella cultura neofascista europea e che recentemente sta trovando nuova diffusione sia in Occidente che in Russia. Queste idee, diffusesi all’inizio del Novecento per contestare il mondo moderno, stanno conoscendo infatti nuova vita nelle retoriche dei leader nazionalisti contemporanei, alimentando politiche radicali e derive autoritarie. Mark Sedgwick ricostruisce per la prima volta una mappa completa di questo percorso sotterraneo, mostrando come, dalla sua origine in poi, il Tradizionalismo abbia influenzato il pensiero di intellettuali, filosofi e artisti, ma anche di figure politiche di rilievo come Aleksandr Dugin in Russia e Steve Bannon in America, ovvero due dei principali riferimenti culturali dei governi Putin e Trump, uniti dall’idea di una civiltà e di un mondo profondamente differenti da quelli che siamo abituati a conoscere."
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