Papa Leone XIV, al secolo cardinale Prevost, cardinale di
Chicago. Primo Papa nord americano. Agostiniano, quindi frate dell’ordine di
Agostino di Ippona, ordine colto, lui laureato
in matematica , filosofia e teologia.
Ha avuto numerosi incarichi di prestigio a Roma, in
Vaticano.
E’ stato a lungo in Perù, vescovo, addirittura
vicepresidente della conferenza episcopale peruviana.
Ha la cittadinanza peruviana. Quindi conosce assolutamente
bene la realtà spesso drammatica del sud
del mondo. Ha con sé l’odore di pecora, come avrebbe detto papa Francesco.
Non bisogna dimenticare che il papa è a capo, dell’unica
monarchia assoluta , l’unico potere a
vocazione universale della terra. Unisce alla sua vita in Nord America,
l’esperienza in America latina, in importanti istituzioni vaticane , a Roma, e
una cultura di livello molto alto.
Premetto , avendo io
avuto un’educazione laica, di cadere forse in imprecisioni formali, nell’esprimere quello
che penso in questo campo.
Per capirci il vescovo di Lima, in precedenza era il
cardinale Cipriani Thorne , un conservatore, in odore di Opus Dei. Dopo di lui
si è insediato il cardinale Mattasoglio, legato alla teologia della
liberazione, che si dice essere stato un grande sponsor della candidatura di
Prevost al soglio pontificio.
Per capirci la teologia della liberazione mette al centro il
ruolo della chiesa nella società ,
mirando all’emancipazione sociale e politica , dei poveri.
Corrente che prende in America Latina dei connotati
assolutamente politici, non apprezzati in toto da un papa, come Giovanni Paolo
II, invece papa slavo, polacco
anticomunista. Che cerca, riuscendoci , di limitarne l’influenza, per esempio con la nomina a vescovo e
cardinale del conservatore Cipriani, già citato. Allontanando così in quell’area geografica la chiesa
cattolica dai diseredati cosa che ha
aiutato la diffusione delle sette evangeliche nord americane, da cui addirittura proviene Bolsonaro, che è stato presidente
del cattolicissimo Brasile.
Così ci si rende conto , credo , delle sfide che fronteggerà
il nuovo pontefice, perchè dovrà confrontarsi con i protestanti nord americani, spesso
integralisti, molto differenti dai protestanti europei. E gestire la faglia
interna ai cattolici Usa, incarnata dal “neofita” Vance, vicepresidente,
convertito da poco al cattolicesimo.
Che è sintetizzata
dalla differente interpretazione dell’agostiniano concetto di “Ordo
Amoris”.
Cioè i differenti livelli in cui si deve esprimere l’amore
per il prossimo . In soldoni , di chi bisogna interessarsi prima. Per Vance
bisogna privilegiare i cittadini dello
stato(USA), quindi visione identitaria, con rimpatri forzati di immigrati, in
netto contrasto con l’ idea egualitaria che può avere un pontefice che ha fatto
il missionario in Perù.
Il ruolo della chiesa
nel sociale, può essere compreso anche dal nome pontificale che il cardinale
Prevost si è dato, che richiama il Leone XIII della Rerum Novarum, praticamente
la base della dottrina sociale della
chiesa.
Poi ci sono due temi, importantissimi che da subito papa
Leone ha evidenziato, il primo la libertà di stampa, e poi l’intelligenza
artificiale. Collegati e molto tra loro.
La libertà di stampa senza la quale Leone XIV afferma che non ci può essere democrazia. Vedremo come il
pontefice declinerà questo concetto, considerando, al netto dei regimi
autocratici e illiberali , come nelle
“democrazie” occidentali, i tentativi di influenzarla si stanno moltiplicando,
per indirizzare il consenso. Negli
ultimi anni, sono stati moltissimi gli interventi , anche nei social che hanno
mirato a silenziare voci divergenti, per ultimo le pressioni dei servizi
francesi su Telegram, per influenzare le elezioni presidenziali rumene.
La libertà di stampa, concetto importante, deve essere
libertà di chi scrive, ma anche , principalmente, libertà di chi legge e
ascolta.
Come anche il suo
citare l’intelligenza artificiale, il suo utilizzo non etico, pericoloso, che
sicuramente lo metterà in rotta di
collisione con Thiel , Musk e tanti altri, tutti entourage trumpiano, che immaginano un futuro distopico, che ritengono la democrazia un
metodo di governo inefficace ed inefficiente , da superare attraverso l’utilizzo
massiccio della tecnologia. Gli oligarchi del tecnofeudalesimo, come li ha
chiamati Varoufakis per intenderci.
Quindi questo primo papa nordamericano , credo abbia
intenzione di dire la sua , su
argomenti che caratterizzano la linea di
faglia sociale , storica , antropologica ,che stiamo vivendo, in cui si nota
l’assenza assordante della politica, ammesso che ancora esista .
Borrel con la sua infelice affermazione della divisione del
mondo in due parti, il giardino, noi occidentali, e la jungla tutto ciò che sta
fuori, ha sancito la nostra incapacità di capire “gli altri”.
Questo papa ,
dall’alto del suo magistero universale, fatto sostanza dalla sua esperienza ,
riuscirà a colmare la lacuna , così “ magistralmente” espressa dall’ex
commissario europeo?
Sarà capace prima di tutto di comprendere le ragioni di chi
vive nel mondo, al di fuori delle certezze autoreferenziali e ipocrite , che ci
siamo costruite nell’occidente allargato?
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