Manifestazioni venerdì a Tripoli e in Tripolitania ,enormi, che chiedono le dimissioni del premier Dadaiba (nella foto), riconosciuto da tutto l’occidente, Italia inclusa, ma messo lì, non espressione di volontà popolare, e pretendono lo smantellamento delle milizie criminali che lo sostengono. E chiedono di indire finalmente nuove elezioni.
Cerco di procedere con ordine. La situazione politica ,
congelata , in Libia sembra muoversi.
Non è una rivoluzione “colorata” , la gente è scesa in
piazza, per cacciare il governo di Tripoli, che nessuno ha eletto, che si regge
sulla presenza di bande criminali, che si finanziano con il commercio del petrolio esportato
nell’illegalità più assoluta. E che gestiscono la tratta di migranti ,
facendoli vivere in condizioni spaventose.
Tra l'altro le suddette bande hanno incominciato a spararsi
tra loro. Segno di debolezza di tutto un sistema.
Quindi governo assolutamente illegittimo che sopravvive
attraverso il finanziamento , suo e
delle milizie criminali che lo proteggono.
Tra l'altro ricordate il caso di Al Masri qualche mese fa? Ricercato dalla Corte Penale
Internazionale per crimini contro
l'umanità, torturatore di migranti. Silenzio del governo, putiferio delle
opposizioni , finchè Minniti ex ministro dell'interno, lapidario,
sentenzia che si sarebbe dovuto mettere
il segreto di stato.
Perché?
Semplicemente perché lo , e con lui tutte le milizie, lo
abbiamo finanziato per gestire , da par suo il problema degli schiavi che
incanala verso l'Europa, verso di noi.
Le milizie oltre a essere i pretoriani di un leadership di non eletti, sono anche i nostri referenti
nella gestione della immigrazione attraverso il Mediterraneo, anche se sono dei
torturatori, degli estorsori, dei banditi a tutti gli effetti.
La transizione democratica, i libici la pretendono
attraverso libere elezioni che dai
sondaggi dovrebbero portare al potere
Saif Gheddafi, figlio del Rais, nome impronunciabile in occidente.
Impronunciabile anche perché , se eletto , unificherebbe la
Libia, che finirebbe di essere un stato mafioso, accettato e alimentato da noi
occidentali in quanto tale. Finirebbe la Libia di essere un burattino nelle
nostre mani.
Che insieme al AES, Alleanza degli Stati del Sahel, Mali,
Burkina Faso, Niger, forse presto Senegal e Costa D'Avorio, contrastando i
terroristi a sud del Sahara, aiuterebbe la lotta , quella reale, legittima,
contro la nuova tratta degli schiavi.
L'Africa agli africani, finalmente, senza doppi standard
imposti dagli occidentali, la fine, reale, del colonialismo.
Una fascia dal Mediterraneo, verso sud, che pensa di uscire
una volta per tutte dal sottosviluppo, in cui l'unica possibilità data ai
giovani è stata sempre offrirsi ai criminali per emigrare in Europa, dove
ingrossare le fila di un sottoproletariato servile.
Funzionale al sistema in cui cui noi viviamo.
In tutto questo un governo italiano, come tutti quelli che
lo hanno preceduto, silente, che ha puntato sulla pedina sbagliata e che , ha
permesso ai Turchi che invece hanno le idee chiare, e si stanno muovendo con
grande spregiudicatezza, di tornare in Libia da dove mancavano dal lontano
1911, cacciati proprio da noi.
Il governo italiano si allinea più con gli stati baltici,
guerrafondai, e disinteressati al nostro destino, piuttosto che pensare ai
nostri interessi , come geografia insegna.
Per concludere invito ad una riflessione.
Non può non essere notato che una protesta importante, che
riempie piazze, che pretende di liberarsi dal giogo di milizie criminali, e
chiede a gran voce elezioni, tutte in sintonia con ciò che è propugnato
dall'occidente dei valori, da noi, passi sotto silenzio della maggior parte
della stampa.
Il comportamento della stampa, quando agisce all'unisono è
un indicatore degli umori di chi manovra realmente i fenomeni.
Il suo silenzio, colpevole, forse significa il tentativo di
congelare ciò che accade, in attesa di elaborare una strategia nuova.
Per contrastare un cambiamento che non può più essere
rimandato.
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