Niente paura, non è così, lo spero proprio.
Ma di fronte al
Rearm Europe della Von der Leyen, una
persona con un attimo di spirito critico , rimane senza parole.
Come sono rimasto senza parole quando ho visto chi ha votato a favore nel parlamento europeo, sia come gruppi politici italiani, sia come parlamentari. Chiaramente non dico che penso dei partiti che appoggiano questa politica.
Di fronte ad una
chiarificazione degli obbiettivi statunitensi, che non esprimono un cambiamento
sostanziale, c’era da aspettarselo, ma solo formale , l’Europa ha risposto,
come ci ha abituato la classe politica del vecchio continente, che tra l’altro
ci meritiamo , nella maniera solita , più lealista del re.
A fronte del ritiro sbandierato da Trump, che ritiro non è,
solo riposizionamento, i nostri eroi di Bruxelles e Strasburgo, pensano di
compensare questa “mancanza” , con
investimenti imponenti nel campo della difesa. Per la maggior parte investimenti
del singolo paese, però, anzi è conferma di questi giorni, indirizzando il
risparmio privato per finanziare l’acquisto di armi (americane). Oro alla
patria!
Denaro , almeno per noi
italiani, per la maggior parte preso in prestito , coinvolgendo i fondi
tentacolari come Black Rock, che
finiranno per colonizzarci definitivamente.
Se l’automotive poi ha intenzione di riconvertirsi al
militare , come dicono di voler fare Wolkswagen e Stellantis, c’è da preoccuparsi.
Loro quando c’è odore di
profitti facili, vedono lontano, e i soldi facili attirano i pescecani , come
venivano chiamati i profittatori di guerra un secolo fa.
Ripeto sempre che Trump
per me non è pazzo, ha solo cambiato
forma all’utilitarismo americano.
Diceva Kissinger, gli Usa non hanno nemici,
hanno interessi. Lo diceva anche Carl Schmitt.
Il sistema basato sulle
regole, la autoproclamata superiorità dei sistemi democratici occidentali, non
era più difendile, con guerre infinite, il
“caos creativo” di Condoleeza
Rice” , ha prodotto solo caos ,
ed è stato per loro solo una voragine di denaro, e di credibilità
internazionale
E ora si vuole formare
l’ennesima coalizione dei “volenterosi” , guidata dalla Gran Bretagna, il
proconsole Usa nel vecchio continente, da una parte per dimostrare fedeltà ad
una visione, le democrazie contro le
autocrazie, dall’altra sembrare di volersi rendere indipendenti dall’ombrello americano.
Il problema è che l’
Ucraina sancisce la sconfitta della Nato. E quest’ultima non sa come uscirne.
Sconfitta sul terreno,
sconfitta come complesso militar industriale.
Sconfitta anche come portatrice di valori “superiori”,
valori democratici contro dittatura.
Prego chiedere a Georgescu in
Romania.
A ‘ste cose non ci crede
più nessuno, credo neanche chi le dice.
Trump è il prodotto di
un’insostenibilità. Prodotto di una crisi statunitense gravissima, sociale come
economica, e di leadership globale, il
sistema neoliberista a guida anglosassone
dà segni di cedimento.
Lui con un atteggiamento “antipolitico” prende,
apparentemente le distanze dalle amministrazioni precedenti, e dalla loro
filosofia.
Donald ha un approccio
completamente nuovo, battute a effetto, sconfessate il
giorno dopo.
Non bisogna dimenticare
che prometteva di far terminare la guerra il primo giorno del suo insediamento.
Sono passati due mesi e la Russia continua ad avanzare .
Stesso dicasi per la
Palestina.
La tattica di Trump è
quella di creare confusione, false aspettative, è come se cambiasse maschera
ogni volta.
Questo
crea sconcerto nella pubblica
opinione, ne svia l’attenzione, non la
fa pensare.
Il nuovo inquilino della
Casa Bianca dice che l’Europa deve potersi
difendere da sola.
Dice di voler diminuire
il contingente Usa di stanza in
Germania, ma molto probabilmente per spostarlo in Polonia .
Tratta con i russi, e la
sua loquacità , stride con la
comunicazione misurata del Cremlino.
Tratta con i russi e con
l’ Ucraina, separatamente, senza coinvolgere l’Europa, mai.
L’atteggiamento
dell’Europa è a prima vista delirante.
Per me è delirante, voler
mantenere gli impegni assunti , quando si agiva di concerto con l’amministrazione Biden.
L’azionista di
maggioranza vuole, dice di volere, ritirarsi, e quello di minoranza rimane con
il cerino in mano.
La von der Leyen si fa portavoce di una corsa al riarmo
europeo di 800 miliardi di euro. Con dei distinguo però.
Perché non si preme per una difesa comune europea, improponibile , e tutti lo sanno, perché
l’Unione non è una realtà politica. Un esercito ha bisogno della politica, di
direttive politiche.
La commissione vuole che i paesi europei , guidati dalla gran
Bretagna aumentino la spesa militare. Come ho già detto questo porterà ad indebitamento pesante , chi più, chi meno e una militarizzazione
della società, tendenza già apparsa durante la pandemia, ricordate i giornali ,
le tv che ripetevano “siamo in guerra”.
In una società in crisi
l’importante è trovarsi un nemico, qualcosa di esterno negativo, insieme alla comunicazione manovrata , dà
consenso a chi comanda.
Il pretendere un aumento
delle spese militari, acquistando americano, non denota disinteresse nei
confronti dell’Europa, da parte dei nostri amici d’oltre oceano, fa capire che
l’interesse continua , solamente declinato in termini molto più crudi.
Perché come non mi stanco
di dire, l’acquisto di sistemi d’arma avanzati, rende dipendenti da chi te li
vende.
Per spiegarmi meglio, gli
F 35 , di cui ho già parlato, dipendono da software americani “ revocabili”. Questo per tutti gli
operatori, escluso che per Israele, unico stato che può istallare software
nazionale, che controlla direttamente.
Pensate alla Turchia che
ci ha scalzati dalla Libia, il trattato tra Berlusconi e Gheddafi lo ricordate?
Sta sviluppando un’industria militare autonoma, droni e
quant’altro, per cercare di proteggersi da pressioni esterne, visto la politica
spregiudicata che conduce.
Secondo il rapporto di
Nuclear Ban Monitor su 100 testate nucleari americane presenti in Europa 45 sarebbero stoccate in italia, a Ghedi , 10
o 15, a Aviano 20 o 30. Quindi quasi la metà di quelle presenti nel nostro
continente. Se si aggiunge l’acquisto della rete Tim da parte del fondo KKR,
generale Petreus, ex Cia, e le trattative per le comunicazioni satellitari, che
il governo italiano sta conducendo con Star Link, beh…l’interesse per il nostro paese c’è e si vede.
Tutto questo fa capire
l’importanza del nostro territorio, all’interno di una visione egemonica, in
cui noi italiani perdiamo pesantemente autonomia in settori strategici, come la
difesa e le comunicazioni.
Se aggiungiamo la
possibile riapertura del Nord Stream 2,
e l’interesse americano ai gasdotti ed oleodotti che attraversano l’Ucraina per
rifornire l’Europa , ventilata in questi
giorni, ci rendiamo facilmente conto, come i nostri spazi di manovra “autonomi”
si sono molto ristretti.
Ci potrebbero chiudere il
gas se avessimo politiche non allineate ai guardiani dei tubi .
La politica estera della
prima repubblica ,di Moro, di Craxi di Andreotti, di Fanfani, non sono più di
un ricordo.
Il Rearm Europe
non significa autonomia, va interpretato in un quadro di maggiore
dipendenza dal nostro “alleato” di oltre oceano.
Trump e la sua
amministrazione continua a dire che i colloqui con i russi sono proficui , ed è
vero , perché con l’amministrazione Biden i contatti con Mosca si erano
interrotti.
Ma di fronte ad una
amministrazione americana che vuole dare una svolta, perché ha capito che
l’Ucraina è
periferia ed è una sconfitta, Putin,
scacchista , concede qualcosa, ma sicuramente chiede altro, per esempio blocco della coscrizione forzata, fine degli
attacchi in profondità in Russia, fine degli aiuti militari, e fine
dell’intelligence occidentale, per impedire il riarmo di Kiev.
È stanno sicuramente
parlando di altro, come l’Artico, l’Iran etc.
Senza di noi europei.
Intanto sia intelligence occidentale , sia aiuti militari continuano ad arrivare, in Ucraina.
La guerra , secondo Clausevitz, è il proseguimento della
politica con altri mezzi, ma la diplomazia, e ora ne stiamo vivendo un esempio
da manuale, è guerra combattuta senza spargimento di sangue, ma ugualmente
crudele, che risponde a precisi rapporti di forza .
La Russia non può
fermarsi perché sta vincendo, e sta, almeno in parte sanando il vulnus di aver
perso l’Ucraina nel 2014, come la Nato non può accettare di stare perdendo la
guerra.
Le due superpotenze
nucleari si stanno accordando, in un mondo che si sta modificando molto
velocemente, anche di conseguenza agli eventi
che sono in corso. Parlo dei Brics , dedollarizzazione ,e sanzioni.
Della sofferenza inflitta
al popolo Ucraino non importa a nessuno,
men che mai a chi ha provocato tutto ciò.
Su tutto questo , svetta
la piaggeria di un Europa, che non si riesce a svicolare da un racconto che la sta portando al suicidio, un racconto ,
che i popoli hanno capito, ma chi li governa sembra di no.
Succede che in Italia ,
sabato 15 marzo, c’è stata una manifestazione per l’Europa, organizzata dai
partiti dell’opposizione , pagata dal comune di Roma, ispirata da Michele
Serra.
In pratica per appoggiare
la corsa al riarmo. E per supportare questa “ chiamata alle armi”, si sono
avvicendati sul palco , intellettuali, che con discorsi francamente imbarazzanti, si sono
messi a disposizione dell’evento. Erano lì per dare spessore .
Che dire di Scurati, con
la sua riscoperta delle virtù guerriere, per lui messe in ombra, affievolite da 80 anni di
pace, o Vecchioni che parla da suprematista europeo, portando
argomentazioni che alla fine dell’800
giustificano l’”epopea” coloniale, la civilizzazione dei selvaggi di mezzo mondo da parte di noi
europei. Per delicatezza non parlo di Benigni e della sua valutazione degli
ultimi 5000 anni di storia dell’umanità.
Gli interventisti della
prima guerra mondiale, correvano ad arruolarsi , come Ernst Junger, e Benito
Mussolini, quelli di oggi vogliono spingere gli altri a farlo.
È non mi si venga a parlare
dei tanti distinguo alla Fratoianni
maniera, perché essere lì voleva dire di
essere d’accordo con le politiche della commissione europea , e quindi con il
riarmo.
Una sinistra allineata al
vincolo esterno, come è stata allineata alle politiche monetariste che ci hanno
strozzato, la stessa sinistra che non sta muovendo un dito sul genocidio
sionista in Palestina, concorde , di fatto con le idee espresse dal ministro
degli esteri Tajani.
Uniformità con il governo
.
Che riscopre i suoi
doveri di opposizione, con la bagarre in aula , dopo le parole di Giorgia
Meloni sul manifesto di Ventotene .
Una “false flag”
rassicurante per tutti, che offre una ragione di esistere all’opposizione, solo sulle ca**ate.
Notizia di oggi, la
Linke, partito di sinistra tedesco non ha fatto mancare i suoi voti al
Bundesrat per far passare la politica di
riarmo in Germania .
Questa è la sinistra in
Europa. A questo si è ridotta .
Sara Wagencnecht, e il
suo partito non lo avrebbe fatto. Purtroppo per un pugno di voti non è entrata
nel parlamento tedesco.
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