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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

venerdì 9 maggio 2025

Papa Leone XIV visita il palazzo dove viveva e firma la Bibbia a una bambina

Il vescovo Anselmi: grato per elezione Leone XIV, un discorso di grande portata

Le prime parole del Papa: "La pace sia con voi", la folla grida "Leone, Leone"

L'INTELLIGENCE OCCIDENTALE HA AVUTO UN RUOLO NELL'ULTIMO ATTACCO TERRORISTICO IN KASHMIR? - Giubbe Rosse News

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I caccia indiani abbattuti da jet di fabbricazione cinese - Contropiano

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Missile sullo scalo di Tel Aviv, i sistemi Arrow e Thaad falliscono: "Non lo hanno visto arrivare"

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L'esperienza della Moneta Fiscale e le lezioni per il futuro | La Fionda

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Pakistan, Yemen, Gaza, Sudan: LA GUERRA E’ OVUNQUE

Habemus papam: Leone XIV

India e Pakistan sull’orlo di un conflitto - Globally

#habemuspapam la pace sia con voi! Ma non c è pace. C' è odio e menzogna #Gazagenocide

Cossiga, il numero uno dei lobbisti delle armi

Il Giorno della Vittoria, la Russia celebra sé stessa - il podcast di ‪@LimesGeopolitics‬

giovedì 8 maggio 2025

Il testamento di Lenin. Storia segreta di una lettera non spedita di Luciano Canfora (Fuoriscena)

La politica è fatta di falsificazioni, tradimenti, lotte per il potere senza esclusione di mezzi. Il cosiddetto «Testamento» di Lenin riassume in modo straordinario questi aspetti.


Già in precarie condizioni di salute, tra il dicembre del ’22 e il gennaio del ’23, il leader bolscevico compose una lettera al Congresso con la clausola che fosse letta solo dopo la sua morte. Un documento formalmente e sostanzialmente ambiguo, nelle cui pieghe si annidano le sue ultime volontà riguardo alla successione al vertice del Partito. E proprio perché ambiguo, tale documento fu impugnato dai potenziali candidati nel tentativo di trarne un vantaggio, diventando così un elemento determinante nello scontro politico che si era aperto già prima della morte di Lenin, polarizzandosi sulle figure di Stalin e Trockij. «Un giudizio su Stalin, Trozki, Zinovief e Kamenef: tutti diseredati» titolò il «Corriere della Sera». E coglieva il punto: in quel testo si tracciava «un profilo a somma zero di tutti i principali dirigenti», scrive Canfora. Perché Lenin agì in questo modo? Perché, dopo aver indicato nella «scissione» il principale pericolo per il Partito, creò le condizioni perché quella scissione si verificasse? L’investigazione di Canfora cerca una risposta a questi interrogativi «facendo parlare» il Testamento attraverso fonti di prima mano: ne ricostruisce la genesi e le varianti, ne segnala le sottili ma evidenti manipolazioni, ne segue le tracce mentre le varie versioni si diffondono nella stampa internazionale, con le connesse edizioni lacunose e traduzioni forzate, per concludere che «raramente un documento ha avuto una storia testuale così inquinata e falsificatrice». Ma questa storia, proprio perché così problematica, ci porta al nodo di una riflessione molto più ampia sulla natura del potere, sulla leadership e sui meccanismi con cui si trasmette: una storia in cui i caratteri e le capacità personali, persino gli «scatti d’umore», giocano un ruolo imponderabile, ma che può rivelarsi decisivo




Da Napoli l'onda per mandare #tuttiacasa Sionisti e complici – Ft Luigi De Magistris

CHINA AIRLINES 611: L'ULTIMO VOLO

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ALESSANDRO ORSINI DEMOLISCE VON DER LEYEN IN DIRETTA: L'EUROPA È SOTTO CONTROLLO USA?

Le ragioni dello scontro armato tra India e Pakistan. La politica dei dazi colpisce Hollywood.

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Conte ai giornalisti: "Ma Meloni è fuori di testa? Supercazzola sul 2% del Pil in armi"

mercoledì 7 maggio 2025

Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza (Fazi)

 A cura di Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini, Leonardo Tosti

Prefazione di Ilan Pappé
Con interventi di Susan Abulhawa e Chris Hedges
Traduzione dall’arabo di Nabil Bey Salameh
Traduzione dall’inglese di Ginevra Bompiani ed Enrico Terrinoni

Il libro è anche un’iniziativa concreta di solidarietà verso la popolazione palestinese. Per ogni copia venduta Fazi Editore donerà 5 euro a EMERGENCY per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza.

«Un'antologia di autori palestinesi, alcuni uccisi durante il conflitto della Striscia, dà conto di una produzione che nasce consapevole della propria inutilità. Eppure versi composti in condizioni estreme rilanciano il valore della testimonianza.» - Daniele Piccini, La Lettura

«Posso scrivere una poesia / con il sangue che sgorga». - Yousef Elqedra

«La libertà per cui moriamo / non l’abbiamo mai sentita». - Haidar al-Ghazali

«La poesia nella mia prigione / È nutrimento / È acqua e aria». - Dareen Tatour

«Se devo morire, / che porti speranza, / che sia una storia». - Refaat Alareer


La poesia come atto di resistenza. La forza delle parole come tentativo di salvezza. È questo il senso più profondo delle trentadue poesie di autori palestinesi raccolte in questo volume, in gran parte scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, nella tragedia della guerra in Palestina, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si è costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Come evidenzia lo storico israeliano Ilan Pappé nella prefazione, «scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilità di morire ogni ora eguaglia la loro umanità, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e da una distruzione di inimmaginabile portata». Queste poesie, osserva Pappé, «sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma è impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno». «Ma questa raccolta non è solo un lamento», nota il traduttore Nabil Bey Salameh. «È un invito a vedere, a sentire, a vivere. Le poesie qui tradotte portano con sé il suono delle strade di Gaza, il fruscio delle foglie che resistono al vento, il pianto dei bambini e il canto degli ulivi. Sono una testimonianza di vita, un atto di amore verso una terra che non smette di sognare la liberta`. In un mondo che spesso preferisce voltare lo sguardo, queste poesie si ergono come fari, illuminando ciò che rimane nascosto». Perché la scrittura, come ricordava Edward Said, è «l'ultima resistenza che abbiamo contro le pratiche disumane e le ingiustizie che sfigurano la storia dell'umanità». Per ogni copia venduta Fazi Editore donerà 5 euro a EMERGENCY per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza. Prefazione Ilan Pappé. Con interventi di Susan Abulhawa e Chris Hedges.


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