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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
venerdì 28 febbraio 2025
giovedì 27 febbraio 2025
mercoledì 26 febbraio 2025
martedì 25 febbraio 2025
lunedì 24 febbraio 2025
A Washington c’è un nuovo sceriffo ... Intervento di Leonardo Elia
“ A Washington c’è un nuovo sceriffo” con Trump.
Credo che può bastare come incipit del discorso di Vance a
Monaco
Che dire del suo
intervento ? E delle sue conseguenze chiaramente.
Il vicepresidente americano ha marcato, è chiaro a tutti , una
soluzione di continuità della politica del suo paese con l’Unione Europea, in
maniera così netta da provocare un vero e proprio “zeitenwende”, come direbbero
i tedeschi, un punto di svolta, nelle relazioni con l’Europa.
Apparentemente annunciando il disimpegno degli Usa dallo
scacchiere europeo, incluso il conflitto ucraino.
Trump che definisce Zelensky “dittatore e comico mediocre”,
la dice lunga, non ricordo la risposta del presidente ucraino, perché le parole
dell’americano hanno un peso molto maggiore.
Ma è il vicepresidente
“cow boy” durissimo con l’Europa, che
accusa di aver dimenticato i suoi valori fondanti.
Vance è andato giù
pesante e mirato! Da notare che i valori condivisi traditi dall’ Europa,
censura, pandemia, immigrazione incontrollata, Ucraina, almeno in parte, giustificano il forte
astensionismo elettorale dalle nostre parti. Una sponda importante, per l’area
del dissenso in Europa, specie quella che si colloca a destra.
Argomenti cari anche alla destra americana, come l’ attacco
al diritto di aborto, e all’immigrazione incontrollata, con il Regno Unito,
secondo lui , tra pochi anni ,prima nazione islamica d’Europa, colpa attribuita
ai laburisti, chiaramente, alla sinistra. Cosa ci sia di sinistra in Starmer ,
francamente non so.
Si dimentica comunque
che l’immigrazione è stata voluta e incentivata dai governi conservatori
precedenti.
Politiche migratorie importanti sono state assolutamente
trasversali, in ragione di una
richiesta di manodopera a basso costo, servile aggiungerei.
A me sembrano più interessanti però due passaggi di quello che ha detto Vance, specialmente
come li ha gestiti, e quello che ha dimenticato di dire.
Uno sulla illiberalità ,ipocrita, del Digital service Act e
l’altro sull’intervento nelle elezioni in Romania.
Il Digital Service Act, è una normativa che istituzionalizza
il controllo sulla rete, e si basa su commissioni apposite che
definiscono quello che è “disinformazione”.
In pratica un blocco di tutte le voci dissenzienti, cosa già vista ,
anzi che ha preso forma, al tempo della pandemia , quando chiunque ,anche ricercatore
autorevolissimo, avesse dei dubbi sulla sua gestione, veniva emarginato, o
peggio reso impossibilitato a comunicare. Stesso clichè che le istituzioni
hanno applicato sia per la guerra in Ucraina, sia nei confronti del genocidio in atto in Palestina. Le voci
dissenzienti sono state emarginate, se non azzittite. O uccise come le
centinaia di giornalisti assassinati dagli israeliani, senza che l‘autodefinito
Occidente collettivo, dei valori per
intenderci, alzasse un dito. E’
memoria corta ,perché questi “filtri” erano orchestrati da ambienti legati
alle amministrazioni americane precedenti.
Cambiato vento a Washington, Zuckerberg, ha prontamente
licenziato i fact checker , protagonisti di questi momenti resi tristi, anche
dal carico di menzogne e da colpevoli silenzi.
Altro argomento toccato da Vance, è l’annullamento delle elezioni in Romania ,
che vedevano in vantaggio nettissimo Giorgescu, un candidato anti EU, ma anche
contrario al coinvolgimento del suo paese nella guerra in Ucraina. Addirittura
questo intervento rivendicato da un ex commissario europeo , Thierry Bresson,
in maniera esplicita, che alla fine arrivava a minacciare di uguale trattamento
i tedeschi, se avesse vinto l’estrema destra di Afd le elezioni del 23
febbraio. Udite , udite! Questo è delirio di onnipotenza. Anzi delirio e basta!
Anche qui palese memoria corta, semplicemente perché la Casa Bianca, inquilino Biden, con i
burattinai neocons, era al corrente e appoggiava queste operazioni, come già
fatto nel 2014 a piazza Maidan, l’accelerazione di tutti i guai dell’Ucraina.
Tutte queste manovre più o meno coperte,
avevano come mandanti agenzie di oltre oceano,
le istituzioni europee davano una copertura e le bandiere dell’Europa da
sventolare nei vari tentativi di
rivoluzione colorata degli ultimi anni.
Tutto questo ,provoca sconcerto tra i presenti a Monaco, che
culmina , con il pianto , con la commozione del presidente della conferenza, il
tedesco Heusgen, che non fa altro che sublimare , pateticamente, uno sconforto
diffuso nella platea.
Sconforto da abbandono, come quando in una coppia, uno dei
due lascia l’altro coniuge.
In pratica, Vance
dice : vi abbiamo sempre finanziato, permettendovi spese militari basse, perché
ci siamo accollati l’onere della vostra difesa, ora che vi siete allontanati
dai valori condivisi, e quindi da noi, dovrete
aumentare le spese militari, le armi sapete dove comprarle , sennò anche l
‘Europa sarà sanzionata, e dovrete fare da soli, con un cattivissimo Putin ,
con cui noi comunque ci stiamo
accordando, senza la vostra presenza.
Dimenticando che tutto, mi ripeto, dico tutto, quello che addebita all’ Unione Europea, i
valori condivisi traditi, è stato fatto in assoluta sintonia , obbligata, con la passata amministrazione USA, quella di
Biden, e anche di Obama, dei Clinton .
Un’adesione convinta al vincolo esterno.
Vance ci ha fatto fare la figura del servo sciocco.
Tra l’altro un governo non risponde anche dell’operato di
quelli precedenti ? Egemonia vuol dire
questo, scaricare, o tentare di farlo,
una crisi, sociale, economica, anche di proiezione di potenza, una crisi
importante, sugli altri, sugli alleati.
A questi attacchi, l’Unione Europea risponde facendo
quadrato. Ma non cercando, rivendicando un’autonomia nel campo della difesa,
nel voler ridiscutere la presenza americana nei nostri territori,
principalmente nel mettere in piedi dei trattati di sicurezza che non possono
prescindere dalla presenza della Russia nel nostro continente, dal ristabilire
rapporti economici con Mosca.
Lasciando stare le baggianate, anche quando le dice
Mattarella, che in pratica parlano del rischio dei Cosacchi a Lisbona.
Invece l’Unione Europea
persevera, pretendendo dai governi nazionali un aumento di spese
militari, un’ottica bellicista basata sul nulla, che in un momento di crisi
economica , generata dalle ripercussioni della crisi ucraina, non fa altro che
renderci sempre più poveri, e dipendenti
dagli Usa.
Invece di usare l’arma della diplomazia in cui l’Europa è
maestra, e lo ha dimostrato fino a non molti anni fa, dove sa muoversi bene, si cerca di esprimere un atteggiamento guerrafondaio , totalmente
autolesionistico, specie se riferito a crisi che si collocano praticamente ai
nostri confini. Atteggiamento, mi ripeto, da servi sciocchi.
Gestito da una classe politica di livello bassissimo.
Le parole di Vance nella loro durezza, nascondono debolezze,
che si paleserebbero se gli uomini e le
donne che ci rappresentano avessero
lungimiranza politica, ma forse è chiedere troppo.
Come aspetto di sapere
, quello che diranno i russi, che per ora non parlano, del procedere dei colloqui con gli americani.
Consci dei rapporti sempre più stretti con la Cina, della
presenza dei Brics, del percorso di dellorarizzazione, che iniziato, tra mille
difficoltà sta procedendo, e suscita preoccupazioni oltreoceano.
Dimenticavo Putin
accetterebbe l’Ucraina in EU, la patata bollente ce la lascia. Giustamente è
inflessibile sul suo ingresso nella Nato. Ammesso che quest’ultima continui ad esistere in futuro.
Di certo Trump vuole, come crediti di guerra, avere la disponibilità sulle cospicue risorse
ucraine, e per centinaia di anni. Un’occasione permettere in ginocchio Kiev, e
renderla dipendente, per sempre.
In un prossimo intervento parlerò di quello che ha detto
Vance sull’ AI.
presentazione del libro “Europa, NATO e… la guerra continua”
Promosso da ANIEF, COBAS, PeaceLink e I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
Con il Patrocinio del Comune di Lecce, Regione Puglia, Biblioteca Bernardini, Polo Biblio Museale di Lecce, Provincia di Lecce, Puglia Culture
Martedì 25 Febbraio 2025, alle ore 18.00, alla Biblioteca Bernardini, in Piazzetta Carducci, a Lecce, in occasione della presentazione dei libri di Fabio Mini, “L’Europa in Guerra” e “Ucraina, la guerra e la storia” di Fabio Mini e Franco Cardini editi da PaperFirst, si terrà l’incontro “Europa, NATO e… la guerra continua” con il Generale FABIO MINI (Generale di Corpo d’armata, già capo di Stato Maggiore del Comando Nato per il Sud Europa), uno dei maggiori esperti di Geopolitica in un confronto franco e riflessivo con ALESSANDRO MARESCOTTI, Presidente di Peacelink, impegnato da anni per la Pace e la smilitarizzazione.
Modera e coordina la giornalista Alessandra Lupo, dialogano l’avvocato Maurizio Buccarella, il dottor Leonardo Elia, Diletta Mili del GT Lecce M5S, Mina Matteo, COBAS scuola.
L’Europa è sempre più smarrita, umiliata. È cambiata la sua narrazione, quella di un soggetto che si voleva pacifico, unitario e solidale, ora appare sempre più diviso e frammentato, senza una politica estera comprensibile. Oggi parla il linguaggio della corsa al riarmo, alla militarizzazione in nome della sicurezza, fino all’escalation nucleare. E mentre cambiano gli scenari, le alleanze, le minacce, procediamo di guerra in guerra: economica, commerciale, militare, digitale, spaziale.
Anche il paradigma della NATO è cambiato, sempre più estesa, allargata e da difensiva è divenuta aggressiva, pronta all’attacco. Per far fronte a sempre nuove minacce, vere o presunte, ai 32 paesi membri chiede più spese e investimenti in armamenti. Intanto, il depotenziamento militare della Russia, dopo la fine del conflitto con l’Ucraina – che speriamo a breve -, e il crollo economico dell’Europa, si aprono scenari geopolitici inediti e preoccupanti.
Come incerto e sempre più disperato appare il destino del popolo Palestinese abbandonato da tutti e privato, dopo un genocidio, anche della sua terra.
(Generale FABIO MINI - nella foto)
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