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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

giovedì 29 febbraio 2024

Manic Street Preachers - Stay Beautiful

POLI BORTONE, “LA CITTÀ NON MI PIACE. RAPPORTI OTTIMI CON PAGLIARO E LISI”

IL MOVIMENTO SPONTANEO AGRICOLTORI SI COSTITUISCE IN ASSOCIAZIONE

In Transnistria, sul confine che non esiste (sulla carta). Aspettando Mosca

Truppe e armamenti, Europa verso la guerra? La diretta con Peter Gomez

A Gaza paracadutati dal cielo aiuti umanitari: è la prima volta dall’inizio della guerra

Alberi caduti e strade allagate a Vicenza, la rassegnazione dei residenti: «Ci attrezziamo,...

Il pendolo della guerra favorevole ai russi - Notizie dall'Ucraina - Podcast

Umberto Terracini. Un comunista solitario di Claudio Rabaglino (Donzelli)

 Umberto Terracini può a buon diritto essere considerato uno dei personaggi più significativi della vicenda politica del Novecento italiano, del quale ha attraversato molti dei momenti più importanti. Per la prima volta, un libro ne ricostruisce per intero la biografia: dagli anni formativi dell’adesione al socialismo alla fondazione dell’«Ordine Nuovo» con Gramsci, Togliatti e Tasca, poi la scissione di Livorno, vissuta da protagonista, e la militanza nel Partito comunista, del quale fu subito un dirigente di spicco. Passato attraverso il carcere, il confino, il doloroso allontanamento dal partito, la guerra e la Resistenza, fino ad approdare alla carica di presidente dell’Assemblea costituente, che gli concesse il privilegio di apporre la sua firma in calce al testo della Costituzione repubblicana. Figura di grande spessore umano e morale, continuò negli anni successivi ad assumere posizioni originali e controcorrente, ad esempio negli anni settanta, quando si oppose con forza alla politica del compromesso storico voluta da Berlinguer, e nel periodo più cupo del terrorismo, durante il quale si distinse per la sua posizione in difesa della vita di Aldo Moro, schierandosi a favore della trattativa con le Brigate rosse per la liberazione del prigioniero. Altrettanti spunti che, come scrive Aldo Agosti nell’introduzione al volume, fanno dell’avventura umana e politica di Terracini «una storia affascinante». Introduzione di Aldo Agosti.




Come monetizzare 4/8 - Audiolibro integrale!

mercoledì 28 febbraio 2024

IL CENTRODESTRA CHIUDE SU ADRIANA POLI BORTONE

Manganellate a Pisa, l'intervento del prof Barbero: "C'è chi ha voluto zittire le proteste"

Netanyahu e Hamas contro Biden - Israele Hamas - Podcast

Bruxelles, tensione tra agricoltori e polizia che lancia lacrimogeni

Conte contestato al presidio degli studenti in piazza a Roma: «Quando eri al governo, ci hanno...

Corea del Sud. The passenger. Per esploratori del mondo con le illustrazioni Edoardo Massa e Michael Park Jun (Iperborea)

The Passenger è una raccolta di inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contemporanea di un luogo e dei suoi abitanti. Protagonista di questo volume è la Corea del Sud.


Mai nella sua storia la Corea del Sud ha avuto tanto successo sulla scena mondiale, e mai dall’inizio dell’era democratica la sua società è stata così polarizzata. Il divario tra l’immagine patinata e innovativa che il paese dà di sé all’esterno grazie ai suoi prodotti più esportati, dai semiconduttori al k-pop, e quella che è la vita quotidiana per milioni di coreani assediati da pressioni familiari e sociali, aspettative collettive, standard estetici, affitti esorbitanti e lavori precari, sembra a tratti incolmabile. Così come appare inconciliabile la differenza con cui le due tribù politiche in cui si divide il paese interpretano la storia: da una parte la battaglia contro il comunismo, che è il credo dei conservatori pro americani, dall’altra la lotta contro la dittatura di cui sono eredi i democratici, aperti al dialogo con Pyongyang e ferocemente antigiapponesi. È anche la folle velocità con cui si è trasformato il paese, tra i più poveri al mondo settant’anni fa, a provocare fratture in una società etnicamente quasi omogenea, votata alla cultura del ppalli ppalli, «in fretta in fretta», ma lenta ad adattarsi a una tale «modernità compressa». Ne pagano il prezzo i giovani, soprattutto le donne: molte hanno deciso che non sono più tenute a comportarsi come vorrebbero i loro padri e mariti, esacerbando il problema forse più complesso che la Corea deve affrontare, il crollo del tasso di fertilità. L’incapacità del governo, nonostante innumerevoli tentativi, di invertire questa tendenza intacca la dimensione quasi epica che lo stato coreano assume in certe narrazioni, di demiurgo che crea la nazione con i suoi piani quinquennali e la sacra alleanza con i chaebol a trasformare quei piani in prodotti esportabili sempre più sofisticati. Anche l’ondata di soft power coreano che ha travolto il mondo viene spesso raccontata attraverso le politiche commerciali di un governo lungimirante. Il rischio è di dimenticarsi del fattore più importante della trasformazione della Corea del Sud, e cioè il lavoro, il sacrificio, la creatività, la capacità di innovare e la volontà di una popolazione orgogliosa, mai soddisfatta, mai appagata, sempre pronta a scendere in piazza per cambiare le cose – governi, sistemi economici, discriminazioni –e dare al paese una direzione nuova.



Come Monetizzare: AUDIOLIBRO COMPLETO [3/8]

Paul Weller - Peacock Suit (Official Video)

martedì 27 febbraio 2024

Roma, tensione al Viminale: gli studenti sfondano il cordone e arrivano davanti al ministero

L'inchiesta a Pisa, pm puntano su catena di comando

The Lightning Seeds - The Life of Riley (Official Video)

La rabbia degli agricoltori europei: a Bruxelles contro le logiche neoliberiste

Sardegna, Mieli: "Rischia solo Giorgia Meloni. Può fare una figuraccia simile a Salvini in ...

La donna della bomba atomica. Storia dimenticata di Leona Woods, la fisica che lavorò con Oppenheimer di Gabriella Greison (Mondadori)

 Greison ci consente di rivivere i momenti più elettrizzanti della vicenda, ma anche di compiere un salto in alto, verso gli aspetti spirituali del progetto che, oltre ad aver spostato i confini della natura, ha innescato anche la consapevolezza dell'esistenza dell'intelligenza spirituale, trasformando per sempre il vivere dell'intera umanità.


16 luglio 1945. È la mattina del giorno X. Io sono qui, a Compania Hill. Appena si avvicinano le 5.30 comincia il conto alla rovescia. La musica di Čajkovskij diffusa dall'interfono ha il compito di rasserenare gli animi mentre aspettiamo la detonazione." Sono parole della fisica Leona Woods, la donna più giovane a partecipare direttamente alla creazione della bomba atomica. Gabriella Greison, fisica, attrice, autrice, grazie a un lungo percorso di ricerca svolto da Los Alamos a Chicago, da Princeton a Santa Fe, ricostruisce il famoso Progetto Manhattan dando voce alla principale protagonista femminile di una vicenda che ha cambiato i connotati dell'esistenza umana. Nel riportare la leggendaria impresa della scissione atomica si parla di Oppenheimer, Fermi, Compton, ma si dimentica la presenza di Leona, assunta a lavorare al Progetto subito dopo il dottorato in fisica, all'età record di 23 anni, esperta nella rilevazione delle particelle con il trifluoruro di boro, addetta al calutrone, e abile nel misurare il flusso di neutroni del reattore nucleare. Con questo libro Greison ricorda e valorizza il lavoro di una delle grandi scienziate del passato, scienziate che troppe volte sono state dimenticate e discriminate dalle ricostruzioni storiche. La donna della bomba atomica è un viaggio interiore, un coinvolgente flusso di coscienza che ci proietta all'interno del sapere e della sensibilità di un'importante figura della Scienza e della Storia con la S maiuscola.



lunedì 26 febbraio 2024

QUANDO LA POLITICA È VITTIMA DELL’AUTOREFERENZIALITA’ E DELLE AMBIZIONI PERSONALI / INTERVENTO DI MANFREDI DE PASCALIS

Sì, credo proprio che queste siano le parole giuste per descrivere il quadro politico leccese alla vigilia della campagna elettorale per le amministrative di giugno e ciò interessa, purtroppo, tutti gli schieramenti in campo.

Incominciamo dal Centrodestra. Questo non ha ancora trovato il candidato sindaco unitario - ovviamente lo troveranno perché non potrebbero mai rinunciare al potere – ma intanto le tre forze politiche che lo compongono si stanno scontrando su tre figure ipotetiche. La prima è un ex sindaca che alla veneranda età di ottanta anni crede ancora di essere l’unica soluzione per una città come Lecce. Probabilmente ritiene che oltre le sue non ci siano altre esperienze e competenze adeguate non solo dall’altra sponda ma anche nel suo stesso campo. Ancorata al suo passato dimostra ancora tanta passione per la “poltrona”. Il secondo è anche lui un ex parlamentare che dopo un periodo di distacco… “…a volte ritornano”. Il terzo è in palese conflitto di interessi ma ovviamente per lui non è un problema stante il fulgido esempio fornito da un ben più illustre predecessore che tanto male ha fatto all’Italia e che “scese in campo” per difendere le proprie aziende e fu supportato magnificamente da giornali e televisioni di sua proprietà.

Nel Centrosinistra la situazione non è molto differente. C’è un sindaco che nel corso del suo mandato ha via via dilapidato buona parte del grande consenso ricevuto nelle precedenti elezioni. Con la sua supponenza e scarsa empatia, con il suo decisionismo e scarsa propensione al confronto e al dialogo, ha saputo disperdere quel credito di cui disponeva. Non contento di tutto ciò non ha ritenuto opportuno fare con semplicità e oculatezza un passo indietro rischiando in questo modo di oscurare anche le “cose buone” già fatte. Basti pensare che una buona scelta quale la realizzazione delle piste ciclabili è diventata quasi un boomerang dal punto di vista del consenso. A fronte di tanta autoreferenzialità il partito di maggioranza relativa del Centrosinistra non è stato in grado di assumere una posizione autonoma diventando succube dei diktat altrui e si è per giunta prestato a delle elezioni “primarie” ridicole e farlocche, poco partecipate e financo controproducenti. Ma queste primarie sono state possibili grazie anche al desiderio di visibilità di un’altra forza politica dello stesso schieramento che ha creduto in questo modo di raccogliere un certo dissenso che potrebbe tornargli utile nel corso delle elezioni di giugno. Senza questa complicità le “primarie” non si sarebbero potute svolgere con buona pace dei costruttori della possibile futura débâcle elettorale.

Anche la seconda forza politica del Campo progressista ha rinunciato colpevolmente a svolgere un proprio protagonismo che sarebbe potuto risultare benefico per la città e per lo stesso schieramento. Anziché inaugurare un nuovo percorso virtuoso per l’elaborazione di un programma condiviso, per l’aggregazione di tutte le voci del dissenso e per la composizione di una coalizione alternativa con un candidato sindaco autorevole e stimato da tutti, ha preferito rinchiudersi nel proprio recinto rincorrendo le ambizioni personali di taluni. E in questi comportamenti c’è la risposta alla grande differenza che si registra tra l’esito delle elezioni nazionali e di quelle locali. Finché non si sarà in grado di preparare una classe dirigente adeguata si continuerà a pagare il prezzo di queste logiche prepolitiche e autoreferenziali.

Per ultimo ci sono poi i piccoli partiti della sinistra radicale che continuano a preferire la sterile testimonianza politica senza riuscire ad incidere minimamente sulla trasformazione della società ed oggi assistiamo anche al sacrifico di un professionista medico stimabile che viene immolato sull’altare del velleitarismo dei negazionisti novax.




La pace è l'unica strada di David Grossman (Mondadori)

 David Grossman, da sempre convinto sostenitore di una coesistenza tra Israele e Palestina, non si è mai sottratto dal commentare e analizzare la complessa relazione tra i due popoli.


Questo libro raccoglie alcuni degli interventi più urgenti e militanti, in cui Grossman analizza la parabola politica di Israele, guardando con occhio critico alle azioni del governo e della classe dirigente del suo Paese: un Paese che gli appare oggi più vulnerabile che mai, per colpa delle correnti estremiste e della decadenza di quei valori democratici che lo rendevano uno stato davvero ebraico. Grossman riflette sulle dinamiche che alimentano il circolo vizioso della violenza, fino ai tragici eventi del 7 ottobre 2023, nuova miccia di un conflitto mai sopito e che sembra destinato a non avere fine. Ma continua anche a professare la sua speranza per un futuro di pace, in cui tutti possano sentirsi protetti e rappresentati equamente, "e coltivare la storia e le tradizioni della propria comunità senza cancellare quelle degli altri".



CINEPORTO DI LECCE CHIUSO E IN DEGRADO

CINEPORTO DI LECCE ABBANDONATO: “SERVE UN RILANCIO DELLA STRUTTURA”

Come Monetizzare: AUDIOLIBRO COMPLETO [3/8]