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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

martedì 16 gennaio 2024

15 GENNAIO 2024 LECCE GALIMBERTI DICE NON E' L'UOMO IL SOGGETTO DEL MONDO MA LA TECNICA

Dialoghi sul diritto di cittadinanza di Insaf Dimassi, Antonio Salvati (Le Lucerne)

 Cosa vuol dire, oggi, essere cittadini italiani? È necessario che il concetto di cittadinanza sia ancorato a dei valori? E quali sono il compito e i limiti della legge nel disciplinare un campo così delicato?Su questi temi si interrogano Insaf Dimassi, giovane studiosa italo-tunisina, e Antonio Salvati, magistrato, toccando tematiche scottanti di attualità, diritto e politica.Lei è la voce di chi vive sulla propria pelle la dolorosa esperienza di essere cittadina di uno Stato che ancora non la riconosce; lui rappresenta le istanze del diritto e della sua logica formale e astratta. Insieme, intessono un dialogo lucido, aperto e appassionato sulla Legge 91/92 che regola la concessione della cittadinanza in Italia e sulla proposta, accanto e al di là dello ius sanguinis e dello ius soli, di uno ius culturae. Ne emerge un caleidoscopio di spunti, analisi, riflessioni e – perché no – anche domande aperte sul concetto di cittadinanza e di identità, sull’incontro tra culture diverse e le contraddizioni della legge, sul ruolo dell’educazione e la necessità di guardare la società con occhi nuovi. Tematiche quanto mai attuali, che invitano tutti noi a unirci a questo dialogo.




domenica 14 gennaio 2024

Yemen, il direttore Fontana: l’escalation che tutti temevano e il segnale del governo italiano

Saluti romani per Acca Larentia sulle TV russe, Matteo Piantedosi: "Fa parte di uno dei tanti ...

“Libertà per tutti gli antifascisti”. A Milano corteo per chiedere la liberazione di Ilaria Salis

Raid contro gli Houti in Yemen, bruciate bandiere davanti all’ambasciata inglese a Teheran

Gli alpini. Una storia di audacia, sacrifici e lealtà di Giovanni Punzo (Diarkos)

 Fondate nel 1872, dopo il Risorgimento, le truppe alpine da più di un secolo e mezzo rappresentano un capitolo unico ed eccezionale della storia d’Italia. Costitute originariamente per la difesa dei confini e la guerra tra le cime e le valli, ben presto si trovarono a combattere in Africa, prima in Etiopia e poi in Libia, e nelle trincee ad alta quota della Prima guerra mondiale, nel cui fango innevato nacque il loro mito. Le Penne nere si distinsero poi in Etiopia, tra 1935 e 1936, e durante la Seconda guerra mondiale si sacrificarono nei Balcani e soprattutto sul Don, tra le steppe russe, in cui ancora oggi risuona la loro memoria. Oggi impegnati nelle missioni all’estero, il reclutamento degli alpini dalle regioni delle Alpi progressivamente si è esteso ad ampi settori del Paese: non solo quindi genti di montagna, ma anche uomini delle pianure e delle città, che hanno contribuito a narrare e portare in alto i valori del corpo in tutti gli aspetti della vita nazionale. Il forte senso identitario e un radicato “spirito di corpo”, sotto forme diverse, proseguono tuttora l’impegno a favore della comunità, anche tra coloro i quali non vestono più l’uniforme. Ripercorrendo le tappe dell’audace storia degli alpini non si incontrano dunque solo cruenti e drammatici episodi bellici, ma anche vicende e protagonisti legati al racconto dell’Italia intera.




Ocean Colour Scene - The Day We Caught The Train (Official Video)

sabato 13 gennaio 2024

Travellers Tune

Il conflitto senza fine. Dieci domande sullo scontro che infiamma il Medio Oriente a cura dell'ISPI e Paolo Magri (Mondadori)

 Dieci domande, dieci analisi per provare a capire un conflitto complesso, violento, sfaccettato, che dura da anni e sembra destinato a non avere fine.


Il 7 ottobre 2023 un'operazione del Movimento della Resistenza islamica, meglio conosciuto con il suo acronimo arabo «Hamas», insanguina il territorio israeliano. È un attacco senza precedenti, per la violenza con la quale viene condotto, ma anche per il numero di vittime provocate e di ostaggi catturati. Ed è la miccia che fa deflagrare un conflitto mai sopito. La risposta israeliana, infatti, basata su una massiccia offensiva militare, non tarda ad arrivare: la Striscia di Gaza viene pesantemente bombardata e, dopo poche settimane, attaccata via terra con l'obiettivo di estirpare una volta per tutte Hamas. Oltre ad aver suscitato un inevitabile e fortissimo impatto emotivo, questi drammatici eventi pongono interrogativi cruciali che affondano le proprie radici nella Storia e che oggi non si possono più ignorare. Perché la soluzione dei due Stati non ha mai funzionato? Chi parla a nome dei palestinesi? E se si dovessero delineare oggi i confini di uno Stato palestinese, dove finirebbe Israele e comincerebbe la Palestina? Ma non solo: gli interrogativi riguardano anche il ruolo delle potenze occidentali, da Washington a Bruxelles, di Russia e Cina e, ancor di più, il coinvolgimento di Iran e Hezbollah. Senza dimenticare le implicazioni dell'instabilità geopolitica sui mercati e il rischio di una nuova ondata di terrorismo in Europa.



12 GENNAIO 2024 TAVIANO LE TERMINATO L'ITER PER LA REALIZZAZIONE DELLA CASA DI COMUNITÀ

Usa e Gb attaccano i ribelli Houthi in Yemen, esplosioni nella capitale Sana'a

De Luca su Caivano: "Prosegue lo sciacallaggio politico del governo nazionale"

De Luca dichiara guerra a Fitto: "Inconcludente, sconcertante, vergogna nazionale. Nemico del sud"

Trump parla ancora di USA fuori dalla NATO

venerdì 12 gennaio 2024

Coldplay - Yellow (Official Video)

Germania nel caos, agricoltori in piazza con i trattori

Israele sotto accusa all'Aja per genocidio - Guerra Israele Hamas - Podcast

Mosca vuole 'zona cuscinetto' nella regione di Kharkiv - Notizie dall'Ucraina - Podcast

Italia vs Francia, ecco l’età media dei nostri governi

"Abuso d'ufficio? Commissione Ue può dire anche cose stupide. È un reato che non funziona"

Ilva, AIGI Taranto e trasportatori: "Vogliamo rispetto, no a nuovo "bidone" di Stato"

Acciao amaro - Agorà 12/01/2024

Cybercapitalismo. Fine del legame sociale? di Emanuela Fornari (Bollati Boringhieri)

 Il capitalismo, preso da una pulsione di morte e da un desiderio inconscio di autoannientamento, perde ogni caratterizzazione produttiva, acquisendo sempre più i caratteri del dominio e della violenza simbolica.


Il cybercapitalismo denota una linea d'ombra, una soglia epocale che indica non solo la fine del capitalismo classico, ma anche la crisi dell'odierna economia finanziaria. Questo libro è una genealogia del presente: in un mondo sempre più influenzato dal web e dall'intelligenza artificiale, l'intento è quello di scorgerne gli antefatti, in un lungo tragitto della modernità che prende avvio sin dall'epoca rinascimentale, con quel crollo delle certezze e del senso delle cose che – da Montaigne a Shakespeare, a Donne – viene posto in rapporto con un mondo «acentrico», reso sempre più contingente, precario e imprevedibile dall'irruzione dell'«oro mobile», dalla circolazione di una moneta gestibile tramite il sistema delle banche. Quanto accade oggi è dunque l'esito di una storia antica. Nel dominio del processo di valorizzazione, le parole viaggiano come le merci. E viaggiano tanto più velocemente quando si ha a che fare con la merce di scambio universale: il denaro. Emanuela Fornari parla dunque di metamorfosi. Di una storia del capitale segnata dal divario tra rendita e profitto, proprietà e produttività, interessi e crescita: una storia che i lettori di Jane Austen e Honoré de Balzac conoscono meglio degli esperti di economia. Di un sistema capitalistico segnato, nel corso di tre secoli, da un progressivo passaggio dalla terra al cielo: dalla proprietà agraria al capitale immobiliare, dalla Rivoluzione industriale ai movimenti globali del capitale finanziario. Di un processo di smaterializzazione che ha ridotto sempre di più il denaro a semplice codificazione valoriale e l'economia a mero sistema di segni. Si propone qui una genealogia del presente che mette a confronto – oltre ad autori classici come Karl Marx e Max Weber – figure del pensiero contemporaneo come Jean Baudrillard, Gilles Deleuze, Marcel Mauss, Karl Polanyi e Arjun Appadurai. Tutti accomunati dall'idea di un'intima «innaturalità» dell'economia e della figura dell'homo oeconomicus, e dalla crescente prevalenza della dimensione del politico e della dominazione.