Un racconto in prima persona, un viaggio
nella memoria e nei luoghi, un romanzo della Storia che fotografa tutto
quello che i giornalisti tralasciano nei loro saggi: le attese,
l'affanno, i silenzi, i passi. I materiali inediti dall'archivio Moro.
"Datemi un milione di voti e toglietemi un atomo di verità e io sarò perdente" - Lettera di Aldo Moro al deputato Dc Riccardo Misasi
Il sequestro di Aldo Moro ha segnato la fine di una generazione, la sua
morte il tramonto della Repubblica. Marco Damilano ha deciso di tornare
a quell'istante, per indagare le traiettorie che, a partire da uno dei
capitoli più cupi della storia italiana, si sono dispiegate fino a oggi.
Con l'aiuto delle carte personali di Moro, in gran parte conservate
nell'archivio privato di Sergio Flamigni e non dallo stato, e rimaste
inedite, getta luce sul punto in cui la drastica interruzione di una
stagione politica si incontra con le vicende personali di una
generazione, che tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 assiste alla fine di
un'epoca. Dopo via Fani, secondo Damilano, comincia la lunga fine della
Prima Repubblica. Un racconto autobiografico che attraversa la
dissoluzione della DC, la morte di Berlinguer, la caduta del Muro,
Tangentopoli e la latitanza di Craxi in Tunisia, fino all'ultima
stagione, inaugurata dalla sua metafora televisiva: il Grande Fratello.
Arriva a Berlusconi, a Grillo e a Renzi, i protagonisti di una politica
che da orizzonte di senso e di speranza si è fatta narcisismo e
nichilismo, cedendo alla paura e alla rabbia.
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