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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
martedì 7 gennaio 2025
lunedì 6 gennaio 2025
2024 - Che dire di questo anno passato da poco ? Intervento di Leonardo Elia
Ci sono tante cose accadute di cui avrei voluto parlare, ma il tempo è tiranno e non posso farlo in maniera estesa , le tratterò dopo , perché sicuramente avranno ripercussioni importanti nell’anno di grazia 2025.
Tutti temi che si
intrecciano ma che hanno bisogno di essere compresi nella loro portata, per
cercare di capire verso dove sta andando il mondo , il nostro mondo.
I fenomeni , che siano sociali o che riguardino le scienze della natura,
possono essere compresi attraverso la scoperta, di un denominatore comune, che
permette di ricavarne una chiave di
lettura.
Una persona può farsi un ‘idea solo se comprende.
Donald Trump su tutto personaggio del 2024, rappresenta un grande errore di valutazione da parte delle elites americane, e sottovalutarne il
fenomeno insieme con un tentativo di assassinarlo ne ha consacrato la vittoria.
Uomo d’affari , non politico, abituato a spararle grosse , a
semplificare , come usano fare i commerciali.
Lui vuole chiudere la guerra in Ucraina ,che sta
drenando , risorse importanti agli
USA, guerra voluta da Biden , e dai
neoconservatori, con relativo apparato militar industriale , che sono fino ad
ora i veri detentori
del potere a stelle e
strisce.
Quelli che danno la direzione. Che è stata contraddistinta un’
interventismo sempre crescente in questi anni di globalizzazione.
Trump non è un’isolazionista, vuole solo con il suo MAGA, posizionare
gli USA in maniera differente.
Perché sarà un America cambiata quella di Trump , e del
mondo che gli gira intorno.
Le sue affermazioni
sull’annessione di Panama, Messico, Canada, e Groenlandia, per me non
sono neanche da commentare, per la loro inattuabilità, però bisogna
interpretarle come una rilettura della
dottrina Monroe, quella del cortile di casa. Comunque è recente la presa di
posizione del presidente della Groenlandia, a favore dell’indipendenza dalla
Danimarca, quindi…
Voler disimpegnare la Casa Bianca , da una costosissima politica estera, anche per una situazione ,dal punto di vista
economico finanziario disastrosa.
I rapporti che vuole istaurare con l’ Europa, invece aprono
un mondo.
Come dice Lucio Caracciolo , l’Unione Europea è un prodotto
funzionale agli interessi americani, e come tutta la burocrazia, non è amata da
Big Donald. Altro suo pensiero esternato,
è gli USA fuori dalla Nato, costa troppo, e gli europei devono essere in
grado di difendersi da soli.
Si parla di due entità attraverso le quali si sostanzia il
potere statunitense nei nostri confronti( di noi europei).
Con relative minacce di imporre dazi , che fanno tremare i
tedeschi e non solo, se rifiuteremo il gas, costosissimo , americano.
Con la pretesa di un aumento di spese militari, visto il possibile disimpegno americano, direttiva
prontamente recepita dai nostri governanti, tutti. Almeno a parole.
Il problema di fondo è che i governi europei ,specialmente quelli che pesano di più
,stanno attraversando un periodo di instabilità dovuto ad un calo di consenso,
importante, dovuto , meglio innescato, dalla guerra in Ucraina e le sue
conseguenze, sanzioni e blocco del gas russo. Con la crescita elettorale di
partiti , in Francia e Germania, che auspicano, le trattative di pace subito
,per porre fine a quell’inutile massacro.
Se ai problemi che vivono le forze istituzionali e allineate
in Francia e Germania , si aggiungono i
risultati elettorali , in Croazia e Romania, e i governi della Slovacchia e e dell’ Ungheria, apertamente in
polemica con Bruxelles, e non solo per l’Ucraina, ma anche , per esempio, per
la politica agricola , imposta dall’alto, il quadro per il futuro non è roseo
per le istituzioni europee, per come le vediamo ora.
Dimenticavo le opinioni pubbliche di Moldova e Giorgia,
apertamente contrarie all’ingresso in EU e Nato.
Trump , parlando di Ucraina , vuole porre termine alla
guerra, vuole intavolare trattative con Putin, ma la Russia sta vincendo, e
nessuno pensa che lo Zar concederà molto.
Ma , domandona, chi
affiancherà , Trump, nella gestione, difficilissima, durante il suo mandato, di
tanti temi, scottanti, lasciati insoluti dal suo predecessore. Da che idee
forti sarà guidato.
Musk su tutti, pletorico, ha delle uscite, mai smentite,
come quella sulla magistratura italiana o quell’altra a sostegno di AFD in
Germania, che denotano una assoluta estraneità ai meccanismi che caratterizzano
lo stato moderno , e alla politica
almeno come la intendiamo oggi e non in sintonia, spesso , con alcuni temi fondanti , elettorali, di Trump e
di una parte dei repubblicani, per esempio sui migranti, lui non è contrario a blocchi
ferrei, e non vuole guerre commerciali con la Cina, ha importanti interessi lì.
E che dire di Vance, vicepresidente, futuro candidato tra
quattro anni , che nel suo libro “elegia americana” ringrazia personaggi come
Peter Thiel, o cita come fonte di ispirazione Mencius Moldbug, un blogger , due
soggetti che credono la democrazia, per
come è oggi, per come ci sforziamo di pensarla oggi , inefficiente e inefficace.
Lo stato svuotato di competenze, che governa come una
multinazionale, le amministrazioni che funzionano come un customer service.
L’istituzionalizzazione, ora solo strisciante, della mutazione da cittadino a
consumatore.
Tutti questi processi, queste tendenze, vanno armonizzati,
per produrre governo, in politica interna, per fare uscire l’America dalla
profonda crisi sociale, in cui versa. Non ci riusciranno, per me, le ferite
sono troppo profonde, un sistema scolastico inefficace, che è costretto a
importare ingegneri, una società bloccata da una divisione in vere e proprie
caste.
Io mi domando , riusciranno gli Stati Uniti, a convivere con
questa instabilità sociale interna senza conseguenze negative importanti?
Sicuramente l’America
cambierà nei quattro anni, sarà differente e differente da
come l’abbiamo conosciuta in questi decenni.
L’applicabilità di quello che si è sentito prima
dell’insediamento, è il grosso punto interrogativo, in campo internazionale.
La politica come arte del possibile, che unisce una visione,
organica, con il consenso di cui ha
bisogno per dare forma a se stessa. La Teologia politica del prof. Preterossi.
Ho parlato della situazione in Europa e delle criticità su
questo fronte.
Cosa dire della Siria? Con la caduta di Assad, si è aperto
un buco nero, in cui i vincitori , l’un contro l’altro armati , non riusciranno
a controllare tutto il territorio.
Con la Turchia , che sembra
allungare la sua ombra su quel
martoriato paese, come unico vincitore reale.
Per spiegarmi meglio, Erdogan ha una sua Teologia politica e la sta
applicando, facendo scontrare i suoi scagnozzi, SNA, con SDA , i curdi,
protetti dagli americani, nella parte orientale del paese , che ospitava 900
sodati USA, che ora sono diventati 2000.
Trump durante il primo mandato voleva fare andare via gli
americani da lì, per scoprire , notizia degli ultimi giorni che in quelle aree,
ci sono gli idrocarburi, contrabbandati dai curdi e sottratti, con la
protezione degli americani, a Damasco fino ad ora.
I quali curdi per
mediare con la Turchia, chiamano Putin, che nel frattempo, ha tutte le
assicurazioni possibili di collaborazione da Al julani, ex Isis, attualmente a
capo del governo siriano, che promette di non toccare le basi russe in
quell’area. E accetta , di fatto , l’occupazione del Golan , e non solo, da
parte Israele.
Con le carte di identità del sue paese fatte dalla Turchia,
che definirà , di fatto, chi è siriano e chi no.
Il barbuto in questione non ha dato la mano al ministro
degli esteri tedesco la Baerbock in vista ufficiale in Siria, perché donna, e i
suoi uomini, che non sono in grado di tenere il paese da loro conquistato,
perché pochi, max 40.000, e impreparati, tanto per gradire stanno perseguitando
minoranze, mussulmani sciti, e cristiani, arrivando a scacciare gli abitanti di
villaggi dove si parla aramaico, la lingua di Gesù Cristo.
Di fronte a tanto “caos creativo” concetto caro al
dipartimento di stato neocon, sta emergendo, lo si è già visto negli ultimi
anni in Ucraina, forze che invece una visione politica la hanno, una visione di
lungo periodo, una visione che sta nelle corde di intere nazioni.
Si vedrà come si metteranno le cose oltreoceano, pensando
che non basta avere un wishfull thinking,
per interagire con il mondo, ma l’idea deve passare dall’essere in
potenza a farsi atto, e per farsi atto,
bisogna essere consapevoli della realtà
con cui ci si confronta.
Se i curdi in Siria, chiedono alla Russia di mediare con la
Turchia , mi domando se la nuova amministrazione americana, riuscirà a uscire dalla confusione in cui sembra
trovarsi. Con un Europa che faticherà sempre di più a esprimere consenso a
politiche imposte dall’esterno.
La Turchia , che si sta muovendo in campo internazionale su più tavoli, gestisce l’addestramento della
polizia albanese, è presentissima in Libia, ha mediato la pace tra Etiopia e
Somalia, tutti paesi con i quali noi ,Italia, abbiamo avuto rapporti importanti
negli ultimi anni. Ci ha scalzato.
Purtroppo noi paghiamo la mancanza di una visione , di
una strategia.
Dimenticavo , un’azienda turca si è comprato la Piaggio
Aerospace, una nostra azienda strategica in campo aerospaziale.
Male , anzi malissimo.
Per chiudere, aspettando le mosse della nuova
amministrazione americana nei confronti di NATO e Unione Europea, per le
esternazioni che verbalmente Trump ha anticipato, in questi mesi di campagna
elettorale, vista la palese sconfitta NATO e occidentale in Ucraina contro la
Russia, che per le previsioni di molti
nostri
parlamentari, e
giornaloni doveva essere già collassata, noto il ricovero della Von der Leyen,
che le impedisce il giro di valzer guerriero(Polonia) e il viaggio lampo di
Giorgia da Trump( Sala?).
Inquietudine e
riposizionamento?
Se l’America cambierà, cambierà sicuramente anche l’Europa.
L'Occidente e il nemico permanente di Elena Basile (PaperFirst)
Sono passati due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina, che continua a seminare lutti e disperazione. Un nuovo conflitto è sorto in Medio Oriente, come conseguenza della mancata soluzione alla questione palestinese che si trascina da più di un secolo. Le due crisi presentano il rischio di trasformarsi in guerre globali e nucleari, e i loro resoconti mediatici si basano sulla stessa narrativa dominante, sebbene gli scacchieri internazionali siano molto diversi: prevale un approccio di stampo etico e religioso, lo scontro tra il bene e il male, rispetto a un’analisi razionale e storica. Come mai? Non è una coincidenza. L’autrice illustra come i giochi strategici globali siano frutto di una visione patologica del mondo dell’Occidente che, braccato dal declino che esso stesso ha creato, porta avanti disegni imperialistici ed espansionistici, focalizzandosi sulla supremazia militare e relegando in un angolo diplomazia e mediazione: si allontana così l’idea di un Occidente sano, possibile protagonista del nuovo riformismo, e si alimenta il bisogno di un nemico permanente, che è ormai dato per scontato dai governanti occidentali. Prefazione di Luciano Canfora. Postfazione di Alberto Bradanini
domenica 5 gennaio 2025
sabato 4 gennaio 2025
Nel Baratro della guerra continua Presentazione OGGI A LECCE del libro di Elena Basile (Ex Ambasciatrice, scrittrice e giornalista) dal titolo L’occidente e il nemico permanente (PaperFirst)
Con il Patrocinio del Comune di Lecce, Regione Puglia, Biblioteca Bernardini, Polo Biblio Museale di Lecce, Provincia di Lecce, Puglia Cultu...
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Animali puntualmente in transito sulle vie delle elezioni comunali leccesi. Le puntuali, insopprimibili pecore richiamate dal pifferaio di t...