Nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, all’Idroscalo di Ostia, Pier Paolo Pasolini viene massacrato. Ma dietro quel corpo abbandonato sulla terra battuta non c’è solo un delitto. Si nasconde un mistero che attraversa la storia d’Italia e che, a mezzo secolo di distanza, continua a sfuggire alla verità ufficiale. Il fermo del minorenne Giuseppe Pelosi, la sua mezza confessione, il processo, la condanna: tutto sembra risolversi in una rappresentazione di criminalità comune. Eppure, fin da subito, affiora il sospetto che il ragazzo non abbia agito da solo, che dietro di lui si celino presenze più oscure. Non solo barbarie, dunque, ma messinscena. Qualcuno colpì. Qualcun altro lasciò fare. Daniele Piccione, in questo volume affascinante e documentato, riparte da ciò che è stato detto, da ciò che è stato rimosso e da ciò che si è scelto di non vedere. Ricostruisce la prima metà degli anni Settanta, un periodo segnato da stragi, violenze sommerse e giochi di potere annidati nelle pieghe della Repubblica. Un percorso a ritroso che attraversa gli ultimi anni di Pasolini, inseguendo le sue parole, le sue opere, le sue battaglie, fino ad arrivare a un punto preciso della storia italiana: il dicembre del 1969, quando una bomba devasta la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano. È la strage di Piazza Fontana, l’innesco di una frattura profonda che squarcia la superficie della Repubblica. Da quel momento qualcosa si incrina. Ed è lì, nel profondo cratere aperto sul pavimento dall’esplosione, che comincia, lenta e inesorabile, la lunga morte di Pier Paolo Pasolini
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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
lunedì 27 ottobre 2025
domenica 26 ottobre 2025
Tradizionalismo. Verso un nuovo Ordine Mondiale. Ediz. integrale di Mark Sedgwick (Blu Atlantide)
I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno presentano un trittico poetico che unisce Italia e Corea del Sud
La casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, con il patrocinio morale del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, è orgogliosa di annunciare la pubblicazione di tre opere fondamentali che aprono una finestra privilegiata sulla poesia sudcoreana contemporanea. Si tratta di un progetto ambizioso e culturalmente rilevante, curato dalla poetessa Laura Garavaglia (Presidente della Casa della Poesia di Como e del Festival Europa in Verso), che mira a consolidare un dialogo letterario tra l’Italia e il mondo. Le tre pubblicazioni, uscite in questi giorni, rappresentano un’immersione profonda nell’estetica e nelle tematiche di alcuni dei più importanti poeti coreani del nostro tempo.
1. Antologia di Poesia Coreana Contemporanea: Poesie di 4 versi
Questa antologia rappresenta il cuore del progetto. Raccoglie le voci di dodici tra i più autorevoli poeti sudcoreani, Choi Dongho, Doung Siyoung, Kim Chu-in, Kim Kooseul, Kim Soo-bok, Ko Doohyun, Lee Hasuk, Na Ki Chul, Park Yong-jae, Shin Duk-ryong, Son Jeoung-Soon, You Jaeyoung, offrendo al lettore italiano un’eccezionale panoramica sulla potenza espressiva del verso breve. L’opera, tradotta in inglese, italiano e coreano da Laura Garavaglia con la collaborazione e supervisione di Kim Kooseul & Sodam Choi , esplora come quattro soli versi possano contenere un universo, unendo una poetica meditativa a una natura che funge da specchio dell’interiorità. Come sottolinea l’editore Stefano Donno nella sua postfazione, “L’arte del frammento che contiene un universo”, questa raccolta dimostra come la brevità non sia un limite, ma una forza generativa capace di mettere il lettore in ascolto del non detto.
2. Vita Radiosa, Oggi di Choi Dongho
Un volume monografico opera di uno dei più importanti poeti e critici letterari sudcoreani. Choi Dongho (nato a Suwon nel 1948) è Professore Emerito all’Università di Corea e membro dell’Accademia Nazionale delle Arti. La sua opera è un’esplorazione profonda della “Poetica che porta a un Tao”, unendo “Spiritualismo” ed “Estremismo Lirico”. Vita Radiosa, Oggi, con traduzione e cura di Laura Garavaglia , offre un saggio critico di Hong Yonghee che guida il lettore attraverso simboli potenti come l'”occhio della poesia” e la “luce miracolosa”, archetipi di una ricerca spirituale che trascende il tempo.
3. Avenidas Pérdidas di Kooseul Kim
Questa raccolta, con traduzione in spagnolo del poeta e traduttore Emilio Coco, testimonia la vocazione internazionale del progetto. Kooseul Kim (nata a Jinhae nel 1953) è una poetessa, traduttrice e Professoressa Emerita di Letteratura Inglese, vincitrice di numerosi premi tra cui il prestigioso Babel Prize for Literature negli Stati Uniti. La sua poesia, come evidenziato nel prologo da Laura Garavaglia, armonizza influenze occidentali con la tradizione coreana, dove la Natura diventa metafora dell’esistenza e la memoria un atto di recupero di “avenidas perdidas” del dolore e dell’amore.
L’impegno di un editore per la cultura
Con questa iniziativa, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno riafferma il suo ruolo di mediatore culturale. Lontano dalle logiche del mercato di massa, l’editore salentino prosegue con coerenza un percorso volto a costruire ponti tra culture, credendo fermamente, come scrive Donno, che “la parola sia ancora capace di costruire ponti — tra mondi lontani, tra lingue, tra cuori”. Il progetto è reso possibile grazie alla sinergia con figure chiave come Laura Garavaglia, poetessa e instancabile promotrice culturale, Presidente della Casa della Poesia di Como e il supporto e patrocinio morale del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano. Un lavoro corale che permette al pubblico italiano di accedere a una produzione poetica raffinata, potente e finora troppo poco conosciuta. Queste opere non sono solo libri, ma gesti di apertura e riconoscimento, che tracciano nuove mappe del sentire umano in un tempo che tende a chiudere i confini. I libri potete trovarli nella sezione blog del sito della casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno.
I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/
sabato 25 ottobre 2025
Thomas Sankara “il presidente sognatore” - Intervento di Leonardo Elia
Maria Corina Machado “ premio Nobel per la pace 2025”
Due figure completamente differenti, che definiscono due
maniere opposte di stare al mondo politicamente.
Sankara , militare , andato al potere in Alto Volta, ex
colonia francese, rovesciando un governo corrotto, , chiaramente teleguidato da Parigi, e dagli Usa. Alto
Volta, paese sub sahariano, a cui cambia
il nome, in Burkina Faso, che nella loro lingua ,vuol dire “casa degli uomini
liberi e indipendenti”.
Presidente che aveva la profezia, che in politica vuol dire
, visione critica del presente e progettualità per il futuro. Presidente di un
paese poverissimo, esempio classico in un continente ricchissimo abitato dagli
uomini e dalle donne più povere del pianeta. Un ossimoro .
Percorso politico partito si con un colpo di stato, a cui si
sono ispirati gli attuali presidenti del Niger, Mali per esempio.
Sankara nei suoi cinque anni di governo, è stato assassinato
nel 1987, ucciso dal neocolonialismo che sentiva lesi i suoi privilegi di
sfruttamento delle risorse di quello sfortunato paese ,iniziò una serie di
riforme che in Africa hanno lasciato il segno.
Vietò l’infibulazione, parità di diritti tra uomini e donne,
costruì ospedali, gestione dell’acqua, economia di villaggio, e non agricoltura
industriale, quindi contrasto reale alla desertificazione, elettrificazione,
rifiuto dell’intervento della Banca Mondiale, braccio armato, affamatore, del
neocolonialismo, che attraverso la leva finanziaria rende schiavi i popoli.
Gestione indipendente delle risorse, essenziale se si parla di sovranità ,
quindi di democrazia reale, espressa nel famoso discorso che Sankara tenne
all’Onu, prima di essere ucciso, come tutti gli altri che in Africa e non solo
, hanno cercato di ripetere quest’esperienza.
Perché dopo Sankara parlo della Machado , venezuelana e
premio Nobel della pace.
Per come Sankara era per la riappropriazione da parte del
popoli delle proprie risorse , la
Machado è una ultraliberista, strettamente collegata, ad ambienti neocon, e ora
a Trump, una oppositrice al regime chavista di Maduro che non rappresenta la
versione venezuelana delle socialdemocrazie scandinave sicuramente, ma che dai
tempi di Hugo Chavez, è sopravvissuto a molti tentativi i golpe, orchestrati dagli Usa ,addirittura ammessi candidamente da personaggi del calibro di
Bolton qualche anno fa, oltre che sottoposto a sanzioni durissime, dagli Usa.
Quindi la Machado ha una chiara collocazione politica,
ultraliberista, in un Venezuela, ricchissimo, come il Burkina Faso di risorse,
e come il Burkina Faso abitato da un
popolo stremato.
Quindi il premio Nobel vuole mettere a disposizione degli
americani, le enormi risorse petrolifere controllate da Caracas, ma anche
l’oro, i diamanti, il suo potenziale agricolo.
Dimenticavo , la Machado ha appoggiato i tentativi di golpe
, per scalzare sia Chavez che Maduro.
Come appoggia la pressione militare nel mar dei Caraibi
messa su da Trump, accusando di narcoterrorismo il Venezuela, accusa totalmente
infondata, tant’è che l’affondamento di
imbarcazioni di”presunti” narcotrafficanti è stata bollata dal presidente colombiano
come un assassinio di pescatori.
E poi sempre lei, amicissima del presidente argentino Milei,
e di Netanyahu, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Sankara e Machado sono due visioni agli antipodi , la prima
lungimirante e inclusiva, l’altra escludente e espressione dei potenti.
Mi stupisce l’assegnazionedel premio Nobel, che definisce
purtroppo una scelta di campo inqualificabile politicamente, senza rispetto
alcuno dei popoli, dell’umanità intera, anche di noi.
Il Nobel si ribadisce mosso da motivazioni politiche, espressione
di un pensiero che si pensa dominante.
Premio Nobel ad una golpista , e affamatrice, mi sembra
veramente troppo!
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