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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
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Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
sabato 25 ottobre 2025
Thomas Sankara “il presidente sognatore” - Intervento di Leonardo Elia
Maria Corina Machado “ premio Nobel per la pace 2025”
Due figure completamente differenti, che definiscono due
maniere opposte di stare al mondo politicamente.
Sankara , militare , andato al potere in Alto Volta, ex
colonia francese, rovesciando un governo corrotto, , chiaramente teleguidato da Parigi, e dagli Usa. Alto
Volta, paese sub sahariano, a cui cambia
il nome, in Burkina Faso, che nella loro lingua ,vuol dire “casa degli uomini
liberi e indipendenti”.
Presidente che aveva la profezia, che in politica vuol dire
, visione critica del presente e progettualità per il futuro. Presidente di un
paese poverissimo, esempio classico in un continente ricchissimo abitato dagli
uomini e dalle donne più povere del pianeta. Un ossimoro .
Percorso politico partito si con un colpo di stato, a cui si
sono ispirati gli attuali presidenti del Niger, Mali per esempio.
Sankara nei suoi cinque anni di governo, è stato assassinato
nel 1987, ucciso dal neocolonialismo che sentiva lesi i suoi privilegi di
sfruttamento delle risorse di quello sfortunato paese ,iniziò una serie di
riforme che in Africa hanno lasciato il segno.
Vietò l’infibulazione, parità di diritti tra uomini e donne,
costruì ospedali, gestione dell’acqua, economia di villaggio, e non agricoltura
industriale, quindi contrasto reale alla desertificazione, elettrificazione,
rifiuto dell’intervento della Banca Mondiale, braccio armato, affamatore, del
neocolonialismo, che attraverso la leva finanziaria rende schiavi i popoli.
Gestione indipendente delle risorse, essenziale se si parla di sovranità ,
quindi di democrazia reale, espressa nel famoso discorso che Sankara tenne
all’Onu, prima di essere ucciso, come tutti gli altri che in Africa e non solo
, hanno cercato di ripetere quest’esperienza.
Perché dopo Sankara parlo della Machado , venezuelana e
premio Nobel della pace.
Per come Sankara era per la riappropriazione da parte del
popoli delle proprie risorse , la
Machado è una ultraliberista, strettamente collegata, ad ambienti neocon, e ora
a Trump, una oppositrice al regime chavista di Maduro che non rappresenta la
versione venezuelana delle socialdemocrazie scandinave sicuramente, ma che dai
tempi di Hugo Chavez, è sopravvissuto a molti tentativi i golpe, orchestrati dagli Usa ,addirittura ammessi candidamente da personaggi del calibro di
Bolton qualche anno fa, oltre che sottoposto a sanzioni durissime, dagli Usa.
Quindi la Machado ha una chiara collocazione politica,
ultraliberista, in un Venezuela, ricchissimo, come il Burkina Faso di risorse,
e come il Burkina Faso abitato da un
popolo stremato.
Quindi il premio Nobel vuole mettere a disposizione degli
americani, le enormi risorse petrolifere controllate da Caracas, ma anche
l’oro, i diamanti, il suo potenziale agricolo.
Dimenticavo , la Machado ha appoggiato i tentativi di golpe
, per scalzare sia Chavez che Maduro.
Come appoggia la pressione militare nel mar dei Caraibi
messa su da Trump, accusando di narcoterrorismo il Venezuela, accusa totalmente
infondata, tant’è che l’affondamento di
imbarcazioni di”presunti” narcotrafficanti è stata bollata dal presidente colombiano
come un assassinio di pescatori.
E poi sempre lei, amicissima del presidente argentino Milei,
e di Netanyahu, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Sankara e Machado sono due visioni agli antipodi , la prima
lungimirante e inclusiva, l’altra escludente e espressione dei potenti.
Mi stupisce l’assegnazionedel premio Nobel, che definisce
purtroppo una scelta di campo inqualificabile politicamente, senza rispetto
alcuno dei popoli, dell’umanità intera, anche di noi.
Il Nobel si ribadisce mosso da motivazioni politiche, espressione
di un pensiero che si pensa dominante.
Premio Nobel ad una golpista , e affamatrice, mi sembra
veramente troppo!
venerdì 24 ottobre 2025
giovedì 23 ottobre 2025
Niente mi aveva preparato. Un reportage da Gaza di Jean-Pierre Filiu (Altrecose)
martedì 21 ottobre 2025
Storia di Gaza. Terra, politica, conflitti di Arturo Marzano (Il Mulino)
È questo il paradosso di Gaza: condannata a essere simbolo del dolore universale e, nello stesso momento, teatro di una quotidianità che ha cercato a lungo di resistere, fragile e indistruttibile. È tempo di restituire a Gaza la complessità che la cronaca da sola non può raccontare. Un tempo oasi fertile, Gaza oggi è percepita come un recinto di macerie e dolore. La sua storia è cruciale per comprendere il conflitto israelo-palestinese e le dinamiche degli equilibri politici in Medio Oriente. Eppure la sua storia non è soltanto tragedia: Gaza è anche il luogo in cui sono nate esperienze di non violenza, dialogo, tolleranza e sfida al patriarcato; è abitata dalla vita quotidiana, da persone che resistono e immaginano il futuro. Arturo Marzano ricostruisce la vicenda della Striscia dalla fine dell'Ottocento a oggi, andando oltre pregiudizi e semplificazioni ideologiche. Gaza non può essere identificata esclusivamente con la desolazione e la sua popolazione non può essere ridotta a Hamas. Per affrancarci da questi fraintendimenti è giunto il momento di affidarci alla storia e ricomporre una vicenda che non è solo politica e militare, ma è anche culturale, demografica, sociale ed economica
lunedì 20 ottobre 2025
La Cina spiegata all'Occidente di Pino Arlacchi (Fazi)
Guasto è il mondo di Tony Judt (Mondadori)
C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modo di vivere. Per decenni abbiamo trasformato in virtù il perseguimento dell’interess...
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La recente, amara denuncia della tennista Aryna Sabalenka non è una semplice nota a margine nella cronaca sportiva. È il sintomo lancinante ...



