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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Più che dare risposte sensate ...

«Più che dare risposte sensate, una mente scientifica formula domande sensate.» Claude Lévi-Strauss

sabato 10 maggio 2025

Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945 di Hannah Arendt (Einaudi)

 «Ci furono tempi felici in cui si poteva scegliere liberamente: meglio morti che schiavi, meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. E ci furono tempi infami in cui intellettuali rincretiniti hanno dichiarato che la vita è il sommo dei beni. Oggi sono arrivati i tempi terribili in cui ogni giorno si dimostra che la morte dà inizio al suo governo del terrore esattamente quando la vita è diventata il sommo bene; che chi preferisce vivere in ginocchio, muore in ginocchio; che nessuno può essere ucciso più facilmente di uno schiavo» (Hannah Arendt). Sono pagine illuminanti e di drammatica attualità quelle che Hannah Arendt scrive tra il 1941 e il 1945, nell’ora più buia del mondo: pagine in cui entrano la guerra, il nazismo, la Shoah, l’idea di un esercito ebraico per combattere in Europa, gli insediamenti in Palestina, la critica al sionismo che non cercava il dialogo con i vicini arabi. Antisemitismo e identità ebraica, come scrive Enzo Traverso nell’introduzione inedita, ci permette di entrare nel laboratorio intellettuale di Arendt, cogliendo come in un’istantanea un momento cruciale del suo sviluppo. Con la prefazione di Enzo Traverso




Globalizzazione e multipolarismo: convergenza o conflitto? Intervista a Gabriele e Marco Guzzi

Israele, conto alla rovescia per l'occupazione di Gaza

Bindi: “Siamo alla soluzione finale per il popolo palestinese”

Peppino Impastato: i pezzi mancanti e l'importanza della memoria 47 anni dopo

Sondrio celebra l'Europa_ la forza dell'unità nella pluralità

Tensione India-Pakistan, nuova ondata di attacchi

"Come gocce d'acqua" il nuovo film di Stefano Chiantini dal 5 giugno

venerdì 9 maggio 2025

Tecnocapitalismo. L’ascesa dei nuovi oligarchi e la lotta per il bene comune di Loretta Napoleoni (Meltemi)

Una ristretta schiera di Tecnotitani – a capo di imprese come Amazon, Google, SpaceX e Meta – detiene le redini del progresso tecnologico alimentando disuguaglianze laceranti, consumismo di massa, concentrazioni di potere e ingenti speculazioni finanziarie. È il “tecnocapitalismo” di cui Loretta Napoleoni offre un ritratto accurato e impietoso, e che mina alle fondamenta la democrazia e la società tutta. Per l’autrice, a minacciare il futuro è soprattutto la rapidità della trasformazione tecnologica: quanto più le innovazioni si susseguono dirompenti, tanto più i mostruosi profitti dei Tecnotitani si dilatano, a danno di salari e diritti del resto di una popolazione gettata in preda all’ansia. Come se non bastasse, le criptovalute e l’intelligenza artificiale applicata agli scambi di Borsa stanno gonfiando nuove bolle finanziarie destinate a scoppiare, mentre la corsa allo spazio viene appaltata alla voracità di nuovi Baroni. Tecnocapitalismo è un invito a riappropriarsi della tecnologia – e del futuro –, perché solo mettendo l’innovazione al servizio della collettività e del bene comune possiamo evitare il disastro sociale ed ecologico



Papa Leone XIV visita il palazzo dove viveva e firma la Bibbia a una bambina

Il vescovo Anselmi: grato per elezione Leone XIV, un discorso di grande portata

Le prime parole del Papa: "La pace sia con voi", la folla grida "Leone, Leone"

L'INTELLIGENCE OCCIDENTALE HA AVUTO UN RUOLO NELL'ULTIMO ATTACCO TERRORISTICO IN KASHMIR? - Giubbe Rosse News

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I caccia indiani abbattuti da jet di fabbricazione cinese - Contropiano

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Missile sullo scalo di Tel Aviv, i sistemi Arrow e Thaad falliscono: "Non lo hanno visto arrivare"

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L'esperienza della Moneta Fiscale e le lezioni per il futuro | La Fionda

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Pakistan, Yemen, Gaza, Sudan: LA GUERRA E’ OVUNQUE

Habemus papam: Leone XIV

India e Pakistan sull’orlo di un conflitto - Globally

#habemuspapam la pace sia con voi! Ma non c è pace. C' è odio e menzogna #Gazagenocide

Cossiga, il numero uno dei lobbisti delle armi

Il Giorno della Vittoria, la Russia celebra sé stessa - il podcast di ‪@LimesGeopolitics‬

giovedì 8 maggio 2025

Il testamento di Lenin. Storia segreta di una lettera non spedita di Luciano Canfora (Fuoriscena)

La politica è fatta di falsificazioni, tradimenti, lotte per il potere senza esclusione di mezzi. Il cosiddetto «Testamento» di Lenin riassume in modo straordinario questi aspetti.


Già in precarie condizioni di salute, tra il dicembre del ’22 e il gennaio del ’23, il leader bolscevico compose una lettera al Congresso con la clausola che fosse letta solo dopo la sua morte. Un documento formalmente e sostanzialmente ambiguo, nelle cui pieghe si annidano le sue ultime volontà riguardo alla successione al vertice del Partito. E proprio perché ambiguo, tale documento fu impugnato dai potenziali candidati nel tentativo di trarne un vantaggio, diventando così un elemento determinante nello scontro politico che si era aperto già prima della morte di Lenin, polarizzandosi sulle figure di Stalin e Trockij. «Un giudizio su Stalin, Trozki, Zinovief e Kamenef: tutti diseredati» titolò il «Corriere della Sera». E coglieva il punto: in quel testo si tracciava «un profilo a somma zero di tutti i principali dirigenti», scrive Canfora. Perché Lenin agì in questo modo? Perché, dopo aver indicato nella «scissione» il principale pericolo per il Partito, creò le condizioni perché quella scissione si verificasse? L’investigazione di Canfora cerca una risposta a questi interrogativi «facendo parlare» il Testamento attraverso fonti di prima mano: ne ricostruisce la genesi e le varianti, ne segnala le sottili ma evidenti manipolazioni, ne segue le tracce mentre le varie versioni si diffondono nella stampa internazionale, con le connesse edizioni lacunose e traduzioni forzate, per concludere che «raramente un documento ha avuto una storia testuale così inquinata e falsificatrice». Ma questa storia, proprio perché così problematica, ci porta al nodo di una riflessione molto più ampia sulla natura del potere, sulla leadership e sui meccanismi con cui si trasmette: una storia in cui i caratteri e le capacità personali, persino gli «scatti d’umore», giocano un ruolo imponderabile, ma che può rivelarsi decisivo




Da Napoli l'onda per mandare #tuttiacasa Sionisti e complici – Ft Luigi De Magistris

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Guasto è il mondo di Tony Judt (Mondadori)

  C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modo di vivere. Per decenni abbiamo trasformato in virtù il perseguimento dell’interess...