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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Più che dare risposte sensate ...

«Più che dare risposte sensate, una mente scientifica formula domande sensate.» Claude Lévi-Strauss

mercoledì 7 maggio 2025

Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza (Fazi)

 A cura di Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini, Leonardo Tosti

Prefazione di Ilan Pappé
Con interventi di Susan Abulhawa e Chris Hedges
Traduzione dall’arabo di Nabil Bey Salameh
Traduzione dall’inglese di Ginevra Bompiani ed Enrico Terrinoni

Il libro è anche un’iniziativa concreta di solidarietà verso la popolazione palestinese. Per ogni copia venduta Fazi Editore donerà 5 euro a EMERGENCY per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza.

«Un'antologia di autori palestinesi, alcuni uccisi durante il conflitto della Striscia, dà conto di una produzione che nasce consapevole della propria inutilità. Eppure versi composti in condizioni estreme rilanciano il valore della testimonianza.» - Daniele Piccini, La Lettura

«Posso scrivere una poesia / con il sangue che sgorga». - Yousef Elqedra

«La libertà per cui moriamo / non l’abbiamo mai sentita». - Haidar al-Ghazali

«La poesia nella mia prigione / È nutrimento / È acqua e aria». - Dareen Tatour

«Se devo morire, / che porti speranza, / che sia una storia». - Refaat Alareer


La poesia come atto di resistenza. La forza delle parole come tentativo di salvezza. È questo il senso più profondo delle trentadue poesie di autori palestinesi raccolte in questo volume, in gran parte scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, nella tragedia della guerra in Palestina, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si è costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Come evidenzia lo storico israeliano Ilan Pappé nella prefazione, «scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilità di morire ogni ora eguaglia la loro umanità, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e da una distruzione di inimmaginabile portata». Queste poesie, osserva Pappé, «sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma è impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno». «Ma questa raccolta non è solo un lamento», nota il traduttore Nabil Bey Salameh. «È un invito a vedere, a sentire, a vivere. Le poesie qui tradotte portano con sé il suono delle strade di Gaza, il fruscio delle foglie che resistono al vento, il pianto dei bambini e il canto degli ulivi. Sono una testimonianza di vita, un atto di amore verso una terra che non smette di sognare la liberta`. In un mondo che spesso preferisce voltare lo sguardo, queste poesie si ergono come fari, illuminando ciò che rimane nascosto». Perché la scrittura, come ricordava Edward Said, è «l'ultima resistenza che abbiamo contro le pratiche disumane e le ingiustizie che sfigurano la storia dell'umanità». Per ogni copia venduta Fazi Editore donerà 5 euro a EMERGENCY per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza. Prefazione Ilan Pappé. Con interventi di Susan Abulhawa e Chris Hedges.


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martedì 6 maggio 2025

Genocidio. Quello che rimane di noi nell'era neo-imperiale di Rula Jebreal (Piemme)

 Tra autobiografia e lucida analisi politica, Genocidio è un libro duro ma necessario che richiama la società civile e la politica alle sue responsabilità, alle sue colpe, alle sue verità di comodo e omissioni. Perché, se il silenzio è comunque una forma di complicità, è anche la leva attraverso cui tutti rischiamo di saltare oltre l'ordine democratico, verso nuove giungle dominate dalla legge del più forte.


«Dopo una vita trascorsa a interrogarmi, personalmente e professionalmente, su come il mondo abbia potuto permettere catastrofi come l'Olocausto, ho trovato la risposta tra le macerie nella mia terra martoriata, a migliaia di chilometri di distanza dai campi di sterminio europei. Scrivo questo libro perché il genocidio di Gaza mi ha cambiata nel profondo. Ha rivelato il vuoto morale e politico di un mondo che riduce l'umanità a una gerarchia di morte. Scrivo affinché nessuno, in futuro, possa dire di non sapere o che non poteva sapere. Scrivo nella speranza che ci sia ancora tempo per fermare l'espansione del genocidio coloniale di Israele in tutta la Palestina. Scrivo perché lo slogan "mai più" diventi una chiamata all'azione. Scrivo perché, anche quando tutto sembra perduto, le parole sono tutto ciò che rimane, e con esse l'obbligo morale di ricordare e resistere. Scrivo perché le mie parole possano aiutare a impedire che il genocidio di Gaza diventi una dottrina da esportare nel resto del mondo, un modello da applicare ogni volta che il potere decida di avere ragione della ragione, minacciando la sicurezza e l'esistenza dell'umanità stessa.»



L'inganno dei confini. Come la geografia governa il mondo di Simone Guida (Gribaudo)

 Con uno stile ironico e coinvolgente, attraverso storia, geopolitica e attualità, Simone Guida svela le contraddizioni delle frontiere moderne, interrogandosi su un futuro senza muri. Perché i confini non sono altro che convenzioni, eppure decidono chi siamo, come viviamo i nostri giorni, dove possiamo andare e quali guerre si combatteranno domani. I confini non sono linee tracciate sulla Terra, ma cicatrici della storia.


I confini sono reali o solo un’illusione? Da sempre l’umanità li traccia per separare popoli, culture e campi d’influenza del potere; anche se il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, ha smentito secoli di storia con un semplice sguardo: «Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini». La realtà dei fatti è che queste linee immaginarie hanno modellato il corso degli eventi e condizionato le vite di milioni di persone. L’inganno dei confini esplora il paradosso di un mondo diviso da barriere spesso arbitrarie: dall’Africa, sezionata con il righello alla Conferenza di Berlino, ai Balcani, dove il crollo della Jugoslavia ha stravolto le mappe, riscritte a colpi di guerre sanguinose. E perché il Gambia è una sottile striscia incastrata nel Senegal? Per quale motivo Cipro è divisa in quattro tra Grecia, Turchia, ONU e Regno Unito? E come può un confine attraversare una casa, come accade a Baarle-Hertog, tra Belgio e Paesi Bassi?



Comunità russa ricorda il "Reggimento immortale" a 80 anni dalla vittoria sul nazifascismo

Come il Neoliberismo svuota la lotta politica: tra rivoluzione passiva ed estetica del dissenso

Israele intensifica le operazioni militari su tutti i fronti. La Romania non sarà più la stessa.

Meloni, la stoccata del prof. Tomaso Montanari: "I suoi progetti non sono affatto moderati"

Netanyahu: "Invaderemo Gaza per restare e distruggere Hamas, sposteremo la popolazione"

Bruxelles - MO. GAZA, L'UE: ISRAELE REVOCHI IL BLOCCO AGLI AIUTI UMANITARI (05.05.25)

A Gerusalemme israeliani spaccati davanti al piano di conquista di Gaza

La SFIDA di Simion e Georgescu all'ESTABLISHMENT EUROPEO: perché la DESTRA AVANZA in Romania?

“Noi siamo altro”: oltre mille ragazzi per dire No alla violenza

lunedì 5 maggio 2025

Perché Taiwan conta. Breve storia di una piccola isola che decide il nostro futuro di Kerry Brown (Einaudi)

 Che cosa significa essere taiwanese oggi? Vedere il nome del luogo in cui vivi comparire in così tanti telegiornali, la maggior parte dei quali afferma che, se ci sarà una Terza guerra mondiale, è lì che avrà inizio? Ascoltare gruppi di esperti, commentatori e politici parlare di te e dei tuoi concittadini come di un «problema»? Venire salutati come una delle economie cruciali del mondo perché producete i semiconduttori più avanzati, sui quali il resto del pianeta fa affidamento? Sapere che, ciò nonostante, il novanta per cento dei leader di quei Paesi non riconosce il vostro come tale? E che, soprattutto, siete considerati - per un caso alla nascita - al centro della sfida geopolitica probabilmente più seria del XXI secolo? Ecco perché Taiwan, pur essendo un'isola così piccola, conta molto più di quello che sembra e tenerla d'occhio diventa importante. In questo senso il libro di Kerry Brown è sicuramente una guida indispensabile e tempestiva.




La deriva dell’Occidente di Franco Cardini (Laterza)

 «Un invito a riflettere sull’eredità tragica del colonialismo e a rimettere in discussione il modo in cui è stato gestito finora il processo di globalizzazione.» - Paolo Mieli, Corriere della Sera

«Al bando i pregiudizi! Quando il confronto è intellettualmente onesto diviene il sale del progresso delle idee. A questo contribuisce il libro di Franco Cardini.» - Mario Capanna, l’Unità


Di cosa parliamo quando parliamo di Occidente? Dopo l’elezione di Trump, sembra giunto al termine quel concetto di Occidente tutto geopolitico, dove Europa occidentale e Stati Uniti, difensori di democrazia e libertà, si contrapponevano alla ‘barbarie’ orientale, russa e cinese. Intanto, Giappone, Cina e India propongono altri Occidenti, portatori di altre ‘modernità’, contrapposte – o comunque alternative – alla modernità occidentale. Stiamo assistendo al crollo dell’Occidente così come lo abbiamo conosciuto?



Caracciolo a DiMartedì: "Trump-Zelensky a San Pietro, colpo da maestro del Vaticano"

Ovadia: «È ora che noi diciamo che il PD è un partito di centro destra e i moderati si fottano»

Confronto Parsi - Sachs: “Il riarmo è concretezza al trattato di Lisbona”. Sachs: ...

De Luca: "Non rispetti le donne? Ti devi vergognare, non sei un uomo, sei un miserabile"

Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano di Francesco Costa (Mondadori)

Attraverso un racconto frastagliato e mai lineare, come la realtà che descrive, Francesco Costa ci accompagna in un sorprendente viaggio on ...