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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
mercoledì 23 ottobre 2024
martedì 22 ottobre 2024
Conversazioni sul futuro-Lecce - Intervento del Dott. Leonardo Elia
Sabato 19 ottobre , officine Cantelmo, ore 20,45, presentazione del nuovo libro di Dario Fabbri, “ Sotto la pelle del mondo”.
Geopolitica .
Sul palco oltre Dario Fabbri , Marco Damilano.
Dario Fabbri lo seguo da tempo, lo ho conosciuto, lo ho
apprezzato da quando faceva parte della squadra di Limes la nota e autorevole
rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo.
La consueta bella narrazione
dell’autore , che sottolinea che la base della sua analisi non parte dall’alto,
dai massimi sistemi, ma invece ha origine dal terreno , dal cogliere il “genius
loci “ delle comunità , dai fatti e dai fattori che le formano , le legano e le
fanno anche disgregare.
Lucio Caracciolo usa
dire che per capire le “ pulsioni” in geopolitica , bisogna sapere di
geografia, di storia, e conoscere la letteratura dei luoghi….e di chi ci vive.
L’ impostazione rivendicata
dall’autore che parte dai territori, gli riconosce un atteggiamento non accademico, come ha detto lui stesso
in più di una occasione.
Premetto che purtroppo non ero presente, ma la registrazione dell’evento, me lo sono
“divorato “ domenica sera.
Bella narrazione, aneddotica come lui è capace di fare.
Dario Fabbri, parla di demografia, di età media dei popoli,
per definirne la postura nel mondo,
l’indirizzo politico in senso ampio, sia all’interno della comunità di
appartenenza sia all’esterno.
E sottolinea la grande importanza che ha la storia nella
costruzione della collettività, nella sua coesione e anche nella sua
disgregazione.
Non poteva non citare la “ fine della storia “ di Fukuyama, baggianata intellettuale che ha
imperato dopo la caduta dell’ URSS.
Questa è la base teorica della visione post storica,
economicistica, che ha caratterizzatole società europee negli ultimi decenni( e
quindi anche della società italiana).
Lucio Caracciolo ha detto che alla fine della seconda guerra
mondiale gli americani, la prima cosa che fecero con le nazioni sconfitte, fu
cambiarne i libri di testo, per riscriverne il passato , in maniera più
rassicurante, …per loro.
Quindi un’Europa occidentale tutta concentrata
sull’economia, visto come unico motore della storia.
Che si incarna nella globalizzazione, neoliberale.
Cosa evidente in Germania , dove ogni accenno alle guerre
del ‘900 , semplicemente non c’era. Nella parte occidentale almeno. Un periodo praticamente rimosso.
Il libro esprime opinioni condivisibili, esposte
nell’usuale maniera fluida e accattivante di Dario Fabbri.
Con un unico neo però.
Questa visione post storica, che impedisce a noi europei di
capire il mondo, che ci indebolisce nei rapporti con gli altri popoli, inizia
ad avere crepe?
Questa è la domanda che se fossi stato presente avrei posto
all’autore.
Mi spiego ,in Europa
ci sono dei segnali che fanno pensare ad una elaborazione del proprio
passato?
Quindi c’è in nuce un cambio di passo ?
Ho la sensazione che le analisi, incluse quelle di Dario
Fabbri, per non parlare dell’ autorevolissimo
Limes , scontano una certa piattezza, perché non riescono a
cogliere , per paura forse di fare il passo troppo lungo, per paura di osare,
degli indicatori importanti, per capire cosa si agita nella pentola, in
ebollizione ma non facilmente visibile, che sono le società del nostro
continente.
Il mondo tutto è in ebollizione.
E qui torno a parlare dei risultati delle elezioni nei
land dell’ex Germania est, la cui
portata non è compresa per nulla in Europa, vedi le cazzate dette da Gentiloni
,e da altri esponenti liberal.
Per questo vi propongo
la visione dell’evento di Lecce, da vedere, e vi (ri)propongo un’analisi
stringente delle elezioni regionali tedesche, consigliando di ascoltare con
attenzione quello che dice Gabriele Guzzi, che sottolinea, e io concordo con
lui , come l’ascesa di AFD e il partito di Sarha Wagenknecht , possa essere anche una
rielaborazione del loro passato e un suo superamento critico(min
17 circa).
Argomento che in Germania è stato sempre un tabù.
La Germania Est non ha subito la deriva post storica del
dopoguerra tedesco occidentale, inoltre si sono assolutamente denazificati, e definire
AFD un partito neonazista . è una banalità. Una superficialità pretestuosa.
Dimenticavo , Gabriele
Guzzi insegna storia economica all’università di Cassino, tra l’altro,
oltre a collaborazioni importanti (Limes).
Quindi buona visione e buone riflessioni.
Fuori dall'abisso. Dal fascismo alla democrazia: storia del miracolo politico italiano 1940-1954 di Mark Gilbert (Rizzoli)
Una nazione dilaniata da una guerra mondiale perduta, sepolta sotto le macerie di un regime crollato, abbandonata dal suo stesso re, piagata da una povertà dilagante e priva di qualsiasi credibilità internazionale. Questa era l’Italia del 1945, dopo il collasso finanziario, politico e persino morale che l’aveva investita. Dieci anni dopo, quello stesso Paese entrava a far parte delle Nazioni Unite, guidava da protagonista il processo di ricostruzione del continente e correva a grandi passi verso il «miracolo» del boom economico. La stampa era libera, la vita politica fiorente e una vibrante società civile affrontava una modernizzazione impetuosa, realizzando una delle trasformazioni nazionali più impressionanti a cui la storia europea recente abbia mai assistito. Com’è stato possibile? Mark Gilbert risponde a questa domanda con un sapiente uso delle fonti e una prosa che sa catturare il lettore senza mai perdere il rigore dello storico. "Fuori dall’abisso" è un imponente affresco sociale ma soprattutto una straordinaria galleria di ritratti: grandi personaggi in un’epoca di grandi passioni e grandi ideali. Uomini al centro della Storia, quella dell’Italia e quella del mondo intero: da Togliatti e Secchia, in un Pci diviso tra aspirazione di progresso e fedeltà a Mosca; passando per Nenni e i socialisti, che riuscivano a vedere gli orrori del comunismo reale ma non a recidere il cordone ombelicale che li legava al mito dell’Urss, per arrivare ai partiti minori, con la loro vitalità e i piccoli egoismi. E infine, i protagonisti della Democrazia cristiana, primo fra tutti Alcide De Gasperi, una figura che ha avuto un ruolo centrale per la Repubblica e tuttavia è oggi spesso quasi dimenticata. La sua opera fu decisiva per permettere all’Italia di uscire dal buco nero del fascismo e della guerra, imboccando il cammino che dal totalitarismo la portò alla democrazia e allo sviluppo.
lunedì 21 ottobre 2024
Eroi pericolosi. La lotta armata dei comunisti nella Resistenza di Gabriele Ranzato (Laterza)
Le Brigate Garibaldi sui monti e i GAP nelle città furono le formazioni create dal Partito Comunista e costituirono l’asse portante di tutta la guerra partigiana contro gli occupanti tedeschi e i fascisti loro alleati. Lo storico Gabriele Ranzato ne ricostruisce le vicende mettendo in risalto, al di là di ogni pregiudizio, luci e ombre del loro operato, caratterizzato da un’alterna prevalenza di strategia ‘militare’ e obiettivi politici.
Quasi Gol di Giorgio Simonelli (Manni)
Il rapporto tra calcio e
televisione dalla prima diretta fino ai giorni nostri, il condizionamento reciproco e poi, al fischio
finale, la vittoria del mezzo televisivo sullo sport. Due tra le più grandi
passioni degli italiani, il calcio e la televisione, sono protagoniste di
questo libro che ne narra intrecci, condizionamenti e trasformazioni dalla
prima partita in diretta tv fino ai nostri giorni. Giorgio Simonelli ripercorre
una vicenda che copre un arco di più di settant’anni, e che nel tempo ha avuto
molti protagonisti: le tecnologie di ripresa e messa in onda, il linguaggio, le
emittenti pubbliche e private, le istituzioni e le società sportive, gli
sponsor, le aziende e i tifosi. Ricostruisce la storia che va dalle prime
trasmissioni sportive (quelle che si guardavano al bar, perché i televisori non
erano in ogni casa) alle partite a colori, passando per gli storici
telecronisti e i programmi calcistici fino ai giocatori superstar. Spiega come a condizionare in maniera
determinante la fruizione e quindi il gioco vero e proprio del calcio siano da
un lato le questioni economiche (si vedano le aste per i diritti televisivi
delle partite), dall’altro la tecnologia (dal crescente numero di telecamere in
campo al VAR), e come le regole dello sport si siano piegate alle esigenze del
tubo catodico. E lo fa mescolando sapientemente gli strumenti dello studioso
della comunicazione con la passione del tifoso.
Giorgio Simonelli è nato
nel 1948, vive a Vercelli. Ha insegnato
a lungo Storia della radio e della televisione e Cinematografia didattica
ginnico-sportiva all'Università Cattolica di Milano dove ora collabora con i
master “Comunicare lo sport” e “Fare radio”. È docente nel laboratorio di
televisione dell’Università di Genova presso il Campus di Savona. Partecipa come esperto a TV Talk, storico
programma di Rai 3. Ha scritto libri,
saggi, articoli sui temi della comunicazione cinematografica e radiotelevisiva.
domenica 20 ottobre 2024
Alcide De Gasperi e l’intelligence. Come è stata ricostruita l’Italia di Mario Caligiuri (Rubbettino)
De Gasperi è la figura repubblicana più significativa di tutte. È lui il presidente della ricostruzione che pone le premesse affinché l’Italia, dopo una rovinosa guerra perduta, si trasformasse da Paese contadino in una delle principali potenze industriali del mondo. Pur avviando ricerche negli archivi dei Servizi, sembra emergere molto poco sui collegamenti diretti tra De Gasperi e l’intelligence. Ma è proprio in questo periodo che vengono compiute scelte decisive per il nostro Paese: la definizione del Trattato di pace, la visione politica atlantica e le premesse della futura Unione Europea. Temi per i quali non è pensabile che il capo del Governo non abbia avuto, direttamente o indirettamente, contatti con i Servizi. In questo saggio, studiosi e ricercatori si interrogano sul problema, affrontando diverse questioni: l’inevitabilità dell’intelligence nella ricostruzione del Paese dopo la Seconda guerra mondiale, il ruolo del Secret Service britannico verso l’Italia, la guerra dell’informazione del “Candido” contro lo statista trentino, la politica democristiana dell’intelligence a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, l’attenzione francese nei nostri confronti per come emerge dagli archivi dei loro Servizi, l’oscillante politica estera di sicurezza nazionale ancorata ai partiti americani, l’interesse costante dell’intelligence statunitense verso il nostro Paese, l’esperienza poco nota del Movimento d’Avanguardia Cattolica Italiano che operava come un Servizio segreto e la travagliata nascita del SIFAR che ha poi orientato per molti decenni l’architettura organizzativa dell’intelligence nazionale. Questi argomenti pongono le prime basi per ulteriori contributi scientifici in modo da esaminare, senza le lenti deformanti delle ideologie, la storia politica del nostro Paese, che non si può ricostruire attraverso vulgate di successo, film di cassetta e sentenze giudiziarie.
Guasto è il mondo di Tony Judt (Mondadori)
C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modo di vivere. Per decenni abbiamo trasformato in virtù il perseguimento dell’interess...
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La recente, amara denuncia della tennista Aryna Sabalenka non è una semplice nota a margine nella cronaca sportiva. È il sintomo lancinante ...



