La storia vera di un uomo, sopraffatto dai debiti con l’erario, che ha finito per togliersi la vita. Un libro forte, che vuole far conoscere la realtà dei fatti e la Legge 3 del 2012, la cosiddetta Salvasuicidi
Morire per i debiti è una cosa terribile, ma se i debiti che portano a togliersi la vita sono con lo Stato, la vicenda diventa ancora più atroce. Questo è il fulcro di “Ho pagato lo Stato per uccidermi”, il provocatorio libro di Jimmy Greselin (Steps Edizioni), che oggi è parte attiva di Legge3.it, l’organizzazione fondata da Gianmario Bertollo che aiuta privati e imprenditori ad uscire dal sovraindebitamento.
Una storia romanzata, ma non è un romanzo. Il libro racconta è la storia di una persona vera, Andrea (nome di fantasia), che per una serie di vicissitudini si è trovato sopraffatto da un monte debiti che sembrava impossibile da ripagare, non è riuscito a sopportare tutto questo e si è tolto la vita. Il protagonista viene definito “un uomo come tanti, che è morto per il suo lavoro”.
“Una storia davvero triste, soprattutto se consideriamo che è proprio lo Stato che ha portato questa persona ad uccidersi, attraverso l’impossibilità oggettiva di far fronte ad impegni economici impossibili da onorare. – Commenta Jimmy Greselin – Spesso lo Stato che pretende dalle persone più di quanto queste possano oggettivamente sopportare, anche quando non dovrebbe, anche quando la persona non ce la fa più. Purtroppo, viviamo in una società che ancora oggi colpevolizza chi si trova in questa situazione, lo guarda con sospetto e lo spinge ai margini. Lo Stato stesso guarda le persone con debiti come se fossero i peggiori dei criminali, colpevolizzando chi ha avuto degli ‘incidenti di percorso’ suo malgrado”.
“Andrea è stato un uomo forte e volitivo, che si è sempre dato da fare, che si è rialzato più volte da situazioni disastrose, sempre con la voglia di fare meglio. – Prosegue l’autore – Ogni volta ha ricominciato da zero. Nel libro si trovano anche le sue debolezze di uomo, ma, soprattutto, la vigliaccheria di parenti e amici che lo hanno abbandonato, gli stessi che, troppo tardi, si sono pentiti di averlo tradito. Ed è stato proprio questo abbandono che alla fine gli pesò di più, facendolo sentire solo. Con questo, però, non voglio dire che si debba puntare il dito verso la famiglia, che, di fatto, non ha obblighi, e talvolta non ha neanche gli strumenti, economici ed emotivi per sopportare queste situazioni. Ma l’abbandono più grave, forse, è quello da parte dello Stato. Andrea aveva pagato milioni di euro di tasse, per poi essere messo all’angolo come il peggiore dei criminali, con accuse infondate, poi cadute dopo la sua morte”.
Nel libro Jimmy Greselin parla anche di educazione finanziaria, spesso troppo carente non solo tra i cittadini, ma tra i piccoli imprenditori stessi, e dell’invidia sociale, che indica come una grande piaga dei nostri tempi. Invidia verso chi riesce nel proprio lavoro, ma anche verso chi ha di più, e questo porta molte persone a contrarre debiti per acquistare beni che non possono permettersi, ma anche a non provare empatia verso chi entra in crisi rischiando di perdere tutto.
Il protagonista di “Ho pagato lo Stato per uccidermi”, purtroppo, si tolse la vita appena 3 mesi prima che entrasse finalmente in vigore la Legge 3 del 2012, la cosiddetta legge Salvasuicidi, emanata proprio per evitare che episodi del genere si ripetessero.
Con questo provvedimento normativo, lo Stato ha finalmente introdotto strumenti legali che consentono lo stralcio di debiti insormontabili, sostituiti da piani triennali di rientro di parte del credito che siano realmente sostenibili.
JIMMY GRESELIN
Laureato in Diritto Internazionale ha fatto da sempre l'imprenditore ed il consulente. Ha avuto esperienze in vari settori, dalla moda alla cantieristica, dalle commodities all'immobiliare, sempre con aziende fondate da lui, con le quali ha lavorato in tutto il mondo con maggior fortuna all'estero e maggiori difficoltà in Italia, causate spesso da un sistema bancario ingessato ed una burocrazia incomprensibile.
Da qualche anno si dedica ad aiutare le aziende, gli imprenditori e le persone in difficoltà al fianco di Gianmario Bertollo, applicando gli strumenti che la Legge3 del 2012 ed Il Nuovo Codice della Crisi, mettono a disposizione.
Avendo sempre lavorato in proprio, ha conosciuto e subito tutte le difficoltà che gli imprenditori e i liberi professionisti devono affrontare quotidianamente, e questo libro ne è la conferma. Già autore di "EDUCAZIONE FINANZIARIA - Può nuocere gravemente agli economisti", pubblicato nell'ottobre 2022. È fermamente convinto che per raggiungere un obiettivo sono necessarie due condizioni: averne uno e non aver paura di fallire dando la colpa ad altri.