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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

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Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

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Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

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Più che dare risposte sensate ...

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venerdì 5 settembre 2025

Joe Strummer - Intervento di Leonardo Elia

Joe Strummer , Joe lo  “strimpellatore”, al secolo John  Graham Mellor, voce, chitarra, leader dei Clash, gruppo, punk, nato punk nella bellissima scena musicale della fine degli anni 70 in Gran Bretagna, nato punk ,ma molto di più.

Avrebbe compiuto 73 anni il 21 agosto.

Ho avuto il piacere di vedere una sua dedica , autografa  con luogo e data di nascita , Ankara 21 agosto 1952, su un’agenda di un mio amico caro, giornalista, all’epoca , giornalista musicale.

Io un fan dei Clash, non potrò mai dimenticare il concerto a Firenze del 23 maggio  1981, io c’ero, e mi fischiarono le orecchie per sei sette ore, perché stavo ad una decina di metri dall’amplificazione.

Momenti indimenticabili. Io ero accorso da Perugia dove facevo l’università.

Per capire Joe Strummer , il suo messaggio , bisogna pensare allo spirito del tempo, lo zeitgeist dei tedeschi, i cambiamenti che si avvertivano nella società inglese dell’epoca, che saranno esportati nel resto del mondo.

L’Inghilterra della Thatcher, che con la sua politica di  privatizzazioni doveva dare il via alla svolta neoliberale in tutto il mondo, svolta che avrebbe trasformato la patria delle rivoluzioni industriali da nazione manifatturiera in una che basa la propria ricchezza nel potere economico finanziario,  a discapito di chi lavora e a vantaggio invece di pochi.

Stessa cosa fatta dal suo sodale statunitense , Reagan.

Joe aveva capito quello che stava succedendo.

E aveva capito come questa svolta ha, insieme ad una visione economica, oligarchica, un risvolto, un puntello militare.

Il governo Thatcher ai suoi albori era in netta crisi di consenso.  La cosa che la consolidò fu il “regalo” che le fecero i criminali della giunta argentina, con la guerra delle Falkland, e la vittoria inglese , che produsse un seguito  mai visto nell’opinione pubblica  britannica, verso una politica imperiale, che ben si affiancava alla rinascita finanziaria.

Percorso  uguale di Reagan, che rimosse lo shock Vietnam dall’opinione pubblica americana, con l’invasione di Grenada,  e il coinvolgimento statunitense nella guerra Iran Iraq e l’appoggio ai  mujaeddin afgani in funzione antisovietica. Per non parlare del progetto “guerre stellari” un piano di riarmo che doveva portare al collasso dell’Unione Sovietica .

Non è un caso che politiche economiche neoliberali siano legate spesso  ad un approccio aggressivo , se non militare in politica estera, e Reagan e la Thatcher hanno inaugurato  questa stagione.

Joe Strummer aveva capito quello che stava accadendo, e con il triplo album “Sandinista!” aveva messo in musica questi suoi pensieri , queste sue preoccupazioni. Sempre con gli ultimi, per gli ultimi.

Se fosse vivo sarebbe sicuramente con la Global Sumud Flottilla, con i portuali di Genova e con Genova tutta.

Non si può non prendere posizione di fronte ad un genocidio, con l’unica differenza, aggravante, rispetto a quello perpetrato dai nazisti è  che tutto avviene  in diretta. Nessuno può dire di non sapere.

Con la politica tutta, sia italiana che europea, che oscilla tra un appoggio incondizionato all’operato israeliano e prese di posizione timide quanto tardive che non si traducono in nulla di effettivo, che possa alleviare le sofferenze dei palestinesi.

E quindi di fronte alla colpevole inerzia delle istituzioni, dovuta alle solite pressioni Usa ,la minaccia di blocco del transito  container per Israele dal porto di Genova, se dovessero essere sequestrate le imbarcazioni e arrestati gli attivisti, come è successo in passato,  appare un’azione assolutamente apprezzabile , segno del giusto risveglio dei territori , delle comunità, quando le istituzioni sono colpevolmente latitanti.

Viva i portuali, viva Genova e Joe sarebbe stato lì sicuramente!





 

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