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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

giovedì 30 gennaio 2025

Ancora Donald ... Ancora Trump ... Intervento di Leonardo Elia

Bellissimo il capello alla Zorro di Melania, che ha permesso alla first lady di non farsi baciare dal marito, e la smorfia di Donald, che buca lo schermo.

Presenza pesantissima del ministro degli esteri indiano, vedi  via del cotone, collegata a doppio filo con la resurrezione, con qualche difficoltà , dei patti di Abramo, pacificazione tra monarchie del golfo, con in testa i sauditi,e Israele, che aprirebbe una  via commerciale alternativa a Suez e al mar Rosso. Luogo di arrivo l’Europa.

Presente  anche la Cina, con funzionario di altissimo livello.  Unione Europea non invitata, inclusa la baronessa.

Dimenticavo , presentissima la Meloni

Tutto il parterre degli “oligarchi” , come li ha chiamati Biden, e i suoi corifei europei , nuove tecnologie, intelligenza artificiale, finanza.

Prima cosa importante da sottolineare, è che il nuovo presidente dovrà mettere insieme il diavolo e l’acqua santa. Mi spiego meglio.

Ho già accennato agli oligarchi, gente ricchissima, suoi finanziatori,  abituati ad accompagnare il potere, a influenzarlo. Ora Biden mette in guardia da derive possibili antidemocratiche, considerando che essi, paladini, così dicono , della libertà, ritengono la democrazia inefficiente, inefficace.

Memoria corta, perché sono stati al suo fianco per tutto il  mandato. Il problema grande è che sono comunque gli alfieri del neoliberismo, che è stata la causa dell’impoverimento, dell’emarginazione, della crisi sociale , che ha portato tanti voti a Trump, che ha riempito le sue adunate preelettorali.

Non bisogna dimenticare che questa crisi americana , che è di tutto l’occidente, è una frattura profondissima, verticale, antropologica che divide le nostre società.

Agli esclusi si dovrà  dare una risposta, pena l’instabilità sociale. Platea questa fatta da un popolo con una sfiducia profonda nelle istituzioni , che non  credo si accontenti però  solo della volontà , di far piena luce su misteri americani come la gestione della pandemia, gli omicidi JFK,RFK, Martin Luther King.

Vedremo se sarà solo fumo negli occhi.

D’altra parte , l’idea  di molti analisti ,che condivido,  è quella del superamento di questo momento di crisi interna e di egemonia, attraverso un’accelerazione nei settori dove gli Usa, sono più forti, quello tecnologico e finanziario.

O nei settori dove pensano  di esserlo.

Consapevoli delle nuvole che si addensano all’orizzonte del dollaro, non scalzato, ma avvertito in pericolo come valuta di riferimento mondiale. E questi cambiamenti monetari, sono stati sempre accompagnati da guerre. Speriamo proprio che non accada questo.

Vi invito a leggere nel blog gli interventi del prof Forges Davanzati, illuminanti in merito a questo argomento.

Quindi il neo presidente , sta accelerando su una strada già tracciata, già utilizzata, dalle amministrazioni dem  che lo hanno preceduto, quindi capitalismo della sorveglianza, utilizzo del debito a fini geopolitici, come mezzo di ricatto ,pratiche che con la democrazia non hanno nulla a che fare, come il controllo strettissimo su la comunicazione di ogni tipo, main stream e piattaforme social.

Sono  assolutamente ipocrite  le voci catastrofistiche, sul pericolo per la democrazia rappresentato dall’amministrazione Trump e dalla tecno destra che si delinea all’orizzonte, perché questi figuri, gli oligarchi , hanno lavorato con le amministrazioni dem, , manovrate dai neoconservatori.

Le voci catastrofistiche dovevano levarsi prima , la direzione , inquietante è già tracciata.

Il mostro , questo Frankenstein sociale e politico, l’ha creato il neoliberalismo progressista, nato e gestito oltreoceano, ma  accettato e utilizzato  anche da noi , da chi ci ha governato in questi ultimi anni.

Solamente ora ha dispiegato le ali, e si vuole scrollare tutti quegli orpelli, quei formalismi,  che secondo alcuni ne hanno impedito fino ad ora di  farsi potere, e non solo di accompagnarlo, di assecondarlo e di renderlo “solido”.

 E di rilanciare l’egemonia americana, a livello mondiale, e superare la crisi sociale interna, che è principalmente una crisi di credibilità , uno stato depressivo ,  una vera e propria  patologia sociale.

In più puntare sulla tecnologia, considerandola propria eccellenza assoluta,  nasconde il non detto, l’inquietudine , della presenza di altri attori che hanno messo a frutto la globalizzazione, andando oltre la sola manifattura, come la Cina. Perché  produce ricerca , aggirando le sanzioni Usa sui beni tecnologici, come i microprocessori avanzati, e  che mette in campo , quando Trump annuncia un mega investimento in un progetto di intelligenza artificiale, lo Stargate, un sistema  equivalente emesso  da  Deep Seek, molto più economico e, a quanto pare, di uguale efficienza . Quella americana è una scelta  che si basa sulla completa incapacità di analisi dei fenomeni , quindi delle cause del declino, unita ad un delirio di onnipotenza, tipico del crepuscolo di un potere.

L’area del dissenso, quella vera e consolidata, da anni con un approccio dubbioso nei confronti dei dem ,a iniziare da quelli nostrani , nutrita dalla consapevolezza  della falsità di narrazione, su pandemia, Ucraina, Palestina e via dicendo, falsità funzionale al perpetuarsi di un’egemonia ormai diventata tossica, non può, rallegrarsi più di tanto della sconfitta di un nemico, Biden e sodali , perché l’orizzonte si prospetta cupo, ancora  più cupo, perché in nuovi arrivati, non hanno neanche più il timore di nascondere le loro derive autoritarie. Autoritarismo distopico.

 Le linee guida della nuova amministrazione sono comunque aggressive, come la volontà di imporre dazi a chi non produrrà negli Usa, quindi a noi, Europa, area manifatturiera per eccellenza, che dovrà delocalizzare lì, come stanno facendo industrie tedesche, e quindi deindustrializzarsi, o ridurre le esportazioni, o rispondere pensando al proprio interesse, quindi gas russo, (ri)trovare mercati importanti , da cui siamo stati tagliati fuori per le note ragioni di sudditanza autolesionistica, orchestrate  dall’Unione Europea.

Ci riusciremo?

Nel neoliberismo , l’ egemonia, si declina con  modalità economico finanziarie, ma  anche con mezzi militari, vanno sempre a braccetto.

Come  in America Latina. Mettere i Narcos tra le organizzazioni terroristiche, permetterebbe un approccio  militare in Messico che prima non  era pensabile, mandare militari in Perù, intervenire pesantemente appoggiando tentativi di golpe in Bolivia, Colombia e principalmente in Venezuela e Cuba, è come rispolverare  la dottrina Monroe aggiornandola.

Questo perché la Cina è arrivata lì e si sta radicando.

E sta trasformando un’area, che due anni fa Dario Fabbri definiva ininfluente dal punto di vista geopolitico, in una linea di scontro, di contenimento.

E’ un potere in crisi, che non riesce ormai a gestire gli antagonismi con il “caos creativo” perché non riesce a gestirne le conseguenze, ma comunque potere è, e sta solo rimodulando la sua azione nei confronti degli avversari, e degli alleati.

Quindi niente di veramente nuovo sotto il sole, con un Unione Europea  autolesionista come sempre, il vuoto pneumatico assoluto.

La assoluta nullità , politica, umana, etica ,di capacità pensante , della classe politica europea ,è funzionale a questo declino del nostro continente, che dovrebbe utilizzare l’arma della diplomazia, sua eccellenza storica, per veicolare quello che è per lei  un imperativo morale, l’interesse nazionale, l’interesse delle nazioni che la compongono  ottenibile  solo con la pace, conditio sine qua non , per una giusta  prosperità .

 E con un impegno del nucleo storico dei paesi che hanno fatto l’Europa dopo la tragedia che è stata la Seconda guerra mondiale per i nostri popoli.

Io comunque quando sento nuove tecnologie, sento puzza di controllo sociale.

Interesse nazionale va  cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lui vita rifiuta. Scusate l’utilizzo maldestro di una frase del sommo poeta.

In tutto questo Musk entra a gamba tesa nella politica europea, appoggiando tutti i partiti anti Unione e di  estrema destra , a iniziare dalla Meloni. Non sconfessato da Trump, sento  una  certa inquietudine.

Di fronte a tutte l’assertività col “botto” del neo presidente.

La Russia sta vincendo, sta inesorabilmente avanzando, le sanzioni non l’hanno fatta collassare economicamente, mentre stanno collassando noi Europei, forse erano state pensate per quello.

Il  suo apparato militare industriale risponde molto meglio di quello occidentale, come la nostra maniera di fare la guerra si sta dimostrando obsoleta, basata su una presunzione di superiorità , assolutamente autoreferenziale.

Che ha portato a morte centinaia di migliaia di giovani in Ucraina. Abbiamo una responsabilità enorme.

E Putin , lo ha già detto, non tratterà , non congelerà il conflitto, si muoverà in base ai suoi interessi consolidati   sul campo, e non credo che abbia molta paura di altre sanzioni.

Tra l’altro , le ultime dell’Unione Europea, notizia di questi  giorni, hanno lasciato un “portone” aperto al GNL russo.

Anche perché , secondo me,  aspetta che cambi qualcosa in Europa, con l’ opinione  pubblica generale  contraria al proseguimento della guerra in Ucraina. Lui sta vincendo. Poi il trattato con l’Iran, ha messo in guardia Israele, dal non fare passi falsi, passi più lunghi della gamba. E gli americani lo sanno.

Israele, in grave crisi, che non ha cavato un ragno dal buco, ormai trattata  nel mondo da stato canaglia, da stato parafascista, che ha accettato il primo step della tregua, consapevole  del consolidamento di  Hamas  che dopo mesi di bombardamenti criminali,  permettendo uno scambio di prigionieri spettacolare, un’operazione mediaticamente perfetta per i palestinesi, che tra l’altro ostentavano fucili di fabbricazione israeliana, appare più forte e radicata di prima.

Non sta cavando un ragno dal buco in Libano, perché quando finiscono gli attacchi aerei,  con molte vittime civili, sul terreno l’esercito israeliano accusa perdite importanti.

Trump ha sbloccato l’invio di bombe da 1 ton antibunker, poco è, Israele si trova isolata e in crisi profonda, la guerra più lunga della sua storia.

Con Messico e Colombia che vietano l’atterraggio agli aerei che riportano a casa gli immigrati clandestini rastrellati  nelle città americane , nelle prime retate volute da Trump .

Quindi il neopresidente inaugura un nuovo modo di uscire dalla crisi, per me cialtronesco, basato su minacce, bisogna  vedere come andrà, perché di sicuro con la Russia, troverà molte difficoltà . Alcuni analisti dicono però che lo scambio di prigionieri in Palestina, sia dovuto a sue pressioni .

 Poi il rispolverare gli accordi di Abramo,  che ora vedono i sauditi giustamente dare priorità, per ragioni di stabilità interna, per accettare Israele , a trovare una via d’uscita per Gaza. Considerando che il neopresidente prefigura una deportazione dei palestinesi in Egitto e Giordania, ipotesi che questi due paesi temono, perché li destabilizzerebbe  come a suo tempo è successo in Libano.

Notizia di oggi , la Giordania ha ufficializzato la sua contrarietà. Seguita a ruota dall’Egitto.

Comunque il declino di un impero, inquieta sempre, perché nessuno può prevederne  il percorso e le conseguenze.. ..

Queste righe l’avevo scritte domenica. In questi giorni c’è stata la proposta di pace per l’Ucraina, per me fuffa,  perché non si può proporre ad uno che vince , di congelare il fronte, vedi due Coree, mettendo una forza di pace, che dopo trenta secondi il ministro degli esteri  russo  Lavrov, ha detto che se non riconosciuta da loro,  diventerebbe  subito un obbiettivo delle forze armate russe. Putin sta vincendo ed è stato ingannato troppe volte, vedi  Minsk 1 e Minsk 2. Il gioco lo detta lui, anche perché l’Ucraina sta crollando.

Poi Trump sta firmando ordini di rimpatrio di migranti irregolari,  che comunque darebbero problemi economici ai paesi di provenienza, l’afflusso di valuta americana, importante, calerebbe molto.

Ha piegato subito la Colombia, che dopo poco tempo ,ha accettato  di far atterrare gli aerei che trasportavano gli irregolari “rastrellati”, termine pessimo ma aderente, negli Usa.

Anche l’Honduras si trova in ambasce, non può non accettare facilmente  i suoi cittadini espulsi dagli Stati Uniti.

Ma il presidente di questo stato del centro America ,ha ricordato a Trump, che loro ospitano basi americane. Tante le volte!

Forse per i rimpatri forzati che il governatore della  California, lo stato degli Usa  più popoloso, e con il Pil maggiore, vuole indire un referendum per staccarsi dall’Unione.

Essendo anche uno stato agricolo importante, la carenza di manodopera, dei  latinos, ne danneggerebbe l’economia.

Tanto  più uno stato dipende dagli Usa, tanto più Donald, può fare il bullo .

Come diceva Kissinger, “essere nemici degli Usa può essere pericoloso, esserne amici è fatale”.

Con attori grossi come la Russia , questi atteggiamenti  non danno gli effetti desiderati , e lo si sta vedendo, tant’è che il blocco degli aiuti esteri , Trump lo ha sospeso anche per l’Ucraina, quindi non si farà la pace, possono continuare a morire.

Ma i problemi si stanno creando e grossi, con la Danimarca, e tutti gli scandinavi, per la Groenlandia.

Copenaghen  , per difendere la grande isola , vuole aumentare di parecchio le spese militari.

Considerando che tutti i paesi scandinavi, sono sempre stati alleati fedelissimi degli americani, per capirci, il Nord Stream , è stato fatto saltare  sotto il naso loro, sapevano tutto, e i servizi danesi hanno spiato per conto della Cia la Merkel.

Una pugnalata alle spalle quella di Trump.

Tra l’altro Bruxelles è in allarme perché sta mostrando di  privilegiare  i rapporti con i governi europei, scavalcando l’Unione.

Ma ancora peggio è il crollo in borsa dei titoli tecnologici americani, dopo l’annuncio di investimenti miliardari dell’ amministrazione americana nell’intelligenza artificiale.

Crollo dovuto a sistemi cinesi, enormemente più economici. Ne ho già parlato. E più di successo.

Con ,notizia di oggi la US Navy, che vieta, ai suoi dipendenti  di utilizzarli.

Alcuni analisti lo chiamano il momento  Sputnik, perché , come per lo Sputnik, l’America si sente  superata , la sua egemonia minacciata.

Come anche dal sistema di telecomunicazioni  cinese,a banda velocissima, che compete con Starlink.

Non sono solo in gioco solo soldi, in gioco è il potere, un potere globale.

E voler uscire dalla crisi, una crisi strutturale, puntando tutto in settori, in cui non si ha  l’egemonia come si credeva, è sicuramente un problema.

Questa politica aggressiva , da bullo, da azzardo, al posto di fermare il multipolarismo, forse  ne accelererà la diffusione.

Allontanerà dall’ Occidente, più che avvicinare.

 




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