giovedì 21 novembre 2024
mercoledì 20 novembre 2024
Ucraina, Russia e Nato in poche parole di Marco Travaglio (PaperFIRST)
martedì 19 novembre 2024
Ancora sull’incarico conferito da Donald Trump a Robert Kennedy. Intervento di Leonardo Elia
Voglio puntualizzare ed entrare nel merito rispetto al mio intervento di ieri sul blog, riguardo l’incarico conferito da Donald Trump a Robert Kennedy .
Nella nuova
amministrazione quest’ultimo sarà a capo dell’agenzia che gestisce la sanità negli USA.
Perché tanta agitazione
anche da noi?
Perché individua nelle
ingerenze , chiamiamole pure “ strapotere” dell’industria farmaceutica nella
gestione dei programmi sanitari degli
Stati Uniti, e quindi di tutto il mondo occidentale.
Lui vede nei conflitti di
interesse che permeano le università, le varie agenzie nazionali, e anche
quelle sovranazionali, OMS, AEFA,
quest’ultima dell’Unione Europea , la cause ultime di errate politiche
sanitarie.
Sostanzialmente i
finanziamenti per la ricerca , se
vengono dalle multinazionali , e da colossi finanziari ,non possono non
influenzare l’impostazione che gli stati danno ai loro piani sanitari sul
territorio, con ricadute totalizzanti sulla salute pubblica.
Si arriva all’assurdo di
“formazione” finanziata dall’industria per tecnici sanitari.
Praticamente si è
privatizzato tutto, e questo non può non avere ricadute sul benessere dei
cittadini, perché deve prima pensare al benessere finanziario delle società.
Che hanno avuto una
perdita in borsa dopo l’incarico di Kennedy.
Che vuole far luce sulle
tante opacità della gestione della pandemia covid 19, e quindi anche sulle sue
conseguenze sociali.
Per capirci meglio vi
racconto una cosa.
Spulciando in internet ho saputo che la figlia di Mario
Draghi ha finanziato con sei milioni di euro, un laboratorio di ricerca.
Guarda , guarda il
laboratorio è diretto dal professore con cui io ho fatto l’esame
di “ chimica farmaceutica
1”.
Il professore in
questione , grande docente, ricercatore, non si può mettere in discussione.
C’è però rispetto a trent’anni
fauna piccola differenza…prima lavorava con finanziamenti pubblici, ora lo fa
con denaro privato, e deve seguire le indicazioni dei privati. Scusate se è
poco.
Ed è pratica corrente
Sapete come dice un
vecchio detto salentino?
“ ci me dae lu pane lu chiamu tata” tradotto “ chi mi da
il pane lo chiamo papà “.
E con il padre bisogna
comportarsi bene e si ha difficoltà a dirgli di no.
lunedì 18 novembre 2024
Trump or not Trump ... di Leonardo Elia
Vittoria con larga maggioranza , e controllo dei due rami
del congresso.
Subito demonizzazione, da parte del mondo liberal, sia
americano sia internazionale, anche qui da noi.
Premetto che non mi interessa la sua impostazione in
politica interna, ma solo le scelte , intuibili dalle persone di cui ha
intenzione di circondarsi, che possono
avere influenze su di noi , come italiani.
Quindi mi trova in
completo disaccordo, le restrizioni al diritto delle donne ad abortire, ritengo
assolutamente barbaro, il non voler limitare il possesso di armi da fuoco , per
noi e per me, il monopolio della violenza lo deve possedere lo stato, e la
costruzione dei muri anti migranti, anche se la stessa costruzione , non è
stata fermata con l’amministrazione Biden.
Comunque mai i muri hanno fermato lo spostamento di uomini.
Paradigmatico, come l’elezione di Donaldone, abbia prodotto tifoserie, fazioni, senza
possibilità di un vero confronto.
E’ la modernità bellezza! Il segno avvelenato dei nostri
tempi.
Allora andiamo con ordine.
Nelle sue prime nomine una valanga di sionisti e ultra
evangelici, per esempio il prossimo
ambasciatore in Israele sarà Mike Huckabee, un falchissimo, fondamentalista
evangelico che ha già detto che
appoggerà l’annessione da parte dello stato ebraico della cis Giordania. Dal
fiume al mare quindi.
Quindi un’amministrazione in sintonia con la politica
criminale e genocida , di pulizia etnica nei territori palestinesi.
Non bisogna dimenticarsi dello spostamento dell’ambasciata americana
da Tel Aviv a Gerusalemme, durante il suo
primo mandato .
Fin qui niente di nuovo , rispetto a Biden , che non è riuscito a
imporre moderazione, ammesso che ne avesse la reale volontà, ad un Netanyau
sempre più in preda , con molti esponenti del suo governo, per fare un nome,
Ben Gvir, ad un delirio messianico- sionista.
Così si può leggere il “licenziamento” del suo ministro
della difesa Gallant, che non è un agnellino, non bisogna dimenticare la sua
definizione dei palestinesi “animali
umani” all’indomani del 7 ottobre dell’anno passato.
Reo di essere contrario all’allargamento del conflitto al
Libano, e all’Iran, consapevole delle ingenti perdite dell’esercito israeliano
a Gaza e nelle puntate offensive nel paese dei cedri. Oltre al fallimento dell’attacco
aereo all’Iran . Gli aerei con la stella di Davide si sono tenuti fuori dallo
spazio aereo iraniano.
Questa guerra , queste guerre, stanno costando molto a
Israele
Mi soffermo però ad alcune nomine che fanno pensare .
Anzi ha iniziato con la non nomina di Pompeo e la Haley
nella sua squadra , cosa buona e giusta , due super falchi, neo conservatori.
Importantissima la nomina di Tulsi Gabbard . Sarà il capo
dell’ Intelligence nazionale, chi relazionerà quotidianamente Trump sullo stato della nazione nel campo
della sicurezza. Ex dem, veterana dell’
Iraq, staccatasi dal suo partito per le insensate e criminali guerre , portate
avanti da tutte le amministrazioni USA, dall’undici settembre in poi. Ha
parlato con Assad nel 2019, condannando
il coinvolgimento, nascosto, ma attivo del suo paese nello scatenare una
miriade di guerre civili del mondo.
Per me non può che giocare a suo favore, l’agitazione,
riportata da molti giornali statunitensi legati al mondo dell’intelligence
americana, le “spie” dopo la sua nomina.
Essere definita dalla Clinton una risorsa russa, mette in una luce positiva la scelta del nuovo
presidente americano.
Quindi ha i neocons contro.
Come la nomina di Robert Kennedy jr. al dicastero della sanità che soprintende non
solo le politiche sanitarie ma anche la sicurezza alimentare la dice
lunghissima.
Anche Kennedy viene dal partito democratico.
Importantissima investitura perché vuole contrastare lo
strapotere di Big Pharma nelle agenzie
che regolano la politica sanitaria negli Usa, responsabili dell’immissione in
commercio di farmaci.
Cercare di mettere ordine in quel vespaio, e fare una volta per tutte chiarezza in scelte che incidono sulla nostra
salute, sulla salute di centinaia di
milioni di persone, sia al di là dell’oceano, e anche al di qua, in Europa, non
è cosa da poco.
Visto che quelle istituzioni, che spesso vanno a braccetto con le grandi
multinazionali del farmaco e con i potenti della finanza , hanno avuto la
responsabilità della diffusione del consumo di oppioidi ( fentanyl)
e hanno gestito l’emergenza pandemica.
Bisogna capire , è arrivato il tempo
Che dire di Elon
Musk ,che con Viveck Ramaswamy , sarà a capo di un dipartimento
che soprintenderà l’efficienza
governativa . "Questi due meravigliosi americani spianeranno la strada
alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare i
regolamenti in eccesso, le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali”.
Quindi la cosa che molti analisti notano, che rispetto
all’elezione di 8 anni fa, inaspettata, in cui cambiò spesso molti del suo staff
, Trump questa volta ha voluto mettere intorno a se, gente
principalmente a lui fedelissima , con il preciso intento, ci riuscirà?, di
mettere mano al quel grumo di poteri nelle amministrazioni che hanno gestito , la politica, sia interna, ma
principalmente estera, e che gli si sono sempre messi di traverso, in vario
modo. Ricordate dell’influenza di Putin a suo favore nelle elezioni 2016?
Si è dimostrata una bufalona.
Amministrazioni colonizzate da neocons, che operano
continuativamente dai Bush, Dem e
Repubblicani, per loro non fa differenza, che campano di guerra e finanza.
Obama ,premio Nobel , i Clinton, sempre guerra e finanza.
Non so se riuscirà nel suo intento.
Lo stesso si può dire della sua possibile politica in Asia occidentale.
Trump può mettere tutti i falchi sionisti che vuole in ruoli
chiave, ma se non si resuscita il Patto di Abramo, Israele , gli Stati Uniti che la appoggiano, non uscirà dal vicolo cieco
in cui si trova ora.
Il patto di Abramo consiste in un alleanza tra Tel Aviv e i
regni del Golfo Persico, in funzione anti
iraniana, ed era ad un passo dalla firma
, ma il 7 ottobre ha seppellito tutto. Legata alla Via del Cotone , alternativa alla Via
della Seta cinese, e ad altre strade , anche attraverso la Turchia, tutte
strade , terrestri, che cercano di evitare gli stretti Hormuz, Bab el Mandeb,
facilmente bloccabili.
Qualche settimana fa lo stesso Mohammed Bil Salman ha detto a Blinken che perseguire una
politica siffatta , potrebbe mettere in pericolo il suo potere, facendogli
perdere il consenso della popolazione, e
fargli fare la fine di Sadat dopo Camp David nel 1981.
D’altra parte è in atto un disgelo tra l’Arabia Saudita e
l’Iran, nemici storici, che hanno fatto
recentemente manovre navali insieme, e inoltrela repubblica islamica ha
assicurato a Rafael Grossi, direttore
generale dell ‘Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), di non
volersi dotare dell’arma nucleare.
A questo punto non si può non parlare delle
ripercussioni dell’elezioni di Trump in
Europa e sull’Unione Europea.
Non la ama, la considera un carrozzone burocratico, e io
concordo.
E’ un prodotto di oltre atlantico costruito così per
impedire che si formi una vera unione
politica, una unione che non sia solo produttrice di norme , senza una visione di sicurezza in Europa,
servo sciocco della NATO come ora.
La NATO che Macron definiva qualche anno fa in stato di
morte celebrale. Un carrozzone che è rinato con il conflitto del l’Ucraina.
Viene eletto Trump, stesso giorno licenziato Gallant in
Israele, stesso giorno cade il governo tedesco, nuove elezioni in Germania a
Gennaio.
Possibili dazi sui prodotti europei , tedeschi , esportati
negli USA, con la EU che ci ha tagliato
fuori dal mercato cinese.
Specialmente la Germania.
Possibile ascesa dei partiti euroscettici e critici sulla
Nato, molto presenti nei land ex DDR.
Situazione tanto delicata per Berlino, che un gruppo di
fresconi sta raccogliendo firme al Bundestag
per impedire ad AFD di presentarsi alle elezioni. Follia pura!
Crisi economica e crisi dell’asse franco tedesco….e noi?
Si potrebbero aprire delle porte nei rapporti con l’Europa che
la la Meloni sarà in grado di intuire e
sfruttare?
E’ stata sempre una buona equilibrista.
Chi vivrà vedrà.
Aggiornamenti di questi giorni.
Musk attacca i magistrati italiani per il caso migranti.
Apprezzo la ri-scoperta
della sovranità nazionale da parte del Presidente della Repubblica,
visto che in varie occasioni in passato sia Mattarella sia Napolitano,
sembravano essersene dimenticati.
Bombardamento in Serbia , in Libia, lettera nel 2011, che
portò Monti, fatto nel frattempo senatore a vita da Napolitano, a capo del governo. I
presidenti, i nostri governi muti.
In questi anni su temi importantissimi, di sovranità
nazionale , non se ne è parlato.
Come il governo italiano non è stato avvertito della telefonata tra Scholz e Putin, mentre
Stati Uniti Francia e Gran Bretagna ne erano a conoscenza.
Quando parlo di porte che si dovrebbero aprire parlo di temi
come questi.
domenica 17 novembre 2024
Attentati per eliminare gli uomini più potenti della storia (Sprea Editori)
L’evoluzione dell’arte bellica passa attraverso imprese, eserciti e armi sempre più micidiali che nel corso della Storia hanno determinato il corso degli eventi. Dalla potenza dell’Impero Romano, che crebbe grazie alle sue alleanze e coalizioni schierate al fianco dei suoi legionari fino a diventare un modello di efficienza militare, allo sviluppo di armi e mezzi che, dalle lance impiegate dai fanti dell’esercito di Alessandro Magno ai missili, fino alla minaccia atomica, passando per l’impiego delle armi da fuoco, hanno cambiato il destino di guerre e popoli. I volumi dedicati agli eserciti più potenti nel mondo e alle grandi battaglie navali che hanno deciso le sorti e i confini del mondo nel corso degli ultimi 3000 anni completano il percorso sui progressi tecnici degli armamenti e sulle tattiche di soldati di professione coinvolti in battaglie epiche e missioni impossibili.
sabato 16 novembre 2024
venerdì 15 novembre 2024
Musk, Nvidia, la sfida Usa-Cina, l’Europa assente: Alessandro Aresu legge la geopolitica dell’Ia
ULTIME NOTIZIE: TRUMP NOMINA RFK JR. A CAPO DEL DIPARTIMENTO DELLA SALUTE E DEI SERVIZI UMANI DEGLI STATI UNITI
Il presidente eletto Donald J. Trump ha nominato oggi Robert F. Kennedy Jr., fondatore di Children’s Health Defense, segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti.
giovedì 14 novembre 2024
Crimini inconfessabili. Il ventennio dell'Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993) di Giuliano Turone (Fuoriscena)
Ripercorrere la storia d’Italia del secondo Novecento vuol dire attraversare una lunga scia di sangue, stragi e delitti politici eccellenti, tentati omicidi, depistaggi, processi farsa, infiltrazioni criminali fino ai vertici dello Stato. Solo una guida competente può avere la capacità e anche l’autorevolezza di proporre una ricostruzione che sia allo stesso tempo profonda e completa. Giuliano Turone è stato per anni giudice istruttore a Milano, con Gherardo Colombo è stato il magistrato che ha scoperto il sistema P2 a partire dall’inchiesta sull’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, l’eroe borghese immortalato nello splendido libro di Corrado Stajano. È stato tra i primi a indagare sulla presenza di Cosa nostra al Nord e, dopo l’uscita dalla magistratura, non ha smesso di interrogarsi e di esplorare piste con il passo dell’investigatore ma anche con quello dello storico, che sa incrociare fonti primarie, atti giudiziari, testimonianze e documenti. Da questa ricerca instancabile, è nato un libro importante e di successo, Italia occulta (2019), e ora arriva quello che l’Autore presenta come il suo lavoro ultimo e definitivo sul potere invisibile che ha governato l’Italia repubblicana contagiando fortemente anche il presente. Crimini inconfessabili attraversa i fatti efferati del ventennio 1973-93 nella cornice di una considerazione forte e solida, quella secondo cui il nostro è stato un Paese a sovranità ostinatamente limitata, attraverso una strategia della tensione di matrice atlantica che ha operato con il sistema di potere occulto della P2 e anche con la complicità delle mafie e dell’estremismo di destra. Ma il racconto parte da un episodio preciso, il mancato omicidio di Enrico Berlinguer a Sofia nel 1973, per ripercorrere poi la vicenda del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro, i delitti Piersanti Mattarella ed Emanuele Basile, fino alla «svolta criminale autarchica» che si afferma con potenza dopo la caduta del Muro di Berlino ma che affila le armi nel tragico attentato al Rapido 904, il treno di Natale, il 23 dicembre 1984. Un nuovo libro importante, un testo di riferimento che ha anche l’ambizione di arrivare a chi quegli anni non li ha vissuti direttamente ma ne vive oggi conseguenze e strascichi. Una storia con cui la classe politica non riesce a fare davvero apertamente i conti. Lo dovrebbe, se non alla democrazia, almeno alle vittime.
mercoledì 13 novembre 2024
martedì 12 novembre 2024
Macellerie. Guerre atroci e paci ambigue di Siegmund Ginzberg (Feltrinelli)
Macellerie è un resoconto storico, ma soprattutto un raggelante promemoria della nostra barbarie, e un monito perché a tutte le guerre si ponga un sigillo di pace. Antichi conflitti, distruzioni bibliche, paci insolute e atrocità. Dalla Cina all’India, dalla Mesopotamia alla Grecia antica.
lunedì 11 novembre 2024
domenica 10 novembre 2024
...Continuavano a chiamarla sciagura. Nuovo diario tragicomico del governo Meloni di Andrea Scanzi (PaperFIRST)
Dopo il successo de "La sciagura" (sia del libro che dello spettacolo teatrale) e a distanza di due anni dalla “nascita infausta” dell’attuale governo Meloni, Andrea Scanzi torna a riflettere con ironia e disillusione sul pressapochismo dei nostri governanti. Un pamphlet velenoso che non fa sconti a nessuno, in cui viene messa a nudo una vera e propria “mandria di politici incapaci”. Eppure parte dell'opinione pubblica non recepisce ancora il fallimento in corso. Nonostante la doppia morale (la famiglia tradizionale deve essere sempre quella degli altri), la “sagra eterna del complotto stolto”, “l’amichettismo” (tanto deprecato da Meloni quando era all’opposizione, ma poi regolarmente attuato una volta diventata presidente del Consiglio), le continue bugie e una classe dirigente di livello sconfortante, questo governo è destinato a durare fino alla fine del suo mandato. E magari non solo. Il rischio è alto, se l’opposizione non sarà in grado di presentarsi alle prossime elezioni come alternativa credibile e non metterà definitivamente da parte l’idea scellerata dell’alleanza con Renzi. Questo libro, accorato e spietato, è anche una ricetta per uscire da questa situazione sempre più cupa e opprimente.
sabato 9 novembre 2024
venerdì 8 novembre 2024
Le atrocità di Mussolini. I crimini di guerra rimossi dell'Italia fascista di Michael Palumbo (Edizioni Alegre)
Questo libro è stato già pubblicato nel 1992 (con il titolo L'Olocausto rimosso), ma nessuno ha mai potuto trovarlo in libreria. La casa editrice Rizzoli decise infatti, subito dopo averle stampate, di mandare al macero tutte le copie di questo testo, ritenuto evidentemente troppo scomodo. Il lavoro di ricerca di Michael Palumbo sulla storia dei crimini di guerra del fascismo era già presente nel documentario Fascist Legacy prodotto dalla Bbc nel 1989, anch'esso acquistato dalla Rai e mai mandato in onda nonostante L'Unità del 10 giugno 1990 lo definisse come l'opera che «ha posto fine per sempre alla leggenda degli "italiani brava gente"». Palumbo ha portato infatti alla luce la decisiva documentazione proveniente dagli archivi nazionali degli Stati Uniti a Washington DC e dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra con cui, insieme a ulteriore materiale reperito in dieci lingue diverse, comprova le atrocità commesse in tutti i paesi in cui l'Italia entrò in guerra: dalla Libia all'Etiopia, dalla Grecia alla Jugoslavia. Crimini poi insabbiati dagli angloamericani per non disturbare gli equilibri del dopoguerra e mantenere a disposizione una classe dirigente utile alla crociata anticomunista della nuova Italia democratica. Successivamente, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, altri studiosi hanno pubblicato importanti ricerche sui crimini di guerra fascisti. Arrivando solo oggi nelle librerie italiane, Le atrocità di Mussolini completa il quadro. Lo stile di Palumbo e la drammaticità degli eventi offrono un affresco tragico e illuminante di cosa è stata l'Italia fascista, un volto che le forze politiche eredi di quella stagione provano costantemente a rimuovere dalla memoria nazionale.
giovedì 7 novembre 2024
Le elezioni USA e il Mezzogiorno, “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”, 5 novembre 2024 di Guglielmo Forges Davanzati (docente di Storia del pensiero economico all’Università del Salento)
La gran parte degli
analisti prevede che la vittoria di Trump produrrà esclusivamente effetti
negativi sull’economia europea, in virtù dei dazi che il Presidente imporrà
sulle importazioni dal nostro continente e dalla Cina. La Storia economica ci
dà, però, un insegnamento di segno leggermente diverso rispetto ai vantaggi del
libero scambio, rilevando che l’industrializzazione – con la sola eccezione del
Regno Unito nella prima rivoluzione industriale nella seconda metà del
Settecento – è sempre avvenuta facendo crescere industrie nascenti nazionali
con misure di protezione doganale. Friedrich List, economista tedesco la cui
opera principale è Il sistema nazionale dell'economia politica del 1841, è
stato fra i primi a mostrare come la “protezione delle industrie nascenti”
fosse la sola strategia che la Germania avrebbe potuto adottare per non
soccombere alla concorrenza inglese, essendo l’Inghilterra partita prima nel
processo di industrializzazione.
Questa considerazione di
carattere generale può essere declinata nel contesto attuale e con riferimento
ai nessi fra politica commerciale USA e prospettive di crescita del
Mezzogiorno, sulla base di una duplice considerazione.
1) Innanzitutto, non
corrisponde pienamente al vero che solo i Repubblicani USA sono favorevoli al
protezionismo. L’IRA (Inflation reduction act) di Biden – un forte stimolo
fiscale destinato alle imprese statunintensi per la transizione “green” – è
stato, di fatto, un provvedimento ascribile al caso del protezionismo occulto.
Mentre è ormai ben nota l’esplicita adesione di Trump alla politica di
protezione dell’industria USA (“la parola più bella del dirzionario” – ha
dichiarato – “è tariffe doganali”), è forse meno nota un’analoga presa di
posizione di Kamala Harris, secondo la quale “bisogna in qualche modo
difendersi da un’ondata di concorrenza sleale”.
2) Gli USA, nella seconda
globalizzazione (dagli anni Novanta allo scoppio della guerra in Ucraina) hanno
svolto il ruolo di importatori netti di prodotti europei e successivamente
cinesi, finanziando i deficit della bilancia commerciale con continui aumenti
del debito pubblico. In virtù del privilegio esorbitante (come lo definì il
Presidente francese Giscard d'Estaing) di detenere la moneta di riserva
internazionale, gli USA sono l’unico Paese al mondo a godere del conseguente
privilegio di non avere limiti all’espansione e alla sostenibilità del loro
indebitamento sovrano. Non a caso, questo è passato dal 50% al 121% rispetto al
Pil (in linea con la tendenza all’aumento del debito pubblico mondiale) negli
ultimi trent’anni. Dagli anni Settanta, gli USA sperimentano costantemente il
doppio deficit (della bilancia commerciale – con valori che oscillano fra il
-2% e il -6% - e del bilancio pubblico, come attestato dall’US Census Bureau).
In sostanza, gli USA sono riusciti, grazie al dollaro, a vivere sistematicamente
al di sopra delle loro possibilità e la loro propensione all’eccesso di
consumo, per certi aspetti, ha prodotto più danni che benefici all’Unione
Europea e, dunque, al Mezzogiorno.
Nella storia recente, la
propensione delle famiglie statunitensi all’overconsumption (consumi resi
possibili dall’indebitamento privato) è stata la principale causa della crisi
finanziaria globale del 2008. Il Sud ne ha risentito in modo estremamente significativo,
con una caduta del Pil e un aumento della disoccupazione – negli anni che vanno
dal 2009 al 2014 - maggiore e più duratura di quella registrata nel
Centro-Nord.
Quella esperienza mostra
che esiste un rilevante effetto di propagazione delle scelte di politica
economica statunitensi sull’economia del Mezzogiorno. Si tratta di un effetto
di propagazione che passa per la reiterazione, in Europa, di politiche di contrazione
della spesa pubblica (che l’Unione ha evitato solo con il Next Generation
Europe per far fronte alla pandemia), che i Paesi centrali del continente –
Germania e Paesi “satelliti” - trovano tanto più convenienti quanto maggiore è
la propensione alle importazioni da parte degli USA.
Poiché, infatti, le
imprese localizzate nel Mezzogiorno hanno bassa propensione alle esportazioni,
la compressione della domanda interna e la connessa moderazione salariale non
ha, per loro gli effetti rilevanti che ha per le imprese del Nord (e del Centro-Europa)
e produce il solo effetto di generare aumento della disoccupazione e
rallentamento del tasso di crescita. Inoltre, in considerazione della
specializzazione produttiva del Sud fortemente orientata verso settori a basso
valore aggiunto e a basso contenuto di ricerca e sviluppo, le imprese
meridionali subiscono la concorrenza di Paesi con bassi salari e analoga
specializzazione. Anche in questo caso, si tratta di un effetto – di segno
negativo – tanto maggiore quanto minore è la protezione doganale. Si pensi, a
titolo esemplificativo, al riorientamento dei flussi turistici, negli ultimi
anni, dalle tradizionali mete pugliesi verso l’Albania, la Grecia, la Croazia.
La diffusa e spessa
acritica apologia del liberoscambio, peraltro, non considera un’ampia evidenza
empirica – per la quale si rinvia agli studi di Dani Rodrik, uno dei più
accreditati economisti statunitensi –
che dimostra che i Paesi industrializzati hanno registrato i loro massimi tassi
di crescita nella loro storia nelle fasi nelle quali erano in vigore controlli
sui movimenti di capitale (https://www.project-syndicate.org/onpoint/an-interview-with-dani-rodrik-trade-protectionism-development-redistribution-globalization-2023-10).
mercoledì 6 novembre 2024
OGGI A LECCE 'Dialoghi scomodi' sui nuovi scenari euro-mediterranei: un incontro per riflettere e costruire insieme un futuro possibile
La Fondazione Palmieri e il blog Dialoghi scomodi: Conversazioni aperte su politica e società di Leonardo Elia, in collaborazione con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, sono lieti di annunciare l’incontro “Dialoghi scomodi – scenari geopolitici euro mediterranei per un’altra vita possibile”, un evento imperdibile per tutti coloro che desiderano approfondire le sfide e le opportunità del nostro tempo. L’appuntamento è per il 6 novembre 2024, alle ore 18.30, presso la sede della Fondazione Palmieri in Vico dei Sotterranei a Lecce, ultimo giorno inoltre disponibile per visitare la personale di pittura della Fondazione Palmieri di Paola Scialpi dal titolo “Un’altra vita”
In un mondo sempre più interconnesso e segnato da profonde trasformazioni, il Mediterraneo rappresenta un crocevia di culture, interessi e tensioni. L’incontro, attraverso un confronto aperto e costruttivo tra esperti e cittadini, si propone di:
Analizzare le implicazioni degli attuali conflitti: con un focus particolare sui conflitti in Ucraina e in Libano, l’evento cercherà di comprendere come questi sconvolgimenti stiano ridefinendo l’equilibrio geopolitico regionale e globale.
Esplorare le prospettive per un’Europa unita e solidale: In un contesto di crescente incertezza, soprattutto economica, l’Europa è chiamata a ripensare il proprio ruolo e a rafforzare la cooperazione tra i suoi Stati membri. L’incontro offrirà l’opportunità di discutere le sfide e le opportunità per un’Europa più coesa e capace di affrontare le sfide socio/economiche del futuro.
Promuovere un dialogo costruttivo tra diverse prospettive: L’evento si rivolge a un pubblico ampio e variegato, composto da studiosi, politici, attivisti e cittadini interessati a partecipare a una riflessione collettiva sui temi della geopolitica, della sicurezza e della cooperazione internazionale.
Perché partecipare? Per comprendere meglio il mondo che ci circonda: L’incontro offrirà l’opportunità di acquisire nuove conoscenze e di approfondire temi di grande attualità. Per confrontarsi con esperti del settore: Interverranno all’evento esperti di fama nazionale e internazionale, che condivideranno le loro analisi e le loro prospettive. Per contribuire a costruire un futuro migliore: Partecipando all’incontro, potrai dare il tuo contributo a una riflessione collettiva sulle sfide del nostro tempo e contribuire a costruire un futuro più giusto e sostenibile. (sotto un'opera dell'artista Paola Scialpi)
martedì 5 novembre 2024
Limes. Rivista italiana di geopolitica (2024). Vol. 9: La notte di Israele
lunedì 4 novembre 2024
Mondi arabi. Una guida essenziale di Giuseppe Acconcia, Giulia Aiello, Laura Menin (Bompiani)
Una nuova porta di accesso ai “mondi arabi" che scardinando una visione semplicistica e orientalista non solo ci consente di leggere il presente ma anche di guardare con speranza a un futuro nel quale sia possibile una soluzione dei terribili conflitti che, per i loro molteplici echi, ci riguardano tutti.