mercoledì 20 novembre 2024

Ucraina, Russia e Nato in poche parole di Marco Travaglio (PaperFIRST)

La storia dell’Ucraina una e trina, sempre a metà del guado fra Europa e Russia. Le eredità del nazismo e del comunismo. Gli anni corrotti, ma prosperi dell’indipendenza e della neutralità fra Est e Ovest. Le interferenze russe e occidentali che iniziano a strattonare il Paese. Le due rivolte “colorate” e “spintanee” che ribaltano le elezioni sgradite agli Usa. Gli interessi affaristici della famiglia Biden. L’America che non si rassegna alla fine della sua egemonia sul mondo e, vinta la guerra fredda, tenta anche di stravincerla a spese di una Russia che, dopo tanti schiaffi, vuole tornare a contare. La guerra civile fra i governi filo-occidentali di Kiev e i popoli russofoni e russofili del Sud-Est. I due accordi di pace firmati a Minsk per non essere rispettati e preparare il conflitto finale. I voltafaccia di Zelensky e l’invasione di Putin. I negoziati di Istanbul accettati da Kiev e Mosca, ma sabotati dalla Nato, come poi le mediazioni del Papa e di Xi Jinping. E il suicidio di un’Europa senza più statisti, governata da scemi di guerra troppo impegnati a salvarsi la faccia per pensare a salvare vite. Negli ultimi 20 anni chi è entrato per primo in Ucraina: la Russia o la Nato? Perché si parla del conflitto solo dal 2022, mentre infuria dal 2014? E perché ogni negoziato di pace è stato tradito o sabotato? Questa cronaca della Guerra dei Dieci Anni racconta con semplicità un Paese conteso, sbranato e distrutto dai due opposti imperialismi. La versione horror della fiaba di Cappuccetto Rosso: nessuna bambina, nessuna nonnina e tanti lupi.



martedì 19 novembre 2024

Ancora sull’incarico conferito da Donald Trump a Robert Kennedy. Intervento di Leonardo Elia

Voglio puntualizzare ed entrare nel merito rispetto al mio intervento di ieri sul blog, riguardo l’incarico conferito da Donald Trump a Robert Kennedy .

Nella nuova amministrazione quest’ultimo sarà a capo dell’agenzia  che gestisce la sanità negli USA.

Perché tanta agitazione anche da noi?

Perché individua nelle ingerenze , chiamiamole pure “ strapotere” dell’industria farmaceutica nella gestione dei programmi sanitari  degli Stati Uniti, e quindi di tutto il mondo occidentale.

Lui vede nei conflitti di interesse che permeano le università, le varie agenzie nazionali, e anche quelle sovranazionali, OMS,  AEFA, quest’ultima dell’Unione Europea , la cause ultime di errate politiche sanitarie.

Sostanzialmente i finanziamenti  per la ricerca , se vengono dalle multinazionali , e da colossi finanziari ,non possono non influenzare l’impostazione che gli stati danno ai loro piani sanitari sul territorio, con ricadute totalizzanti sulla salute pubblica.

Si arriva all’assurdo di “formazione” finanziata dall’industria per tecnici sanitari.

Praticamente si è privatizzato tutto, e questo non può non avere ricadute sul benessere dei cittadini, perché deve prima pensare al benessere finanziario delle società.

Che hanno avuto una perdita in borsa dopo l’incarico di Kennedy.

Che vuole far luce sulle tante opacità della gestione della pandemia covid 19, e quindi anche sulle sue conseguenze sociali.

Per capirci meglio vi racconto una cosa.

Spulciando  in internet ho saputo che la figlia di Mario Draghi ha finanziato con sei milioni di euro, un laboratorio di ricerca.

Guarda , guarda il laboratorio è diretto dal professore con cui io ho fatto l’esame

di “ chimica farmaceutica 1”.

Il professore in questione , grande docente, ricercatore, non si può mettere in discussione.

C’è però rispetto a trent’anni fauna piccola differenza…prima lavorava con finanziamenti pubblici, ora lo fa con denaro privato, e deve seguire le indicazioni dei privati. Scusate se è poco.

Ed è pratica corrente

Sapete come dice un vecchio detto salentino?

“ ci me dae  lu pane lu chiamu tata” tradotto “ chi mi da il pane lo chiamo papà “.

E con il padre bisogna comportarsi bene e si ha difficoltà a dirgli di no.




lunedì 18 novembre 2024

Trump or not Trump ... di Leonardo Elia

Vittoria con larga maggioranza , e controllo dei due rami del congresso.

Subito demonizzazione, da parte del mondo liberal, sia americano sia internazionale, anche qui da noi.

Premetto che non mi interessa la sua impostazione in politica interna, ma solo le scelte , intuibili dalle persone di cui ha intenzione di circondarsi, che possono  avere influenze su di noi , come italiani.

Quindi  mi trova in completo disaccordo, le restrizioni al diritto delle donne ad abortire, ritengo assolutamente barbaro, il non voler limitare il possesso di armi da fuoco , per noi e per me, il monopolio della violenza lo deve possedere lo stato, e la costruzione dei muri anti migranti, anche se la stessa costruzione , non è stata fermata con l’amministrazione Biden.

Comunque mai i muri hanno fermato lo spostamento di uomini.

Paradigmatico, come l’elezione  di Donaldone, abbia   prodotto tifoserie, fazioni, senza possibilità di un vero confronto.

E’ la modernità bellezza! Il segno avvelenato dei nostri tempi.

Allora andiamo con ordine.

Nelle sue prime nomine una valanga di sionisti e ultra evangelici, per esempio  il prossimo ambasciatore in Israele sarà Mike Huckabee, un falchissimo, fondamentalista evangelico  che ha già detto che appoggerà l’annessione da parte dello stato ebraico della cis Giordania. Dal fiume al mare quindi.

Quindi un’amministrazione in sintonia con la politica criminale e genocida , di pulizia etnica nei territori palestinesi.

Non bisogna dimenticarsi dello spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, durante il suo  primo mandato .

Fin qui niente di nuovo ,  rispetto a Biden , che non è riuscito a imporre moderazione, ammesso che ne avesse la reale volontà, ad un Netanyau sempre più in preda , con molti esponenti del suo governo, per fare un nome, Ben Gvir, ad un delirio messianico- sionista.

Così si può leggere il “licenziamento” del suo ministro della difesa Gallant, che non è un agnellino, non bisogna dimenticare la sua definizione dei  palestinesi “animali umani” all’indomani del 7 ottobre dell’anno passato.

Reo di essere contrario all’allargamento del conflitto al Libano, e all’Iran, consapevole delle ingenti perdite dell’esercito israeliano a Gaza e nelle puntate offensive nel paese dei cedri. Oltre al fallimento dell’attacco aereo all’Iran . Gli aerei con la stella di Davide si sono tenuti fuori dallo spazio aereo iraniano.

Questa guerra , queste guerre, stanno costando molto a Israele

Mi soffermo però ad alcune nomine che fanno pensare .

Anzi ha iniziato con la non nomina di Pompeo e la Haley nella sua squadra , cosa buona e giusta , due super falchi, neo conservatori.

Importantissima la nomina di Tulsi Gabbard . Sarà il capo dell’ Intelligence nazionale, chi relazionerà quotidianamente  Trump sullo stato della nazione nel campo della sicurezza. Ex dem,  veterana dell’ Iraq, staccatasi dal suo partito per le insensate e criminali guerre , portate avanti da tutte le amministrazioni USA, dall’undici settembre in poi. Ha parlato con Assad nel 2019, condannando  il coinvolgimento, nascosto, ma attivo del suo paese nello scatenare una miriade di guerre civili del mondo.

Per me non può che giocare a suo favore, l’agitazione, riportata da molti giornali statunitensi legati al mondo dell’intelligence americana, le “spie” dopo la sua nomina.

Essere definita dalla Clinton una risorsa russa,  mette in una luce positiva la scelta del nuovo presidente americano.

Quindi ha i neocons contro.

Come la nomina di Robert Kennedy jr.  al dicastero della sanità che soprintende non solo le politiche sanitarie ma anche la sicurezza alimentare la dice lunghissima.

Anche Kennedy viene dal partito democratico.

Importantissima investitura perché vuole contrastare lo strapotere di Big Pharma  nelle agenzie che regolano la politica sanitaria negli Usa, responsabili dell’immissione in commercio di farmaci.

Cercare di mettere ordine in quel vespaio,  e fare una volta per tutte  chiarezza in scelte che incidono sulla nostra salute, sulla salute di centinaia  di milioni di persone, sia al di là dell’oceano, e anche al di qua, in Europa, non è cosa da poco.

Visto che quelle istituzioni, che  spesso vanno a braccetto con le grandi multinazionali del farmaco e con i potenti della finanza , hanno avuto la responsabilità della diffusione del consumo di oppioidi ( fentanyl)

e hanno gestito l’emergenza pandemica.

Bisogna capire , è arrivato il tempo

 Che dire di Elon Musk  ,che con Viveck  Ramaswamy , sarà a capo di un dipartimento che soprintenderà  l’efficienza governativa . "Questi due meravigliosi americani spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare i regolamenti in eccesso, le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali”.

Quindi la cosa che molti analisti notano, che rispetto all’elezione di 8 anni fa, inaspettata, in cui cambiò spesso molti del suo staff , Trump questa volta  ha  voluto mettere intorno a se, gente principalmente a lui fedelissima , con il preciso intento, ci riuscirà?, di mettere mano al quel grumo di poteri nelle amministrazioni che  hanno gestito , la politica, sia interna, ma principalmente estera,  e che gli  si sono sempre messi di traverso, in vario modo. Ricordate dell’influenza di Putin a suo favore nelle elezioni 2016?

Si è dimostrata una bufalona.

Amministrazioni colonizzate da neocons, che operano continuativamente dai Bush, Dem  e Repubblicani, per loro non fa differenza, che campano di guerra e finanza.

Obama ,premio Nobel , i Clinton, sempre guerra e finanza.

Non so se riuscirà nel suo intento.

Lo stesso si può dire della  sua possibile politica in Asia occidentale.

Trump può mettere tutti i falchi sionisti che vuole in ruoli chiave, ma se non si resuscita il Patto di Abramo,  Israele , gli Stati Uniti  che la appoggiano, non uscirà dal vicolo cieco in cui si trova ora.

Il patto di Abramo consiste in un alleanza tra Tel Aviv e i regni del Golfo  Persico, in funzione anti iraniana, ed  era ad un passo dalla firma ,  ma   il 7 ottobre ha seppellito tutto. Legata  alla Via del Cotone , alternativa alla Via della Seta cinese, e ad altre strade , anche attraverso la Turchia, tutte strade , terrestri, che cercano di evitare gli stretti Hormuz, Bab el Mandeb, facilmente bloccabili.

Qualche settimana fa lo stesso Mohammed  Bil  Salman  ha detto a Blinken che perseguire una politica siffatta , potrebbe mettere in pericolo il suo potere, facendogli perdere il consenso della  popolazione, e fargli fare la fine di Sadat dopo Camp David nel 1981.

D’altra parte è in atto un disgelo tra l’Arabia Saudita e l’Iran, nemici storici, che hanno fatto  recentemente manovre navali insieme, e  inoltrela repubblica islamica ha assicurato  a Rafael Grossi, direttore generale dell ‘Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), di non volersi dotare dell’arma  nucleare.

A questo punto non si può non parlare delle ripercussioni  dell’elezioni di Trump in Europa e sull’Unione Europea.

Non la ama, la considera un carrozzone burocratico, e io concordo.

E’ un prodotto di oltre atlantico costruito così per impedire  che si formi una vera unione politica, una unione che non sia solo produttrice di norme ,  senza una visione di sicurezza in Europa, servo sciocco della NATO come ora.

La NATO che Macron definiva qualche anno fa in stato di morte celebrale. Un carrozzone che è rinato con il conflitto del l’Ucraina.

Viene eletto Trump, stesso giorno licenziato Gallant in Israele, stesso giorno cade il governo tedesco, nuove elezioni in Germania a Gennaio.

Possibili dazi sui prodotti europei , tedeschi , esportati negli USA, con la EU che ci ha tagliato  fuori dal mercato cinese.

Specialmente la Germania.

Possibile ascesa dei partiti euroscettici e critici sulla Nato, molto presenti nei land ex DDR.

Situazione tanto delicata per Berlino, che un gruppo di fresconi sta raccogliendo firme al Bundestag  per impedire ad AFD di presentarsi alle elezioni. Follia pura!

Crisi economica e crisi dell’asse franco tedesco….e noi?

Si potrebbero aprire delle porte nei rapporti con l’Europa che la la Meloni  sarà in grado di intuire e sfruttare?

E’ stata sempre una buona equilibrista.

Chi vivrà vedrà.

Aggiornamenti di questi giorni.

Musk attacca i magistrati italiani per il caso migranti.

Apprezzo la ri-scoperta  della sovranità nazionale da parte del Presidente della Repubblica, visto che in varie occasioni in passato sia Mattarella sia Napolitano, sembravano essersene dimenticati.

Bombardamento in Serbia , in Libia, lettera nel 2011, che portò Monti, fatto nel frattempo senatore a vita  da Napolitano, a capo del governo. I presidenti, i nostri governi muti.

In questi anni su temi importantissimi, di sovranità nazionale , non se ne è parlato.

Come il governo italiano non è stato avvertito  della telefonata tra Scholz e Putin, mentre Stati Uniti Francia e Gran Bretagna ne erano a conoscenza.

Quando parlo di porte che si dovrebbero aprire parlo di temi come questi.

 

 


 

domenica 17 novembre 2024

Attentati per eliminare gli uomini più potenti della storia (Sprea Editori)

 L’evoluzione dell’arte bellica passa attraverso imprese, eserciti e armi sempre più micidiali che nel corso della Storia hanno determinato il corso degli eventi. Dalla potenza dell’Impero Romano, che crebbe grazie alle sue alleanze e coalizioni schierate al fianco dei suoi legionari fino a diventare un modello di efficienza militare, allo sviluppo di armi e mezzi che, dalle lance impiegate dai fanti dell’esercito di Alessandro Magno ai missili, fino alla minaccia atomica, passando per l’impiego delle armi da fuoco, hanno cambiato il destino di guerre e popoli. I volumi dedicati agli eserciti più potenti nel mondo e alle grandi battaglie navali che hanno deciso le sorti e i confini del mondo nel corso degli ultimi 3000 anni completano il percorso sui progressi tecnici degli armamenti e sulle tattiche di soldati di professione coinvolti in battaglie epiche e missioni impossibili.




venerdì 15 novembre 2024

Musk, Nvidia, la sfida Usa-Cina, l’Europa assente: Alessandro Aresu legge la geopolitica dell’Ia

L’intelligenza artificiale e la corsa alla frontiera tecnologica sono centrali nella rivalità tra le grandi potenze. E al contempo anche nel sistema di potere del capitalismo internazionale una nuova schiera di protagonisti sta emergendo, plasmando nuove relazioni col potere politico. Lo si è visto di recente nelle elezioni americane, dove Donald Trump ha vinto anche grazie al sostegno di molti magnati del tech, come Elon Musk e Peter Thiel, interpreti di una nuova visione dell’innovazione, estremamente libertaria. Politica, potere, finanza e rivalità tra grandi sistemi-Paese condizionano l’innovazione: Alessandro Aresu, studioso specializzato in scenari geopolitici legati all’industria tecnologica e consigliere scientifico di Limes, ne parla nel suo ultimo saggio, Geopolitica dell’intelligenza artificiale, dei cui contenuti discute con InsideOver.




ULTIME NOTIZIE: TRUMP NOMINA RFK JR. A CAPO DEL DIPARTIMENTO DELLA SALUTE E DEI SERVIZI UMANI DEGLI STATI UNITI

Il presidente eletto Donald J. Trump ha nominato oggi Robert F. Kennedy Jr., fondatore di Children’s Health Defense, segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti.




giovedì 14 novembre 2024

Crimini inconfessabili. Il ventennio dell'Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993) di Giuliano Turone (Fuoriscena)

 Ripercorrere la storia d’Italia del secondo Novecento vuol dire attraversare una lunga scia di sangue, stragi e delitti politici eccellenti, tentati omicidi, depistaggi, processi farsa, infiltrazioni criminali fino ai vertici dello Stato. Solo una guida competente può avere la capacità e anche l’autorevolezza di proporre una ricostruzione che sia allo stesso tempo profonda e completa. Giuliano Turone è stato per anni giudice istruttore a Milano, con Gherardo Colombo è stato il magistrato che ha scoperto il sistema P2 a partire dall’inchiesta sull’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, l’eroe borghese immortalato nello splendido libro di Corrado Stajano. È stato tra i primi a indagare sulla presenza di Cosa nostra al Nord e, dopo l’uscita dalla magistratura, non ha smesso di interrogarsi e di esplorare piste con il passo dell’investigatore ma anche con quello dello storico, che sa incrociare fonti primarie, atti giudiziari, testimonianze e documenti. Da questa ricerca instancabile, è nato un libro importante e di successo, Italia occulta (2019), e ora arriva quello che l’Autore presenta come il suo lavoro ultimo e definitivo sul potere invisibile che ha governato l’Italia repubblicana contagiando fortemente anche il presente. Crimini inconfessabili attraversa i fatti efferati del ventennio 1973-93 nella cornice di una considerazione forte e solida, quella secondo cui il nostro è stato un Paese a sovranità ostinatamente limitata, attraverso una strategia della tensione di matrice atlantica che ha operato con il sistema di potere occulto della P2 e anche con la complicità delle mafie e dell’estremismo di destra. Ma il racconto parte da un episodio preciso, il mancato omicidio di Enrico Berlinguer a Sofia nel 1973, per ripercorrere poi la vicenda del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro, i delitti Piersanti Mattarella ed Emanuele Basile, fino alla «svolta criminale autarchica» che si afferma con potenza dopo la caduta del Muro di Berlino ma che affila le armi nel tragico attentato al Rapido 904, il treno di Natale, il 23 dicembre 1984. Un nuovo libro importante, un testo di riferimento che ha anche l’ambizione di arrivare a chi quegli anni non li ha vissuti direttamente ma ne vive oggi conseguenze e strascichi. Una storia con cui la classe politica non riesce a fare davvero apertamente i conti. Lo dovrebbe, se non alla democrazia, almeno alle vittime.




martedì 12 novembre 2024

Macellerie. Guerre atroci e paci ambigue di Siegmund Ginzberg (Feltrinelli)

Macellerie è un resoconto storico, ma soprattutto un raggelante promemoria della nostra barbarie, e un monito perché a tutte le guerre si ponga un sigillo di pace. Antichi conflitti, distruzioni bibliche, paci insolute e atrocità. Dalla Cina all’India, dalla Mesopotamia alla Grecia antica.


Ogni epoca ha i suoi catastrofismi. È impressionante quanto le profezie si somiglino. Anche a secoli o millenni di distanza. Verrebbe da dire che fanno parte del Dna della nostra specie. Tutte le civiltà, tutte le religioni, dalla Cina, all’India, alla Mesopotamia, alla Grecia antica, hanno i loro miti e quasi tutte hanno un diluvio, o altro cataclisma, da cui poi però si rinasce. Creazione, distruzione, trasformazione sono complementari, indissolubilmente legate fra di loro. Ma forse nessuno ha saputo predire e lamentare disgrazie, devastazioni, massacri, genocidi, bene e poeticamente quanto i profeti d’Israele. “Tutto il Paese sarà devastato”, dice il Signore degli eserciti alla Palestina per bocca di Geremia. Ed è proprio dal racconto di questi “terrori” che muove Siegmund Ginzberg nel restituirci la successione di antichi conflitti, riconciliazioni e atrocità che hanno segnato il lungo corso della storia umana. Biblici infanticidi, eroi greci tragici e trucidati, crudeltà e torture “per generare terrore” si dipanano nella loro vivida ferocia davanti ai nostri occhi per scoprire che i profeti prevedono da sempre la fine del mondo e i guerrieri distruggono e fanno scempio da sempre della vita umana anche se con armi diverse.



domenica 10 novembre 2024

...Continuavano a chiamarla sciagura. Nuovo diario tragicomico del governo Meloni di Andrea Scanzi (PaperFIRST)

Dopo il successo de "La sciagura" (sia del libro che dello spettacolo teatrale) e a distanza di due anni dalla “nascita infausta” dell’attuale governo Meloni, Andrea Scanzi torna a riflettere con ironia e disillusione sul pressapochismo dei nostri governanti. Un pamphlet velenoso che non fa sconti a nessuno, in cui viene messa a nudo una vera e propria “mandria di politici incapaci”. Eppure parte dell'opinione pubblica non recepisce ancora il fallimento in corso. Nonostante la doppia morale (la famiglia tradizionale deve essere sempre quella degli altri), la “sagra eterna del complotto stolto”, “l’amichettismo” (tanto deprecato da Meloni quando era all’opposizione, ma poi regolarmente attuato una volta diventata presidente del Consiglio), le continue bugie e una classe dirigente di livello sconfortante, questo governo è destinato a durare fino alla fine del suo mandato. E magari non solo. Il rischio è alto, se l’opposizione non sarà in grado di presentarsi alle prossime elezioni come alternativa credibile e non metterà definitivamente da parte l’idea scellerata dell’alleanza con Renzi. Questo libro, accorato e spietato, è anche una ricetta per uscire da questa situazione sempre più cupa e opprimente.




venerdì 8 novembre 2024

Le atrocità di Mussolini. I crimini di guerra rimossi dell'Italia fascista di Michael Palumbo (Edizioni Alegre)

Questo libro è stato già pubblicato nel 1992 (con il titolo L'Olocausto rimosso), ma nessuno ha mai potuto trovarlo in libreria. La casa editrice Rizzoli decise infatti, subito dopo averle stampate, di mandare al macero tutte le copie di questo testo, ritenuto evidentemente troppo scomodo. Il lavoro di ricerca di Michael Palumbo sulla storia dei crimini di guerra del fascismo era già presente nel documentario Fascist Legacy prodotto dalla Bbc nel 1989, anch'esso acquistato dalla Rai e mai mandato in onda nonostante L'Unità del 10 giugno 1990 lo definisse come l'opera che «ha posto fine per sempre alla leggenda degli "italiani brava gente"». Palumbo ha portato infatti alla luce la decisiva documentazione proveniente dagli archivi nazionali degli Stati Uniti a Washington DC e dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra con cui, insieme a ulteriore materiale reperito in dieci lingue diverse, comprova le atrocità commesse in tutti i paesi in cui l'Italia entrò in guerra: dalla Libia all'Etiopia, dalla Grecia alla Jugoslavia. Crimini poi insabbiati dagli angloamericani per non disturbare gli equilibri del dopoguerra e mantenere a disposizione una classe dirigente utile alla crociata anticomunista della nuova Italia democratica. Successivamente, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, altri studiosi hanno pubblicato importanti ricerche sui crimini di guerra fascisti. Arrivando solo oggi nelle librerie italiane, Le atrocità di Mussolini completa il quadro. Lo stile di Palumbo e la drammaticità degli eventi offrono un affresco tragico e illuminante di cosa è stata l'Italia fascista, un volto che le forze politiche eredi di quella stagione provano costantemente a rimuovere dalla memoria nazionale.




giovedì 7 novembre 2024

Le elezioni USA e il Mezzogiorno, “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”, 5 novembre 2024 di Guglielmo Forges Davanzati (docente di Storia del pensiero economico all’Università del Salento)

La gran parte degli analisti prevede che la vittoria di Trump produrrà esclusivamente effetti negativi sull’economia europea, in virtù dei dazi che il Presidente imporrà sulle importazioni dal nostro continente e dalla Cina. La Storia economica ci dà, però, un insegnamento di segno leggermente diverso rispetto ai vantaggi del libero scambio, rilevando che l’industrializzazione – con la sola eccezione del Regno Unito nella prima rivoluzione industriale nella seconda metà del Settecento – è sempre avvenuta facendo crescere industrie nascenti nazionali con misure di protezione doganale. Friedrich List, economista tedesco la cui opera principale è Il sistema nazionale dell'economia politica del 1841, è stato fra i primi a mostrare come la “protezione delle industrie nascenti” fosse la sola strategia che la Germania avrebbe potuto adottare per non soccombere alla concorrenza inglese, essendo l’Inghilterra partita prima nel processo di industrializzazione.

 

Questa considerazione di carattere generale può essere declinata nel contesto attuale e con riferimento ai nessi fra politica commerciale USA e prospettive di crescita del Mezzogiorno, sulla base di una duplice considerazione.

 

1) Innanzitutto, non corrisponde pienamente al vero che solo i Repubblicani USA sono favorevoli al protezionismo. L’IRA (Inflation reduction act) di Biden – un forte stimolo fiscale destinato alle imprese statunintensi per la transizione “green” – è stato, di fatto, un provvedimento ascribile al caso del protezionismo occulto. Mentre è ormai ben nota l’esplicita adesione di Trump alla politica di protezione dell’industria USA (“la parola più bella del dirzionario” – ha dichiarato – “è tariffe doganali”), è forse meno nota un’analoga presa di posizione di Kamala Harris, secondo la quale “bisogna in qualche modo difendersi da un’ondata di concorrenza sleale”. 

 

2) Gli USA, nella seconda globalizzazione (dagli anni Novanta allo scoppio della guerra in Ucraina) hanno svolto il ruolo di importatori netti di prodotti europei e successivamente cinesi, finanziando i deficit della bilancia commerciale con continui aumenti del debito pubblico. In virtù del privilegio esorbitante (come lo definì il Presidente francese Giscard d'Estaing) di detenere la moneta di riserva internazionale, gli USA sono l’unico Paese al mondo a godere del conseguente privilegio di non avere limiti all’espansione e alla sostenibilità del loro indebitamento sovrano. Non a caso, questo è passato dal 50% al 121% rispetto al Pil (in linea con la tendenza all’aumento del debito pubblico mondiale) negli ultimi trent’anni. Dagli anni Settanta, gli USA sperimentano costantemente il doppio deficit (della bilancia commerciale – con valori che oscillano fra il -2% e il -6% - e del bilancio pubblico, come attestato dall’US Census Bureau). In sostanza, gli USA sono riusciti, grazie al dollaro, a vivere sistematicamente al di sopra delle loro possibilità e la loro propensione all’eccesso di consumo, per certi aspetti, ha prodotto più danni che benefici all’Unione Europea e, dunque, al Mezzogiorno.

 

Nella storia recente, la propensione delle famiglie statunitensi all’overconsumption (consumi resi possibili dall’indebitamento privato) è stata la principale causa della crisi finanziaria globale del 2008. Il Sud ne ha risentito in modo estremamente significativo, con una caduta del Pil e un aumento della disoccupazione – negli anni che vanno dal 2009 al 2014 - maggiore e più duratura di quella registrata nel Centro-Nord.

 

Quella esperienza mostra che esiste un rilevante effetto di propagazione delle scelte di politica economica statunitensi sull’economia del Mezzogiorno. Si tratta di un effetto di propagazione che passa per la reiterazione, in Europa, di politiche di contrazione della spesa pubblica (che l’Unione ha evitato solo con il Next Generation Europe per far fronte alla pandemia), che i Paesi centrali del continente – Germania e Paesi “satelliti” - trovano tanto più convenienti quanto maggiore è la propensione alle importazioni da parte degli USA.

 

Poiché, infatti, le imprese localizzate nel Mezzogiorno hanno bassa propensione alle esportazioni, la compressione della domanda interna e la connessa moderazione salariale non ha, per loro gli effetti rilevanti che ha per le imprese del Nord (e del Centro-Europa) e produce il solo effetto di generare aumento della disoccupazione e rallentamento del tasso di crescita. Inoltre, in considerazione della specializzazione produttiva del Sud fortemente orientata verso settori a basso valore aggiunto e a basso contenuto di ricerca e sviluppo, le imprese meridionali subiscono la concorrenza di Paesi con bassi salari e analoga specializzazione. Anche in questo caso, si tratta di un effetto – di segno negativo – tanto maggiore quanto minore è la protezione doganale. Si pensi, a titolo esemplificativo, al riorientamento dei flussi turistici, negli ultimi anni, dalle tradizionali mete pugliesi verso l’Albania, la Grecia, la Croazia.

 

La diffusa e spessa acritica apologia del liberoscambio, peraltro, non considera un’ampia evidenza empirica – per la quale si rinvia agli studi di Dani Rodrik, uno dei più accreditati economisti statunitensi  – che dimostra che i Paesi industrializzati hanno registrato i loro massimi tassi di crescita nella loro storia nelle fasi nelle quali erano in vigore controlli sui movimenti di capitale (https://www.project-syndicate.org/onpoint/an-interview-with-dani-rodrik-trade-protectionism-development-redistribution-globalization-2023-10).





mercoledì 6 novembre 2024

OGGI A LECCE 'Dialoghi scomodi' sui nuovi scenari euro-mediterranei: un incontro per riflettere e costruire insieme un futuro possibile

La Fondazione Palmieri e il blog Dialoghi scomodi: Conversazioni aperte su politica e società di Leonardo Elia, in collaborazione con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, sono lieti di annunciare l’incontro “Dialoghi scomodi – scenari geopolitici euro mediterranei per un’altra vita possibile”, un evento imperdibile per tutti coloro che desiderano approfondire le sfide e le opportunità del nostro tempo. L’appuntamento è per il 6 novembre 2024, alle ore 18.30, presso la sede della Fondazione Palmieri in Vico dei Sotterranei a Lecce, ultimo giorno inoltre disponibile per visitare la personale di pittura della Fondazione Palmieri di Paola Scialpi dal titolo “Un’altra vita”

Interventi previsti :
Vice sindaco: Roberto Giordano Anguilla
Dott. Leonardo Elia (Dialoghi scomodi: Conversazioni aperte su politica e società
Prof. Guglielmo Forges Davanzati – Docente di Storia del pensiero economico (Unisalento);
Prof Maurizio Nocera (scrittore, saggista).
Modera Stefano Donno (Editore de I Quaderni del Bardo Edizioni)


In un mondo sempre più interconnesso e segnato da profonde trasformazioni, il Mediterraneo rappresenta un crocevia di culture, interessi e tensioni. L’incontro, attraverso un confronto aperto e costruttivo tra esperti e cittadini, si propone di:

Analizzare le implicazioni degli attuali conflitti: con un focus particolare sui conflitti in Ucraina e in Libano, l’evento cercherà di comprendere come questi sconvolgimenti stiano ridefinendo l’equilibrio geopolitico regionale e globale.

Esplorare le prospettive per un’Europa unita e solidale: In un contesto di crescente incertezza, soprattutto economica, l’Europa è chiamata a ripensare il proprio ruolo e a rafforzare la cooperazione tra i suoi Stati membri. L’incontro offrirà l’opportunità di discutere le sfide e le opportunità per un’Europa più coesa e capace di affrontare le sfide socio/economiche del futuro.


Promuovere un dialogo costruttivo tra diverse prospettive: L’evento si rivolge a un pubblico ampio e variegato, composto da studiosi, politici, attivisti e cittadini interessati a partecipare a una riflessione collettiva sui temi della geopolitica, della sicurezza e della cooperazione internazionale.

Perché partecipare? Per comprendere meglio il mondo che ci circonda: L’incontro offrirà l’opportunità di acquisire nuove conoscenze e di approfondire temi di grande attualità. Per confrontarsi con esperti del settore: Interverranno all’evento esperti di fama nazionale e internazionale, che condivideranno le loro analisi e le loro prospettive. Per contribuire a costruire un futuro migliore: Partecipando all’incontro, potrai dare il tuo contributo a una riflessione collettiva sulle sfide del nostro tempo e contribuire a costruire un futuro più giusto e sostenibile. (sotto un'opera dell'artista Paola Scialpi)




Limes. Rivista italiana di geopolitica (2024). Vol. 9: La notte di Israele

Tra guerra all'Iran e guerra civile.
Gli adoratori dell'apocalisse.
La sveglia suona ma l'Italia dorme.


La nuova, più intensa fase della guerra senza quartiere tra Israele e "asse della resistenza" iraniano cambia in modo radicale e irreversibile la fragile equazione mediorientale. Il governo israeliano porta alle estreme conseguenze la logica dello scontro "esistenziale", puntando a modificare strutturalmente i rapporti di forza a svantaggio di Teheran e alleati e subordinando a tal fine qualsiasi considerazione di carattere diplomatico e umanitario. L'Iran, timoroso dello scontro diretto con lo Stato ebraico e con l'America ma deciso a mantenere una deterrenza che considera assicurazione sulla vita, sta abbandonando il paradigma della "pazienza strategica" a vantaggio delle istanze interne più radicali, specie negli ambienti militari. I paesi arabi del Golfo oscillano tra ostilità verso Teheran e paura dei contraccolpi dell'offensiva israeliana, insensibile a qualsiasi "linea rossa". Gli Stati Uniti, paralizzati dalla campagna elettorale e divisi al loro interno tra sostegno a Israele e condanna della sua deriva bellicista, stentano ad articolare una posizione e finiscono per essere usati dal premier Binyamin Netanyahu e dalla destra israeliana, avallandone di fatto fini e metodi. L'Europa condanna le reciproche violenze ma è egualmente impotente, al pari dell'Onu e delle altre agenzie, governative e non, presenti in Libano e a Gaza. Questa guerra, come il barbaro attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che l'ha precipitata, sta mettendo in discussione natura, coesione, rapporti internazionali, integrità territoriale e identità dello Stato ebraico. Il rischio di una eterogenesi dei fini, ben presente in ogni conflitto come da ultimo sperimentato da Vladimir Putin in Ucraina, è grave e concreto.




lunedì 4 novembre 2024

Mondi arabi. Una guida essenziale di Giuseppe Acconcia, Giulia Aiello, Laura Menin (Bompiani)

Una nuova porta di accesso ai “mondi arabi" che scardinando una visione semplicistica e orientalista non solo ci consente di leggere il presente ma anche di guardare con speranza a un futuro nel quale sia possibile una soluzione dei terribili conflitti che, per i loro molteplici echi, ci riguardano tutti.


Territorio abitato da milioni di persone e realtà storica contrassegnata tanto da tratti comuni quanto da fratture, minoranze, diversità, il “mondo arabo” non è uno solo: fin dal titolo declinato al plurale, questo libro ce ne propone una narrazione alternativa, che grazie a un approccio transdisciplinare dia conto di tutte le sue sfaccettature. Dalla ferita coloniale che ha pesantemente condizionato lo sviluppo delle democrazie fino all'attuale tragica guerra israelo-palestinese, dalla società delle tribù alle primavere arabe, dalle tradizioni alle rivoluzioni, queste pagine ci guidano in modo semplice e documentato attraverso la storia e i suoi nodi irrisolti, la religione islamica nei suoi aspetti dottrinali ma anche in quelli della pratica quotidiana, i movimenti sociali e politici, i grandi autori e i temi della letteratura.