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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
venerdì 8 agosto 2025
giovedì 7 agosto 2025
Movimento popolare. Materiali per una storia di Rodolfo Casadei, Roberto Formigoni, Gian Franco Lucini (Cantagalli)
Imprevisto e inatteso da politici, politologi ed ecclesiastici, 50 anni fa nasceva il Movimento Popolare, la rete di cristiani impegnati in una presenza civile e pubblica che nell’Italia degli anni di piombo e del compromesso storico riproponeva il protagonismo politico e sociale dei cattolici sul modello del Movimento Cattolico di fine Ottocento. Nato dalle fila di Comunione e Liberazione, MP coinvolgerà intellettuali cattolici e politici democristiani, sindacalisti e persone di ogni estrazione, darà vita a centinaia di opere sociali su tutto il territorio nazionale, polemizzerà coi cattolici pro-PCI, subirà decine di attacchi per mano di extraparlamentari di sinistra e di destra, sposterà voti e vincerà elezioni a livello locale, nazionale ed europeo, sarà alle origini del Meeting di Rimini e si interfaccerà con Solidarność e i sindacati latinoamericani. Per la prima volta i protagonisti di quegli anni raccontano le idee e le storie che hanno segnato un ventennio di vita pubblica italiana, e discutono dell’attualità di riproporre quel modello di partecipazione attiva dei cattolici nella vita pubblica italiana. Prendono la parola Francesco Botturi, Rocco Buttiglione, Giancarlo Cesana, Augusto Del Noce, Roberto Formigoni, Gianfranco Morra, Robi Ronza, Giorgio Vittadini e molti altri. Concludono il volume estratti di due interviste a don Luigi Giussani. Attraverso documenti, interviste originali e racconti, queste pagine ci restituiscono uno spaccato della storia recente, raccontato dai protagonisti di quel periodo di forti tensioni sociali e grandi ideali
mercoledì 6 agosto 2025
Pioggia di distruzione. Tokyo, Hiroshima e la bomba di Richard Overy (Einaudi)
Un capitolo decisivo della Storia del Novecento, che parte dalla guerra navale nel Pacifico, e dalle sue complesse strategie, e arriva alla drammatica sequenza di eventi che portò i comandi militari e i leader politici, di entrambi i fronti, a prendere epocali decisioni che avrebbero segnato il destino del mondo.
martedì 5 agosto 2025
Ho sognato una rete intergalattica. Scritti su Internet prima di Internet di Joseph C. R. Licklider (Luiss University Press)
«Stiamo entrando in un'epoca tecnologica in cui potremo interagire con la ricchezza dell'informazione vivente -non semplicemente nel modo passivo a cui ci siamo abituati con libri e biblioteche, ma come partecipanti attivi di un processo in corso, apportando qualcosa attraverso la nostra interazione con esso, e non solo ricevendo qualcosa da esso tramite la nostra connessione». Era il 1968 quando Joseph Carl Robnett Licklider scriveva queste parole che, oltre mezzo secolo dopo, sembrano un frammento arrivato dal futuro. Licklider, geniale psicologo sperimentale, iniziò già negli anni Cinquanta a interessarsi alla tecnologia, e in particolare a come le macchine, interagendo con la nostra mente, avrebbero potuto potenziare le capacità umane. Negli scritti contenuti in questo libro Licklider anticipa l'era delle reti digitali, delle email e della messaggistica istantanea, degli assistenti artificiali e dei chatbot, immaginando un mondo in cui persone e computer avrebbero collaborato in simbiosi, creando insieme conoscenza e innovazione. Non macchine al posto delle persone, dunque, ma tecnologie al loro fianco, in grado di potenziare la loro intelligenza, creatività, capacità di entrare in relazione. Ho sognato una rete intergalattica è oggi una lettura fondamentale, un classico riscoperto per il tempo che ci vede impegnati a immaginare un nuovo umanesimo tecnologico. Queste pagine, infatti, non parlano solo di hardware e software, ma di società, cultura e futuro; di una vera innovazione, che può emergere solo nel punto in cui le menti, umane e artificiali, si incontrano e si potenziano a vicenda
lunedì 4 agosto 2025
Feudalesimo europeo - Intervento di Leonardo Elia
Fratelli d’Italia presenta un’interrogazione parlamentare contro l’ospitata di Francesca Albanese in parlamento “irresponsabile invitare in sedi istituzionali chi veicola idee antisemite”.
Nulla di nuovo di chi rinnova i rapporti Italia Israele su difesa e sicurezza, e fornisce di fatto
armi ai sionisti, siamo buoni terzi dopo
Usa e Germania.
Con il centro-destra pugliese che prende posizione
prontamente contro il sindaco di Bari, il mite Vito Leccese, che vuole
concedere le chiavi della città alla relatrice dell’ONU.
Posizioni, che a parte la banale, tragica ovvietà, fanno
pensare come la politica internazionale,
la Geopolitica, spesso si riverbera nel nostro quotidiano.
In questo caso denotano un chiaro riferimento nella politica
americana, che non riesce, non vuole, allontanarsi dall’ appoggio al governo israeliano. Una posizione chiara che si affianca al finanziamento della causa
ucraina, con l’invio di risorse, armi al regime di Zelenskj, armi acquistate
dagli Usa, per continuare una guerra persa. Medio oriente e Ucraina sono due
facce della stessa medaglia , della stessa guerra globale.
Colloqui in Scozia tra la Von der Leyen e Trump, con un
disastroso accordo , che oltre ai dazi, ci obbliga a comprare tecnologia
militare americana, ad aumentare la spesa per armamenti, ci obbliga ad acquistare un botto di gnl dagli
Usa, molto più costoso del gas russo o in genere del gas da gasdotto( per
esempio Nord Stream che è lì già pronto), investimenti in Usa di aziende europee.
A parte la difficile realizzazione di questi obbiettivi, con
una Meloni silente, un’interpretazione
un attimo differente , di quanto è avvenuto , ci aiuterebbe a capire le ragioni
profonde che hanno mosso le scelte del
commissario europeo peggiore di sempre, ben accompagnata in Europa da una classe politica pessima, sia che
governi, sia che stia all’opposizione.
Il feudalesimo era un patto tra un’entità, la nobiltà, che
in cambio di privilegi, economici e non solo , esprimeva un diritto, la
supremazia, e un dovere, la difesa di un
territorio e dei suoi abitanti.
Il delirio della commissione europea e dei suoi sodali, che
è alla base di questo trattato può
essere anche interpretato come un tentativo di
legare a se più strettamente gli Stati Uniti , sia per la
sicurezza, sia per l’economia.
Diventare sia in campo energetico sia in campo militare, il
mercato di sbocco più importante, considerando come nel resto del mondo regni
la diversificazione in questi due settori, non solo definisce la dipendenza del più debole, l’Europa, ma anche
una richiesta di protezione nei confronti dell’egemone.
Un’ inno alla subalternità.
E questa potrebbe essere
l’interpretazione della copertina del Time dedicata alla Meloni. Il
“dove lei sta conducendo l’Europa “.
Una costosissima adesione in termini economici, di
sovranità, e anche etici, alle politiche di un impero in declino. Facendole
proprie.
Forse così si può interpretare il silenzio del nostro
presidente del consiglio sulle conclusioni dei colloqui tra la Von der Leyen e Trump, definite da tutti gli osservatori
indipendenti come una capitolazione.
Ad ogni capitolazione però segue un trattato , che definisce
un perdente e gli oneri a cui è sottoposto , in questo caso noi europei, ma
definisce anche i doveri dell’egemone,
perché l’egemonia, la potenza, ha un costo.
In quest’ottica si può comprendere come il governo non sia
intervenuto nell’ennesima dismissione ,operata dai tristemente noti Elkann di
uno dei pezzi importanti dell’industria
Italiana quando hanno venduto il ramo
civile della IVECO alla Tata indiana.
Ultimo passaggio di alienazioni del patrimonio Fiat, che
priva di eccellenze industriali e di competenze il nostro paese, procedendo a
grandi passi sulla strada della deindustrializzazione.
Ultimo passaggio di una serie di scelte che rendono dipendente il nostro paese in settori
strategici da operatori , e quindi da stati, esteri.
In Francia non sarebbe potuto succedere tutto questo!
La vocazione turistica di Torino, irricevibile, come imbarazzante quello che ha detto il
nostro presidente del consiglio un paio di mesi fa, che secondi solo alla
Spagna , siamo diventati una “superpotenza “ turistica!
Mi ricordo quando , nel 1991, i miei insegnanti
dell’università di Rostock, dicevano allibiti come per la loro città , per
capirci industria chimica e cantieri
navali, i vincitori, la Germania
ovest, stava disegnando un futuro
turistico, consacrando così la distruzione sociale ed economica, programmata,
di una intera nazione , allora, da poco annessa.
I decisori di Bruxelles hanno pianificato per noi
questo destino ?
L’Italia trasformata in una grande “location”.
Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano di Francesco Costa (Mondadori)
Attraverso un racconto frastagliato e mai lineare, come la realtà che descrive, Francesco Costa ci accompagna in un sorprendente viaggio on ...
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La recente, amara denuncia della tennista Aryna Sabalenka non è una semplice nota a margine nella cronaca sportiva. È il sintomo lancinante ...



