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Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Potere vuol dire determinare i limiti del pensabile

Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

lunedì 21 aprile 2025

La NATO in guerra. Dal patto di difesa alla frenesia bellica di Fabio Mini (edizioni Dedalo)

 Come si è arrivati a questo punto? Se la NATO è in guerra lo deve alla sua sistematica violazione delle proprie regole e del Trattato costitutivo. Con la fine dell’Unione Sovietica, ha cominciato a “giocare” con le parole del Trattato, poi a mistificarle e infine a tradirle. Ora la NATO non ha limiti di territorio e non ha un solo nemico. Ne ha molti, scelti con cura rispettando le priorità americane. E così ogni Stato membro deve vedersela con la Russia, la Cina, l’Iran, la Corea del Nord, l’India, i BRICS, gli Stati nuclearizzati, i terroristi, i criminali, gli scafisti, le organizzazioni umanitarie e perfino i pacifisti. Questo libro individua i metodi, i pretesti e i trucchi che hanno portato la NATO e l’Europa alla frenesia bellica e verso l’autodistruzione, con l’auspicio che si torni a ragionare




La Cina rispedisce gli aerei Boeing negli Stati Uniti

La BOLLA del 2000 sta per RIPETERSI?

MERCATI, PROVE TECNICHE DI STAGFLAZIONE. GLI ASSET SI STANNO MUOVENDO

Quanto può crollare davvero l’S&P500? Ecco i numeri

Trump ha ragione! - Analisi Macro

Claudio Borghi cita il Capitale di Marx: "Torniamo a produrre, per non livellare verso il basso ...

Americana: la Corte Suprema blocca le deportazioni forzate di migranti!

Trump, i giovani, la vecchiaia: parla Massimo Cacciari - Timeline 20/04/2025

domenica 20 aprile 2025

CONSIDERAZIONI SCOMODE #7 a cura di Leonardo Elia

COSTUME E SOCIETA ' - ASSOCIAZIONE LA SVOLTA SURBO

Chi vuole la guerra all'Iran?

Domenicale: Germania armata!

Crisi del Dollaro? Davide Serra: "Non sarà più la valuta di riserva globale"

Oligarchi, Voucher e Vodka: il Saccheggio della Russia negli anni ’90. Con Fiammetta Cucurnia

'L'euro insegnerà ai giovani la durezza dimenticata del vivere' Padoa-Schioppa [Carlo Galli]

"Crimini di guerra dei fascisti? Ecco che ruolo ebbero De Gasperi e Andreotti"

Mosca, Putin alla messa ortodossa di Pasqua dopo l'annuncio della tregua

Xi risponde ai dazi USA: la mossa cinese nel Sud-est asiatico

Vance e l'Alt-Right: le Grinfie della Nuova Destra Americana su Tolkien | Libri Oltre con P. Nardi

sabato 19 aprile 2025

L'aquila nera. Una storia rimossa del fascismo in Albania di Anita Likmeta (Albania)

«Non ricordo chi fu il primo a vederlo, se mio cugino Armand o sua sorella Xhixhja. Ricordo però che facemmo subito capannello intorno a quello strano ritrovamento. Un lungo osso bianco era affiorato dalla terra e se ne stava lì, mezzo dentro e mezzo fuori, come la radice di un albero.»


Fine estate 1994. A Rrubjekë, un villaggio con le case basse di pietra e i campi che si estendono a perdita d’occhio, una banda di ragazzini in cerca di avventure si imbatte nei resti di alcuni soldati italiani. Anita è la più piccola del gruppo, ma percepisce tutta la drammaticità di quel momento in cui la morte si rivela ai suoi occhi nell’uliveto non lontano dalla casa dove vive con i nonni. È allora che comincia a farsi domande che la porteranno a decidere di raccontare una storia dolorosa condivisa tra le sue due patrie: quella natale, l’Albania, e quella d’adozione, l’Italia. Tra legami profondi e ferite aperte, tra cronaca familiare e tragedia collettiva, Likmeta sottrae all’oblio una vicenda complessa che si snoda su più piani temporali, dagli anni trenta agli anni novanta del Novecento, fino ai giorni nostri. Scoprirà così che l’Italia non è stata solo quella degli invasori, delle navi che riempirono il porto di Durazzo il 7 aprile 1939, delle uniformi per le strade di Tirana, dei manifesti con il volto di Mussolini, dell’italiano imposto come lingua del potere. Un’altra Italia non si era limitata a eseguire ordini e, nel caos dell’8 settembre 1943, aveva scelto. Di quelle testimonianze diventa urgente ritrovare e custodire la memoria. Soprattutto oggi, nella consapevolezza che «il fascismo non è un ricordo del passato. L’invasione dell’Albania non è un fatto archiviato nei manuali. Raccontarla significa strapparla alla retorica e alla neutralità. Significa dire che dietro le manovre politiche, le leggi, i trattati, c’erano volti, mani, terre spaccate e storie che si sono spezzate».



Dario Fabbri e Stefano Bonaccini - idee sull'Europa

Dopo la Liberazione, criminali nazifascisti impuniti: solo colpa di Togliatti?

Cina e Vietnam: amici, nemici o rivali strategici? – Intervista a Stefano Sacchini

EUROPEISMO in crisi, oltre DESTRA e SINISTRA (con Geminello Preterossi)

Come sopravviverà la Cina senza gli USA?

Fate presto. L'emergenzialismo come fase estrema del neoliberismo di Salvatore Bianco (Rogas)

Un sistema, quello del tardo capitalismo o «tecno-capitalismo», che in una cornice di devastazione ambientale ci fa lottare tra di noi come ...