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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
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Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
martedì 8 aprile 2025
lunedì 7 aprile 2025
La giurista italiana Francesca Albanese è stata riconfermata relatrice dell’Onu per i territori palestinesi fino al 2028 - Intervento di Leonardo Elia
La giurista italiana Francesca Albanese è stata riconfermata
relatrice dell’Onu per i territori palestinesi fino al 2028.
Osteggiata scopertamente da Israele, c’era da aspettarselo , ma anche dagli Usa , dalla Francia, Germania, Olanda e Gran Bretagna , oltre che dal governo italiano.
Accusata di antisemitismo , per aver definito senza mezzi
termini apartheid la politica degli israeliani nei confronti dei palestinesi, e
genocidio quella mattanza che stanno facendo a Gaza.
Ringraziamo tutti coloro
che hanno creduto in lei e l’hanno riconfermata.
Il mondo ha ancora bisogno di Francesca Albanese.
Il silenzio dell’Unione Europea su tutto quell’orrore però è complicità, connivenza.
Silenzio della politica e silenzio ,assordante, dei
giornalisti delle testate più importanti, che per nascondere il dramma , si
cimentano nel migliore dei casi in giochi di parole, spessissimo funzionando solo da cassa di risonanza per gli assassini.
L’esercito israeliano, in perfetto stile mafioso o nazista,
scegliete voi, giustizia 15 paramedici a
Gaza, con i mass media che non danno lontanamente risonanza a quest’atto di
ferocia ineguagliabile.
Ecco perché sono contento del successo della manifestazione
di Roma del 5 aprile, come anche di
quella di Milano, manifestazioni, contro il riarmo, contro la
guerra e la sua logica, eventi ,tra l’altro praticamente passati sotto
silenzio.
La doverosa risposta politica , popolare, alla
manifestazione del 15 marzo per l’Europa, indetta da Michele Serra, l’ Europa
del riarmo, l’Europa del silenzio sul genocidio sionista, con l’adesione dei
partiti della sinistra , o presunta tale, con interventi di intellettuali sul
palco francamente inascoltabili, giornata terminata in tv con il monologo di un
Benigni inqualificabile, quello dell’Unione europea come la più grande
costruzione politico economica degli ultimi 5000 anni. Oddio !!
A questo punto la domanda che pongo ai partiti di
opposizione, perché io vengo da sinistra, appartengo come forma mentis da
sempre alla sinistra, è perché partendo dalle due manifestazioni popolari, del
5 aprile, non prendano atto delle loro contraddizioni .
La coscienza di esse
dovrebbe portare al loro superamento, ispirandosi a una grande tradizione di statisti, lucidi e
visionari, che nella prima repubblica , ci hanno fatto giocare un ruolo
importante nel Mediterraneo e in Europa, pur trovandosi e subendo un mondo bipolare. Parlo di Craxi, di Moro, di
Fanfani, di Mattei, e anche di
Andreotti.
Se questi partiti non saranno consapevoli della loro
separazione dalla realtà , schiavi di logiche che con il nostro comune sentire, con la nostra identità , con la
nostra tradizione non hanno niente a che fare,
beh saranno condannati all’emarginazione politica , ad una posizione
ancillare rispetto alle destre.
La politica è partire dal basso, dalla società, dalle sue
dinamiche, dalle sue esigenze, per sviluppare una visione. Senza questi
passaggi si trasforma solo in un momento autoreferenziale, scollato dai
territori, in più cercando di tacitare
le voci dissonanti, non dandogli bastante visibilità.
Cosa gravissima.
Questo scollamento, che indubbiamente è un fatto, si
manifesta con il forte astensionismo alle elezioni.
Perché semplicemente la gente non va più a votare perché non si sente rappresentata,
non si sente interpretata.
E così ci teniamo la Picierno e le sue esternazioni. Se il suo
patito non interviene, è veramente
grave!
domenica 6 aprile 2025
Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne) di Alberto Saravalle, Carlo Stagnaro (Fuoriscena)
La guerra è entrata nella nostra vita, sebbene i media parlino ancora solo di lontane minacce e di rischi potenziali. Questo libro mostra come un conflitto, di tutti contro tutti, sia in realtà già da tempo in corso. E sia molto più vicino a noi di quanto si creda. Un contratto di acquisizione concluso nel 2024 tra due delle principali società italiane contiene una clausola che consente il recesso qualora dovesse scoppiare un conflitto che coinvolga l’Italia. Non era mai successo prima. Fino a poco tempo fa, nell’Unione europea clausole simili sarebbero state impensabili. Non è che l’ultimo passo di un fenomeno che viene da lontano. Numerose battaglie economiche, non solo tra competitor strategici come Usa e Cina, ma anche tra alleati come Stati Uniti e Unione europea, potrebbero rapidamente degenerare. Non accadeva dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le grandi potenze rivaleggiano per preservare la propria sicurezza economica e attivano un circolo vizioso che da un giorno all’altro potrebbe dar luogo a un’irreparabile esplosione militare. Gli autori ripercorrono tutte le tappe che ci hanno portato fin qui, dalla crisi finanziaria del 2008, e ci mettono a disposizione un racconto essenziale e accessibile a tutti, per conoscere davvero il mondo in cui stiamo vivendo e quello che stiamo lasciando ai nostri figli. La storia ci insegna che, quando i popoli smettono di scambiare, allora finiscono per combattere. L’unico modo per raggiungere il fine politico della pace è utilizzare lo strumento economico del commercio e del libero scambio
Genocidio. Quello che rimane di noi nell'era neo-imperiale di Rula Jebreal (Piemme)
Tra autobiografia e lucida analisi politica, Genocidio è un libro duro ma necessario che richiama la società civile e la politica alle sue...
