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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

lunedì 20 gennaio 2025

Craxi, l'ultimo vero politico di Aldo Cazzullo (Rizzoli)

 «A un tratto, la ruota del destino diede un giro. La vicenda di Craxi entrò nella fase finale, quella della vita e della morte. In poche settimane la situazione sarebbe precipitata, in modo insieme epico e grottesco. Iniziava una tragedia. Che tanti in principio considerarono una farsa. Perché l’Italia è convinta di essere un Paese comico, al più melodrammatico. Invece la storia unitaria del nostro Paese è una storia tragica.»


Aldo Cazzullo atterra a Tunisi a fine ottobre del 1999. In Italia è appena arrivata la notizia del ricovero di Bettino Craxi. Il leader socialista, dal 1994 ad Hammamet per sfuggire a Mani Pulite e all’arresto, sarebbe morto pochi mesi dopo. Parte dalla fine, da questi ricordi personali vissuti sul campo del giornalismo – la malattia di Craxi, il disperato intervento chirurgico, la morte, il funerale –, il racconto dell’uomo e del politico che più di ogni altro ha rappresentato la modernizzazione dell’Italia repubblicana e la caduta del sistema dei partiti. Un ritratto in chiaroscuro. Un profilo biografico impreziosito da aneddoti personali e da un apparato fotografico unico, che punta a ricostruire la storia del giovane militante, l’ascesa al potere del segretario socialista, i rapporti con i leader nazionali e internazionali del suo tempo, dando conto della dimensione umana e intima del politico che fu Craxi anche nei mesi concitati dell’epilogo della sua parabola, senza nascondere gli errori e le responsabilità. Fino a tracciare un’analisi della sua eredità, quel nodo mai sciolto della fine della Prima Repubblica che forse trova proprio in Bettino la sua plastica rappresentazione: uomo di potere osannato e odiato, capro espiatorio della stagione del malaffare, esiliato illustre per alcuni, latitante per altri (e per la giustizia italiana). L’ultimo vero politico, scrive Cazzullo a venticinque anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, con una formula su cui non si riesce a porre un solo accento: è stato l’ultimo uomo di Stato italiano dotato di spessore e di visione; ma ha pagato un prezzo altissimo alla sua spregiudicatezza. Ingombrante financo sul piano fisico, è diventato il bersaglio grosso: da statista a «Cinghialone». Un simbolo della Prima Repubblica, che ha avuto – come ha riconosciuto il suo nemico della vita, Eugenio Scalfari – «la grandezza della fine»



VANNACCI INTERROGA IL COMMISSARIO EUROPEO PER LA DIFESA, ANDRIUS KUBILIUS

Il filmato di Hamas mostra il rilascio dei primi tre ostaggi israeliani

Floris: "Il fascismo non torna, ma ci sono tratti preoccupanti"

Tutti i colori del rosso. Un viaggio nella storia della sinistra (Feltrinelli)

Tutti i colori del rosso. Un viaggio nella storia della sinistra per ritrovare l'orgoglio dell'alternativa di Gabriele Santoro (Feltrinelli)

 

Tutti i colori del rosso è un viaggio nella storia della sinistra europea e mondiale post 1989, che riflette e indaga l’attualità politica italiana, internazionale e le sfide poste dal disordine globale nel quale siamo immersi. Pace e guerra, immigrazione, il diritto alla salute, lavoro e precariato, contrasto alla povertà, ambientalismo e giustizia climatica, i diritti civili e le donne in politica: le otto inchieste giornalistiche che compongono il volume affrontano le questioni centrali del nostro tempo. Il libro analizza e interroga anche le scelte, le promesse tradite o incompiute dei protagonisti che negli ultimi tre decenni hanno caratterizzato a sinistra la leadership di partiti e governi: le luci e le ombre di François Mitterrand sull’immigrazione, la parabola di Tony Blair segnata dalla guerra in Iraq, i limiti del riformismo verde di Joschka Fischer, il cammino di Willy Brandt verso la caduta del Muro di Berlino, la sfida di Barack Obama per la sanità pubblica, Matteo Renzi e la rottamazione del diritto del lavoro, Lula e l’agenda per la “Fame zero”, l’ascesa di Ada Colau e le donne in politica nella Spagna post franchista. Nei loro ritratti emergono gli snodi tematici cruciali determinanti ieri come oggi. Dalla ricostruzione con una prospettiva storica del tramonto elettorale e politico delle socialdemocrazie, si illumina ciò che è stato e ciò che manca alle sinistre per incarnare un progetto di riscatto sociale collettivo e orientare in senso progressista le grandi trasformazioni all’orizzonte. Perché non esiste un’alternativa alla globalizzazione mercatistica? È possibile ricostruire la relazione tra sinistre e popolo, colmando i ritardi nella comprensione dei mutamenti nelle società? Come tenere insieme la difesa dei diritti sociali e la promozione di quelli civili? A queste domande critiche rispondono gli interventi di Fausto Bertinotti, Pietro Bartolo, Emma Bonino, Luigi Manconi, Susanna Camusso, Rosy Bindi, Sergio Cofferati e Livia Turco.

DIEGO FUSARO: "M. Il figlio del secolo". Un giudizio sulla serie televisiva...

Lo scacco alla Scu diventa un libro: “The Wolf”

domenica 19 gennaio 2025

il Medio Oriente e l'islam sunnita - storia del pensiero geopolitico - parte V

INDAGINI SU HEGEL

CATENA SULLA LINEA FERROVIARIA, SI INDAGA PER ATTENTATO ALLA SICUREZZA DEI TRASPORTI | 18/01/2025

Mattarella inaugura 70esimo anno accademico Università Salento, per lui una standing ovation

Tregua a Gaza, Lucio Caracciolo: "Trump è riuscito dove Biden ha fallito. E' lui il vincitore"

Il cessate il fuoco a Gaza durerà? – Globally

Fausto Bertinotti: "Il mondo che abbiamo conosciuto ci sta lasciando, siamo di fronte a uno ...

(41) Introduzione, in "Alle origini dell'assistenza in Italia meridionale. Istituzioni, archivi e fonti (secc. XIII- XVII)", a cura di Paola Avallone, Gemma T. Colesanti e Salvatore Marino, in «RiMe - Rivista dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea», Vol 4/I n.s. (June 2019), pp. 5-11.

(41) Introduzione, in "Alle origini dell'assistenza in Italia meridionale. Istituzioni, archivi e fonti (secc. XIII- XVII)", a cura di Paola Avallone, Gemma T. Colesanti e Salvatore Marino, in «RiMe - Rivista dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea», Vol 4/I n.s. (June 2019), pp. 5-11.

sabato 18 gennaio 2025

TRUMP NON E' PAZZO ... - Intervento di Leonardo Elia

 Trump non è pazzo, è stato eletto sull’onda della rivolta contro il potere centrale, ritenuto lontano , corrotto, insensibile ai bisogni della popolazione.

Queste elezioni  hanno espresso  un punto di rottura,  espresso una voglia di cambiamento di postura importante, che vedrà  l’ America modificarsi sotto molti punti di vista, è sicuro, in questi quattro anni di mandato presidenziale.

Nessuno sa con precisione come  avverrà tutto ciò e cosa porterà.

Perché il nuovo che avanza dovrà scontrarsi con poteri , che hanno abitato le stanze dove si decide,  per decenni, tra l’altro con  competenze difficilmente sostituibili.

Vance , però, il futuro candidato repubblicano, è emblematico.

Self made man, viene dall’ Ohio, stato della rust belt, disoccupazione, tossicodipendenza, abbandono.

Marines in Iraq, torna in patria e frequenta l’università.

Nel suo libro Elegia Americana, di cui ho già parlato, cita come  riferimenti Thiel, Morbug e NickLand, , riferimenti assolutamente reazionari, che considerano la democrazia  inefficace, non essenziale nella gestione della società.

Nel blog inserisco il bel colloquio tra Giacomo Gabellini e Pierluigi Fagan, nel canale Youtube  “ Il Contesto”

Autorevole il canale , autorevolissimi i due protagonisti. Da ascoltare con attenzione.

Specialmente quando si parla della “costellazione” di pensatori , che possono influenzare quello che farà Trump nel suo mandato.

Pensatori questi che non rappresentano, non esprimono un pensiero organico, ma rappresentano gli umori di una società, cercano di tradurli.

Trasporre una teoria in prassi, è già molto difficile di suo, lo abbiamo visto in secoli di storia filosofia ,  specie se queste tendenze , negli Usa odierni, sono espresse da molti opinion makers, che spesso  cadono in contraddizione tra loro, possono esprimere la risposta ad un bisogno, ma viste le  loro contraddizioni,

sembrano trovare  difficoltà nel tradursi in un disegno organico.

 

Ma sicuramente , i riferimenti di Vance nel suo libro, non possono essere banalizzati.

Io non sono un economista ma mi sforzo di capire. Quello che osservo  è un momento di grande confusione, negli Usa, una voglia di cambiamento e una volontà di limitare il potere centrale.

La convinzione ,consolidata oltreoceano, che il sogno americano,  questo mito che si esprime all’estero come “ nazione  indispensabile “   sia compresso dalla burocrazia , e messo in crisi dalla sua inefficienza.

Quindi primo punto importante è che comunque la postura imperiale non si modificherà, ma si svilupperà in altre forme.

Tentativo di gestione dei rapporti con la  Russia in termini differenti, pace in Ucraina, e scaricare l’Unione Europea, e questo spiega l’inquietudine di Bruxelles.

Perché Kiev sta perdendo il conflitto, con lei la Nato.

Mi domando, perché Putin dovrebbe accettare le proposte di Trump, se sta vincendo, dopo aver perso centinaia di migliaia di uomini?

Poi l’atteggiamento con il Canada e la Groenlandia mostra  quanto l’Artico sia diventato  importante per Washington.

Anche l’atteggiamento con la Cina è contraddittorio, considerata sempre potenza concorrente , ma  Xi Jinping , è stato invitato alla cerimonia di insediamento( Von der Leyen no)

Ci si potrebbe aspettare quasi un tentativo di una neo Yalta, con il mondo diviso tra potenze , senza attriti ovunque , attriti costosi economicamente , e anche in termini di immagine per l’egemone, perché ne stanno  alienando la simpatia del sud del mondo.

Sta perdendo in Ucraina , guerra  voluta da Washington per indebolire la Russia ,  il suo alleato in Asia Occidentale, Israele, è stato costretto al cessate il fuoco a Gaza, la cui classe dirigente di integralisti  non è riuscita nell’obbiettivo che si era prefissato , sradicare Hamas, anche a costo di una condotta della guerra criminale nei confronti dei civili palestinesi.

Le perdite che sta subendo l’esercito di Tel Aviv sul campo, il fatto che sta  sottraendo preziose competenze tecniche e intellettuali al suo tessuto sociale e produttivo,  hanno sottratto gran parte del consenso  di cui godeva la leadership di Netanyahu  e sodali.

 Se avesse avuto lontanamente la speranza di raggiungere gli obbiettivi a Gaza, non  avrebbe mai accettato la tregua.

Ma è l’ultra liberismo di pensatori che hanno appoggiato l’ascesa di Trump e di Vance, che ci deve fare pensare.

A Washington vogliono superare la crisi in cui si trovano con un ulteriore accelerazione del sistema economico, renderlo definitivamente senza regole.

Musk  dovrà gestire l’alleggerimento e l’efficientamento, della enorme macchia burocratica federale, con uno stato che non dovrà entrare nella gestione dell’economia.

Quindi superamento definitivo Keynes, e superamento anche di Von Hayek, l’economista ultraliberale premio Nobel nel 1974.

Quindi il mercato non va regolato, porterà benessere e prosperità.

Per loro lo stato deve diventare marginale.

Comunque Zuckeberg e Bezos fanno a gara, per ingraziarsi il Princeps per mantenere i loro privilegi.

Non si sa mai.

Con, udite udite , Biden in un discorso di pochi giorni fa, metteva in guardia proprio da queste possibili derive antidemocratiche , che favoriscono gli ultra ricchi, che gestiscono piattaforme tecnologiche , che indirizzerebbero a loro favore esclusivo la politica dell’Unione.

Memoria volutamente corta, quella del presidente dimissionario, perché se vogliamo il terreno  lo hanno preparato le forze che hanno appoggiato il presidente uscente, e quando dico queste, anche la politica che in giro per il mondo ha di fatto seguito  la politica americana fino ad ora. Negli ultimi decenni quando gli Usa sono diventati potenza egemone.

Il Golem lo hanno creato loro, i dem.

Quando D’Alema rivendica le privatizzazioni degli anni ‘90 in Italia ,che fa? Si fa alfiere di un liberismo globalista.

Quindi la base concettuale è l’organizzazione, il sistema creato negli ultimi trent’anni, a cui hanno partecipato tutti, entusiasticamente, anche i progressisti o presunti tali.

Ricordate le lenzuolate di Bersani? Il mercato ordinerà tutto, il passaggio da cittadini a consumatori, quello che ha trasformato definitivamente la politica in un  comitato di affari.

Quando questo sistema è andato in crisi, per l’emersione  nel mondo di forze non facilmente asservibili, che per esempio vogliono superare il dollaro come base di scambio , per uscire dalla crisi l’impero produce  un’ulteriore estremizzazione,   sembra quasi giocare d’azzardo.

Sembra Star Wars, la navicella spaziale che per sfuggire  dalla trappola si infila nella fessura creata dalle porte che si stanno chiudendo.

Grosso azzardo, perché  , svuotando lo stato di competenze, permettendo la competizione senza freni, si privilegia chi i mezzi li ha , e si crea un esercito di diseredati, di “ominidi”, come li chiamano questi pensatori, che ,non facendo buon uso della democrazia, dovrebbero  delegare  il potere, la libertà agli “altri” ,alla assoluta minoranza di vincenti.

Questa la teoria,  per me difficilmente traducibile nella pratica, mette a rischio la stabilità sociale.

Questo è l’anarco liberismo , che sta sperimentando l’Argentina  di Miley ,  un pazzo, che sta impoverendo la nazione che governa, la sta riducendo alla fame, ne  ha impedito l’ingresso nei Brics. Gradito alla Washington di Biden ,  che ha  tagliato  i rapporti con la Cina , presentissima in Sud America , perché sono “comunisti”.

Sono tutti temi cari alla elite che sta emergendo negli Usa,  che si nutre di un neomaccartismo, ma che sta raccogliendo il testimone da chi ha governato prima.

Perché per questo tipo di liberalismo , bigotto ,il comunismo è qualunque intervento regolatorio della politica nella società.

Non bisogna dimenticare che grandi elettori di Trump sono i cristiani evangelici americani, i cristiani sionisti.

Con un approccio come questo , si riesce a governare una società complessa come quella americana?

Considerando   che chi ha preparato il terreno ,  il consenso interno se lo è giocato perdendo le elezioni.

Trump non è la causa dei fenomeni, Trump è l’effetto.

Se la politica non ha una visione coinvolgente è destinata a fallire.

Il professor Galli , parlando della teologia politica di Putin, della sua visione, la ha basata su tre punti di forza:

primo , panslavismo, la Russia riferimento dei popoli slavi

secondo , la terza Roma. Le insegne imperiali portate da Bisanzio conquistata dai Turchi a Mosca. Scusate se è poco, quindi postura imperiale . Non potenza regionale come ha detto Obama.

Per ultimo spiritualità, in contrapposizione al materialismo occidentale, tecnologico.

Leggete Dostoevskij e capirete.

Ricordate cosa disse il patriarca di Mosca Kirill, all’inizio della operazione militare speciale?

Che era una guerra  “ metafisica”, e fu sbeffeggiato da noi per questo.

Faceva riferimento a questi tre punti, che sono di una profondità impressionante, e spiegano la tenuta della Russia, il fatto che sta avendo il sopravvento.

E   ha messo in crisi l’occidente allargato.



 


 

 

 

 

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