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Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

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Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

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mercoledì 18 settembre 2024

Cercapersone come ordigni esplosivi in Libano e Siria - Intervento del Dott. Leonardo Elia

In Libano e Siria sono , letteralmente, esplosi dispositivi cercapersone provocando migliaia di feriti, alcuni gravi, e morti, almeno una decina.

All’inizi si pensava che tutto ciò fosse dovuto   al surriscaldamento delle batterie, indotto da un hackeraggio, ma vedendole immagini delle videocamere di sorveglianza di supermercati e vari luoghi pubblici dove sono avvenuti i i fatti, è subito sembrata un’ipotesi che non spiegava l’accaduto , sia l’entità del botto ,sia  in relazione alle ferite procurate ai malcapitati.

Secondo Snowden, ricordate Wikileaks, è molto probabile che sia stata inserita in queste apparecchiature una piccola quantità di esplosivo, innescata in vario modo.

Sono d’accordo.

Chiaramente  tutti pensano ad Israele, anche perché non ha confermato nulla , come suo costume.

Ho pensato subito all’omicidio mirato di Yahya Ayyash ,  soprannome “ l’ingegnere”,   brigate Izz al- Din al – Qassam, ricercatissimo dagli israeliani, ucciso nel 1996, con l’esplosione del suo cellulare.

Ci sono alcune considerazioni da fare su quanto avvenuto ieri.

Per prima cosa, è stata violata, e in maniera pesante , la catena di approvvigionamento  di Hezbollah,

quindi il loro nemico per antonomasia si è infiltrato tanto bene, da avere il tempo di inserire in migliaia di cercapersone una piccola, ma efficace , quantità di esplosivo, innescato da qualcosa di informatico, che sia un malware o qualche altra diavoleria.

Non sarà un caso ma ieri al largo del Libano, ha colato un C 130 H, strapieno di apparecchiature per la guerra elettronica.

Ora apprendo che le apparecchiature esplose sono di un’azienda taiwanese, e prodotti in Ungheria.

Ma perché questo, perché ora.

Alcuni canali israeliani indipendenti, partono  dalla considerazione che la mobilitazione di massa della milizia sciita libanese si basa sui cercapersone, che fanno passare molto velocemente i combattenti  dalla routine quotidiana, all’emergenza, la guerra di popolo per intenderci.

Ergo , non solo Hezbollah ha dimostrato, cosa gravissima, di essere violabile in settori strategici, ma principalmente ha dovuto subire perdite, sia morti , sia feriti gravi, per capirci , amputazioni agli arti,

che limitano la sua capacità di risposta in caso di conflitto.

Da parte di chi? Indovinate un po’.

Non bisogna dimenticare, che una parte del governo israeliano vuole iniziare una campagna militare in Libano e Siria,  non essendo riuscito a “pacificare” Gaza, con la preoccupazione  di avere la peggio , come e di più  del 2006, negli scontri con gli sciti, molto più armati e molto più addestrati di allora.

Senza che questi ultimi possano più usare il loro sistema di mobilitazione più importante.

Con l’Iran che , vedendo la loro difficoltà, potrebbe intervenire.

Escalation quindi.

Cosa che hanno sempre evitato, con grande lungimiranza, non cedendo alle provocazioni Israeliane.

Con l’Europa tutta, Italia compresa , che beatamente guarda, cullandosi nel sogno bagnato dei due popoli in due stati.




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Quel valore che la politica traduce in miliardi di euro

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martedì 17 settembre 2024

Appiattimento del mondo. La crisi della cultura e il dominio della norma di Olivier Roy (Feltrinelli)

L’appiattimento del mondo è un saggio brillante e critico, controcorrente rispetto alla denuncia antimoderna dell’individualismo, ed esprime invece preoccupazione per la facilità con cui acconsentiamo all’estensione del dominio della norma.


Identità contro universalismo, genere contro sesso, repubblica contro comunitarismo, razzismo, femminismo, immigrazione... Ciò che accomuna questi temi, che da tempo ormai polarizzano la vita intellettuale con forti implicazioni politiche, è che coinvolgono la cultura, in ogni senso del termine. Olivier Roy respinge, però, la tesi di una “guerra di valori”. Ciò che è in crisi, sostiene, è la nozione stessa di cultura, oggi ridotta a un sistema di codici espliciti, decontestualizzati e spesso globalizzati che invadono le università come le nostre cucine, le lotte identitarie e le religioni come le nostre pratiche sessuali, e persino le nostre emozioni debitamente elencate e ridotte a espressioni in forma di emoji. La diagnosi impietosa di Roy è quella di una deculturazione globale, l’appiattimento del mondo appunto. Roy esamina i meccanismi e gli effetti paradossali di quattro grandi cambiamenti contemporanei (la liberazione della morale emersa negli anni sessanta, la rivoluzione di Internet, il neoliberismo sfrenato e la deterritorializzazione legata alla fine dell’idea dello stato-nazione per come lo abbiamo conosciuto e alle migrazioni globali): dove i dominanti si sentono minacciati e soffrono come i dominati; dove le lingue ibride e globalizzate (per esempio il globish) e i manga diventano simulacri che annientano la ricchezza della lingua inglese o della cultura giapponese; dove i “processi” di comunicazione producono un “divenire autistico”.



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