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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
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Noi vogliamo tutto. Cronache da una società indifferente di Flavia Carlini (Feltrinelli)
Non c’è cambiamento senza verità e non c’è futuro senza memoria.
«In Noi vogliamo tutto la voce di Carlini, che scrive a riparo dal passato, decide di narrare gli episodi che l’hanno riguardata in prima persona, perché così la memoria – come lei stessa afferma - diventa filo rosso che la conduce alla scoperta del mondo.» - Martina Renna per Maremosso
mercoledì 17 aprile 2024
La verità sulla Moschea di “Al Aqsa”*
E’ straordinario come
tutto nella storia si ripeta a ciclicità quasi rituali, come il cambiamento climatico,
la assurdità delle guerre e le scomode realtà per alcuni poi sostituite con
finzioni ideologiche. E’ sotto gli occhi e le coscienze di tutti i popoli
l’inasprirsi oltre ogni misura di inutili guerre in Europa e in Medio Oriente,
languenti ormai in una normalità paranoica. Dal 7 ottobre però, data che segna
infanticidi, terrorismo e ogni tipo di crimine su civili israeliani indifesi, è
andato a riaccendersi un focolare di un antico odio etnico che ha da sempre
alimentato guerre dettate da esclusivo pregiudizio politico. Parlo di quella
guerra che già Winston Churchill nel 1947, leader di opposizione nella Camera
dei Comuni, definiva, riferendosi alle crudeltà che il popolo ebraico aveva
subito e che continuava a subire sotto il mandato britannico, aveva definito “squallida
guerra”, è immeritatamente entrata nell’immaginario collettivo non-informato terzomondista
occidentale come quella provocata da uno Stato colonialista, imperialista e
sionista che ruba il territorio al popolo palestinese. La “fiction” della
propaganda delle guide palestinesi, è un macchinoso congegno affabulatorio per
il quale la Storia è solo un puzzle privo di consequenzialità causale da
comporre e scomporre a seconda delle circostanze. In questa sede per ora
prenderò in esame solo alcuni segmenti di questa narrazione. Abramo, il
capostipite indiscusso delle religioni monoteiste, testimone in ordine
cronologico della presenza di Dio prima nella Torah ebraica, poi nella Bibbia
cristiana e infine nel Corano islamico, improvvisamente, con tutta la genìa dei
profeti a lui posteriori da Mosè al Cristo, diventa musulmano. Aronne, fratello
di Mosè, nel puzzle islamico, diventa invece fratello di Maria di Nazaret. E
tutti i profeti entrano quindi nel segmento temporale di Maometto nato circa
sei secoli dopo il Gesù cristiano. Persino l’arcangelo Gabriele, ravvedendosi
dal primo annuncio, si converte alla giovane fede annuciando così il nuovo
Verbo. Un tema ricorrente della propaganda anti-storica è la assoluta
giurisdizione araba sulla Moschea di al-Aqsa. La centralità di Gerusalemme e la
seguente moschea di al-Aqsa “da salvare dagli sporchi piedi degli ebrei”(Abu
Mazen 16 settembre 2015), erano già stati pezzi di propaganda del precursore
del fondamentalismo islamico, Amin al-Husseini, che nel 1930 affermava che “i sionisti”
volevano impadronirsene e distruggerla solo perché alcuni rabbini si erano
tranquillamente accomodati sulle sedie per pregare. Temi questi ripresi da
tutti i leaders politici fino ad Abu Mazen, a seguito dei quali sarebbe
iniziata la sanguinosa stagione degli accoltellamenti, dall’ottobre 2015 all’aprile
2016. Gerusalemme era stata deputata ad essere la 3° città santa dopo Mecca e
Medina. Khomeini in Iran nel 1980 istituisce la Giornata di Gerusalemme
inserendola come festività nel calendario islamico. Il riferimento a
Gerusalemme si basa sulla Sura 17,1 inerente al viaggio notturno di Maometto
dalla moschea della Mecca a una moschea “più lontana”,tradotto al-aqsa, non
meglio identificata. Nessun riferimento nella Sura né al nome, né al Tempio
dell’ ebreo re Davide e poi Salomone, né a nessun’altra moschea semplicemente
perché non esisteva alcuna moschea tantomeno con il nome di al-Aqsa. La moschea
verrà costruita circa un secolo dopo, nel 715 sotto il califfato degli
Omayyiadi, discendenti da Maometto. Muhammad ibn al-Hanafiyyia ( 638-700),
imparentato con il Profeta, sosteneva che Maometto non aveva mai messo piede
sulla rocca di Gerusalemme, dove oggi sorgono le due moschee, della Roccia e di
al Aqsa, cioè la moschea più lontana dalla Mecca. Sicuramente Gerusalemme è
stata sempre ambita come luogo sacro, diventando però un triste feticcio
ideologico di una perenne rivendicazione terroristica politica di chi amando
finction, non riesce più a trovare altri validi motivi per provocare inutile
martirologio palestinese e per lanciare periodicamente, a scadenza fissa,
centinaia di razzi su Israele.
Grazia Piscopo –
Presidente associazione Horah - Lecce
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