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GLI INTERVENTI DI LEONARDO ELIA
The Others - un altro punto di vista
Salute e benessere a cura di Leonardo Elia
mercoledì 3 aprile 2024
Il fascismo non è mai morto Il fascismo non è mai morto di Luciano Canfora (Dedalo)
Ciclicamente rispunta una teoria autoconsolatoria che sentenzia: il fascismo è finito in un preciso giorno di 79 anni fa. Per chi abbia familiarità con i tempi lunghi della storia, questa appare però, senza eccessivo sforzo mentale, come una sciocchezza. E basterebbe del resto la cronaca del settantennio che abbiamo alle spalle per convincersi della vacuità di una tale teoria. Lo riprova inoltre quotidianamente la cronaca, che certo non ci rallegra: tanto più che – come un secolo fa – non si tratta di una questione solo italiana. Del resto, tutte le principali forze politiche del Novecento, dai cattolici ai neoliberali, passando per i socialisti, vivono, uguali e diverse, e variamente denominate, nel nuovo secolo. La partita, a quanto pare, è ancora aperta.
martedì 2 aprile 2024
Antonio Albanese a Propaganda Live su La7 su ... "quale sinistra?" - intervento di Leonardo Elia
Ho riportato i pochi
minuti di Antonio Albanese nella trasmissione Propaganda Live su La7, di
qualche giorno fa. Su quella corrente di pensiero che oggi si fa chiamare “
Sinistra”. Non interagisce più con le persone , con la società, con i
territori, e quindi non si fa carico delle loro esigenze. La sinistra si
nasconde, o forse neanche si nasconde, non avendo coscienza delle sue carenze.
Antonio Albanese parla di una lobby, autoreferenziale, aggiungo io, che non
vive il nostro tempo. Con le dovute differenze, ascrivibili al ruolo sociale e
al luogo di provenienza, queste critiche si trovano anche nell’intervista
pubblicata nel Corriere a Sahra Wagenknecht.
Che tristezza però !!!
Machiavelliana. Immagini, percorsi, interpretazioni di Alessandro Campi (Rubbettino)
Sappiamo apparentemente tutto di Niccolò Machiavelli, sul quale esiste da secoli una bibliografia a dir poco sterminata. In realtà, ci sono ancora aspetti della sua vita e della sua opera che meritano di essere indagati. È quel che ha cercato di fare in questo libro Alessandro Campi, membro del Comitato direttivo dell’Enciclopedia machiavelliana, curatore delle mostre organizzate in Italia e all’estero in occasione del cinquecentenario del Principe e autore di saggi e volumi su Machiavelli tradotti in molti Paesi (dagli Stati Uniti alla Germania, dal Brasile alla Polonia, dall’Argentina alla Francia). Un tema sinora poco battuto dalla critica, ad esempio, è quello relativo all’iconografia machiavelliana. Conosciamo diversi ritratti del Fiorentino, ma quanto sono fedeli e attendibili, essendo stati realizzati tutti dopo la sua morte? Con l’ausilio di un ricco apparato di immagini, l’Autore mostra come questi ritratti – quadri, busti, incisioni, stampe – siano in gran parte rappresentazioni distorte, deformanti, caricaturali al limite del grottesco, di Machiavelli. Sue raffigurazioni nel segno dell’antimachiavellismo. Ma nel volume Campi ha indagato anche altri aspetti, più legati al pensiero e alla produzione politico-letteraria di Machiavelli: ad esempio l’interpretazione molto originale che egli ha dato del fenomeno delle congiure. Una forma di lotta per il potere pericolosa e violenta, ma ricorrente nella storia e dotata, secondo l’autore dei Discorsi, di caratteristiche peculiari dal punto di vista politico e tecnico-operativo. Altri temi affrontati nel libro, che raccoglie le ricerche condotte dall’Autore nell’ultimo quinquennio, sono la ricezione e la fortuna dell’opera di Machiavelli nel corso dei secoli, con particolare riferimento alle interpretazioni che ne sono state date nel Novecento; il rapporto di Machiavelli con l’Umbria, da dove veniva la gran parte di quei capitani di ventura e mercenari che egli considerava tra le cause della debolezza politico-militare degli stati italiani del suo tempo; infine, la riflessione del Fiorentino sul rapporto politica-guerra, talmente originale e innovativa da farne un anticipatore delle elaborazioni sullo stesso tema sviluppate, tre secoli dopo, da Karl von Clausewitz.
lunedì 1 aprile 2024
domenica 31 marzo 2024
sabato 30 marzo 2024
LEGGETE CON ATTENZIONE l’intervista di Mara Gergolet pubblicata dal Corriere della Seria. Intervento di Leonardo Elia
Vi invito a leggere con attenzione l’intervista, di Mara
Gergolet , pubblicata dal Corriere, a Sahra Wagenknecht, astro nascente della
politica tedesca .
Un ottimo oratore, che raccoglie consensi sempre più larghi specie nei land orientali ,
per capirci ex D.D.R.
Piccolo riferimento autobiografico .
Quando ero studente a Perugia, sono stato spessissimo in
Germania, ovest, con qualche puntata, a Berlino Est, a vedere quei luoghi
“strani” oltre il muro.
Finchè decisi
nel 1991 , di farmi un corso di tedesco
a Rostock, sul Baltico, il porto più importante della D.D.R.
Mi accorsi subito di
essere entrato in contatto con un mondo , che, dopo la tragedia della Seconda
Guerra Mondiale, aveva sviluppato una consapevolezza del sé, come comunità,
come popolo, della storia, molto
differente da quella con cui ero entrato in contatto dall’altra parte del muro.
Comunque le due
Germanie unite dal rifiuto del Nazismo,
ma con una narrazione differente.
Avrò modo di parlarne, non mi va di divagare.
La Wagenknecht ha scritto un libro dal titolo “ Die
Selbsterechten” tradotto da Fazi “ contro la sinistra neoliberale” che però si traduce letteralmente “ I presuntuosi, gli ipocriti”.
Si riferisce ai liberal ,alla sinistra liberale.
Concordo totalmente.
Ma non voglio parlare dell’intervista ,la riporto nel blog, ma delle domande della giornalista
, facendo un paio di esempi, che mi sembrano emblematici.
“ Ha fondato un partito personale, l’Unione per la ragione e
il progresso Sahra Wagenknecht. Non è
questa un’abitudine della destra?”
Oppure
“ Quindi tacciano le armi, e poi vediamo che fa Putin?”
La banalizzazione che emerge dall’approccio della Gergolet è espressione di una incapacità di capire le
esigenze della società schiacciata e maltrattata da un sistema neoliberale che
quando non comprende un fenomeno, tende a semplificarlo e banalizzarlo.
Se una persona , giustamente, non accetta la politica militarista, della EU e della Nato,
si vede citato Putin, il pericolo assoluto nell’ Europa di oggi, come se uno
critica, giustamente, la politica dirigista della Commissione europea, viene associato a partiti di destra
come, in Germania, AFD, con annesso spettro del populismo.
Atteggiamento ,ipocrita, presuntuoso, pericoloso, che spiega
l’altissimo, il 50% in Italia, astensionismo alle elezioni.
Leggete con attenzione l’intervista.
Che tristezza ... ! Intervento di Leonardo Elia
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