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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

sabato 16 dicembre 2023

Radiografia di un mistero irrisolto. Le Brigate Rosse (e lo Stato) nel sequestro Gancia di Simona Folegnani, Berardo Lupacchini (Bibliotheka Edizioni)

Cosa successe tra il 4 e il 5 giugno 1975 quando il re degli spumanti Vittorio Vallarino Gancia venne sequestrato a Canelli e liberato dopo un durissimo conflitto a fuoco con i carabinieri alla cascina Spiotta? Una vicenda tragica mai chiarita davvero, la cui storia giudiziaria che ne derivò è rimasta ricca di omissis. Dando voce a documenti inediti, illuminando fatti e personaggi finiti nell'ombra, Simona Folegnani e Berardo Lupacchini introducono nuovi elementi in grado di far luce su un episodio assolutamente non secondario nella storia delle Brigate Rosse. Sotto la guida di Mario Moretti, infatti, l'organizzazione entrerà in una nuova fase, in un'escalation di sangue e orrore. Nella fulminea liberazione di Gancia, persero la vita Giovanni D'Alfonso, un carabiniere di 45 anni, padre di tre bambini, e Margherita Cagol, la brigatista che fondò le BR insieme al marito Renato Curcio. Un altro terrorista, mai identificato, riuscì a farla franca fuggendo attraverso la vegetazione. Nel saggio si analizza come e perché il nome di un indiziato spicchi su altri. Due fatti emergono con una certa potenza dall'indagine giornalistica versata nel libro. Il primo è che l'iniziativa che portò la pattuglia dei carabinieri guidata dal tenente Umberto Rocca alla cascina Spiotta, non fu per nulla casuale. Il secondo è la sicura presenza dall'inizio del '75 di un brigatista infiltrato dal Sid, nelle Brigate Rosse: quella fonte Frillo che anni prima di Peci pose fine al nucleo storico e che gli autori identificano con dovizia di particolari. 


 

Progetto "Venere", con Monica Agrosì, presidente dell'associazione "La Girandola" di Lecce

Israele, Santoro: "Stanno allagando i cunicoli, a che livello di aberrazione sta arrivando ...

Atreju 2023, la ministra Roccella: "La filosofia gender è il nuovo patriarcato"

Intercettazioni, Bongiorno: "No alla pubblicazione, così anche la Bibbia può diventare pornografica"

Da Goffredo Fofi ... Intervento di Leonardo Elia

Gironzolando su internet,  leggendo su siti interessanti come Dissipatio.it, ve lo consiglio vivamente, mai banale, sempre stimolante, vedo citata una intervista a Goffredo Fofi, eugubino, io ho studiato a Perugia, conosco Gubbio, ci sono affezionato.

Con un’immagine un po’ forte, , che mi vede concorde però, il Nostro dice che l’università si è tagliato il naso, la lingua, e , principalmente dico io , le palle.

Lui cita la presa di posizione di molti , ricercatori, e docenti che volevano, in conseguenza alla brutalità ,della vendetta”,  sui civili di Gaza, troncare qualunque rapporto, con istituzioni  culturali e di ricerca israeliane.

Intellettuali di grande spessore.

Mi chiedo come è possibile che l’università, come istituzione venga meno ad una sua,  caratteristica fondante, venga meno a quella visione socratica, che deve  caratterizzarla?

A me sembra tanto qualcosa di simile all’annullamento dei seminari che dovevano tenersi in un’ università milanese su  Dostoeveskij, per protestare contro l’invasione dell’Ucraina, o all’annullamento , della turnee di una cantante lirica famosa , perché considerata filo putiniana, o , peggio, il negare il premio alla Fiera del libro di Francoforte, ad Adania Shibli , solo perché palestinese e critica nei confronti dell’occupazione israeliana.

La conoscenza, sia in ambito umanistico , sia in quello scientifico, è dialettica, questa non deve far paura, deve invece essere ricercata, perché fa crescere, e l’università , dovrebbe essere, dico dovrebbe a ragion veduta, il brodo di coltura di una crescita, sia per lo studente sia per il docente.

Perché si studia, perché si va all’ università? Per farsi chiamare dottore?

No…. Per porsi delle domande ed essere in grado di porle, le chiusure sono assolutamente controproducenti.

 


 

Blur - Chemical World (Official Music Video)

venerdì 15 dicembre 2023

Super Furry Animals - Something 4 the Weekend (Video)

Dario Fabbri: La rivolta in IRAN non è come sembra ... Un'ottica differente e interessante

14 DICEMBRE 2023 LECCE PROSEGUONO LE CONSULTAZIONI PER IL PIANO STRATEGICO TURISMO E CULTURA

Putin, 'ucraini fratelli ma Zelensky folle' - Notizie dall'Ucraina - Pod...

Orban: Su Kiev decisione sbagliata

Israele controlla l’operato dei giornalisti a Gaza?

«Presidente Meloni, c’è posta per te»: Conte replica alle accuse della premier sul Mes

Il patto. Oltre il trentennio perduto di Carlo Calenda (La nave di Teseo)

La Seconda Repubblica ha mostrato tutti i suoi limiti, ora è tempo di un nuovo Patto per riformare il paese, che non potrà essere un lavoro di parte, ma un percorso unificante nello spirito repubblicano dettato dalla Costituzione. Nella nostra Carta, c’è tutto quello che occorre per uscire dall’impasse italiana – identità nazionale, diritti civili, doveri civici, strumenti per aggiornare l’ordinamento dello stato –, tocca a noi, ora, avere il coraggio di cambiare.


Esattamente trent’anni fa, si apriva la Seconda Repubblica. Eravamo tutti lì a festeggiare la fine, insieme al sistema proporzionale, di un lungo periodo di politica asfittica e corrotta. Credevamo di entrare in una nuova era di modernità e dinamismo, ma le cose non sono andate come speravamo. In questi trent’anni tutti gli indicatori economici, sociali, culturali italiani sono peggiorati rispetto ai grandi paesi europei. Il numero di cittadini che votano e partecipano alla vita politica si è ridotto drasticamente. Nessuna riforma incisiva è stata varata. I salari reali italiani hanno perso il due percento contro un aumento superiore al trenta percento in Francia e Germania. Abbiamo letteralmente buttato trent’anni – lo dicono i numeri e le tendenze, che non sono né di destra, né di sinistra – e continuiamo a perdere tempo in una battaglia tribale che nulla ha a che vedere con il senso più alto della politica. In questo vuoto ultradecennale di governo, i protagonisti del dibattito pubblico hanno preso la forma di “poteri storti”: l’occupazione della Rai e dei giornali, la scomparsa della forza di rappresentanza dei sindacati e di Confindustria, le influenti signorie locali dei governatori regionali, l’ego smisurato di leader politici che si circondano di circoli magici e guardano al loro particolare più che al bene dell’Italia. 

 


 

Luciano Capone e Carlo Stagnaro sono autori per Rubbettino di Superbonus - Come fallisce una nazione

Il Superbonus avrebbe dovuto essere lo strumento per il rilancio dell’economia italiana dopo le chiusure per il Covid e un caposaldo della v...