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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

venerdì 29 settembre 2023

Il mostro (edizione aggiornata) di Matteo Renzi (PIemme)

Una nuova edizione, aggiornata, che lascia senza parole. E con molte domande cui ancora nessuno sembra voler dare davvero una risposta. Una ricostruzione che, tassello dopo tassello, evidenzia come il cattivo uso di un potere costituito possa distruggere la carriera e la vita di ogni singolo cittadino, non solo di personaggi pubblici.

«Nelle pagine del mio libro c'è una battaglia di civiltà per chi non può permetterselo.»


"Questo libro dovrebbe essere studiato alla Scuola superiore della magistratura " (Carlo Nordio, Ministro della Giustizia). Nel maggio 2022 "Il mostro" di Matteo Renzi è stato un caso editoriale. Per settimane è stato in cima alle classifiche raccontando fatti e coincidenze stupefacenti. Ora "Il mostro" torna in libreria in edizione economica e con clamorosi aggiornamenti sugli ultimi eventi. Le assoluzioni dei genitori, gli eventi legati alla caduta di Mario Draghi e la campagna elettorale con l'arrivo a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni. Una nuova edizione, aggiornata, che lascia senza parole. E con molte domande cui ancora nessuno sembra voler dare davvero una risposta.
 

 


 

Meloni lancia il patto salva-spesa, "un bel segnale"

Russia e "armi nucleari avanzate": cosa ha detto Putin

Tajani alla ministra degli Esteri tedesca: "Soldi alle ong? Concentrarsi su soluzioni strutturali"

Da Zaporizhzhia a Mosca, l'ombra nucleare sul conflitto - Notizie dall'Ucraina - Podcast

Conte: "Ritorno della prescrizione? La destra non vuole celebrare i processi e accertare la verità"

giovedì 28 settembre 2023

Chiedono il contratto di categoria, l'azienda li sostituisce con operai da fuori: protesta ad Asti

Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto di Anonimo e Giuseppe Salvaggiulo (Feltrinelli)

Un documento unico e clamoroso che svela dall'interno le regole non dette e i segreti inconfessati dei palazzi di potere.

"Io sono un'ombre. L'ombra del potere. Talvolta più potente del potere. Io sono il capo di gabinetto"

Nel tempo delle dirette social, dei leader iperconnessi, della comunicazione come sostituzione dell'ideologia, c'è un angolo del potere che resta sconosciuto, evocato talvolta ma inaccessibile nei suoi meccanismi. La giuntura che lega le grandi burocrazie pubbliche alla classe politica. I politici vorrebbero e provano, in ogni stagione, a farne a meno. Ma non riescono a emanciparsene perché non possono. Una burocrazia ostile, o semplicemente non collaborativa, è in grado di impedire, confondere, rallentare qualsiasi decisione. In Italia la selezione dei capi di gabinetto avviene attraverso canali diversi di cooptazione. Ci sono i magistrati del Consiglio di Stato. Quelli della Corte dei conti. I professori universitari. I funzionari parlamentari. I burocrati di carriera, che agivano per decenni nelle pubbliche amministrazioni. Ciascuna categoria ha un suo codice di comportamento, regole di affiliazione, baronie, gelosie, ritualità, scandali, ricatti, mele marce, figure leggendarie. Ogni stagione segna una diversa forma di convivenza tra politica e burocrazia. Dalla Prima Repubblica a Berlusconi, da Renzi ai grillini. La connivenza e la lusinga si alternano alle epurazioni e alle minacce. Ma questo accade sulla scena pubblica. Sotto traccia va in scena uno spettacolo diverso. Fatto di relazioni, alleanze, trasversalismi, compromessi. E continuità. Questo libro raccoglie sotto forma di diario-confessione la testimonianza di un 'grand commis' che ha lavorato per diversi ministri di diverso colore politico. 

 

 


 

Napolitano, piazza vuota. Funerali di Stato o di palazzo? Diretta con Gomez e D'Esposito

Migranti al confine Messico-Usa, il varco impossibile di Ciudad Juarez

Giorgetti: "Spending review? Interverrà il ministro delle Finanze, due miliardi nel 2024"

Il primo PC della storia: ALTAIR 8800, l'oggetto che ha rivoluzionato il mondo

mercoledì 27 settembre 2023

Supreme Court Roe v. Wade Explained | In the Loop

La Russia di Putin di Anna Politkovskaja (Adelphi)

 «Siamo solo un mezzo, per lui. Un mezzo per raggiungere il potere personale. Per questo dispone di noi come vuole. Può giocare con noi, se ne ha voglia. Può distruggerci, se lo desidera. Noi non siamo niente. Lui, finito dov’è per puro caso, è il dio e il re che dobbiamo temere e venerare. La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo. Per questo ce l’ho con un tipico čekista sovietico che ascende al trono di Russia incedendo tronfio sul tappeto rosso del Cremlino». Anna Politkovskaja

 


 

"Salvo grazie ai pacchi alimentari", "Un lavoro a 59 anni?", storie e paure degli 'occupabili'

Brexit lavoro e libertà - PresaDiretta 18/09/2023

Sanità, protestano gli specializzandi: “Niente formazione e spesso in sala operatoria siamo soli”

Fuoco russo sul Danubio - Notizie dall'Ucraina - Podcast

martedì 26 settembre 2023

Gli errori di Putin. Ucraina: una guerra a tutti i costi di Orio Giorgio Stirpe (Mimesis)

 Gli errori di Putin è una disamina del conflitto in Ucraina incentrata sui fattori e sugli errori di calcolo che hanno trasformato quella che doveva essere una breve Operazione Militare Speciale nella prima guerra convenzionale ad alta intensità in Europa e in quanto di più prossimo a una guerra totale si sia visto sul pianeta dalla fine della Seconda guerra mondiale. Quello che era considerato il secondo più potente esercito del mondo è stato scagliato contro una nazione confinante – cogliendo completamente di sorpresa le cancellerie di tutto il mondo – sulla base di considerazioni discutibili e di una pianificazione operativa che si è rivelata clamorosamente sbagliata. L’autore vuole qui analizzare gli aspetti più prettamente militari di questi errori, mantenendo una scrittura semplice e aperta alla lettura capace di rivolgersi a un pubblico non necessariamente esperto della materia, in modo da fornire una nuova chiave interpretativa di questo drammatico evento. 

 


 

Il Congresso e' spaccato, gli Usa verso lo shutdown

Nagorno-Karabakh. L'attacco dell'Azerbaigian. Armenia: addio alla Russia?

Il Cremlino censura, non scrivete Zelensky presidente - Notizie dall'Ucraina - Podcast

Apocalypse Now (film 1979) TRAILER ITALIANO

lunedì 25 settembre 2023

L' affaire Moro di Leonardo Sciascia (Adelphi)

Scritto a caldo nel 1978, questo libro non ha che guadagnato con gli anni. Mentre, in una nobile gara di codardia, i politici italiani, nonché i giornalisti, si affannavano a dichiarare che le lettere di Moro dalla prigionia erano opera di un pazzo o comunque prive di valore perché risultanti da una costrizione, Sciascia si azzardò a leggerle, con l'acume e lo scrupolo che sempre aveva verso qualsiasi documento. Riuscì in tal modo, sulla base di quelle lettere, a ricostruire una intelaiatura di pensieri, di correlazioni, di fatti che sono, fino a oggi, ciò che più ci ha permesso di capire, o di avvicinarci a capire, un episodio orribile della nostra storia. Presentando il libro nella sua ultima edizione (1983), Sciascia scriveva opportunamente «questo libro potrebbe anche esser letto come "opera letteraria". Ma l'autore – come membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla "affaire" – ha continuato a viverlo come "opera di verità" e perciò lo si ripubblica (non più col rischio delle polemiche, ma del silenzio) con l'aggiunta della relazione di minoranza (di assoluta minoranza) presentata in Commissione e al Parlamento. Una relazione che l'autore ha voluto al possibile stringare, nella speranza abbia la sorte di esser largamente letta: qual di solito non hanno le voluminosissime relazioni che vengono fuori dalle inchieste parlamentari».

 


 

ORIGINAL Star Wars Opening 4K | Project 4K77 v2.0 Preview

domenica 24 settembre 2023

TAXI DRIVER [1976] - Official Trailer (HD)

Il secolo autoritario. Perché i buoni non vincono mai Condividi di Paolo Mieli (Rizzoli)

Mieli identifica i temi che abitano il dibattito pubblico odierno e che dell’autoritarismo portano un inconfondibile tratto: la convivenza religiosa spesso impossibile, la violenza organizzata del nostro mondo globale, il terrorismo nelle sue forme ormai internazionali, la cancel culture che abbattendo i monumenti vuole imporre una «nuova inquisizione che induce all’autocensura».


Nessuno troverebbe da ridire di fronte all’affermazione che il secolo degli autoritarismi sia stato, per antonomasia, il Novecento, con due regimi nazifascisti che hanno incendiato l’Europa e innescato la Seconda guerra mondiale e la creazione, a Oriente, di quello che diverrà il blocco sovietico, sopravvissuto fino al 1989. Paolo Mieli parte proprio dalle scintille del conflitto, dal patto Molotov-Ribbentrop e dai «protocolli segreti» che hanno segnato anche il lungo periodo postbellico (e sopravvivono nella retorica putiniana) per impostare un’analisi attenta dell’eredità che ancora scontiamo del secolo scorso. Concentrandosi in apertura sull’ombra nera dei regimi tedesco e italiano, il lavoro dello storico porta l’autore a rintracciare nel passato più o meno recente i semi dell’autoritarismo: li individua nella reazione alla congiura di Catilina, nell’agire di un papa come Gregorio VII, nel populismo di Guglielmo II, nei tribuni della plebe «rivisitati» durante la Rivoluzione francese. Infine, quando a quello storico si unisce lo sguardo del grande giornalista, Mieli identifica i temi che abitano il dibattito pubblico odierno e che dell’autoritarismo portano un inconfondibile tratto: la convivenza religiosa spesso impossibile, la violenza organizzata del nostro mondo globale, il terrorismo nelle sue forme ormai internazionali, la cancel culture che abbattendo i monumenti vuole imporre una «nuova inquisizione che induce all’autocensura». Per insinuare il dubbio che quella (in)giustificata euforia democratica sorta sulle ceneri della guerra mondiale e rinnovata dalla caduta del muro di Berlino non sia stata altro che un abbaglio collettivo: il secolo autoritario di un secolo fa dura ancora oggi. 

 

 


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