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Ipse dixit ...

Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. Seneca - Il Tempo

Dubitando ....

Dubitando ad veritatem pervenimus - Cicerone

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

Festìna lente ("Affrettati lentamente") - Svetonio

venerdì 4 ottobre 2024

The Doors - Paris Blues (Official Video)

La Guida SUPREMA Dell'IRAN

Giorgetti: "La manovra richiederà sacrifici a tutti"

Le radici nazi-fasciste di Netanyahu e Israele (secondo Einstein e Hannah Arendt)

Romanzo caporale di Annibale Gagliani

 La fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s’arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe è l’effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca. Annibale Gagliani nasce il 4 ottobre 1992 a Mesagne (BR). Professore di lettere, giornalista pubblicista, scrittore. Nel 2018 ha pubblicato i saggi Impegno e disincanto e Ground zero con IQdB Edizioni. Romanzo caporale è il suo terzo lavoro editoriale. Credits Prefazione di Fabrizio Peronaci / Postfazione di Raffaele Gorgoni

In copertina una fotografia di Massimo Bietti fotoreporter premiato dal National Geographic
 

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Agromafie e caporalato. Sesto rapporto a cura dell'Osservatorio Placido Rizzotto (Futura Editrice)

Il VI Rapporto Agromafie e caporalato, curato dall'Osservatorio Placido Rizzotto/Flai Cgil, si pone ancora una volta l'obiettivo di realizzare una fotografia dettagliata dei diversi fenomeni di sfruttamento che riguardano i lavoratori e le lavoratrici della filiera agro-alimentare. Negli ultimi due anni, il contesto generale del settore ha subito stravolgimenti epocali, che ci restituiscono una delle fasi più incerte dal dopoguerra a oggi, evocando dinamiche e scenari fino a non molto tempo fa del tutto imprevedibili. È indubbio che gli effetti della pandemia e, successivamente, della guerra in Ucraina abbiano prodotto, soprattutto tra i lavoratori meno tutelati, ulteriori difficoltà e disagi. Un trend che non può non preoccupare, se si considera il fatto che nelle nostre campagne l'esercito delle persone occupate irregolarmente è in continua crescita, con il relativo aumento dell'esposizione al caporalato e allo sfruttamento. Le analisi e gli approfondimenti contenuti nelle prime due sezioni del volume, oltre a contestualizzare la fase, provano a esaminare le norme di contrasto alle forme di sfruttamento, così come quelle di tutela e assistenza alle vittime. Una lettura fatta di chiaroscuri, in cui emergono purtroppo con maggiore evidenza gli elementi di debolezza rispetto a quelli di forza. La terza sezione rappresenta, come di consueto, la parte più innovativa del Rapporto, con l'attività di inchiesta sociale, centrata quest'anno su quattro casi di studio (in due regioni del Nord e due del Mezzogiorno), effettuata ascoltando – e riportando – la voce e le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. Prefazione di Maurizio Landini. Introduzione di Giovanni Mininni.



Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra capolarato e sfruttamento di Leonardo Palmisano, Yvan Sagnet (Fandango Libri)

 E mi domando cosa siamo, noi, se mangiando un mandarino a tavola, d’inverno, non sentiamo il sapore amaro della prigionia.Dalla Puglia al Piemonte, passando per la Lucania, il Lazio e la Campania, i braccianti immigrati sono sempre più spesso vittime di un caporalato feroce, che li rinchiude in veri e propri “ghetti a pagamento”, in cui tutto ha un prezzo e niente è dato per scontato, nemmeno un medico in caso di bisogno.Questa brutale realtà la conoscono in pochi, taciuta dalle istituzioni pubbliche locali, dal sistema agricolo italiano, dalla piccola e media distribuzione e dalle multinazionali dell’industria agroalimentare, che si servono di questa forma coatta di sfruttamento, imponendo un ribasso eccessivo dei prezzi dei prodotti. Si tratta di un complesso sistema criminale in cui a rimetterci sono solo i braccianti, costretti a pagare cifre impensabili per vivere stipati in baraccopoli insalubri, lontano da qualsiasi forma di civiltà.Un reportage fatto di storie raccontate da chi vive in questa situazione al limite della sopportazione fisica e psicologica, un incredibile viaggio nei nuovi ghetti disseminati per l’Italia da nord e sud. La mappa di un paese ridisegnato da razzismo, ingiustizia e indifferenza.Ghetto Italia è questo e molto altro ancora.



DDL Lavoro e "dimissioni in bianco": facciamo chiarezza

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Tridico: Italia deferita su precari pensa a dimissioni in bianco - Quotidiano dei Contribuenti

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Ddl lavoro, reintrodotte le 'dimissioni in bianco': cosa cambia per i licenziamenti nel Jobs Act | Sky TG24

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Ex politici italiani, da Bertinotti a Fini: cosa fanno oggi | Sky TG24

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Opinioni | In politica dire no non basta | Corriere.it

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Auto, le ragioni di una crisi epocale: dal dieselgate alla politica green della Ue - Il Sole 24 ORE

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Il principio di Peter applicato alla politica: più sono incompetenti, più scalano la gerarchia - Il Fatto Quotidiano

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giovedì 3 ottobre 2024

Tom Petty And The Heartbreakers - Learning To Fly (Version 1)

Pensieri, Immagini e Parole a Viso Aperto

La strategia iraniana e il futuro del Medio Oriente - Alberto Bradanini ad "Egemonia" di Alessandro Bianchi

La reazione dell'Iran ai crimini di Israele si è manifestata con 200 missili nella sera di martedì 1 ottobre. Decine hanno colpito obiettivi israeliani con Teheran che ha dato al mondo una dimostrazione pratica di come sia in grado di aggirare i sistemi di difesa israeliana e di come possa infliggere danni enormi alle infrastrutture civili e militari del regime di Tel Aviv. Si è trattata di una risposta moderata, mirata e in pieno rispetto della normativa di ritorsione nell'ambito del diritto internazionale. Con il regime di Israele che ha minacciato risposte sul territorio iraniano e con il tentativo di invasione in corso in Libano, i rischi di una ulteriore escalation nella regione sono enormi.




LA SOTTILE LINEA ROSSA TRA CELODURISMO E GUERRA APERTA Di Enrico Tomaselli

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’attacco iraniano di ieri non apre una fase di guerra aperta tra Teheran e Tel Aviv. Nonostante tutto, siamo ancora nella fase della deterrenza – o, se si preferisce, del celodurismo.
Indiscutibilmente, e non poteva essere altrimenti, la rappresaglia iraniana è stata su una scala ben maggiore rispetto a quella dello scorso aprile, ed aveva chiaramente lo scopo – ancora una volta – di inviare un messaggio ad Israele ed agli USA; messaggio sia sulla determinazione iraniana a non farsi intimidire, sia sulla propria capacità di risposta militare.
Con l’attacco di ieri, assai spettacolare, l’Iran ha quindi spostato un po’ l’asticella. Non c’è stato il largo preavviso della volta precedente, non c’è stato uso di droni (molto più lenti), la quantità di missili (quasi tutti balistici) è stata significativamente maggiore.




Intervista a ILAN PAPPÉ - Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina

M5S uno scherzo ideato dalla finanza in cui gli analfabeti della politica han creduto [Carlo Galli]

Medio Oriente: è guerra totale?

Caos treni, tutta colpa di un chiodo

Dario Fabbri : Il conflitto tra Israele e Hamas e il ruolo nascosto dell' Iran | Festival Open 09/24

Dall'attacco del 7 ottobre a Gaza all'assalto israeliano al Libano

Steven Tyler, Jeff Beck & Sting . Sweet Emotion Live iHeartRadio Music Festival 2011 1080p

Perché l'Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra di Italo Bocchino (Solferino)

È una costante della nostra storia politica: quando si tratta di elezioni decisive, l’Italia vira sempre a destra. È accaduto nel 1948 con l...