Ci sono tanti bravi artisti, ma pochissimi bravi artisti che riescono anche a vedere più in là. Artisti speciali e unici, capaci di percepire tendenze embrionali prima che tutti gli altri le avvertano, di prefigurare fenomeni e situazioni che si manifesteranno pienamente solo decenni dopo, a volte 50 o 60 anni più tardi. Solitamente, queste bestie rare sono apprezzate in vita solo da un manipolo di appassionati per essere poi riscoperte e rivalutate post mortem. È certamente il caso di Gil Scott-Heron o di Frank Zappa.
Dedicata a quelli tra voi che pensano che la rivoluzione sia qualcosa in cui si può semplicemente essere spettatori, di cui si può parlare senza essere protagonisti. A quelli che sognano la rivoluzione, purché la facciano gli altri, in modo che, se va male, saranno quelli a prendersi gli sberleffi e le pernacchie dei posteri. Non diversi da quelli che chiedono di mandare armi e uomini in Ucraina, perché tanto a rimetterci saranno altri.
La rivoluzione o è in diretta o non è rivoluzione. Come direbbe Gordon Gekko nel film Wall Street di Oliver Stone (1987), "se non ne sei dentro, ne sei proprio fuori".