Regionali
Alcune considerazioni sulle ultime
elezioni regionali .
Puglia e Campania al centro sinistra,
Decaro e Fico i nuovi governatori , in Veneto vince la Lega, (centrodx), tutti
vincono nettamente, risultati attesi
comunque.
Io sono pugliese, la netta vittoria dell’ex
sindaco di Bari era prevista. Un sonoro
65% a 35%.
Mi soffermo però sul dato dell’affluenza,
anzi del suo crollo.
Nella mia regione è andato a votare il
41,83% degli aventi diritto, contro il 56% di settembre del 2020,le precedenti
regionali.
In Veneto il crollo dell’affluenza è
percentualmente ancora maggiore, si attesta intorno al 16,5% degli aventi
diritto. In Campania la differenza è un po’ più contenuta , “solo” l’undici per
cento in meno.
Io ero rimasto già scioccato
dall’affluenza sotto il 50% in Emilia Romagna e Toscana, come nelle Marche e ancora
di più in Calabria , rispetto alle regionali precedenti, con diminuzioni a due
cifre, ma ora siamo andati peggio.
La cosa che mi colpisce di più però è come
i partiti tutti presi da discussioni sulle coalizioni, sorvolino su questo
argomento, sulla disaffezione dei cittadini, sul loro disertare le urne.
Non sono un giurista , ma questa mi sembra
proprio una democrazia senza popolo.
La rappresentatività è impedita da leggi elettorali infami, che per inseguire
la “governabilità”, attraverso il
maggioritario, dimenticano che i partiti esistono per interpretare le aspettative dei cittadini
inquadrarle in una visione e tradurle in
azione politica. In Puglia una lista ,
in coalizione deve raggiungere il 4% dei voti per essere rappresentata in
consiglio regionale, addirittura 8% se si presenta da sola.
Per non parlare della legge elettorale
nazionale, che fa scegliere i candidati,
che dovrebbero esprimere i territori, dalle segreterie dei partiti
Se inseguendo la governabilità si crea un’ appiattimento dei programmi sui temi come i rapporti attuali con l’unione Europea, per esempio, che
incidono tanto e negativamente nel nostro quotidiano va da se che i cittadini, non si riconoscano
nelle liste e non vadano a votare.
La politica deve essere plurale
rappresentare e tradurre il conflitto
che esiste nella società. Sennò ci
troviamo un’alternanza senza alternativa, non espressa dalla politica.
La gente non riconosce più i suoi bisogni rappresentati.
E non va a votare, e il livello della politica e dei politici si abbassa sempre di più.
Bisogna assolutamente fare qualcosa.

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