Un occidente, un Europa, sempre più chiusi nel loro mondo inaridito culturalmente, obbiettivamente destinato alla dissoluzione, che vive senza accorgersene un declino inarrestabile. Tutto ciò emerge anche dall’atteggiamento imbolsito , delle classi sue dirigenti , che vedono i segnali che l’attualità porge, come un male assoluto da combattere e non come spunti di riflessione. E’ una crisi politica, ma la politica, etimologicamente “che attiene al governo, alla gestione della città”, in pratica il governo della società, ha bisogno di una “visione”, che non c’è, ora con la assoluta separazione delle elite dai governati. O se questa visione se c’è , è una visione verticalistica , autocratica, con un parlamentarismo meramente di facciata. Questa ossessione normativa, incarnata da un Unione Europea, impotente di agire costruttivamente nelle collettività, che invece in sostanza emargina, si mostra e viene riconosciuta come forza aliena. In sostanza espressione di gruppi di pressione economico sociali, che mirano alla conservazione del potere accumulato in questi decenni, beninteso potere non solo economico finanziario, potere in senso più ampio. Potere come possibilità , quasi un obbligo morale, di gestire la società, gli altri. Assolutamente però incapaci di capire i (som)movimenti che la animano , e rispondendo solo con una rigidità senza prospettive evolutive, senza quella che il filosofo Preterossi, chiama “ Teologia Politica”. Senza basi ,senza un passato , elaborato contestato, ma ci deve essere un passato, per avere un futuro.
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