Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks di Stefania Maurizi (Chiarelettere)

La storia di un'incredibile congiura nel racconto della giornalista che ha pubblicato i principali scoop dai documenti segreti di WikiLeaks e con le sue inchieste sul caso sta contribuendo in maniera decisiva alla battaglia per salvare Julian Assange e i suoi giornalisti.

«Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. Se crediamo di vivere in una democrazia, dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta, dovremmo leggere questo libro» – dalla prefazione di Ken Loach

«"Il potere segreto" è veramente un libro straordinario, risultato di anni di lavoro su una vicenda che tutti hanno abbandonato ma che invece ha molto da raccontarci: il caso Julian Assange» – Riccardo Iacona, giornalista e conduttore di Presadiretta

Nella cella di una delle più famigerate prigioni di massima sicurezza del Regno Unito, un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra che da oltre un decennio lo vogliono distruggere. Non è un criminale, è un giornalista. Si chiama Julian Assange e ha fondato WikiLeaks, un'organizzazione che ha profondamente cambiato il modo di fare informazione nel XXI secolo, sfruttando le risorse della rete e violando in maniera sistematica il segreto di Stato quando questo viene usato non per proteggere la sicurezza e l'incolumità dei cittadini ma per nascondere crimini e garantire l'impunità ai potenti. Non poteva farla franca, doveva essere punito e soprattutto andava fermato. Infatti da oltre dieci anni vive prigioniero, prima ai domiciliari, poi nella stanza di un'ambasciata, infine in galera. È possibile che a un certo punto venga liberato, oppure rimarrà in prigione in attesa di una sentenza di estradizione negli Stati Uniti e poi finirà sepolto per sempre in un carcere americano. Con lui rischiano tutti i giornalisti della sua organizzazione. L'obiettivo è distruggerli e farlo in modo plateale. Stefania Maurizi è l'unica giornalista che ha lavorato fin dall'inizio, per il suo giornale, su tutti i documenti segreti di WikiLeaks, a stretto contatto con Julian Assange, incontrandolo molte volte. Ha contribuito in maniera decisiva alla ricerca della verità, citando in giudizio quattro governi – gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Svezia e l'Australia – per accedere ai documenti del caso. Gli abusi e le irregolarità emersi da questo lavoro d'inchiesta sono entrati nella battaglia legale tuttora in corso per la liberazione del fondatore di WikiLeaks. In queste pagine ripercorre tutta la vicenda, con documenti inediti, una narrazione incalzante e sempre puntuale. La storia di una vendetta silenziosa ma feroce. Un libro cruciale su un caso decisivo del nostro tempo.




martedì 28 maggio 2024

Deglobalizzazione l'economia come arma - XI Festival di Limes a Genova 2024 "Fine della guerra"

 


 Da ascoltare con grande attenzione. Rileggete anche il bel contributo del prof. Forges Davanzati nel mio blog di qualche mese fa (Leonardo Elia)

Lido York: tra incertezze normative e il coraggio di chi ha investito. Intervento dell'Avv. Francesca Conte

Come avvocato, libera cittadina che ha a cuore il suo territorio, sento il dovere di intervenire sulla delicata questione delle concessioni balneari, che rischia di mettere a repentaglio il futuro di storiche realtà come il Lido York.

La sentenza del Consiglio di Stato, che impone ai Comuni di bandire gare per l'assegnazione delle concessioni balneari in ottemperanza alla direttiva Bolkestein, rappresenta un punto di svolta epocale. Da un lato, essa garantisce la concorrenza e la trasparenza nel settore, dall'altro apre scenari di incertezza per gli attuali concessionari, tra cui la famiglia Prete del Lido York, che gestisce con dedizione lo stabilimento da ben tre generazioni.

 

Mentre la scadenza per le concessioni in essere è fissata al 31 dicembre 2024, permangono dubbi significativi sulla chiarezza della normativa italiana in materia di criteri per le gare pubbliche. Come avvocato dunque, ritengo sia fondamentale che il Governo intervenga tempestivamente per fare chiarezza e fornire indicazioni precise ai Comuni, evitando così il rischio di contenziosi e di un clima di incertezza che potrebbe penalizzare il settore turistico.

 

Un altro aspetto critico riguarda gli indennizzi previsti per i concessionari uscenti. È doveroso riconoscere il valore degli investimenti fatti da queste aziende nel corso degli anni, spesso in condizioni pionieristiche e con notevole assunzione di rischi. La tutela del loro diritto al riconoscimento di un equo indennizzo in caso di mancato rinnovo della concessione è un principio di giustizia da non sottovalutare.

 

In questo scenario di cambiamento, non possiamo lasciare sole le realtà imprenditoriali che hanno fatto la storia del nostro territorio. Serve un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni, nazionali e locali, per accompagnare i concessionari in questo delicato processo di transizione, garantendo loro la massima trasparenza, la tutela dei loro diritti e il sostegno necessario per riorganizzarsi in vista delle future gare.

 

L'amarezza espressa dai titolari del Lido York è comprensibile, ma non deve paralizzarci. Dobbiamo trasformare questa sfida in un'opportunità per modernizzare il settore balneare, valorizzando le professionalità esistenti e favorendo l'ingresso di nuove idee e competenze.

 

Con un lavoro sinergico tra istituzioni, imprese e professionisti, sono convinta che potremo trovare soluzioni concrete e sostenibili per il futuro del Lido York e di tutte le realtà balneari che rappresentano un patrimonio prezioso per la nostra città e per l'intero Paese.




sabato 25 maggio 2024

Elena Basile: lettera a Liliana Segre (da La Fionda)

 Gentilissima Senatrice Segre,

Vorrei tornare a rivolgermi a Lei sperando che questo mio nuovo tentativo di dialogo non sia causa di una sua seconda querela civile e penale. Mi è terribilmente dispiaciuto che, in base a quanto riferitomi dagli avvocati, lei mi abbia querelato per “diffamazione e istigazione all’odio”. Sono sgomenta all’idea che la mia difesa dei diritti umani e delle politiche umanitarie possa essere fraintesa fino al punto da farmi considerare un’antisemita. Oggi intervengo in favore del martoriato popolo di Gaza. Negli anni trenta l’avrei fatto per il popolo ebraico. Sebbene mi sia pubblicamente scusata in un articolo apparso sul Fatto Quotidiano per avere utilizzato un paragone che, tenendo conto della sua veneranda età e della sua atroce esperienza di vita, avrebbe potuto ferirla, Lei non ha voluto credere nella sincerità delle mie scuse.

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MANIFESTO ... Intervento di Leonardo Elia

 La parola “manifesto”, il sostantivo “manifesto”, secondo il vocabolario Treccani,  ha un significato ben preciso: rappresenta un programma politico , culturale lanciato da partiti, da gruppi o da correnti.

Esempi ce ne sono tanti come lo stranoto “ Manifesto del partito comunista” di K. Marx e F. Engels, pubblicato a Londra nel 1848, oil “Manifesto dei futuristi” pubblicato in Francia nel 1909.

Questa intervista che il giovane regista Massimo Selis ha fatto al dottor Fausto Villabona ha per me un valore di manifesto programmatico.

Definisce uno spartiacque, una cesura che si sta evidenziando sempre con maggiore chiarezza nella nostra società, nella nostra cultura.

Una frattura che tocca in maniera profonda uno dei fondamenti, forse il Fondamento, della collettività all’interno della quale noi viviamo, la scienza, e il suo applicativo, la tecnologia .

La scienza è la conoscenza del mondo della natura.

La medicina è l’applicazione di questo concetto in funzione del nostro benessere, prevenzione, e anche per il conseguimento dello stato di salute.

Noi viviamo in un’antropologia  della linearità, della semplificazione, che trova riscontro immediato nei protocolli terapeutici, una teologizzazione della scienza ufficiale, totalmente chiusa a contributi che invece potrebbero dare tanto, in un ottica di comprensione del mondo di cui facciamo parte, volto a ristabilire un equilibrio, che  abbiamo perso.

Noi siamo dei sistemi complessi, viviamo in sistemi complessi, che nessun super computer comprenderà, nessuna intelligenza artificiale ci farà penetrare nei loro segreti, senza un cambio di paradigma.

Lo sguardo deve essere olistico, perché siamo unità in equilibrio, sia all’interno del nostro organismo, sia in rapporto con il mondo che ci circonda.

La gestione della pandemia ha svelato ,finalmente, le criticità, concettuali, prima delle criticità operative, con il carico di corruttela che queste si sono portate dietro.

Significativo l’accenno all’infiammazione di basso grado o silente, condizione che ha accomunato tutte le vittime del Covid 19.

Assolutamente non citata mai nella ossessiva ,e ossessionante comunicazione pandemica. Un atteggiamento delle istituzioni da “peste manzoniana”.

Ma anche la consapevolezza dell’esigenza di un rapporto  meno smart e più frontale, essenziale se si ha a cuore la persona nella sua interezza.

Non dimenticandosi mai che l’umanità è progredita, si è sviluppata, nei millenni con rapporti frontali, all’interno di comunità, e tra comunità differenti.

Non certo attraverso modelli, proposti e imposti, da enti sovranazionali, che verticisticamente, dirigisticamente, pretendono di regolare il quotidiano di collettività che le vedono lontane e assolutamente fuori contesto.

Lo stimolo che può venire dai territori , anche nel campo della tutela della salute, la realtà osservazionale, che potrebbe essere una grande risorsa , non viene presa in considerazione , ma invece imbrigliata, in una burocrazia asfissiante.

 

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mercoledì 15 maggio 2024

Il nuovo libro nero della magistratura. Peccati e vizi nelle sentenze del CSM di Stefano Zurlo (Baldini + Castoldi)

 C’è il giudice che dai suoi imputati aveva ricevuto a prezzi stracciati sei auto. Più una fiammante Porsche Cayenne come vettura di cortesia senza scadenza, e c’è il giudice violento con la moglie. C’è poi il magistrato che a degli imprenditori aveva chiesto biglietti a grappolo per una partita, pernottamenti multipli in hotel, riparazione di una barca e utilizzo di un gommone. C’è il pubblico ministero che fa circolare un dossier per screditare la collega «matta come un cavallo», perché legata al sindaco che lui aveva fatto arrestare. E ci sono i due pm che terrorizzavano i testimoni di un’inchiesta sulle tangenti nella pubblica amministrazione, promettendo loro «un soggiorno in cella con vista mare». Il nuovo libro di Stefano Zurlo, una miniera di storie quasi incredibili ma tutte verissime, racconta dall’interno i mali della magistratura, ricostruendo alcuni dei processi che si sono svolti negli ultimi anni davanti alla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Storie di corruzione, malcostume e arroganza, giudici che hanno anteposto alla correttezza e alla sacralità del proprio difficilissimo compito interessi meschini, denaro, potere, favori e scambi vantaggiosi con i potenti di turno. Se l’opinione pubblica accede a queste notizie in modo frammentario ed episodico, Zurlo ci offre una lente d’ingrandimento sull’attività della Disciplinare, per far conoscere le dinamiche del potere giudiziario e per comprenderle dall’interno, illuminando così un ambiente spesso buio e ovattato e rivendicando la necessità della trasparenza in tutti gli elementi che costituiscono uno dei pilastri fondamentali della nostra democrazia. Prefazione di Valerio De Gioia




Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l'Italia di Giampiero Massolo, Francesco Bechis (Solferino)

 La «realpolitik» come metodo essenziale per comprendere il presente e il futuro della politica interna ed estera italiane, tra migrazioni storiche dall’Africa, crisi dell’Europa e nuovo ruolo nel Mediterraneo.


Che cos’è l’interesse nazionale per l’Italia e quali minacce emergono per il nostro Paese nello scenario internazionale in rapido mutamento? Da chi e da che cosa dobbiamo difenderci? Quanto conta l’intelligence, nazionale ed europea? Come può influire negli equilibri tra le potenze la guerra scoppiata in Ucraina e nella Striscia di Gaza? Quale ruolo può giocare l’Europa con Stati Uniti e Cina? Come si sta muovendo la Russia e cosa cambia sul fronte mediorientale dopo l’attacco di Hamas e la risposta armata israeliana? La nozione di Occidente ha ancora senso? E il Trattato del Nord Atlantico, o meglio la NATO, ricopre ancora una posizione di rilievo? Il presidente dell’ISPI, ed ex coordinatore dei servizi di intelligence italiani, Giampiero Massolo, analizza attori e mosse sullo scacchiere mondiale insieme a Francesco Bechis. E descrive con grande realismo e pragmaticità il paradosso italiano e il risiko contemporaneo tra crisi del passato e possibili minacce future.



domenica 12 maggio 2024

Le mappe del tesoro. Geopolitica delle materie prime: la vera sfida strategica del XXI secolo di Paolo Gila, Maurizio Mazziero (Hoepli)

 Chi produce il litio per le batterie delle auto elettriche? Dove si trovano il rame e il cobalto? Un saggio di geopolitica e attualità per comprendere il ruolo strategico delle materie prime nell’economia presente e futura, dove si affacciano nuovi Paesi che crescono in attività produttive, consumi e relazioni internazionali. Nell’ottica di un intenso sviluppo manufatturiero e di un vistoso incremento demografico in diverse parti del mondo, negli anni futuri l’Occidente e i BRICS (allargati a 11 nazioni dal primo gennaio del 2024) si confronteranno con più forza anche sul piano del reperimento di metalli industriali, Terre rare, cibo, fibre naturali, oltre che su gas e petrolio. Da qui lo sforzo per comprendere – con l’aiuto di chiare mappe a colori - dove questi tesori si trovano e dove si celano le più grandi riserve. In prospettiva, i Paesi che domineranno la scena saranno quelli che sapranno fare scorte sapienti di tutto ciò che servirà al ciclo produttivo e commerciale. Una sfida strategica che vede le due superpotenze, USA e Cina, in un confronto già oggi aperto per il dominio mondiale.




Riattivare L’assessorato Alle Marine Di Lecce: Una Priorità Per Il Benessere Comunale. Intervento dell'Avvocato Francesca Conte

 Nel corso della recente campagna elettorale a Lecce, la candidata sindaco Adriana Poli Bortone ha sollevato una questione di estrema rilevanza per la comunità locale: la necessità di riaprire l’Assessorato alle Marine. Questo organo, attivo durante il suo precedente mandato amministrativo tra il 1998 e il 2007, è stato gradualmente assorbito in altre competenze nel corso degli anni successivi. Tuttavia, secondo Poli Bortone, il reinserimento di tale assessorato è cruciale per affrontare le specifiche problematiche che affliggono le zone costiere del comune. Le marine leccesi, tra cui San Cataldo, Torre Rinalda, Spiaggiabella e Torre Chianca, costituiscono un patrimonio naturale e turistico di inestimabile valore. Tuttavia, negli ultimi anni, diversi problemi hanno richiesto un intervento mirato.

Durante le ispezioni condotte dalla candidata sindaco, sono emerse numerose criticità legate principalmente alla carenza di servizi nelle marine, con segnalazioni di mancanza anche dei servizi essenziali. Un’altra questione fondamentale riguarda il divieto di disinfestazione per zanzare e altri insetti nelle vicinanze del Parco di Rauccio.

Tale divieto, finalizzato alla preservazione dell’ecosistema dell’area protetta, ha causato considerevoli disagi alla popolazione locale, esposta a fastidi e rischi per la salute. L’Assessorato alle Marine potrebbe essere il punto focale per individuare soluzioni efficaci a questa problematica, bilanciando la tutela dell’ambiente con le esigenze della comunità. La riattivazione dell’Assessorato alle Marine non solo consentirebbe di concentrare l’attenzione su queste specifiche problematiche, ma rappresenterebbe anche un canale diretto di partecipazione per i cittadini che vivono, lavorano o trascorrono le loro vacanze nelle marine leccesi.

È importante sottolineare che in passato, quando l’assessorato era operativo, vi era una maggiore attenzione e sensibilità verso le esigenze delle comunità costiere. Tuttavia, per rendere concreta questa proposta, è necessario un impegno deciso da parte delle istituzioni locali. L’Assessorato alle Marine dovrebbe essere dotato delle risorse e dell’autonomia necessarie per affrontare le sfide attuali e future legate alla gestione delle aree costiere. Inoltre, è essenziale promuovere una cultura della partecipazione attiva, coinvolgendo la popolazione locale nella definizione delle strategie e delle azioni da intraprendere.



B. Una vita troppo B. Una vita troppo di Filippo Ceccarelli (Feltrinelli)

 La più straordinaria storia di potere degli ultimi settant’anni.


Cavaliere, imprenditore, cantante, presidente (di Mediaset, del Milan e del Consiglio), politico, attore, intrattenitore, amato, odiato, idolatrato, mito, male assoluto, anticomunista viscerale, craxiano, comunicatore, fondatore, vecchia gloria, inventore del centrodestra, indagato, condannato, prescritto, perseguitato dalla magistratura, barzellettiere, gaffeur, uomo più ricco d’Italia, editore. Berlusconi è stato tutto. La sua vita è stata più grande di qualsiasi opera di finzione possibile. Questa è la sua storia. E Filippo Ceccarelli è l’unico che poteva raccontarla.




mercoledì 8 maggio 2024

Canti di guerra. Conflitti, vendette, amori nella Milano degli anni Settanta di Stefano Nazzi (Mondadori)

Una storia nera di sangue, tradimenti e morti ma anche di sodalizi, potere e amore. Stefano Nazzi la ricostruisce con la sua prosa intensa e incalzante raccontando gli uomini dietro ai criminali e le ombre che li hanno resi tali, perché nonostante siano passati oltre trent'anni dall'ultimo sparo i loro canti di guerra riecheggiano ancora oggi.

«A me piacevano le banche con la porta girevole, un calcio e il mondo cominciava a girare. Uscivo per primo, facevo fuori un caricatore intero e davo il via al Far West. Ci chiamavano "il mucchio selvaggio".»


È questa la Milano degli anni Settanta. Oscura, plumbea, e irriconoscibile rispetto a quella di oggi. Per le strade si calpestano i bossoli di pistola, la media di omicidi è di 150 all'anno, nei locali notturni si mescolano delinquenti, imprenditori e personaggi dello spettacolo e le bische sono nascoste dentro a palazzi insospettabili. Qui si incrociano per la prima volta i destini dei tre banditi che cambieranno le sorti della mala milanese, i loro nomi si pronunciano a bassa voce perché si portano dietro una scia di polvere da sparo. Sono tre uomini molto diversi tra loro: Francis Turatello, noto come «Faccia d'angelo», insaziabile di potere, Renato Vallanzasca, il «bel René», un rapinatore anarchico che ama essere sempre al centro dell'attenzione, e Angelo Epaminonda, detto «il Tebano», un gangster feroce e spietato. Nati senza possedere niente, sono pronti a prendersi tutto, prima sparandosi addosso, poi alleandosi, poi tornando a sparare. Intorno a loro, intanto, si muovono gli affiliati alla banda, i poliziotti e le vittime innocenti.



About Mario Monti ... Intervento di Leonardo Elia

Mario Monti

Sto parlando dell’intervista fatta da Cazzullo , pubblicata  sul Corriere della Sera il 4 maggio.

Alla domanda posta dal giornalista ,” il futuro come lo vede ?” , il senatore a vita risponde che bisogna rispolverare la parola , sacrificio.

Aggiungendo che se dovesse servire per una maggiore integrazione europea, dell’Unione Europea, anche un sacrificio di “sangue”.

Considerando  che noi europei ci troviamo con ai confini due guerre, quella in Ucraina e quella terrificante che si sta svolgendo a Gaza.

D’altra parte è stato Borrell, “ministro degli esteri” della EU, che ha detto che noi viviamo nel giardino, mentre fuori c’è la jungla.

Per spiegare meglio quello che pensa,  il senatore Monti  cita come   l’esempio del Risorgimento, in cui l’ unità nazionale potè essere compiuta, non solo grazie alla finezza di Cavour ma anche con il tributo di sangue dell’ Esercito Piemontese, dei Garibaldini, etc.

A maggior ragione per fare qualcosa di più grande , l’Europa.

Praticamente ha considerato, non solo l’esercito europeo, un’idea che mi vede concorde,  ma  l’utilizzo di nostri uomini in questi conflitti.

Il termine “ sacrificio di sangue” non lascia adito a dubbi.

Stupisce anche l’ atteggiamento remissivo di Cazzullo, l’intervistatore.

Queste persone cresciute e formate nel mondo economico finanziario stupiscono sempre.

Quando parlano di sacrifici, li fanno fare agli altri,  basti pensare al governo da lui presieduto, con l’appoggio di quasi tutti i partiti, inclusi quelli della , presunta, sinistra.

Follia pura e nessuno gli dice mai nulla.

Follia lucida.

Pericolosa




lunedì 6 maggio 2024

Il Fentanyl è arrivato ( ufficialmente ) in Italia. Intervento di Leonardo Elia

Il Fentanyl  è arrivato( ufficialmente ) in Italia e non è una bella notizia.

A Perugia, è stato trovato nella dose consegnata da un tossicomane, allarmato dagli effetti strani avvertiti dopo essersela iniettata.

Una cosa importante è che in Umbria è operativa il servizio di “ drug checking”, un monitoraggio di strada, di prossimità , del consumo di stupefacenti.

Cosa importantissima, perché avere il polso della situazione, delle droghe consumate, solo dalle analisi delle acque reflue, e dai sequestri delle forze dell’ordine è assolutamente tardivo e inadeguato.

Il “drug checking” è operativo , oltre che in Umbria, in Piemonte, e sperimentale in Lazio e Liguria.

Mi auguro che tutte le regioni si adeguino.

Torniamo al Fentanyl.

E’ un derivato semisintetico usato in terapia nel trattamento del dolore severo.

E’ potentissimo, decine di volte  di più della morfina, che è il punto di partenza della sua sintesi,  che si trova nell’ oppio.

E’ una delle cause, insieme a tante nuove droghe, dell’ epidemia in atto negli USA, di morti per overdose, prima causa di morte nella fascia da 20 a 40 anni.

Da 100000 a 200000 giovani vite stroncate, dopo un abbrutimento  che fa definire zombies  i malcapitati che sono dipendenti da questa droga.

Negli Stati Uniti si accusa la Cina di produrre le sostanze che servono per la produzione del  Fentanyl, una specie di vendetta per le Guerre dell’oppio, che nella prima  metà  dell’ ottocento, introdussero grandi quantità di questa droga nel Celeste  Impero, narcotizzandone di fatto la popolazione e aprendo la porta a ingerenze dei paesi occidentali in particolare dell’ Impero britannico.

Questa volontà di vendetta per me non esiste.

L’industria farmaceutica cinese, ma anche indiana, produce le sostanze che servono per la sintesi  dei farmaci, oltre a produrre i farmaci stessi.

Il consumo di stupefacenti, con le dipendenze ad esso collegate, e cosa ancora più drammatica  l’abbassamento dell’età di insorgenza di questo problema,  dobbiamo cercarla nelle nostre società, sempre più sfarinate.

Con adolescenti abbandonati a se stessi, sempre più smart, che nei giorni del lockdown , hanno passato, in solitudine, senza possibilità di contatti tra coetanei, senza frequentare la scuola, le ore al computer.

Le droghe ora si comprano nel Dark Web.

Le nuove droghe , prima di diventare illegali, hanno bisogno di studi, quindi per colpa di questa burocrazia,

di  queste attese , combinano disastri… nel cervello dei nostri ragazzi.

Federico Petroni, l’esperto di Limes di Nord America, parla della “ depressione americana” come una  delle cause delle overdose americane.

La nostra società neoliberista ,basata sulla competizione estrema, sul singolo sradicato dalla comunità, produce reietti, emarginati, e gli permette, di fatto, di evadere la propria frustrazione, il “vuoto” con la chimica, fornita dalla malavita organizzata che sa sfruttare i varchi lasciati aperti.

Corsi e ricorsi storici.

Mentre l’impero britannico inaugurava la politica delle cannoniere per obbligare la Cina a non bloccare il flusso di oppio, e quindi suicidarsi come stato, il papavero lo faceva coltivare in India, che intanto si impoveriva. La regina Vittoria a capo di un “narco impero”.

Ora oppio prodotto in Messico, ivi lavorato e  fino a poco tempo fa anche in Afganistan, prima che i talebani, ne vietassero la coltivazione.

Due aree instabili, di guerra più o meno civile. Guerra e droga un binomio inscindibile.

Tornando a noi, io auspico un controllo del territorio, non solo  demandato alle forze di polizia,che fanno quello che possono, ma potenziando l’intervento di prossimità, come il drug checking, la possibilità di cogliere fenomeni illegali nel più breve tempo possibile, per capirli , e cercare di arginarli in un ottica di riduzione del danno.

La famiglia ,altra istituzione in crisi, nel suo compito di addestramento alla vita dei giovani, dovrebbe affiancare le istituzioni nel monitoraggio di questi fenomeni.

Ci vuole una presenza maggiore e più intelligente, per capire il mondo, spesso facciamo finta di non accorgercene, che si agita intorno a noi.

Lo dobbiamo ai nostri ragazzi.




 

Cantieri aperti a Lecce: riflessioni di una candidata preoccupata Intervento dell’Avvocato Francesca Conte

Lecce, gioiello barocco pugliese, si presenta oggi ai suoi abitanti come un'enorme cantiere a cielo aperto. Un'immagine caotica e sconcertante che, lungi dall'essere un semplice inconveniente estetico, solleva interrogativi e preoccupazioni profonde.

Un labirinto di cantieri

Mentre il centro storico, per ora, sembra essere miracolosamente immune all'invasione dei cantieri, il resto della città vive in uno stato di perenne disorganizzazione. Cantieri che sorgono e spariscono senza preavviso, segnaletica carente o addirittura assente, transenne che appaiono e scompaiono come per magia: una giungla urbana che genera disorientamento, nervosismo e un traffico caotico. I cittadini, esasperati, si interrogano: perché così tanti cantieri aperti contemporaneamente? Perché i lavori iniziano e poi si interrompono senza apparente motivo?

Piste ciclabili: un'idea nobile con impatti discutibili

Le piste ciclabili, nate con l'intento nobile di promuovere la mobilità sostenibile, si inseriscono in questo scenario come un ulteriore elemento di disagio. Se da un lato rappresentano un passo verso una città più ecocompatibile, dall'altro creano notevoli problemi per chi non può o non vuole utilizzare la bicicletta. I marciapiedi minuscoli che le delimitano, ad esempio, ostacolano il passaggio pedonale e, in caso di emergenza, potrebbero addirittura impedire il transito di mezzi di soccorso.

Una città a misura d'uomo? Forse no.

L'idea di una "città a misura d'uomo" evocata da alcuni suona come una beffa di fronte a queste criticità. I cittadini, esasperati dal caos e dalla mancanza di informazioni, si sentono vittime di un sistema che li ignora e li penalizza. L'esasperazione rischia di sfociare in gesti di rabbia e inciviltà, alimentando un clima di tensione e malessere generale.

Esigenza di pianificazione e trasparenza

È impellente un cambio di rotta. Serve una pianificazione attenta e coordinata dei lavori, con una comunicazione chiara e tempestiva ai cittadini. Bisogna garantire la sicurezza e la fruibilità delle strade, sia per chi si muove a piedi che per chi utilizza i mezzi di trasporto. Le piste ciclabili, seppur lodevoli, devono essere realizzate in modo da non penalizzare le altre forme di mobilità.

Lecce, con il suo fascino senza tempo, merita di essere vissuta in maniera serena e vivibile. I cantieri, seppur necessari, non possono rappresentare un ostacolo insormontabile. È necessario un dialogo costruttivo tra istituzioni e cittadini per trovare soluzioni concrete che ridiano a Lecce il suo volto armonioso e vivibile. La pazienza dei cittadini è stata messa a dura prova, ma è giunto il momento di agire per restituire loro una città a misura d'uomo, non di stress e insoddisfazione.

 



Ci sono tanti bravi artisti, ma pochissimi bravi artisti che riescono anche a vedere più in là. Intervento di Leonardo Elia

Ci sono tanti bravi artisti, ma pochissimi bravi artisti che riescono anche a vedere più in là. Artisti speciali e unici, capaci di percepire tendenze embrionali prima che tutti gli altri le avvertano, di prefigurare fenomeni e situazioni che si manifesteranno pienamente solo decenni dopo, a volte 50 o 60 anni più tardi. Solitamente, queste bestie rare sono apprezzate in vita solo da un manipolo di appassionati per essere poi riscoperte e rivalutate post mortem. È certamente il caso di Gil Scott-Heron o di Frank Zappa.


Dedicata a quelli tra voi che pensano che la rivoluzione sia qualcosa in cui si può semplicemente essere spettatori, di cui si può parlare senza essere protagonisti. A quelli che sognano la rivoluzione, purché la facciano gli altri, in modo che, se va male, saranno quelli a prendersi gli sberleffi e le pernacchie dei posteri. Non diversi da quelli che chiedono di mandare armi e uomini in Ucraina, perché tanto a rimetterci saranno altri.

La rivoluzione o è in diretta o non è rivoluzione. Come direbbe Gordon Gekko nel film Wall Street di Oliver Stone (1987), "se non ne sei dentro, ne sei proprio fuori".