Gli altarini della sinistra è un saggio che dimostra come il mondo della sinistra abbia in realtà moltissimi scheletri nell'armadio. Scheletri con cui dovrà fare i conti, prima o poi.
La sinistra ritiene di non avere altarini, o
almeno così i suoi "sacerdoti" raccontano di se stessi. Tende ad avere
una narrazione tutta sua e apparentemente inscalfibile del suo modo di
essere. Il giustificazionismo etico, la pulsione autoassolutoria e la
supponenza sono diventati uno stile, una maniera di replicare alle
accuse, sempre e comunque. Senza mettersi mai in discussione, vuole
insegnare agli altri come stare al mondo. Nicola Porro, con uno stile
irriverente e corrosivo, ripercorre, attraverso alcuni esempi tratti
dalla cronaca quotidiana, tutte le ipocrisie di una parte politica che
ha fatto della superiorità morale un marchio di fabbrica. Passando in
rassegna le beghe nascoste, gli episodi più assurdi e paradossali di
malagiustizia, dal caso Tortora fino al protagonismo "manettaro" di
Davigo, i casi di corruzione che hanno trovato poco spazio sui media
progressisti, dal Qatargate fino alla vicenda Soumahoro, e il "doppio
pesismo" su tutto, soprattutto sui temi legati all'immigrazione.
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